Emozioni e Coronavirus: 4 strategie per gestirle al meglio

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Ciao a tutti!

Nell’ultimo articolo sui 5 suggerimenti per mantenere la serenità familiare ai tempi del Coronavirus, (che potete trovare qui ) accennavo alle emozioni, buttando là un “andatevi a fare un ripasso”.

In realtà, quel messaggio era per chi per lavoro, propensione o diletto, delle emozioni fosse già ferrato; tutt’altra faccenda se si è abituati a fare-pensare-agire senza porre molto caso al sentire.

Quindi ho pensato di scrivere qualcosa che andasse bene per TUTTI, per questo specifico e delicatissimo MOMENTO: che siate single, una coppia, una neofamiglia o una famiglia da un pezzo, cavalcare le emozioni anziché farsene schiacciare, è senz’altro un bene per ognuno.

Cercherò di non parlare troppo in psicologese e nemmeno in emozionese per essere utile anche a chi “odia” certi tipi di discorsi.

Vediamo….ecco, ci sono!

Tutti abbiamo una cucina ed un lavello giusto? Il nostro sistema emotivo in questo momento è come un lavello intasato. L’acqua scende al 20%, abbiamo provato con il disgorgante, ma non funziona e non possiamo chiamare l’idraulico.

Tradotto significa che non possiamo sfogare le nostre emozioni come al solito. E questo vale per tutti, adulti e bambini – e le emozioni sommate tutte insieme – se arrabbiate, nervose e di malumore, renderanno ancora più difficile la convivenza.

Dite la verità, inizialmente un po’ tutti abbiamo provato a non prendere la situazione troppo sul serio,  ad affidarci all’ottimismo ed al credere che tutto finisse in una-due settimane (il nostro disgorgante) , ma quando abbiamo capito che la cosa andava ad oltranza, non abbiamo potuto fare come di solito facciamo di fronte ad un problema (chiamare l’idraulico) emotivo: chi esce con gli amici, chi fa shopping, chi fa una bella passeggiata, chi va a trovare cari parenti. o semplicemente distraendosi con il lavoro e la scuola. E invece niente.

C’è poco da fare, fino a che la situazione non tornerà alla normalità dovremo lavare i piatti a mano e pochi alla volta. Ma emotivamente che significa???

Vediamo 4 strategie da mettere in pratica affinché il lavello non si intasi del tutto ed allaghi la cucina:

  1. FACCIAMO UN PATTO SCRITTO: No non sono impazzita a forza di sentire parlare di autocertificazioni da Conte, ma per evitare i conflitti, un grosso aiuto può essere quello di un giudice. No, non sto contravvenendo alle indicazioni di non invitare nessuno a casa, sto parlando semplicemente di accordi scritti decisi insieme. Può essere un gioco da fare tutti insieme, da colorare ed appiccicare sul frigo. Alcuni esempi? “Non dire che non si ha niente quando invece si è arrabbiati”, oppure “non strapparsi le cose di mano e chiedersi scusa se si fa male” o anche “non cominciare una discussione prima di andare a letto ed in ogni caso non andare a dormire litigati“. Ovviamente scrivere non è obbligatorio, ma intanto si passa del tempo e soprattutto così si evita che qualcuno sul più bello dica “non è vero questo non l’avevamo deciso!!!”
  2. FACCIAMO COME SHREK: Ve lo ricordate il nostro caro amico verde? “Meglio fuori che dentro” diceva. No, non sto parlando di difficoltà digestive! Ma di pesi sullo stomaco sì! Quando c’era qualcosa che ci dava fastidio nella vita pre Coronavirus cosa facevamo? Aspettavamo che si esaurisse andando a lavoro, uscendo, vedendo persone…ebbene, chiusi in casa questo fastidio si consuma con maggior difficoltà, anzi rischia di crescere! Quindi se siete arrabbiati con il vostro partner o con vostro figlio per una cavolata, come per esempio che ha lasciato la cartina della yogurt dalla parte dello yogurt spiaccicato sul tavolo, DITELO! Se lo farete subito sicuramente sarà un’emozione meno intensa e troverete il modo di esprimerla in modo più  calmo e dicendola puff! Scoppierà via! Se invece vi terrete tutto dentro, una-due-tre volte, arriverete a fine giornata nervosi e di cattivo umore senza nemmeno rendervi conto del perché.
  3. NON ALIMENTIAMO LE EMOZIONI NEGATIVE: Se è vero che qualcosa che ci dà fastidio va subito detta al diretto interessato, ciò non vale se vogliamo dirlo “al mondo intero”: ciò che ci consente di non sentirci alienati, è sicuramente la possibilità di comunicare attraverso i social. Di certo è una buona occasione per sentirci “distanti, ma uniti”, ma evitiamo di condividere post o video pieni di rabbia e astio. Sul momento vi sembrerà che vi alleggeriscano, ma in realtà non faranno altro che mettere in circolo emozioni negative che non potranno sfogare liberamente (il lavello è intasato!!!). Questo è proprio il momento giusto per diffondere emozioni positive, essere ottimisti e focalizzarsi sugli aspetti positivi, su ciò che abbiamo e su tutto ciò che possiamo fare e non su ciò che non possiamo fare! Così sì che staremo meglio e comunicandolo, potremo anche rasserenare un po’ chi ci leggerà!
  4. INCANALIAMO LE ENERGIE IN UN NUOVO PROGETTO. Avete presente tutte quelle volte che avete pensato a quel progetto nascosto in fondo in fondo in fondo alla vostra mente a cui nemmeno voi avete mai creduto? Scrivere, dipingere, inventare qualcosa…è arrivato il momento per farlo!!!! Anche perché l’energia se non viene sfogata si trasforma in ansia! Non vorrete mica stare in casa tutti insieme ansiosi e nervosi??? Dai che qualcosa vi viene in mente!!!! Un qualcosa per voi stessi o per tutta la famiglia, oppure per i bambini! Adesso che acquistare dei giochi è quasi impossibile, potremo costruire una casa delle bambole o un garage porta macchinine. E se non avete il materiale che vi occorre improvvisate con ciò che trovate in casa e date spazio alla fantasia!!! Magari quello che ne verrà fuori non sarà eccezionale, ma sicuramente costruiremo dei ricordi da ripensare con tenerezza una volta che tutto sarà tornato alla normalità.

Ecco queste sono alcune strategie secondo me efficaci.
Non sono miracolose e non vi faranno fischiettare allegramente tutto il giorno senza arrabbiarvi mai. Siamo in una situazione di emergenza! Va bene se non ci comportiamo al nostro meglio! Anche perché senza idraulico i lavelli non si stasano da soli solo perché ci impegniamo!

Sarà dura aspettare di poter risolvere i nostri casini interiori come abbiamo sempre fatto, ma l’importante è pensare che anche se non sappiamo quando, sappiamo che lo faremo.

Non temete, ce la faremo!

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Coronavirus e bambini: 5 suggerimenti per la serenitá familiare

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Bambini da domani non si può più uscire, non potete andare a scuola, vedere i vostri amici e nemmeno andare al parco, ok? Non potete fare il vostro sport preferito, festeggiare compleanni e neanche vedere nonni, zii e cugini, ok?

Ecco più o meno il messaggio che è arrivato ai nostri bambini è stato questo.

Noi genitori ci siamo trovati catapultati in una realtà parallela con il dovere di contenere psico-fisicamente i nostri bambini.

Ma come??? Quando anche noi ci sentiamo in un sogno, non abbiamo più i nostri punti di riferimento e le nostre abitudini?

Inizialmente non avevamo possibilità di contatti con la scuola, l’asilo, gli allenatori sportivi…I bambini non avevano nessun input esterno e noi genitori dovevamo pensare a tutto, sentendoci abbandonati e oltremodo responsabilizzati.

In un secondo momento, tutti si sono organizzati e così da un giorno all’altro ci siamo trovati inondati di collegamenti Skype, dirette, documenti condivisi, video su video per 6583939 lavoretti da fare con i bambini.
La tecnologia…questa “meravigliosità”!
Ma non tutti possono o vogliono fare tutto e si rischia di sovraccaricarsi o di sentirsi sbagliati perché non si cucina con i bambini la torta Rainbow a sette strati, non si scarica il tutorial “Come fare un copri water all’uncinetto”, non si costruisce un armadio con i cotton fioc e non si creano dei percorsi ad ostacoli per tutta la casa che se ti scappa pipì forte, fai prima ad andare a farla sul balcone (sperando che non siano le 18.00 e tutto il vicinato sia lì fuori cantando i Ricchi e Poveri!).

Ecco che adesso, dopo parecchi giorni di isolamento, ci siamo “stabilizzati nell’instabilità” e credo sia necessario fare il punto della situazione, dando potere alle nostre diversità per ricreare una nostra quotidianità.

Ogni famiglia infatti è unica, per composizione e per modi di vivere, impossibile dare dei consigli o delle raccomandazioni che siano adattabili a tutti. Per questo motivo, bisogna andare a cercare quello che ci accomuna e ci differenzia allo stesso tempo: le emozioni. Tutti, seppur declinate in modo diverso le possediamo e per questo  tra tutto quello che la mia mente rimugina, ho pensato a 5 suggerimenti teorico- pratici, che hanno un fondamento emotivo e di conseguenza, ogni famiglia può attuarli. Non vi faranno saltellare di gioia tra sala e cucina, né vi faranno sentire bene come in riva al mare, ma penso che possano alleviare un goccino la condizione che stiamo vivendo in questo periodo.
E ricordatevi che appunto è un PERIODO, presto ritroveremo le nostre certezze.

  1. RISPOLVERARE LE EMOZIONI. Prima di tutto quindi: Come siete messi a “conoscenza, riconoscimento ed espressione delle emozioni?” Se le masticate poco, è giunto il momento di dar loro un ripasso. E’ fondamentale che tutta la famiglia sia allenata in questo, per soddisfare i nostri bisogni emotivi con prontezza. Su internet si trovano parecchie informazioni in merito, ma sarà mia premura, darvi una mano nei prossimi giorni, con stories, post e articoli in merito.Che siate una coppia, una neo famiglia o dei genitori con bambini grandicelli, essere emotivamente competenti, sarà il vostro asso nella manica.
  2. SPIEGHIAMO AI BAMBINI COS’E’ IL CORONAVIRUS E PERCHE’ DOBBIAMO STARE IN CASA. I bambini percepiscono i nostri stati d’animo, ascoltano anche mentre stanno giocando e non sono in grado di inserire le nostre parole, all’interno di un discorso ampio. Per questo motivo è molto importante spiegare con serenità cosa sta succedendo, sottolineando che STIAMO A CASA PERCHE’ COSI’ SIAMO SICURI E TRANQUILLI. Per questo evitiamo di guardare i tg in loro presenza, di parlare della nostra preoccupazione circa la salute, i soldi, il lavoro e non facciamo telefonate davanti a loro, in cui diciamo cose come “se continua così è un macello“, “non si sa più come arrivare a fine mese”, “sono preoccupato per la salute dei miei genitori“. Tutte queste informazioni arrivano dirette nello stomaco dei bambini e le trasformano in emozioni negative; senza rendercene conto contribuiremo a renderli più “assenti”, nervosi, inclini al pianto ecc ecc e tutta la famiglia di conseguenza verrà investita da maggiori tensioni.
  3. CREATE UNA NUOVA ROUTINE. Durante i primi giorni di questa quarantena, il non avere una routine scandita e rigida, ha rappresentato una ricchezza. Ma col passare dei giorni, il terreno ha cominciato a sbriciolarsi sotto ai piedi. Create una nuova routine dal lunedì al venerdì, per bearvi di non avere ritmi il sabato e la domenica. Fate una lista delle cose che “dovete fare per forza” come preparare da mangiare o lavorare. E poi lasciatevi del tempo per una cosa diversa ogni giorno: fare un dolce, il bagno con la schiuma, sistemare un cassetto pieno di ricordi… Se è qualcosa che unisce l’utile al dilettevole da fare tutti insieme, ancora meglio.
  4. UNA PER UNO NON FA MALE A NESSUNO.Ogni giorno ciascun membro della famiglia, sceglie una cosa che desidera fare (se si hanno bambini troppo piccoli o animali, pensiamo noi a cosa potrebbe far loro piacere). E’ importante infatti che ogni componente della famiglia abbia un momento per se stesso. Facciamo quindi un patto ad inizio giornata e cerchiamo di dare il giusto spazio a tutti. Se si è mamme sole con bambini al seguito, lo so (per esperienza!!!) sarà molto difficile farlo. Dobbiamo trasformarci in allenatori e allungare sempre più i nostri tempi per noi stesse!!! Cercate di mettervi d’accordo alternando tempo con loro e tempo per voi. I bambini sentono molto cosa è giusto e cosa è sbagliato e se danno la loro parola, sarà più facile rispettare gli accordi. Magari anche solo 5 minuti per una doccia saranno preziosissimi e vedrete che con l’allenamento, diventeranno ancora di più! E quando sentite che proprio non ce la fate più, utilizzate il “time out”! Qualunque cosa stiate facendo, dite che dovete andare in bagno, chiudete la porta e respirate profondamente. Un minuto da sole con voi stesse servirà come “Reset” della mente per tornare con i bambini, meno compresse.
  5. DIAMOCI IL PERMESSO DI NON ESSERE PERFETTI. Ultimo consiglio, ma non per importanza. Già nella vita di tutti i giorni la ricerca della perfezione è impossibile e di conseguenza mira a minare la nostra autostima. Ma in questo momento di quarantena dobbiamo chiedere a noi stessi ed ai nostri bambini ancora meno: siamo in emergenza, non abbiamo la possibilità di essere genitori o bambini al pieno delle nostre capacità. Capiterà di urlare (più del solito), di “vegetare” per una giornata intera, di mangiare cibo spazzatura e di non dare nessuno stimolo ai bambini. Ci saranno giornate colme di noia, di tv, di discorsi lasciati a metà. Va bene così. Adesso la nostra priorità deve essere quella di mantenere il più possibile la serenità familiare. Quindi eccoci che ritornano in campo le nostre amiche emozioni. Stay tuned, presto vi lascerò qualche contributo in merito!

 

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Non pensiamo a cosa non possiamo fare, pensiamo a cosa possiamo non fare!

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Ciao mamme,

Avete qualche dubbio sul titolo?

Errore? Sbornia? Pazzia? No, niente di tutto questo.

Ma credo che in questo momento molto difficile per il nostro Paese, ognuno debba fare la propria parte per sostenere le persone e la mia è quella di far sorridere o nel migliore dei casi far addirittura ridere qualcuno –  e in generale, distrarre un pochino le menti.

Veniamo quindi al dunque: in queste bellissime giornate primaverili, viene automatico pensare a cosa avremmo fatto se non fossimo stati in piena quarantena. Ebbene, questi pensieri non fanno altro che buttarci giù di morale, gettare sale sulla ferita e rigirare il coltello nella piaga.

Ecco che allora arrivo io, con triplo salto mortale e piroetta, che mi insinuo là tra i vostri pensieri, nel mezzo tra un pic-nic ed una festa di compleanno. E sapete perché? Perché è vero che non possiamo fare tantissime cose, ma possiamo anche non farne moltissime:

Voi mamme asociali ad esempio, che ogni giorno restavate in auto fino al suono della campanella ed indossavate occhiali scuri anche se pioveva, potete non dover avere a che fare con nessuno giusto?!?!?!

E voi mamme con più di due figli da portare in scuole diverse che dovevate fare le corse ogni mattina sparando i bimbi direttamente in classe con un calcio dato dall’auto in corsa, non dovete fare nessuna lotta contro il tempo giusto?!?!?!?!

E voi mamme pigre (io) che ogni mattina alle 9 sareste volute già tornare a letto perché la sveglia all’alba non faceva per voi, non dovete rinunciare alla vostra bradipissima calma giusto?!?!?!?!?!

Ma a parte queste particolari categorie, tutti noi possiamo evitarci di annusare il fiato di qualcuno che ha mangiato zuppa di cipolle con aglio sbriciolato mentre sorseggiamo il nostro caffè al bar, di partecipare a compleanni/cene/rendez vous di quei parenti che vi strizzano le guance e vi dicono che vi vedono bene con quei 6-7 chili in più… non dobbiamo stirare, truccarci, avere una manicure curata! E se ci viene un brufolo sul naso, nessuno ce lo vedrà perché indosseremo la mascherina!!!

Insomma, possiamo svegliarci la mattina e pensare alle cose belle che non possiamo fare o a quelle brutte che possiamo non fare!
E a tutte quelle belle che possiamo continuare a fare o che abbiamo finalmente il tempo di fare!

A voi la scelta!

Ricordatevi però che #riderefabene !

 

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Corona Virus: il mio contributo a distanza per le future mamme (parte 2)

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Care future mamme,

ecco la seconda parte dell’articolo, questa volta sui trucchi emotivi.

Se vi siete perse la prima sui trucchi pratici, potete trovarla qui

Ho pensato a questi consigli, molto tempo prima dell’emergenza covid-19 , lungi da me cercare di non considerare i particolari effetti emotivi della situazione. Piuttosto, il mio intento è quello, da un lato di dare uno scorcio di normalità e dall’altro di fornire degli esempi che siano senza tempo e replicabili dalle future mamme del prossimo anno o di quello dopo ancora.  Eccoli qua di seguito:

Trucchi Emotivi:

  • Diario emotivo: Tantissime neo mamme, nei momenti di sconforto, si buttano ancora più giù credendo di non aver mai provato certe sfumature emozionali. In realtà, seppur con intensità minore, anche la gravidanza, è spesso caratterizzata da momenti di angoscia, paura o tristezza. Chi di noi (né incinta né neomamma) non ha momenti in cui pensa che niente stia andando come dovrebbe andare? Ma se non siamo in una fase particolare della nostra vita, aspettiamo che passino e basta. Per questo, tenere un diario delle nostre emozioni, può servirci per andare a rileggercelo una volta che il bambino sarà nato e ci aiuterà a guardare la situazione con occhi più oggettivi ed a non sentirci troppo diverse da quelle che eravamo prima di partorire.
  • Coppia: che un figlio cambi gli equilibri della coppia è cosa risaputa, ma non è vero che non si possa far niente per far sì che il passaggio non sia troppo brusco. Un giorno che voi ed il futuro papà avete del tempo in relax da passare a casa, potrebbe essere carino scrivere una serie di “to do” interpersonali da rispettare una volta nato il bambino. Alcuni esempi potrebbero essere “dirsi quando siamo stanchi”, “dirci che ci amiamo almeno una volta al giorno”, “dirci subito cosa c’è che non va”. In questo modo , seguendola, sarà più facile non ingarbugliare il gomitolo dei vostri sentimenti. Scrivetela insieme, appendetela al frigo, aggiungete qualche bel ricordo. Nei momenti giù, sarà un toccasana per la vostra coppia. Potete anche scambiarvi le idee che avete su come sarà il vostro “dopo”: come si svolgerà la giornata, cosa vi piacerebbe che l’uno facesse per l’altra e viceversa. Approfittate di questi momenti lenti ed a due e fatene tesoro!
  • Parenti e amici: Che siate future mamme indipendenti e piene di amicizie, oppure le eterne piccoline di mamme e zie, la nascita di vostro figlio cambierà il vostro modo di percepirvi e di percepire i vostri parenti ed amici. Quando siete ancora in dolce attesa, preparate un messaggio, una foto o un biglietto scherzoso con su scritto che se sembrerete loro diverse, è perché lo sarete davvero. Ma che il vostro amore nei loro confronti non cambierà. Che anzi, avrete ancor più bisogno di loro, anche se non vi farete sentire per giorni interi. Avrete bisogno che gli altri vi dimostrino che ci sono, anche se non dovessero ottenere nulla (per il momento) in cambio. Se sarete nervose o stanche o poco interessate a quello per cui un mese prima impazzivate. Avrete solo bisogno di tempo…ditelo subito!!!! Ora che ne avete ancora molto e potrete dilungarvi in spiegazioni a riguardo! Eviterete dopo,  di creare inutili malintesi e tristezze, in un periodo già ormonalmente in subbuglio.
  • Sdrammatizzare: Come vi dicevo, la bozza di questo articolo è in cantiere da parecchio tempo prima della quarantena. Il mio, è un suggerimento volto a prendere con maggior leggerezza gli accadimenti quotidiani della mammitudine, non certo del momento storico che stiamo vivendo. Un esempio? Pensiamo a quando ci arrabbiamo perché per aprire il pacco di caffè ne buttiamo metà in terra, o quando non riusciamo a chiudere occhio perché il bimbo ha deciso di puntarsi sulle nostre costole. Una volta passato il momento di rabbia e fastidio, proviamo ad osservarci dal di fuori, come se stessimo guardando una sit-com e facciamoci su una risata.Ci allenerà a staccare il pensiero e fare “reset” con la mente, cosa che vi ritroverete molto utile nel post partum. Inoltre sapete che ridere fa bene al sistema immunitario? Proprio così!!!
  • Imparare cosa significa fallire: ci sono cose che è meglio conoscere prima di partorire: una di queste è come cambia il concetto di fallimento quando si diventa genitori. In parole semplici, con un neonato (e non con un bambino di un anno badate bene) si riesce quando ascoltiamo i suoi bisogni e facciamo del nostro meglio per soddisfarli. Fallire significa il contrario. Correre appena nostro figlio piange, non significa fallire. Farlo dormire con noi non significa fallire. Attaccarlo al seno a richiesta non significa fallire. Si fallisce quando si lascia piangere un neonato perché così si abitua a dormire da solo, così per dirne una. Un neonato non si vizia. Semplicemente perché non ha la capacità di farlo. Agisce per istinto di sopravvivenza. Ascoltatelo e non sbaglierete. Soprattutto ricordatevi che non sarete delle pappe molle senza spina dorsale che hanno ceduto; sarete delle mamme che si prendono cura del loro bambino.
  • Aspettativa/prospettiva: L’altra sera ho guardato una diretta Instagram di Graziana Mamma Coach e Lucia di Mamma Mia Che Viaggio e per caso è emersa una bellissima riflessione sull’aspettativa e la prospettiva ed ho pensato subito che potesse essere utile inserirla qui. Spesso infatti, tendiamo sia ad aspettare troppo da noi stesse ed allo stesso tempo siamo invischiate nei nostri pensieri che ci fanno dilatare situazioni e sentimenti. Ebbene, per essere più serene bisognerebbe fare l’esatto contrario: darci piccoli obiettivi e ogni tanto fare un passo indietro e guardarci dal di fuori. Ci accorgeremo di come sentirci soddisfatte sia appagante e di come siamo in gamba se ci guardiamo senza lente di ingrandimento (per altri CHI sotto una lente appare perfetto???)  Imparare a farlo da incinte, sarà un allenamento nel caso in cui vi possiate sentire oppresse dai ritmi pressanti di un neonato. Anche perché chi vi vuole bene, vi farà presente quanto siete brave e quanto state facendo, ma se non ne siete convinte voi almeno un pochino, vi entrerà da un orecchio e vi uscirà dall’altro. Datevi piccoli obiettivi per la giornata. Non vi sovraccaricate. Perché se poi non riuscite a fare tutto, l’incupimento sarà dietro l’angolo. Se invece vi chiedete poco, riuscirete di sicuro a raggiungere l’obiettivo e magari vi avanzerà pure un pochino di tempo per rilassarvi un po’.

Questi sono alcuni suggerimenti che ho pensato, se avete dei trucchi pratici od emotivi che state mettendo in pratica, scrivetemeli e li pubblicherò con piacere!

Vi lascio il link ad un mio video su Facebook delle rubriche di Pronto Mamma sulle strategie emotive e pratiche per un post partum sereno: https://fb.watch/3_3rxc07fj/

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Il mio contributo a distanza per le future mamme (parte 1)

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Care future mamme,

una delle conseguenze delle misure di contrasto del diffondersi del Coronavirus, è la sospensione dei corsi di accompagnamento alla nascita. Per fortuna esistono ostetriche che potranno seguirvi a prescindere dagli incontri, ma mi faceva piacere, per ciò che concerne la psicologia, dare un mio contributo a distanza, per potervi sostenere a mio modo.

Per questo motivo ho pensato a dei “trucchi” pratici ed emotivi che potrete utilizzare nell’ultimo trimestre di gravidanza, per occupare il tempo e per gettare le basi per un futuro Post Partum sereno.

Si sa, gli ultimi mesi non passano mai, avete energia da vendere, che vorreste usare per spingere le ore del giorno a scorrere più velocemente e non vedete l’ora di stringere tra le braccia il vostro piccino.
Tranquille, seppur lentamente, i giorni trascorreranno e i vostri occhi si incontreranno con quelli di vostro figlio.

Ma una volta tornate a casa, le cose da fare si moltiplicheranno e dovrete incastrare tutto con i ritmi del neonato e con un nuovo assetto familiare. C’è chi accoglierà questo cambiamento senza particolari difficoltà e chi invece potrebbe sentirsi impaurita e sopraffatta dalle novità. E allora che fare? Ci sono dei trucchi che potrete mettere in pratica mentre siete ancora incinte! In questo primo articolo vi parlerò di quelli PRATICI, nel prossimo tratterò quelli EMOTIVI.

Eccoli!

Trucchi Pratici:

  • Cibi pronti: I bisogni primari, come dormire e mangiare, saranno quelli che si faranno sentire di più durante la fatica dei primi mesi; ma se il detto “dormi ora finché puoi” non ha alcun senso dato che non possiamo metterci da parte ore di sonno di riserva, il consiglio di cucinare e congelare pietanze, rappresenta una sacrosanta verità. Cucinate i vostri cibi preferiti con dosi doppie ed una parte metteteli via. Conservateli in porzioni singole ed in contenitori che possano essere messi nel microonde, così quando alle tre di notte vi prenderà una fame disumana, invece che finirvi un pacchetto di patatine formato famiglia, vi mangerete qualcosa di ben più nutriente e sano e senza il minimo sforzo.
  • Ordine furbo: Che siate delle disordinate incallite o delle precisette da guinness, la nascita di un bebè non vi permetterà di riordinare quando e come vi pare. Nei lunghi momenti in cui il vostro bebè mangerà (il latte mi raccomando, non le monoporzioni scaldate al microonde :-P), il vostro sguardo si poserà inevitabile su quei mucchi informi di vestiti ed oggetti che alloggiano in varie zone della casa. Adesso che siete sempre incinte, liberate uno-due cassetti e ripiani di un armadio: quando l’ansia da disordine vi coglierà, zac! Potrete infilare tutto dentro e sistemare un po’ alla volta quando avrete tempo (e voglia!). La sensazione di vedere sala e camera libere da cianfrusaglie, vi rasserenerà subito!
  • Shopping on line: Da tempo, i negozi in cui andate a fare acquisti hanno anche negozi virtuali on line. Iniziate fin da subito a scrivere su un quaderno (non un foglio volante che vi assicuro perderete!) le taglie delle tutine che avete acquistato e la marca relativa; prima di tutto perché quasi sicuramente taglierete le etichette per non irritare la pelle delicata del neonato e nel momento in cui dovrete acquistare una taglia in più non vi ricorderete se avevate comprato la “zero”, la “zero-tre”, la “un mese” o la “per quando è appena nato piccino piccino tenero tenero”. Oltre a questo, da brand a brand possono esserci vestibilità diverse e così eviterete di ritrovarvi un capo smisurato o striminzito non ricordandovi la taglia e la marca corrispondente.
  • Letture: Leggere fa sempre bene, ma in gravidanza può diventare veramente una risorsa. Esistono vari libri divulgativi che vi potranno spalancare il mondo della genitorialità e dei neonati. Per fare solo due nomi, vi consiglio i testi di Alessandra Bortolotti (psicologa dello sviluppo e dell’età evolutiva, esperta del periodo perinatale e scrittrice.) e Giorgia Cozza (giornalista e scrittrice che si occupa di gravidanza, allattamento, salute della mamma e del bambino.). Evidenziate le righe che vi ispirano di più e che potrete rileggere nei momenti che preferirete con il vostro bambino a fianco. Eviterete così di farvi innervosire da commenti o consigli non richiesti, perché avrete ben presente quello che è il meglio per voi e per la vostra famiglia.
  • Fascia: Il neonato, per bisogno e non per vizio, necessita di contatto e contenimento. “Devo fare la pipì con lui in braccio!”, “Non ho mai le braccia libere!”, sono alcune frasi tipiche di una donna appena diventata mamma. Acquistare una fascia e prendere confidenza, prima di partorire, con la prima legatura pancia a pancia per neonati, potrebbe risultarvi particolarmente utile. Esistono infatti Consulenti del Portare Certificate che vi potranno insegnare e seguire in tutto e con cui avrete già stabilito un rapporto di fiducia quando nascerà il vostro bambino.

Questi sono alcuni trucchi che avrei voluto sentirmi dire quando aspettavo il mio primogenito. Sono validi in qualsiasi situazione, ma in questo periodo di emergenza, ancora di più.

Per tutto ciò che vorreste chiedermi o condividere, resto comunque a disposizione via mail, via telefono e via social.

E ora via, correte a mettere in pratica il primo trucco!!!

Vi lascio il link al mio video di Facebook delle rubriche di Pronto Mamma sulle strategie emotive e pratiche per un post partum sereno: https://fb.watch/3_3rxc07fj/

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Parto: la borsa per l’ospedale

| Mamma Bradipa ironica, parto, Senza categoria

 

borsa parto

Si sa, la borsa di Mary Poppins è stata inventata dagli autori del film, dopo aver osservato quelle di un centinaio di donne. Perché nel pezzettino di cromosoma che da y porta a formare una x, risiedono le nostre capacità speciali, tra cui quella di far entrare in una borsa l’infinito ed oltre.

Ora, un attaccapanni ed uno specchio a figura intera no, ma tutto il resto decisamente sì. Ed oltre a tutto il necessario, va aggiunto un altro bel po’ di cose intitolate  “in caso di”.

Nella vita di tutti i giorni, riusciamo a passare inosservate grazie alla moda delle borse grandi, ma quando una donna è incinta tutto cambia perché verso il sesto mese dovrà cominciare a pensare alla borsa per l’ospedale.

Tutto diventa arduo perché dovrà contenere il necessario per noi prima-durante-dopo il parto, il corredino per il bambino e ogni cosa necessaria alla degenza;
comprenderete bene che la parte di “in caso di” si moltiplicherà di “n volte” dato che non sapendo bene a cosa andremo in contro, daremo ascolto alle nostre fantasie più angoscianti, facendoci portare cose che non ci servirebbero neppure se partorissimo in un posto sperduto di Nullolandia dove non c’è nulla di nulla.

Appare chiaro che se avessimo la magia di Hermione che nella sua mini borsetta fa entrare persino una tenda familiare, non sarei qui a discutere, ma purtroppo ciò non è possibile e oltre a noi stesse, dovremo fare i conti con amici e parenti che ovviamente vorranno dire la loro sulla composizione dei borsoni (sì alla fine non sarà solo una borsa, ma vari borsONI).

Tipo:

“Hai messo qualcosa di vecchio di una tua parente che ha avuto almeno 7 figli? Ti servirà per favorire la tua madre interiore!”

“Senti se ti dicono di portare 3 cambi, non dargli retta, almeno 12, 3 per ogni stagione. E non guardarmi male, lo so che partorirai a luglio, ma il clima sta impazzendo!”

“Mi raccomando portati i trucchi e dell’intimo carino che sennò diventi subito una partoriente noiosa e poco curata!”

“Ma che ti affanni a fare per la borsa? Starai talmente tante ore in travaglio che manderai tuo marito a casa a prenderti tutto con calma.”

Ecco.

E allora come si fa?

Per fortuna ai consultori ed ai negozi specializzati, sapranno dirci tutto quello che serve veramente! A noi poi, basterà aggiungere il nostro tanto amato “in caso di”!

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Funamboli

| amore, emozioni, famiglia, Mamma Bradipa Psicologa, mamme, neomamme, papà, parto, Senza categoria

Ti spiegano la respirazione da adottare durante il travaglio,

le caratteristiche di tutti i trio in circolazione,

sai l’etimologia di almeno 150 nomi,

hai letto libri su allattamento, svezzamento, nanna, gioco.

Ti senti pronta e gagliarda per qualsiasi prova come una campionessa di Lascia o Raddoppia.

Ma di tutti i miliardi di stimoli ed informazioni che ti sono arrivate, nessuno ti ha mai parlato del fatto che sia una partita da giocare in DUE e che sia tutta questione di EQUILIBRIO.

Perché quando nasce un figlio è come se mamma e papà fossero abilissimi FUNAMBOLI e all’improvviso dessero loro in braccio un fagotto di circa tre chili che rende indispensabile trovare un nuovo assetto per non cadere giù.

Sospesi in aria su due fili diversi, finché la mamma era incinta, ha imparato a restare stabile spostando il baricentro, resistendo alle nausee e ai mal di schiena; ha schivato commenti, consigli non richiesti e brutti pensieri;

Il papà dal canto suo ha costruito un bellissimo nido sospeso perfettamente in asse e si è portato avanti con gli spettacoli per avere più ferie.

Da un filo all’altro si scambiavano sogni e progetti.

Hanno immaginato tutto. Ma L’IMMAGINAZIONE NON HA PESO.

E una volta che arriva il bambino, tutto cambia.

Non possono più aprire le braccia per stabilizzarsi, se la prendono tra loro accusandosi di come l’altro non faccia abbastanza per non cadere, tutti li guardano con sguardo sprezzante urlando “Più a destra!”, “Tirate gli addominali!” “Trattenete il fiato!”e nessuno che li rincuora dicendo: “Il bimbo lo prendo io tranquilli, arrivo su tra un attimo!”

Per non cadere i neo genitori hanno solo una possibilità: PARLARE.

Dirsi che hanno paura di cadere, che sono stanchi, che non hanno mai provato dei sentimenti così ambivalenti e che a volte manca loro la vita di prima.
Solo “vuotando il sacco” dai sentimenti negativi che piegano il filo verso il basso, sapranno risalire.

Solo allora capiranno che per non precipitare, invece che su due fili diversi, dovranno sorreggersi l’un l’altra sopra quel lungo filo chiamato FAMIGLIA.

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Il Natale delle Neo Mamme

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Ognuno reagisce all’atmosfera natalizia in modo diverso, sceglie se farsi trasportare dal periodo o se continuare il proprio corso come al solito, pensando semplicemente all’acquisto di qualche regalo.

Chi invece non ha possibilità di scelta è una Neo Mamma. A decidere non è lei, bensì una serie di Boss con cui deve avere a che fare: gli Ormoni, i Parenti e la Società.

Gli ormoni vi trasformeranno in due possibili modi:
nel primo caso vi renderanno la magica fata Stellastellina del Natale, vi faranno preferire vestiti bianchi, rossi e dorati, sostituire la parola BIANCO con CANDORE, COINCIDENZA con MAGIA, PAPÀ con BABBO. Vi faranno trovare deliziosamente meraviglioso qualsiasi addobbo o decorazione natalizia, anche la carta igienica con i pupazzi di neve o l’abominevole creazione con la pasta di sale di vostra nipote duenne. Vi faranno amare il prossimo, vedere il bello in tutti, persino nella zia Teubelia con le unghie ricurve che usa per prendere il tabacco da masticare tra una parolaccia e l’altra. Penserete che questo, con il vostro neonatino in braccio, sarà il miglior Natale di sempre, sognerete ad occhi aperti tutti i successivi Natale fino ai 18 anni, facciamo 20 già che ci siamo. Sarete fiere, propositive, entusiaste…porterete avanti il motto “A Natale puoi” inteso proprio nel senso che vi sentirete invincibili e vorrete salvare il mondo con l’ammore.
Nel secondo caso, il Grinch in confronto a voi è il fratello di Babbo Natale, saltereste volentieri questo periodo stucchevole dato che dormite due ore per notte, avete sempre un fagotto in braccio, non avete tempo per nulla -figurarsi per comprare i regali – e odiate tutti. Senza distinzioni. Da zero a cento anni, con una spiccata cattiveria verso quelli che vi dicono “Allora quanto è meraviglioso questo primo Natale col tuo cucciolo?” Meditate di trasferirvi in un paese dove non si festeggia il Natale,coe seconda opzione di boicottare la vita e la magia altrui noleggiando un furgone con megafono e urlare per le strade “Babbo Natale non esiste!!!!” E il motto “A Natale Puoi” voi lo continuereste volentieri con… Mandare a quel paese tutti.

Parliamo ora dei Parenti. Anche per loro troviamo due categorie: quelli che ti faranno sentire compresa e sostenuta e quelli che “Non vorrai mica mandare a rotoli tradizioni di anni per un bebè“. Nel primo caso tutto il periodo Natalizio filerà liscio, sarete supportate nel comprare i regali, negli addobbi e ovviamente non avrete nessuna incombenza per i pranzi e le cene…anzi no, cene bandite per quest’anno, “La sera sarai stanca ed è freddo per il bimbo“.

Oppure ci sono quelli che pretenderebbero tu li accompagnassi in quel negozietto tipico a 40 km da casa,  a comprare addobbi come l’anno scorso, che ti affidano responsabilità e compiti perché “Tanto quando dorme hai tempo“, o che non modificano di una virgola le riunioni familiari in tutti i luoghi e in tutte le ore perché “Così abbiamo sempre fatto e così sempre faremo“. Unica eccezione se il loro alluce valgo si fa sentire ed allora è tutto annullato.

L’ultimo Boss di cui vorrei parlare è la società. Nello specifico il mondo del commercio, della pubblicità e dello shopping. Perché se tu dalla disperazione della stanchezza ti fossi sniffata un po’ di mercurio cromo mentre disinfettavi l’ombelico del tuo pupetto e non ti ricordassi più che è il primo Natale di tuo figlio, non preoccuparti. Perché come entrerai in un negozio per bambini, sarai letteralmente sommersa dagli oggetti con su scritto “Il mio primo Natale“. Dal più classico bavaglino, alla tutina, al ciuccio. Ma non finisce qui: ovunque ti giri lo troverai. Anche nei negozi di articoli per la casa, sopra soprammobili o cornici. Per non parlare dei negozi di fotografia. Dove troverai la famosa scritta su ogni genere di cose: tazze, cuscini, calendari, palline di Natale, plaid, cover di cellulare eccetera eccetera.
Che bello è??????? Tutto molto magggico e cuccioloso vero????
Certo, se ormoni e parenti remano insieme verso la magic isola Natale!
Ma se così non fosse state tranquille, vostro figlio sarà felice anche se farà la pupù in un pannolino anonimo senza la scritta “Come è bello evacuare sia Vigilia che Natale!”

E voi come avete passato o passerete il Primo Natale da mamme?
Buon Natale a tutti!!!!!!!

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Black Friday: croce o delizia?

| Senza categoria

Come vi comportate di solito per il Black Friday????  Approfittate degli sconti per fare acquisti oculati ed utili, o vi lasciate abbagliare dai 2×3 o 3+3 di tutti i negozi facendo acquisti folli ovunque, dalla A di ApriscatolaMania alla Z di Zanzaricidi&Co?

 

Qualunque sia il vostro approccio, scherziamoci su…una risata è gratis…sempre, non solo nella Black Week!!!

Ecco il mio video:

https://youtu.be/qLOBv6c-eNM

Se ti è piaciuto metti un like e iscriviti al canale per rimanere aggiornato sulle mie prossime creazioni sgangherate e caserecce!

 

 

 

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Le mamme e i lavoretti con i figli

| Senza categoria

Quando Giacomo era ancora molto piccolo, non solo ritenevo che creare lavoretti con i figli fosse una faccenda fortemente sopravvalutata, ma addirittura consideravo le mamme che li facevano come infervorate fan della manualità estrema con qualche rotella fuori posto.

“Uh ieri ho fatto una cornice con la pasta di sale con il mio bimbo! Sembra vomito secco e le foto non ci stanno, ma ci siamo tanto divertiti!”

Divertiti? Avrai speso in materiale, sporcato te, il tavolo, il bimbo e qualsiasi cosa nel tragitto tra la sala ed il bagno e ti sei divertita?
Hai passato 7 minuti con lui a creare ed i successivi 143 sola a pulire e sei felice?
Esattamente cosa c’è che non va in te che preferisci tutto questo ad 1.50€ di cornice che funziona ed è pure carina?

“Uh adesso conservo queste 52728 lattine del tonno e ci costruiremo un calendario dell’Avvento con le nostre mani!”

Ahah bello. Sì entusiasmante. Aprire ogni cassetto o sportello e vedere scatolette di tonno accatastate nell’attesa di essere assemblate in un poliedro indecifrabile.
Bruciarsi con la colla a caldo o ritrovarsi i capelli pieni di colla vinilica. Che figata.
Lo sai vero che li vendono fighissimi e pronti? Già con i cioccolatini dentro?

“Uhhh tra poco è il suo compleanno e stiamo preparando tutti i regalini per gli amici! Stasera mi sa che farò notte per confezionarli tutti!”

Sì sì che banalità stare sul divano a guardare la tv dopo una giornata devastante ed addormentarsi a bocca aperta.
Siamo nel 2020 cara. Pc. Internet. Ordine aggressivo. Fine. Do you understand?

Ecco pensavo esattamente questo.

Poi io e Giacomo abbiamo cominciato a frequentare un Centro per Bambini e Famiglie e lì la mia opinione si è improvvisamente ribaltata: ho visto Giacomo catturato dall’odore, dalla consistenza e dalla potenza delle tempere – dalla sensazione della pasta di sale, dagli esperimenti con i liquidi, dall’utilizzo di infiniti materiali che possono trasformarsi in qualsiasi cosa.
Io ho imparato a fregarmene del risultato finale e del macello fatto, perché mio figlio non era mai stato così attento a niente, così appagato – e perché organizzandoci con grembiulini e tovaglie di plastica si fa presto anche a pulire.
Ho imparato a divertirmi con lui senza guardare l’orologio o pensare a fare bene e questo per me che sono precisa ed ansiosa, era una terapia fantastica! Anche perché per davvero non esiste niente di giusto o di sbagliato, va bene tutto ciò che arriva nella più totale libertà.
Ho cominciato a conservare tutto quello che sarebbe potuto essere utile (quindi costo zero o quasi) e con l’arrivo di Aurora il divertimento è raddoppiato.E oggi ogni occasione è buona per creare qualcosa.

Ecco, questa è stata la mia storia.

Io ho cambiato idea, ma ci sono tantissime mamme e pure tanti figli che non amano fare i lavoretti. Mamme che adorano portarli a saltare nelle pozzanghere, visitare i musei, costruire città di Lego o altre 25271 cose. Ogni mamma ha le sue preferenze e ogni mamma sa cosa piace al proprio bambino.

E voi che mamme siete? Lavoretti sì o lavoretti no?

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