Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare

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Cari tutti,

Premetto che non ho mai anticipato una moda. Da ggiovane, inizialmente le mode mi stavano sempre tutte sulle palle. Solo quando erano quasi passate, me ne innamoravo ossessivamente e per questo ero sempre banale tendente al fuori moda. Con l’arrivo dei figli, ho cominciato a seguire la filosofia del “cosa è rimasto di pulito da mettermi” e che ve lo dico a fa.

Oggi però vi parlo di una moda che non mi piacerà mai. Perché come ben sapete, la comodità, insieme al riposo ed al dolce far niente, è il mio motto.

E allora chiedo a voi, normalmente attive, cosa ne pensate di  una questione che mi attanaglia e che contribuisce a rendere più pronunciata la mia ruga da espressione.

Si tratta di un’argomento aulico, di élite direi.

Qualcosa di cui parlano le persone colte, tra un commento letterario e la citazione di una poesia:

IL COSTUME NELLE CHIAPPE.

Nel 1973 Gabriella Ferri, cantava “Tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare” e pare che 45 anni dopo, l’invito sia stato colto alla lettera; altro che eclissi di luna quest’estate…centinaia di lune piene affollano le spiagge.

Quando a giugno ho cominciato a vederne alcune, la settantenne che è in me ha alzato la mano ed ha chiesto parola: “ste ragazzine d’oggi! Ai miei tempi ci si copriva per bene!” Ma poi mi sono resa conto che il fenomeno è presente in una vasta gamma di età e mi sono rassegnata al fatto che siamo di fronte ad una nuova moda che cambia addirittura la funzione dello slip: la mutanda, non serve più a contenere le natiche, bensì a spingerle fuori con astio come quando ti viene addosso qualcuno di sudato e puzzolente in un bus affollato.

Angosciata dalla possibilità che questi costumi diventino gli unici in commercio costringendomi ad indossare quelli interi con panciera contenitiva over 75, mi sono chiesta il motivo di tutto ciò e sono giunta a tre motivazioni principali:

Ragione numero 1: Featuring con Mentadent.
La prima ipotesi è che le ditte che producono costumi siano in crisi economica ed allora abbiano accettato l’aiuto della Mentadent mettendo sul commercio il costume-filo interdentale.

Ragione numero 2: questione di probabilità.
Per ragioni puramente statistiche, ogni tanto una moda non dona per niente, anzi. Per esempio, qualche anno fa, sempre in tema costumi, quella dei calzoncini per ragazzi che, trasformati in mega bermudona, dovevano essere portati in una gamba arrotolati fino all’inguine e nell’altra lunghi al ginocchio: oribbbili.

Ragione numero 3: Rivendicazione del Movimento Contorsioniste Italiane.
Queste ragazze si sono stufate di essere le uniche ad attorcigliarsi su se stesse e pretendono che anche le non atlete, si pieghino/girino/soffrano un po’ nel cercare il segno dell’abbronzatura.

E vabbè. Ci sta tutto.

Ma io mi chiedo, qualsiasi sia la motivazione per cui lo fate, state comode??????!!!!!!!
Già al mare si suda, ci si insabbia, si lotta con i capelli.

Temo per una prossima moda dei tacchi da spiaggia o per un reggiseno che sta su solo se si tengono gli addominali tirati.

Daje donne, ripensateci. Da domani tutte con le care vecchie mutandone.

 

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Mamma Bradipa intervista Mamma Bradipa Psicologa

| Mamma Bradipa Psicologa, Psicologia, Senza categoria

Care Moms,

Oggi vi propongo un’intervista tra Me e Me.

Una cosa maggggica.

Roba che Harry Potter è il tirocinante di Mago Forest.

Niente popò di meno che un transitorio sdoppiamento di personalità.

Tra la vostra cara vecchia Mamma Bradipa e la niù entri Mamma Bradipa Psicologa.

Perché lo so che vi state chiedendo come possano coesistere queste due.

Allora cominciamo:

Abra cadabra pampulo pimpulo parimpampun!!!!!!!!!!!!!! Pouff!

MB: ” Cara Mamma Bradipa Psicologa come pensi di trovare posto in questo blog leggero e spensierato?”

MBP: “Penso di farlo perché la psicologia si può fare tanti modi, non pensate agli psicologi come solo quelli con occhialetti (vabè sì gli occhiali li ho), lettino e blocco degli appunti! Io sono sempre la vostra zuzzurellona anche se vi ho detto che sono Psicologa.”

MB: ” E in che modo vorresti portare la psicologia tra gli articoli che parlano di mammitudine?”

MBP: ” Perché ho capito che il mio modo di fare la psicologa in questo periodo della mia vita, sarà facendo quello che mi riesce meglio: ironizzare e sdrammatizzare il complesso mondo delle mamme… Sul dizionario, alla voce sdrammatizzare troviamo “Presentare fatti o situazioni in modo da privarli del loro carattere drammatico o da attenuarne la gravità”. Ebbene io ho coniato il verbo sdraMAMMAtizzare, un mio personalissimo modo di aiutare le mamme cercando di sollevare il loro morale con le RISATE.”

MB: ” Cara MBP,  secondo me le mamme che ti seguono adesso penseranno :<< ecco adesso questa comincia a fare discorsi sul fatto che siccome è psicologa ha sempre ragione e tutte le altre si devono inchinare alla sua cultura!>> Puoi rassicurarle in qualche modo?”

MBP: “Certo! Io avevo sempre ragione anche prima! Puahahahah no scherzo, odio e ho sempre odiato chi si crede infallibile e incriticabile; e soprattutto con i miei figli non sono in grado di avere lo sguardo distaccato da professionista, quindi sono una mamma come tutte con qualche nozione psicologica che magari può aiutare chi ha qualche difficoltà emotiva.”

MB: “Quindi tu sarai sempre la solita solo con qualcosa in piu’?”

MBP: “esatto, sempre la vostra pigra, svogliata, ironica, tonta, ansiosa e sbruffona bradipa, con qualche guizzo psicologico!”

——————————————————————————————————-

E adesso, zullullì zullullá una sola bradipa ecco qua! Pouff!

Eccomi…sono tornata tutta intera!

Dopo questi esilaranti effetti speciali, veniamo a noi:
Ci sono degli argomenti che vi attanagliano e che vorreste riuscire SDRAMAMMATIZZARE un po’?

 

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Le mamme e il meteo

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Care Mamme,

Che rapporti avete con le previsioni del tempo? Vi ci affidate ciecamente o sapete appena che esistono delle App per controllarle?

Io sono una persona ansiosa e figuriamoci se nel mio carnet, mi faccio mancare l’angoscia da brutto tempo! Sia mai!

Inutile dire che da quando sono diventata mamma, la cosa è peggiorata. Se prima, in caso di cambiamento repentino del tempo, potevo prendere la mia borsetta e “correre” al riparo, con tutto l’ambaradan che i figli comportano, sarei stata pronta per il cambio del tempo della settimana successiva. Non tutte sono come me, ne ho evidenziato qualche tipo e sappiate che invidio tutte le categorie alle quali non appartengo!
Anche perché se d’inverno bene o male le attività vengono svolte al chiuso, d’estate quando in caso di pioggia andrebbe tutto a gambe all’aria, le categorie di MAMmeteo, trovano la loro massima applicazione….

Le organizzate per qualsiasi condizione atmosferica.
L’unica spiegazione è che siano agenti speciali sotto copertura. Non solo nessun evento atmosferico le coglie impreparate, ma hanno anche un’attrezzatura per i bambini, che l’Ispettore Gadget in confronto, è un pischello. Magliette che sono traspiranti, ma impermeabili – a mezza manica, ma allungabili; tirando il laccetto sulla manica destra, la maglietta si gonfia come un salvagente e tirando quella di sinistra, si apre un paracadute. Le scarpe sono all’occorrenza sandali e i sandali all’occorrenza scarpe. Hanno sempre borracce con acqua freschissima (non gelata!) se fa caldo e calda e rinfrancante se fa freddo. Insomma se chiedi loro se è il caso di andare al mare, ti diranno sempre sì. Anche a dicembre con -2°.

Le timorate del meteo.
IO. Perché se una rondine non fa primavera, per me, una nuvola fa temporale. Le previsioni meteo sono affidabili solo quando indicano sole pieno (per almeno tre giorni). Già quando mostrano l’icona sole-nuvola, cominciano i problemi.  Se comincia poi a esserci un 10% di possibilità di precipitazioni, arrivederci… viene  annullato qualsiasi evento all’aperto (persino andare a buttare la spazzatura nel bidone). E comunque gente, anche il sole pieno dopo un temporale non è che sia mica tanto sicuro eh?! Cioè..fino a poche ore fa pioveva!
Il risultato è che dopo 152 volte in cui sono stata in casa con un tempo annunciato incerto, ma verificatosi meraviglioso, mi stufo e decido di uscire. Beccando il rinomato temporale estivo improvviso. Fanculo.

Le ignoratrici
Ignorano le diverse caratteristiche atmosferiche perché sono solo un’ invenzione complottista con la quale impedire alle persone di fare quello che vogliono. Sanno bene che il meteo è manipolato dall’alto. Ci avete mai fatto caso che quando volevate approfittare degli sconti, avevano messo allerta arancione e poi c’è stato sole pieno tutto il giorno? Coincidenze?!!!!! Dove si vuole andare si va. Che sia a fare una passeggiata con l’uragano o a leggere un libro al sole con 562°. Loro decidono e il meteo non le avrà mai!!!

Le Giuliacci home made.
Vanno tutelate come patrimonio dell’Unesco perché sono più affidabili di qualsiasi mezzo tecnologico che monitora le condizioni atmosferiche. Se ne conoscete una, tenetevela stretta perché avrà sempre ragione. Loro sono animali, una parte del cosmo, possiedono istinti e capacità ultraterrene e sulle loro previsioni potreste scommettere l’anello di fidanzamento di nonna Pinuccia. Non ha ancora smesso di piovere che hanno già le infradito calzate, e aprono l’ombrello un secondo prima della prima goccia di pioggia. Con molta probabilità, ascoltano il terreno come gli indiani e pianificano le loro attività in base ai venti meglio di Mary Poppins.

 

E voi a quale categoria assomigliate di più? Scrivetemi! Leggerò le vostre risposte oggi pomeriggio tanto sto in casa che è un po’ nuvoloso……..!

 

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Bradipi e Psicologia

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

 

psicologia

 

*****COMUNICATO STAMPA*****

Sono assente da un po’.

Lo sapete che ogni tanto ho bisogno di riflettere e sparisco.

Torno con nuove notizie per voi. Notizie su di me.

Vi state sdibisciando dalla curiosità???? Lo so lo so, una V.I.B. (Veri Incorreggibol Bradip) come me che non da’ notizie da un po’, causa parecchie notti insonni.

Comunque…

In un’ epoca in cui, internet permette di spacciarsi per professionisti di qualsiasi genere – attribuendosi titoli che non si possiedono, io ho fatto l’esatto contrario.

Quando ho aperto questo blog, l’ho fatto prima di tutto per me stessa. Leggere quello che si pensa, è molto più utile che ascoltarlo nel proprio cervello.

Ho scritto i primi articoli offline, in bilico tra la possibilità di aver scritto delle banali assurdità e la paura ottimistica (diciamo irreale) che in TANTI sapessero cosa pensassi sul serio.

Una volta online mi sono messa a nudo – difetti e pregi, abitudini e passioni, modo di pensare e di vivere.

Ho omesso tutto ciò che riguardava la mia istruzione.  Perché avevo bisogno di dire la mia perché lo pensavo IO e non i miei titoli.

Ho omesso di scrivere che sono una psicologa psicoterapeuta.

L’ho fatto con cognizione di causa, in un periodo della mia vita in cui avevo il rifiuto per l’argomento. Mi sentivo inghiottita dall’automatismo di analizzare qualsiasi evento/comportamento/discorso…insomma il caro vecchio “portarsi il lavoro a casa”, ma un po’ troppo.

Avevo bisogno di esprimermi senza pensare se fosse “psicologicamente etico”.

Il paradosso è che far questo, è stato la mia terapia (psicologica)!

E nuove idee e nuova voglia di lavorare sono nate in quella testa ripulita dalla polvere.

Sulle prime, avevo pensato che questo blog, presa dalle letture/scritture professionali, sarebbe stato messo in un angolo, come un bel periodo che non torna più.

Poi qualche giorno fa, una mia amica mi dice:

“Ma che fai allora dici sul blog che sei psicologa, o apri un’altro blog?”

“Apro un altro blog, che c’entra una mamma bradipa con una psicologa?”

“Perché scusa, te non sei una mamma bradipa E una psicologa?”

Ed allora ho capito tutto.

Ho capito che se prendi 100 psicologi, quasi sicuramente ci saranno 100 stili  e modi di lavorare diversi. Così come gli argomenti di interesse. Perché uno psicologo è una persona e molto banalmente le persone sono tutte differenti.

Io ho capito che il mio stile è quello di SDRAMMATIZZARE e il mio interesse è rivolto alla MAMMITUDINE e dintorni.

Quindi, sia per la voglia di essere me stessa al 100% che di poter essere di aiuto alle mamme, da oggi nasce una nuova categoria del blog (Mamma Bradipa Psicologa) che dai prossimi giorni sarà riempita con articoli sempre bradipi, ma anche un po’ psicologici.

Attendo una vostra spassionata opinione!

 

 

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Quei quadretti bianchi e blu

| Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

quei quadretti bianchi e blu

Lo so che i figli crescono.

So che i fiori sbocciano e l’erba si allunga. Che dopo la notte arriva il giorno e poi la notte. E poi ancora il giorno.

So che mi verranno le rughe e qualche capello bianco.

So che se non stiro, la pila di panni si alzerà.

Che la banana nella fruttiera maturerà.

 

So che mio figlio ha sei anni.

Ma me ne sono resa conto solo l’altro giorno. Alla festa dei diplomi dell’asilo.

Perché nessuno mi aveva detto che oltre a Babbo Natale, alla Befana, al Coniglietto Pasquale ed alla Fatina dei Dentini – esistesse anche il Folletto Crescino, che un bel giorno, scambia il tuo bambino cicciottino-piccolino-mammino, con uno diverso.

Un bambino che all’inizio spariva dentro a quel grembiule dai quadretti bianchi e blu, fisicamente e psicologicamente troppo grande –  con uno che sa infilarlo-abbottonarlo-sbottonarlo.

Che al posto delle manine sudaticce da tenere, ha degli stinchi secchi che corrono via;

Invece di una vocetta che ti dice “mamma mi prendi in braccio?”, una voce squillante che si allontana veloce: “mamma vado a giocareee”!

Al posto dei piagnuicolii, le risate;

E al posto delle guanciotte paffute, una manciata di cm di altezza in più.

Sembra passato pochissimo tempo. Invece pare siano tre anni.

 

E mentre vedevo tutti i “diplomandi” sfilare con il tocco in testa, sulle note di We are the Champions, ad un certo punto – un bimbo ha incrociato il mio sguardo appannato dalla commozione, – e saltellando e ridendo, mi ha fatto la linguaccia.

Era mio figlio.

Ma come, il mio bimbo non era quello che scoppiò a piangere alla prima festina di Natale dell’asilo? Quello che “no lui invece non vuole”, quello di “ma poi crescerà” e pure quello di “Ma saremo noi che abbiamo sbagliato troppe cose?”.

Ed allora, come quando si sviene e si dice ti passi davanti tutta la vita, in quei pochi secondi, mi sono tornati in mente questi tre anni di asilo.

 

Ci sono stati mesi difficili, densi di pianti ed influenze. Conditi con rabbia e sensi di colpa. Di quando vederlo in quei quadretti bianchi e blu, era un’angoscia.

E a ripensarci, son sempre fitte al cuore.

Quando mio marito dovette scappare con lui urlante e piangente, alla presentazione della scuola, mentre io ero a casa con la sorella tregiornenne;

Quando durante l’inserimento, vidi una maestra asciugargli il naso mentre piangeva e mi sentii una cacca per non essere io a farlo;

Per i lavoretti fatti all’asilo, che voleva nascondere e non vedere più;

Per i miei mal di stomaco – ogni mattina almeno fino a dicembre;

Per quei  “mamma mi manchi molto all’asilo” con le guance solcate dalle lacrime.

 

Ma poi, è cominciata la discesa.

E  i pianti e le angosce che risiedevano nelle sue guanciotte paffute, si sono trasformati in sorrisi e competenze, tutti in fila nei centimetri di altezza che ha guadagnato.

Non un bimbo che scalpita per andare all’asilo, perché non sarebbe lui. Ma un bimbo sereno.

E allora sì che sulle mie braccia compaiono i brividi, a ricordare certi momenti.

Per come era emozionato  e contento alla presentazione delle elementari;

Per la prima volta che andai a prenderlo e mi disse “Mamma sai mi sono divertito molto!”;

Per la prima recita in cui è stato tranquillo (e nel bel mezzo ha urlato “Hei quello là è il mio papà!”) e i primi lavoretti di cui va fierissimo;

Pensando che “se la sa cavare” anche se non sono lì con lui;

Per come all’uscita è sereno e sorridente e saluta tutti come se fosse un V.I.P..

 

E allora, contro ogni previsione, mentre stiro per l’ennesima e quasi ultima volta il suo grembiule, rifletto su come il bilancio di questi tre anni sia positivo.

E oltre ogni possibile desiderio, i sensi di colpa un po’ attenuati.
Perché l’altra sera, mentre ricordavamo i primi tempi – tra gli sguardi sconvolti e le bocche spalancate mie e di mio marito, lui se ne è uscito con “MA PERCHE’ PIANGEVO?!”

Marianna zebra se lo sapevo che avresti detto così non mi sarei strappata unghie e capelli dall’angoscia!!!!

 

E allora sapete una cosa? Contro quello che ho sempre detto, mi mancherà non vedere più quei quadretti bianchi e blu.

 

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Un ringraziamento speciale alla Prima Maestra di Giacomo, che ha saputo evidenziare le sue potenzialità senza mai sminuirlo e che soprattutto ha accolto ed inserito anche a me!

 

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Quando ti senti alla grande ma poi…

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Leggenda narra,

che una volta ogni equinozio del solstizio del sole nella luna eclissata abra cadabra, una mamma si svegli e si senta figa e spumeggiante; pensi che la sua vita sia piena di soddisfazioni e di amore  – e decide di vivere appieno la giornata appena iniziata.

Vestendosi non si vede grassa, anzi; i pantaloni aderenti si sono senz’altro ristretti nell’asciugatrice, quei tre addominali che fa una sera sì e 25 no, in effetti – stanno dando i loro frutti – e giura di ricordarsi che al momento dell’installazione dello specchio del bagno, l’addetto le specificò “Signora, guardi che ingrassa molto”.

Passando in salotto, si convince di come l’ordine sia solo per persone ossessive, per non parlare dell’eccessiva pulizia – scavalcando giochi e vestiti sul pavimento – si sente creativa e non incatenata nello stereotipo della donna casa e cucina.
Aprendo il frigo sorride pensando con gioia che le crocchettine di pollo preimpanate e prefritte, ogni tanto, che vuoi che siano.

E addirittura, non si sente nemmeno una sfigata/incompetente/frustrata/fallita perché al momento non lavora.

A guardarla bene, si nota esser preceduta da un alone roseo –  e seguita da farfalle color arcobaleno.

Bellissimo. Stupendo.

MA.

C’è un MA.

Perché se anche voi, venite striturate da 8765 puntate di Lady Bug, saprete benissimo della sfiga della teoria dell’equilibrio dell’universo per cui ad ogni cosa bella, debba corrisponderne una brutta.

E allora, Essa + l’alone rosa + le farfalle, incontreranno nell’ordine:

1) La zia Pinuccia che ti saluta con un “Amore di Zia, come ti vedo bene, stai meglio con quei 2-3 chili in più“!

2) La sua compagna delle medie che ti fa festa al grido di “Daiiiiii aspetti un’altra volta!!!!!”

3) Al supermercato, mentre fa incetta di qualsiasi cosa sia cucinabile con un minuto di microonde, viene fulminata dalla DONNAINFORMAPERFETTACHEMANGIASOLOCOSESANE e che profuma di soia e tofu;

4) E infine, mettendo la spesa nella sua macchina sgangherata, si sente chiamare da una sua ex collega…”Ciao caraaaa…vedo che anche te sei uscita mentre facevi le faccende per fare un po’ di spesa…anche tu riunione senza pausa pranzo oggi?

E niente. Si sentiva ben curata, in forma, magra, easy e up e si ritrova con l’umore e l’aspetto di una cingomma spiaccicata in terra.

E non è mica giusto eh?!?!?

Perchè poi, i giorni che se ti senti una cessa, mai che tu incontri qualcuno che ti dice che sembri per lo meno un bidet! Mai!

E allora l’equilibrio ci deve essere solo a nostro sfavore? E checacchio!

Basta, da oggi SQUILIBRATE E FELICI!!!!!!

 

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What is love

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Era il lontano 1993, quando la mia migliore amica, mi regalò una musicassetta con alcune canzoni registrate alla radio.

Tra queste, una delle mie preferite era What is love, che ballavo come un grillo, nel mio stile tanto tredicenne, quanto sgangherato.

La traduzione del titolo (non ci pensavo nemmeno a spingermi oltre), mi fece pensare per la prima volta a cosa fosse l’amore, domanda che rimase irrisolta per molti anni.

Nel tempo, passando per l’adolescenza e la quasi “adultezza”, mi sono detta che ognuno intende l’amore a modo suo ovviamente, ma che se tra due persone, non si hanno gli stessi valori, nulla potrà durare più di qualche mese.

Una volta trovato mio marito, non mi sono più domandata nulla perché non ne avevo motivo.

Poi alle soglie dei 38 anni, arriva un programma televisivo che mi ributta nel vortice delle definizioni e che mi fa chiedere se il mio pensiero sia insensato – o solo passato di moda per questi tempi moderni.

Ma veniamo a noi: l’avete visto Matrimonio a prima vista Italia?

Se non avete idea di che cosa sia, è un programma in cui tre esperti (sessuologa, psicoterapeuta, sociologo), scelgono tre coppie, sulla base di affinità emerse da questionari e colloqui.

Lui e lei, si conoscono sull’altare e se dicono “Sì”, ufficialmente sposati, iniziano 5 settimane insieme tra luna di miele e convivenza, alla fine delle quali decideranno se rimanere insieme o divorziare.

Il programma si è concluso giovedì 10 maggio, con tre divorzi.

Buono eh???

Escludendo il fatto che i tre professionisti siano delle comparse e che abbiano formato le coppie con la tecnica dell’ambarabaccicciccoccò, “sti gggiovani d’oggi”, hanno idee fuori dagli schemi.

Senza stare ad enunciare le varie coppie (vi rimando alla mitica Lucarelli che ha scritto un articolo sganascevole che trovate qui ), faccio alcune considerazioni:

  1. Devo essere molto vecchia o aver avuto pochi ragazzi perché non ho “un tipo” di ragazzo. Ci sono stati quelli che mi piacevano e quelli che no.
    Ma se tu ti rivolgi ad un programma perché da sola non riesci a trovare l’anima gemella, non consideri l’ipotesi che il lui sia un po’ diverso dal solito?????? Tipo. Se te, ti prendi sempre un fondotinta che ti piace, ma ti dà allergia e il dermatologo te ne consiglia uno che non ti dà nessun fastidio, perché devi bugnare perché non è come il tuo?
  2. Se con una persona ci stai strabene, ma non ti attizza (termine scientifico della dottoressa Slinguazza), arrivederci, ok, è un tuo amico e fine. Ma te lo abbracci/sbaciucchi/carezzi, piangi/ridi/faigliocchiacuore?
  3. Se lui ti dice che non sei femminile, sei troppo mascolina, ti vuole vestita come a te non piace e se si incacchia ti prende a male parole, perché non gli tiri una testata nel naso????
  4. E infine, ci possono essere tutti gli specialisti dell’universo che mi uniscono a te, ma se tu, il giorno del matrimonio, al banchetto, quando ti conosco da 25 minuti e 13 secondi, mi dici di levare il grasso al prosciutto perché sennò ingrasso, io non chiedo il divorzio. Chiedo di tornare indietro nel tempo e inventare ed iscrivermi a MangiareSiPuòAprimaVista.

E così mi son detta: perché rimango così sconvolta? Per me, cos’è l’amore?

L’amore non è un tipo, non è un vestito, non è un modo di fare.

L’amore è uno sguardo che si illumina quando vedi il suo numero di cellulare. Anche dopo 15 anni.

what is love

 

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Ho voglia.

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Cari tutti,

qui sto rischiando di diventare una blogger depressa.

Perché, se con il duro lavoro psicologico, sono riuscita a “farmi piacere” ottobre e novembre, inondandomi la casa di addobbi e addobbini –  halloweeniani prima e Natalizi dopo – a maggio raga, io voglio il sole e il caldo. Potrei accontentarmi del sole con temperature non mitissime. Ma sto TEMPODIEMME no! Non me ne faccio una ragione!

Sono un uccellino che ha bisogno di cinguettare l’arrivo della primavera!

Ma qui, se porgete bene l’orecchio, gli uccellini li sentirete solo dire parolacce.

Avete presente quando non fate qualcosa da tanto tempo e vi manca?

A me succede col caldo ed il bel tempo.

E considerate che tanto tempo per me, è già ad ottobre. Figuriamoci come arrivo ad aprile.

Ma quest’anno, saranno i programmi da cambiare in continuazione, la vecchiaia che avanza, o i bambini che ogni giorno mi chiedono se possiamo andare al mare – che mi sembra che questo tempo matto non finisca mai.  E io ho talmente voglia dell’estate, che ho voglia anche delle cose negative.

Ho voglia delle vesciche dietro al piede, il primo giorno di ballerine;

Ho voglia di non poter alzare le braccia perché ho sudato troppo;

Ho voglia di soffocare ogni volta che entro in macchina e di sudare appena finita la doccia.

Ho voglia di essere unta e bisunta di olio solare, olio dopo sole e persino di olio anti zanzare!

Ho voglia di camminare per casa e sentire la sabbia che scricchiola sotto le ciabatte;

Ho voglia di quella bruttissima ruga chiara che mi si forma sopra gli occhi quando sto senza occhiali da sole;

Ho voglia di grattarmi il polpaccio come una matta e scoprire 5 pinzature di zanzara;

Ho voglia di non poter uscire dopo pranzo perché è troppo caldo;

E ho voglia persino di incacchiarmi mentre mi trucco, perché sudo così tanto che ombretto e phard si ammappazzano qua e là, trasformandomi in un dalmata.

Che poi gente lo sapete…a settembre Giacomo comincia le elementari ed Aurora l’asilo; l’unica possibilità che ho per non impazzire completamente, è passare un’estate come si deve.

Quindi caro S. Meteo, mettiti una mano sulla coscienza. Daje.

ho voglia
P.s. la foto OVVIAMENTE è dell’anno scorso

 

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#2minutidaadolescente

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Se ieri avete visto una pazza quasi 38enne che “sfrecciava” in auto con finestrini aperti e musica a palla, che muoveva la testa come in preda ad un attacco di api, bé ero io.

2 minuti.

2 minuti da adolescente.

E mi è venuta voglia di scriverlo. Di scrivere che per essere felici, tra gli altri milioni di cose necessarie, bisognerebbe trascorrere due minuti ad giorno da adolescenti.

Non da bambini, badate bene. Proprio da adolescenti.

Con quel misto di menefreghismo, voglia di vivere e fancazzismo conditi dalla malinconia e angoscia più assoluta. Cadere in un vortice assordante e soffocante da cui emergi più serena di prima.

Perché se non avete ancora trovato l’amore, il lavoro, o qualsiasi altra cosa che state cercando di raggiungere con sudore e lacrime,  non la troverete se non condirete il tutto con un cucchiaino di adolescenza.

Ci avete mai pensato che tutti parlano dell’importanza di conservare la fanciullezza dentro di noi? (Anche un certo Pascoli, pare). E di bambina altro che due minuti! Lo sono per ore ed ore!

Ma quella spolverata di pepe, quel quid determinante, sarà l’adolescenza a darvela.

E allora mi ritrovo qui a volere essere adolescente 2 minuti al giorno come integratore emotivo.

Non importa cosa fate, ma come vi sentite mentre lo fate.

E allora vi lancio la sfida: provate e poi mi dite come state (Con #2minutidaadolescente su Instagram taggando mamma_bradipa).

Perché non so a voi, ma a me, di essere solo adulta e bambina 24 ore su 24, sinceramente non mi va.

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Vogliamo fare la pubblicità con le Blind Bags!

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Care Mamme,

4 mani

Oggi vi propongo un articolo a 4 mani: le mie e quelle di Maria Adele Maddina di No va beh.

Maddi, saluta anche tu… Ti metto il corsivo che è chic come te..

Ciao Mamma Bradipa, che piacere scrivere questo articolo con te! Ovviamente ciao anche a tutti voi!

Ecco, dicevamo che abbiamo scelto di scrivere questo articolo, mosse dal comune e profondo desiderio che anima le nostre vite di blogger.

Ci sono blogger che sperano di essere contattate per testare prodotti di bellezza, quelle che ambiscono ad elettrodomestici per la pulizia e chi come noi, sovrappone i propri desideri a quelli dei nostri figli, e speriamo solo una cosa: di essere contattate per la pubblicità delle BLIND BAGS e girare un video con solo le mani!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ebbene sì, oggi vi parleremo della spasmodica voglia di posizionare il cellulare su una pila di libri e premere REC dopo aver provato mille mila inquadrature ed essere state interrotte centinaia di volte dai nostri pargoli e poter filmare mentre spacchettiamo la qualunque con le mani fresche di manicure!

Scusa Maddi, cos’è la manicure??????

Lasciamo perdere…dicevo aprire quelle bustine segrete che contengono giochini e giochetti per i nostri bimbi.

Eh sì, Perché non trovate che il rumore delle bustine sia fantastico?
Perché non siete attanagliate dallo scoprire cosa contengono?
E non vi finite le unghie per la curiosità di scoprire il volto che appartiene a quelle mani? (Maddi no perché pratica una certa “manicure” ma…)

E da piccole, non avreste sempre sognato di aver non una bustina, ma l’intera scatola di cartone piena zeppa???

No, eh?

Noi sì, e quindi, visto che non siamo blogger di spicco e nessuno ci fila, abbiamo deciso di far un appello pubblico:

Mandateci le blind bagsssssssssssssssssssssssssssssssssssss!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Io se possibile vorrei avere anche quelle di rossetti, creme, trucchi, scarpe…così per lasciare più giochi a Mamma Bradipa, per puro altruismo!


Maddi scusa ma che fai mi supercazzoli??? avevamo detto blin bags per bambini!!! Ok sono un caso perso…

 

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