L’albero della luna

Molto tempo fa, sui bordi di uno stagno viveva un “essere quasi albero”, che dell’albero aveva la forma, e dell’essere la sensibilità. Si chiamava Ecilas.

Un giorno Ecilas vide la luna nello stagno. L’aveva sempre vista in cielo e, spaventato, pensò che la luna stesse affogando.

L’albero della luna

Senza esitare, si gettò nell’acqua che si riempì di onde, tra le quali galleggiavano frammenti di luna.

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Ecilas pensò che il suo peso avesse distrutto la luna e tristemente si diresse verso la sponda dello stagno.

Allora alzò gli occhi pieni di lacrime verso il cielo e la vide.

Si addormentò tranquillo: la luna si era salvata.

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Quando si svegliò, Ecilas pensò di non allontanarsi dallo stagno, per paura che la disgrazia potesse ripetersi. Restò così tanti giorni e così tante notti senza muoversi, che le sue radici penetrarono nel suolo, i suoi rami si coprirono di foglie e crebbero piegandosi verso l’acqua: ora era un albero, un albero coi rami piegati che dalla riva vigilava sulla luna quando si bagnava nell’acqua. Ora tutti lo potevano chiamare Salice e, in ricordo di quella brutta disavventura, qualcuno continua ancora oggi a chiamarlo Salice piangente.

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