Le figure retoriche

Le figure retoriche sono di tre tipi: di posizione, di significato e di suono.

Figure retoriche di POSIZIONE o dell’ordine

Le figure retoriche di posizione legate ai significati della poesia che giocano sull’uso e sul significato delle parole nelle poesie sono numerose; esse servono a mettere in evidenza alcune parole, a seconda della loro collocazione nei versi, ricordiamo:

ENJAMBEMENT si ha quando si va a capo in modo inaspettato, in modo da mettere in risalto le parole che rimangono alla fine del verso e all’inizio di quello successivo. Si crea così un forte legame tra i versi, che risultano strettamente concatenati.

INVERSIONE: si basa sull’ordine delle parole; conosciamo 2 tipi di inversione: anafore e iperbato.

l’ANASTROFE: si verifica quando si inverte l’ordine che le parole avrebbero in prosa.

L’IPERBASTO: si ha quando 2 parole che dovrebbero stare vicine sono lontane.

l’ANAFORA consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di più versi.

l’EPIFORA consiste nella ripetizione di una o più parole alla fine di più versi.

il CHIASMO è un incrocio fra quattro termini logicamente legati tra loro.

PARALLELISMO è il contrario del chiasmo.

CLIMAX o gradazione: ordine di espressione.

ELLISSI: toglie elementi per sintetizzare.

POLIPTOTO: ripetere una parola.

Le figure retoriche di SIGNIFICATO

Le figure retoriche di significato servono a trasmettere messaggi che vanno al di là del puro significato letterale delle parole e arricchiscono i testi poetici, ricordiamo:

La Personificazione che consiste nell’attribuire caratteristiche e aspetti umani a cose inanimate o a concetti astratti;

per esempio nella poesia Natale di Giuseppe Ungaretti l’espressione ” Sto con le quattro capriole di fumo del focolare” sembra che il fumo possa fare le capriole come se fosse una persona.

La Similitudine è il paragone tra due cose o situazioni diverse che hanno somiglianze o caratteristiche comuni:

esempio “Paolo è furbo come una volpe”  oppure sempre nella poesia Natale di G. Ungaretti:

“Come una cosa posata in un angolo”, nella terza strofa.

La Metafora è una similitudine abbreviata che non usa le parole COME o SIMILE A e che mette in relazione tra loro due cose molto diverse e attribuisce all’una le caratteristiche dell’altra; è un paragone abbreviato che è implicito, esempio se dico “Paolo è una volpe” dico in modo implicito che Paolo è simile a una volpe per le sue caratteristiche, quindi è una metafora;

nella poesia Natale trovo la metafora nella espressione “gomitolo di strade” nel primo verso

della poesia; le vie del borgo di intrecciano e incrociano come fa il filo di un gomitolo di lana. 

L’Analogia associazione di idee.

La Sinestesia consiste nell’accostamento di termini provenienti dal lessico di ambiti sensoriali diversi.

esempio: “Là voci (udito) di tenebra azzurra (vista).

La Metonimia si ha sostituendo una parola con un’altra legata alla prima da un rapporto logico.

esempio: ” ho ammirato un Picasso al museo” >>> indica l’autore al posto dell’opera.

“andiamo a bere un bicchiere” >>> indica il contenitore al posto del contenuto.

La Sineddoche 

L’Antitesi: due parole di significato opposto per indicare disagio, angoscia.

L’Ossimoro: due parole che si escludono;  es.: tacito tumulto.

L’Iperbole vuole indicare una esagerazione ( con un termine esagerato).E.: morire dalle risate.

La Parifrasi che consiste in un giro di parole.

L’Antonomasia consiste nel sostituire un nome proprio di persona o di cosa con un termine che ne indica la qualità. ES.: il Maestro

Figure retoriche di SUONO

Servono a dare particolari effetti sonori ai versi, citiamo:

L’allitterazione cioè la ripetizione di suoni uguali o simili in più parole.

Esempio: Giulia ha trovato un Grillo in Giardino (G)

L’onomatopea che consiste nell’usare parole che, con il loro suono, suggeriscono o imitano ciò che significano.

Esempio: miagolio, fragore, rimbombare, coccodè.

La Paronomasia, usare parole simili vicine.

Il Fonosimbolismo è il dare valore emotivo al suono.

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