Prima Primaria

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Ma veramente voi dite che vostro figlio frequenta la prima primaria?

Pensate se vostro figlio ha qualche difficoltà ad iniziare una nuova routine e voi vi trovate a dire “E’ proprio un problema questa prima primaria!”

E se vostro figlio si chiama Priamo?

“Priamo è in prima primaria”.

Ok sto esagerando. Di bambini che si chiamano Priamo non ce ne sono da tempo, ma c’è la PRIMA PRIMARIA!

Per me che sono degli anni ’80, si parla di elementari.

Dopo questa doverosa precisazione, torniamo a bomba.

Ci sono anni nella vita di una mamma, che sono più significativi di altri.

Senza dubbio lo sono quelli che danno inizio ad un nuovo percorso scolastico.

E chi si trova in questa fase, in questo periodo, è occupato a partecipare agli Open day per scegliere la scuola, a compilare iscrizioni on line ed e a fare i conti con i dubbi amletici che riguardano tutto ciò.

Ed allora via a considerare:

Quella che é più comoda come logica di vicinanza: “Se lo mandiamo alle Piripicchia possiamo farlo andare a prendere a piedi da zia Marietta quando noi non possiamo”…”Non è in centro città almeno non fatico con il parcheggio”… “Dal balcone di casa posso vederlo quando va in giardino! E tirargli i pallini con la cerbottana se non si comporta bene”!

Quella che preferiamo come ambiente e orari: “Ahhhhhhhhhh…c’è un bel giardino, ambienti ampi, caldi familiari sì sì mi piaceee! Molto comfort-easy-ambient-beutiful..E poi riesco ad uscire da lavoro e andarlo a prendere io, perché è a tempo pieno, sì sì fantastico”!… “Ah no io lo mando alle Zuricchie perché hanno il tempo corto”!

Quella che ci fa fa propendere per le insegnanti: “Ah ma l’hai vista che musona quella di italiano delle Pucettine? Ma su viaaa…no no lo mando alle Lovvosi che mi piacciono sono tutte sorridenti e felici e poi una assomiglia alla mamma di una mia fiamma delle superiori!”

Quella che preferiamo per le amicizie. “Ma tu lo mandi alle Zuzzurelle che ci va Iginio, Tancredi, Mariannina e Carletta o alle Rurruzzette che ci va Giampierina, Caterina, Tina e Camillina?

Insomma, un misto di aspetti essenziali e inutili che mandano in paranoia la maggior parte delle mamme.

Se tutti i lati positivi sono presenti nella stessa scuola, siamo a cavallo!

Ma se così non fosse?

Io, dopo che i miei mi mandarono ad una scuola lontana da casa, cercando la maestra “più migliore” del mondo, che così come non esiste in grammatica, non esiste nemmeno nella realtà – lasciandomi senza amici nel quartiere – feci fioretto e giurai che i miei figli li avrei mandati alla scuola più vicina a casa e ciao.

E voi? Qual è l’aspetto che considerate di più?

Ma sopra tutto, buona PRIMAPRIMARIA a tutti!

 

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Come un coriandolo!

| Senza categoria

Se avete dei bambini, non potrete non assaporare la magia del Carnevale!

Perché a carnevale, anche gli adulti pensano come bambini e tutto ciò che di solito proibiscono ai propri figli, è invece promosso e incentivato.

Trucchi? Certo!

Travestimenti? Ovvio!

Accessori buffi e giganti? Assolutamente!

A Carnevale si può essere ciò che si vuole e se per i bambini è una cosa che mettono in pratica quotidianamente, per noi adulti è l’occasione per avere una buona scusa per lasciare i panni di tutti i giorni ed indossare quelli della fantasia.

Oltre a questo, quello che adoro del carnevale, sono senz’altro i coriandoli. Colorati, impalpabili, piccoli…ogni anno non resisto ad affondare la mano nel sacchetto pieno…per poi prenderne una manciata e lanciarli in aria per guardare come volano.

Bello vero?

Stupendo. Ma in quanto mamme, sappiamo bene che le insidie sono dietro l’angolo. E come un coriandolo, possono volare su di noi quando meno ce lo aspettiamo.

Quindi, da buona Viareggina, e da buona Bradipa, oggi vorrei passarvi dei trucchi per farvi una bella risata se una bella manciata di coriandoli vi arriva in bocca, anziché arrabbiarvi come un babbuino.

  • Chiedete SEMPRE ai bambini SE si vogliono mascherare. Se vi dicono di no, ma siete sicure che poi sul più bello vorranno farlo, non comprate un vestito da mille mila dollari. Perché se poi rimarranno della loro idea, avrete buttato via un sacco di soldi dato che si sa, i bimbi crescono e l’anno dopo il vestito sarà troppo piccolo.

 

  • E chiedetelo PRESTO. Perché c’è la possibilità che vostro figlio chieda un vestito assurdo che dovrete commissionare ad una sarta o introvabile – e avrete bisogno di tempo per girare tutti i rivenditori della vostra regione;

 

  • Considerate SEMPRE che i vostri bimbi potrebbero essere MALATI. Siamo in pieno inverno e le probabilità sono altissime. Quindi non anticipate MAI ai bambini, i progetti carnevaleschi. Memori di Mr Morbo Improvviso, avvisateli solo all’ora di prepararsi, eviterete tragedie megagalattiche.

 

  • Rassegnatevi SUBITO a ritrovare coriandoli fino all’estate. Macchina, borse, divano -saranno sempre con voi…fino a quando lasceranno posto alla sabbia!

Con questi accorgimenti, sono stata promossa al secondo livello di MammyTranquyAtThe CarnevalOilìOilìOilà.

Quindi moms, buon carnevale a tutte e ricordate che…

In una maschera puoi ritrovare un senso ai tuoi perché!
(Come un coriandolo – Carnevale di Viareggio).

 

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I miei universi paralleli

| Mamma Bradipa ironica

Vi capita mai di pensare agli universi paralleli?

universi

A me spesso. In alcuni periodi, quasi quotidianamente.

Per me sono una valvola di sfogo.

Non è molto meglio pensare che qualcosa di bello che non abbiamo potuto vivere qui ed ora, lo stiamo vivendo altrove? O che qualcosa che abbiamo evitato, ci faccia sentire ancora più fortunate al pensiero che da qualche altra parte invece ci ha beccato?

Mi capita di pensare che ci sono tante Me diverse nel mondo e che il destino ha voluto che mi accorgessi di questa .

Mi servono per non affogare nei vari “se avessi fatto”, “se avessi scelto”, “se avessi detto” che a 37 anni cominciano essere parecchi.

E mi servono per tirarmi su in quelle giornate in cui fuori c’è il sole e i bimbi sono malati. Per esempio ieri, quando dopo mille mila giorni di pioggia o vento o tutte e due, splendeva il sole e sembrava primavera. Mi concentro forte forte e sento l’odore del mare e mi sembra di poter toccare i coriandoli che avremmo dovuto tirare.

Sono pazza? Può darsi. Chi se ne frega.

Intanto quando mi guardo allo specchio vedo una me figacciona magra e in tiro. In un altro modo/luogo/lago/mondo/ValerioScanu, ma la vedo.

Mi spiace per voi se trovate sempre la me pigra e acqua e sapone.

E’ solo questione di probabilità.

 

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Le mamme “così intanto si abitua”

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Care Mamme,

essere ansiosa e pigra, è una condizione che mi porta spesso a non essere in sintonia con il 99% delle mamme. Perché vado sotto pressione anche solo per il cartello “portare due foto tessera” fuori dalla porta dell’asilo, ma lo stress viene schiacciato dalla mia proverbiale pigrizia che mi porta a pensare “oioi che palle” e la mia voce interiore conclude con “tranquilla, non è urgente”.

In questo life motive sconclusionato, pensate a come mi sento quando parlo con quelle mamme, che si avvantaggiano su qualsiasi cosa, al motto di “così intanto si abitua”.

Cerco di mantenere un’espressione neutra, mentre dentro di me si scatena il tiro alla fune tra stress e bradipaggine.

Le suddette mamme, hanno fatto un corso di realtà aumentata sul parto, ancora prima di restare incinte, perché così intanto si abituano;

Indossano un cuscino sotto ai vestiti al secondo mese di gravidanza, così si abituano a muoversi essendo ingombranti e poco agili;

Si pizzicano quotidianamente i capezzoli mentre sono incinte, così intanto si abituano agli iniziali dolori di allattamento;

Poi Lucreziuccia nasce, e tutto viene trasferito su di lei.

La porta sul water ogni mezz’ora;

La fa dormire in un lettino di due metri di lunghezza;

Le appende in camera le lettere dell’alfabeto;

Le proietta video sull’educazione sessuale;

 

Così intanto si abitua.

Avete presente il tipo?

Ecco. Ogni volta che di fronte a certe motivazioni mi agito, do’ la colpa al mio carattere, ma poi riflettendo, arrivo alla conclusione che c’è tempo per tutto e che il presente va goduto. E se c’è un bambino che manifesta chiaro desiderio di anticipare i tempi, perché no. Ma se Lucreziuccia, Osvaldino o Bertoldina non ci pensano neanche, perché forzarli per abituarli?

Perché per me su certe cose ci si può abituare piano piano, ma per altre, bisogna aspettare e basta.

 

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Blogger e Instagram: prendiamoci in giro

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Cari tutti,

dopo settimane di silenzio mediatico, ho voglia di fare qualche risata.

Ovviamente con le mie amate categorie. E ieri sera, stravaccata sul divano a tarda ora, mentre guardavo Instagram, mi è venuta l’idea.

Avendo solo il profilo del blog e non uno personale, ovviamente, la maggior parte delle persone che seguo sono mamme blogger;  scorrendo velocemente le varie foto, mi sono accorta che ognuna di noi (ve l’ho detto ho voglia di ridere quindi mi ci metto anche io), ha uno stile ben preciso, e a volte, diventiamo pure noiose, con foto sempre dello stesso genere.

Alcuni esempi?

Categorizziamo!

Mamme e figlie vestite uguali: guardi la prima foto e pensi -figataaaaa!- guardi la seconda e osservi -carine, anche questa volte uguali!- la terza esclami, -avranno anche capi spaiati??????-Che ogni tanto va benissimo, ma ogni giorno viene l’anZiaaaaaa!

Selfie: selfie buongiorno, selfie colazione, selfie lunedì-martedì-mercoledì-giovedì-venerdì-sabato-domenica, selfie pranzo, selfie pomeriggio, selfie sera, selfie buonanotte, selfie..du palle!

Foto a piedi nudi: è gennaio, in casa sei col maglione che ti copre dal naso alle ginocchia, ma no, ai piedi non hai freddo. Alla faccia dell’eventuale pavimento riscaldato, ma un paio di calzini! Non c’è niente di più figo dei pantaloni lunghi e i piedi scalzi lo so, ma sappiate, che io che dormo col calzettone combattivo sotto al piumone, vi odio.

Foto con animali: anche queste ogni tanto son tenerissime, ma quando dopo 876 il vostro cane/gatto/criceto/dinosauro non estinto vi fanno l’espressione che chiede pietà, fermatevi!

Foto di bambini: Ahhhhhhhhhhhhh! Ecco la top delle top. Anche io sono maniaca delle foto e più si hanno bambini piccoli, più foto si fanno, perché si sa, ogni secondo è una conquista e vogliamo illuderci che una foto ci basterà per non scordare nulla. Ma magari ai vostri followeersss non gliene frega un tubo di vedere Guglielmuccio di fronte/di tre quarti/di schiena/dal basso/dall’alto/sveglio/assonnato/addormentato, vi pare?

Foto di bambini di schiena: eccomi! Ho aperto un blog pubblico e non mi va di far vedere i miei bambini a tuttituttitutti. Perché magari tra 15 anni penseranno che scriva cavolate, faranno finta di non conoscermi ed almeno, non dovrò passare ore a sostituire tutte le foto. Però mi rendo conto anche io che a volte, potrei avere preso dei bambini a caso dato che se scorrete le mie foto, troverete schiene-nuche-orecchie-mani-piedi. Vabè penso che non sarete mangiate dalla curiosità di sapere che volto hanno giusto? Mi sa di no…

instagram

Foto dall’alto e sdraiati: che palle stare in piedi, verticali, che banalità! Vuoi mettere fare o farsi fare foto da sdraiati? Non le fate? Dilettanti!

Le foto finte natural: Per me esistono due tipi di foto: le foto “rubate” e quelle in posa; quelle che si vede lontano 12 chilometri che sono studiate e vogliono passare per naturali, mi infastidiscono. No perché non potete postare “Beccati mentre uscivamo in fretta e furia” con voi con espressione stupita di sorpresa con capello fatto, trucco ineccepibile, tacco 134, pupi impeccabili e buoni. Eddai. Fate più bella figura se commentate “che fatica fare foto fighe”e sarete più simpatiche a molti! (E alzerete l’autostima a molte!)

Foto di paesaggi: vuoi fare la filosofa/romantica/idealista/riflessiva/intelligente? Basta postare una foto di un paesaggio con didascalia con parole suggestive ed il gioco è fatto. “Pace”, “Interiorità”, “il senso delle cose”, “calma” e tra un rutto e una caccola, passerete come intellettuali moderne.

Foto casual di sponsorizzazioni: premetto che invidio terribilmente tutte quelle che ricevono prodotti in cambio di recensioni e quindi il mio commento è più soggettivo degli altri; ma. C’è un ma. Se vi regalano un set per fare greche sul soffitto, non commentate la foto di voi che con posa plastica state dipingendo con “Ecco quello che mi mancava per essere completa” daiiiiii! Chi ci crede? Perché non un bel “a caval donato non si guarda in bocca??!?!?!?!?!” Ok, sto rosicando.

Che ne pensate mamme blogger?

E voi mamme nonblogger?

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Occhiali nuovi, visione nuova

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Avete presente quando dentro di voi scatta un TLIC che come se fosse il rumore di un interruttore, qualcosa che pensavamo da tempo, scatta su ON?

Poetico, vero?

Ecco, io ho sentito questo tlic il primo gennaio. Perfetto direi. Anno nuovo, vita nuova si dice.

Peccato che il mio tlic, è stato prima quello della mia schiena e poi quello dei miei occhiali che si troncavano in due – che di poetico, non ha proprio un tubo.

Immaginate la scena di una povera trentasettenne che urlava ad ogni movimento con una lente in mano come il Gran Duca Monocolao di Cenerentola; nessun occhiale di riserva, niente lenti a contatto. Giorno festivo. Oltre a questo, il pensiero della cifra che avremmo dovuto spendere; che dopo gli esborsi natalizi, era proprio perfetto per fare studi sull’eco dentro ai nostri portafogli.

Per fortuna, San Marito, riesce ad incollarli con un’impresa che potremmo vedere presto su National Geographic nel programma Mega Incollamenti.

Il giorno dopo, vado a scegliere dei nuovi occhiali.

Quelli vecchi, erano del 2005. Avevano visto matrimonio, nascite, ristrutturazioni, influenze, litigi, pianti, piogge, salsedine, sabbia e vento. Erano terribilmente sciupati, le lenti graffiate, ma ogni volta che mi riproponevo di cambiarli, qualche spesa extra si presentava.

Il 2 gennaio, in quel negozio, dopo tanto tempo facevo qualcosa solo per me. Senza sensi di colpa perché assolutamente necessari, giocando col marito a fare la modella.

L’8 gennaio, mentre tutti tornavano alla normalità post festiva, io recuperavo la mia normalità visiva. 

Occhiali nuovi, visione nuova. Sembrerà banale, ma il mio ritorno alla normalità è stato capire che è tornato il momento di volermi un po’ più bene.

Di fare qualche addominale ed esercizio per evitare di rimanere bloccata con la schiena troppo spesso, prendermi qualche momento per coccolarmi e soprattutto, riprendere in mano i miei sogni.

Perché è inutile fare i buoni propositi di dieta/palestra/trucco/parrucco. Non lo farò mai. Non mi appartengono e non mi piacciono.

No. Ho capito che per cambiare qualcosa, bisogna amarsi.

E voi vi amate? Che ne pensate?

 

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Ansia a palla. Di Natale ovviamente.

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

ansia a palla

Bene, ho finito di acquistare i regali per i bambini. E di nasconderli.

Ed ecco puntuale salirmi lo stress a palla. Di Natale ovviamente.

Ho paura che mi sentano mentre parlo – ed allora utilizzo dei codici. Peccato che se dico spaghetti aglio, olio e peperoncino, a nessuno venga in mente l’associazione tra 3 + eroi del gusto + uno dei tre è rosso, con i Super Pigiamini. ‘Gnoranti.

Ho paura che scoprano il nascondiglio – ed allora li tengo in altre case, così, per semplificarmi la vita.

Ho paura che possano sentire qualche discorso sull’inesistenza di Babbo Natale e da ottobre,  cerco una storia plausibile, ma con scarso successo.

Non c’è stato esame universitario, appuntamento amoroso, colloquio di lavoro, che mi abbia mai messo questo tipo di ansia.

Che poi ce la fanno tutti i genitori giusto?

Ce la fanno i miliardari che magari sotto l’albero devono metterci un attico di New York, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che abitano con la bisnonna sorda che urla nomi di regali dal primo dicembre, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che regalano uno di quegli animaletti a pile che fanno ottantacinquemile versi, ma si scordano di spegnerli e per circa un mese devono improvvisarsi ventriloqui eccezionali ogni volta che il cagnolino/gattino/delfino/tartaruga/tigre inizia a parlare e non ce la faccio io?!

Ce la fanno pure quelli con 5 figli e 899 regali, non ce la faccio io?!

Quindi ogni giorno cerco di darmi un tono.

Così oscillo tra sentirmi rilassata stile “Bella raga, scialla, la vita è bella, il mondo è mio” a terrorizzata come quando ti accorgi di aver inviato una traccia audio alla persona sbagliata.

Comunque vada Natale arriverà, i bambini saranno felici, io come al solito mi chiederò dove cavolo metterò i giochi ricevuti e gioirò per la raccolta della carta del 26 mattina.

In ogni caso, il 25 pomeriggio, mi troverete bocconi al tavolino. Non per la mangiata, ma per il calo di tensione.

 

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Eh perché ” lui lo sente”! Come far sentire in colpa una futura bis mamma

| Mamma Bradipa polemica

seconda gravidanza        seconda gravidanza

 

Che la seconda gravidanza venga vissuta diversamente dalla prima, non è una novità.

Ci sono un miliardo di differenze che non sto ad elencarvi inutilmente.

Quello di cui vorrei parlarvi oggi invece, è una delle tecniche più comuni ed efficaci che gli altri utilizzano per far sentire in colpa una futura bis mamma.

La “mitica” EH MA LUI LO SENTE!

Per spiegarmi, prendiamo un bambino X che aspetta un fratellino Y e siccome ha 2-3-4-5-6 anni, sai com’è, tende ad avere momenti di crisi e quelle giornate che ti fanno sperperare tutta la pazienza che avevi messo da parte dal 2003.

Ma per gli altri no, per gli altri tutto dipende dal fatto che sei incinta e che ciò provoca inaudite sofferenze al fratello.

Vai a prenderlo all’asilo che manco hai un giorno di ritardo nel ciclo e la maestra ti ferma e con aria preoccupata ti fa: “Signora, ma non è che è incinta? Perché Teodorino stamani l’ho visto stranuccio…perché guardi che i bambini lo sentono eh?!” e poi a casa scopri che ha 39° di febbre;

Sei ancora col sorriso ad ebete da test positivo e tua suocera grida al trauma infantile perché Gervasietto non ha mangiato i broccoli! “Guarda che lui lo sente eh?! Povero amore!” Che pensate non ha mai voluto in vita sua i broccoli!!!

Piove per 27 giorni di fila ed è perché lui lo sente;

Vi viene il raffreddore ed è perché lui lo sente;

La vicina pesta una cacca ed è perché lui lo sente;

 

Ora care mie vorrei fare una riflessione:

Primo, che il fatto che un bambino si renda conto che qualcosa sta cambiando non è auspicabile? Un cambiamento così megagalattico come si può pensare possa passare inosservato? Cioè sarebbe una cosa positiva? Noi mamme abbiamo momenti di sconforto, perché non possono averli loro?

Secondo, perché tu, devi darmi come motivazione di un qualche comportamento che si discosta dalla routine, il fatto che io sia incinta? Che faccio? Mi disincinto? Perché invece non mi sostieni se mi venissero mille sensi di colpa?

Terzo, ci avete mai pensato a quali fantasie più o meno spaventose possono venire in mente ad un bambino che vede sua madre cambiare forma, parlare di un bambino che vive nella sua pancia, sentire che dovrà andare in ospedale e vederla fare mille milioni di visite?

Allora care tutte, tutte quelle che hanno a che fare con una futura bis mamma, invece che sentenziare “Eh ma lui lo sente!”, potreste accogliere e rassicurare dicendo “Magari se non eri incinta succedeva lo stesso e comunque è una fase di cambiamento anche per lui, passerà…”????????!!!!!!!!!!!!!!!!

Perché o, come son sempre tutti pronti a farti diventare una cacca, manco l’intestino eh!!!!!!

 

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La salvezza della lista di nascita

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Care mamme,

quando prendete il libretto di gravidanza, sappiate che dopo gli esami dei primi mesi, quando cominciate a stare meglio fisicamente e siete più serene emotivamente, c’è un foglio invisibile, con un esame invisibile, che nessuno vi dice esista, ma che prima o poi sarete chiamate ad affrontare.
Si tratta dell’inevitabile e apparentemente innocua domanda

COSA VUOI PER LA NASCITA DEL BAMBINO??????????

Voi, nella più totale inesperienza rispondete come se fosse il vostro compleanno, con un banale “mah, non so, quello che ti pare” o dando indicazioni di massima tipo “mi servirebbe il seggiolone…avrei bisogno del lettino…del trio…

Arghhhhhhh! Non lo fate mai! Non lo dite nemmeno sussurrando!!!!!!

QUELLOCHETIPARE è la formula magica che fa partire in azione tutte le zie, le nonne, le bisnonne e le cugine di bisnonna di 1°, 2° e 3° grado. Vi ritroverete poi con un copriletto fatto all’uncinetto nei colori ocra e verde acqua perché “tanto che non si sa il sesso!” con tanto di nappe che cadono dai bordi; persino con gli orecchini col pendente eredità della zia Pinuccia che sicuramente sono utili per una neonata; oppure con la culla costruita da bisnonno Sigismondo che puzza di anti tarme e che pende tutta da un lato.

Quindi direi proprio di escludere il quellochetipare.

Ma anche dare indicazioni generali sugli oggetti è rischioso. Ammettiamo che  chiediate un seggiolone. Sapete quanti tipi di seggioloni esistono? Magari, avete una casa piccola e lo vorreste ultracompatto e invece vi regalano uno mangia-dormi-relax-gioco che non sapete dove mettere, o nell’idea di fare un secondo figlio lo desiderereste unisex ed invece ve lo prendono fucsia tempestato di Swarovski.
Idem per il lettino: magari ne prendono uno che è troppo alto e picchia nella mensola, o troppo largo e non fa aprire un’anta dell’armadio; senza considerare che chiedendo un trio, vi potrebbero portare una raccolta musicale del Trio Lescano o se hanno già qualche nipotino, i personaggi del fantastico trio Superpigiamini.

Vi è venuta un po’ di paura eh?!?!?!?!?!?!

Per fortuna, da un po’ di tempo esiste la possibilità di fare la lista nascita:

Voi ed i futuri papà andate comodamente a scegliere i prodotti che più vi piacciono – e amici e parenti si recano in negozio e scelgono cosa regalarvi. Voi riceverete quello di cui avete bisogno e chi compra, è certo di avervi fatto felice. Comodo no?

Qualche lavoro fatto all’uncinetto o qualche regalo obrobrioso arriverà comunque, ma almeno avrete tutto il necessario quando nascerà il vostro bebè!

 

 

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Mamma, Babbo Natale esiste?

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babbo

Houston abbiamo un problema!

Natale si avvicina ed io sento le renne che mi alitano sul collo e gli elfi che mi picchiettano con le dita sulle spalle per sapere se ho deciso.

“Mamma, Babbo Natale esiste?” Ecco cosa devo decidere: Cosa rispondere.

Giacomo non mi ha ancora fatto questa domanda, ma qui siamo a cinque anni e 8 mesi e nel bel mezzo delle questioni esistenziali.

Devo essere pronta. Devo allenarmi. Mi sto esercitando a reagire alle domande velocissimamente, giro con le cuffie e rispondo al maggior numero possibile in un minuto.

Perché gente, quando succederà, non è che posso dire “chiedilo a tuo padre” come nei film. O fingere uno svenimento, o un’afasia momentanea.

Devo essere reattiva. Domanda-Risposta. Ta-Ta.

Allora. Ragioniamo sulle possibilità che ho:

Emh…due. o no.

Ni? Non esiste.

Dire “sì” così tanto per..? Escluso. Lo so che poi mi guarderebbe negli occhi e mi direbbe “Dì la verità mamma!” ed a quel punto sarei fritta.

Ma non posso nemmeno sentenziare “No” se non ne sono strasicura, perché poi indietro non si torna.
Quando mi dissero di NO, non la presi bene. Credo che mia madre se ne sia accorta, visto che il 25 mattina, fino a che non sono andata a convivere, ha continuato ad aprire la porta del salotto dicendo “Sarà passato Babbo Natale?”…

Quindi?

Quindi potrei rispondere sì fino ad un’età stabilita, per esempio.

Diciamo fino alle medie. (Qualcuno crede ancora a Babbo Natale alle medie? Comunque…).

Mi sono anche detta che però devo trovare una risposta che poi possa essere giustificata nel momento dell’effettiva scoperta. Cioè non posso mentirgli spudoratamente se me lo chiede. Mettiamo che insista, che mi guardi con i suoi occhioni in cerca della verità…

Potrei incastrarlo con una roba matematica. Tipo che esiste, in modo indirettamente proporzionale in base al numero dei suoi anni o una roba simile.

Oppure infilarci lo spazio? Gli piace un sacco. Una roba sulle galassie o sui pianeti ancora da scoprire su cui potrebbe vivere la”famiglia Natale”.

Che poi, parliamoci chiaro, che vantaggi ci sono a dire “No”? Nessuno.

In più,  saranno molti di più gli anni in cui non crederà a Babbo Natale rispetto a quelli in cui lo farà, perché privarlo di alcuni dando credito ai suoi dubbi?

Quindi dai, gli dirò di sì. Punto.

Anche perché, finché ci crede lui, posso crederci anche io.
Perché se devo essere proprio sincera sincera, io a Babbo Natale ci credo ancora.
Rivisitato e corretto, ma ci credo.

 

P.S. Questo articolo si autodistruggerà non appena Giacomo avrà imparato a leggere!

 

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