5 argomenti su cui è impossibile non ricevere consigli non richiesti

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Quando si diventa mamme, spesso, sembra di sbagliare qualsiasi cosa.

Ok ci sono gli ormoni, il cambiamento totale di vita, la stanchezza ecc ecc, ma a pensarci bene, la goccia che spesso fa traboccare il vaso dell’insicurezza, sono i commenti di quelle persone che ti devono criticare per forza.

Non ascoltano ciò che dici, ma partono dal presupposto che sia meglio il contrario di ciò che fai. Così, per il gene del “TiVoglioRompereLeScatolePerSport”.
Potremmo mandarle in tilt mettendo loro davanti due cloni che fanno contemporaneamente cose opposte, ma ahimè non è possibile.

Quindi? Quindi bisogna prenderne coscienza e farci una bella protezione psicologica imbellettata esternamente da “Sì sì hai ragione”, ma dall’interno indistruttibile di “Faccio come cavolaccio pare a me”.

Ci sono vari argomenti su cui queste tipologie di persone vanno a nozze e che non saranno d’accordo con voi a prescindere. Ne ho presi ad esempio 5:

Allattamento:

Se lo allatti al seno: “Sei sicura di avere abbastanza latte?”, “Non lo attaccherai troppo spesso?”, “Piange, perché non lo allatti?”. Se lo allatti al biberon: “Oh peccato che tu non possa vivere il meraviglioso periodo dell’allattamento”, “Non hai paura che non possa stabilirsi un vero legame tra voi?”, “Ah, non avevi voglia di fare qualche sacrificio eh?!”.

 

Vizi:

Se accorri mentre piange, dorme nel lettone e lo tieni in braccio ogni volta che lo desidera, lo vizierai per sempre. Se sta piangendo perché gli hai detto di no per un motivo validissimo, ama dormire a stella nel suo lettino e invece che in braccio se la spassa nella carrozzina, sei una madre che non ha voglia di prendersi cura di suo figlio.

 

Cibo:

Se fai lo svezzamento classico: “Ma lo sai che questo metodo è superato? Ma sei rimasta agli anni ’80!”, “Guarda che poi non esci più dal vortice delle pappine eh!”, “Ah se vieni a cena da noi, spero bene che tu lo faccia mangiare le stesse nostre cose, non fare l’antica!”. Se fai l’autosvezzamento: “Cosaaaaa???? Ma sei matta??? Ha bisogno delle sue pappette!”, “E’ pericolosissimo si può strozzare!!!”, “Ma cos’è tutta questa voglia di essere moderni???”

Nido:

Se il bambino va al nido, comprometterà per sempre il suo sistema immunitario ammalandosi troppo e sei una madre degenere perché non lo lasci ai nonni. Se non va al nido, sbagli, perché i bambini hanno bisogno di stare con i bambini e dopo diventerà un inguaribile mammone.

 

Malanni:

Se tuo figlio si ammala sempre: “Ovvio lo copri troppo!”, “Perché lo tieni sempre in casa!”, “Te l’avevo detto di non farlo uscire ieri!”. Se tuo figlio non si ammala mai: “Secondo me tuo figlio non sta bene perché i bimbi piccoli devono ammalarsi!”, “Poi vedrai che si ammala una volta fortissimo e son guai!”, “Non sarà mica per quegli integratori strani che gli dai?”

 

Morale della favola? Mamme ascoltate le vostre emozioni e fidatevi di voi stesse!

(Ovviamente rivolgersi al ginecologo-ostetrica-pediatra per ciò che riguarda l’ambito medico)

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Bambini e coronavirus: le difficoltá delle fasi 2 e 3

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Finalmente, la fase 1 è finita, siamo da pochi giorni in fase 3 e in certe situazioni sembra quasi che ci si dimentichi come abbiamo trascorso gli ultimi tre mesi.
Una pandemia non è certo una cosa da tutti i giorni e il ritornare ad uscire e socializzare, anche se si può pensare che significhi soltanto gioia e libertà, può invece a volte comportare sentimenti ambivalenti e stress.
Se questo può succedere a noi adulti che abbiamo compreso tutti i vari passaggi della vicenda e siamo in grado di ragionamenti complessi, figuriamoci ai bambini.

Cosa è successo nello specifico? Un doppio cambio di abitudini. Per due mesi la vita è stata sconvolta “in chiusura” e da un mese e mezzo in graduale apertura che però non significa un ritorno alle abitudini pre covid.

Tutto ciò porta CONFUSIONE E SMARRIMENTO

Ma come fare per aiutarli a superare le possibili difficoltà e ritrovare la serenità perduta?

Facciamo un ragionamento diverso in base all’età:

<1 anno: Quello che possiamo notare è sicuramente un nervosismo diffuso che si esaurirà da solo nel momento in cui le nuove abitudini diventeranno stabili. Molti genitori, già in quarantena hanno creato nuove routine e sicuramente anche in questa fase, c’è bisogno di non cambiare tutto all’improvviso per trasmettere sicurezza e stabilità in modo che rimanga qualche costante nonostante il cambio di fase. In linea generale bisogna cercare di trovare dei nuovi ritmi che si differenziano con gradualità dai precedenti.

1-4 anni: E’ un’età molto critica poiché non si è troppo piccoli per non capire, ma nemmeno abbastanza grandi per comprendere certe cose ed esprimere le proprie emozioni con discorsi articolati. Per questo motivo è importante trovare strategie che riescano a far sfogare le possibili emozioni di rabbia, preoccupazione, tristezza o nervosismo. Utilizzare libri, giochi e tutto ciò che i nostri bambini amano fare per rilassarsi. Bisogna focalizzarsi sugli aspetti positivi della nuova fase e mostrarci il più possibile sereni e ben disposti all’apertura.

>4 anni: Il parlare diventa fondamentale. Si possono fare discorsi sul cambiamento riferendosi al tempo come “fino a ieri abbiamo fatto così, da oggi possiamo fare questo”, inventare storie molto semplici e rassicuranti sul coronavirus, considerare mascherine ed igienizzanti come mezzi per essere delle specie di “supereroi che combattono il virus” ecc ecc. In ogni caso evitiamo di parlare con ansia e preoccupazione di ciò che sarà o di cosa potrà succedere, focalizziamoci sul qui ed ora e su ciò che di positivo possiamo fare e non delle limitazioni ancora necessarie.

Ok tutto chiaro, ma poi nella nostra mente accade questo:

il mio bimbo era così ed ora è cosà cosa ho fatto di sbagliato aiutoooooo non lo riavrò mai come primaaaaa

Calma!!!! Non andate in ansia di fronte a cambiamenti comportamentali dei bambini, cercate soluzioni. Non siete genitori sbagliati, quello che succede ai vostri figli dipende dalla situazione che stanno vivendo.

Non lo dico solo io, ci sono vari esperti che lo riferiscono e c’è anche un interessante studio del Gaslini di Genova, in cui si parla di regressioni ed ansia. Seppure riferiti a fasce d’età maggiori, fornisce informazioni importanti. Prendiamo ad esempio le regressioni: esse sono frequenti nei periodi di stress.Che significa? Che autonomie o capacità acquisite prima della pandemia, possono essersi congelate; sembrano scomparse, ma non è così: i nostri bambini sono tornati in una “zona di comfort” in cui si sentono a proprio agio, come quando non ci sentiamo tanto bene, ma andiamo lo stesso in palestra, ma decidiamo di fare una serie di esercizi più facili e leggeri del nostro standard.

Ciò significa quindi, che nella maggior parte dei casi, se i bambini saranno compresi ed accolti, recupereranno non appena la nuova routine li avrà nuovamente rassicurati.

Quindi cari genitori, so che viene spontaneo allarmarsi ed andare in panico se ciò che i bambini avevano messo in pratica dopo grande impegno nostro e loro viene meno, ma tranquilli! Tutto ritornerà alla normalità!(In caso le problematiche si manifestassero con grande intensità o lunga durata, consiglio di prendere contatti con uno psicologo).

P.s. l’esempio della palestra non è riferito a me, sono sempre la vostra bradipa come prima della pandemia!!! 😉

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“I NO”: istruzioni per l’uso

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Uno dei punti più spinosi dell’educazione infantile, è il tema del NO.

Parliamoci chiaro una volta era più semplice.

I genitori erano SEVERI o PERMISSIVI.

I primi, urlavano, picchiavano e punivano ogni qual volta i figli facevano qualcosa di confusionario/rumoroso/maleducato.

I secondi, lasciavano i figli a razzolare come galline non curanti di ciò che facevano.

Oggi, si sa che i bambini sono persone e come tali meritano rispetto fin dalla nascita.

Quindi vi è molta più attenzione verso le emozioni, la non violenza, l’ascolto, ma se siamo genitori alle prime armi, arriva un momento in cui, sembra che all’improvviso, veniamo catapultati in un mondo alla rovescia.

Il famoso giorno in cui il nostro frugoletto paffuto e ridente, si trasforma in un piccolo diavoletto della Tasmania che non vuole fare niente di ciò che gli chiediamo e nemmeno l’opposto.

Ci troviamo persi.

Proviamo a fargli fare ciò che vuole, ma la sue richieste non si esauriscono mai e diventano sempre più assurde.
Proviamo a dire NO, ma le reazioni sono esplosioni simili a quando mettiamo una Mentos dentro alla Coca-Cola.

Quindi? Quello che succede più frequentemente (fatto con le migliori intenzioni), è di dire NO finché riusciamo, per poi capitolare sfiniti e acconsentire.

Ecco. Facendo così, vi rovinerete. Ve lo dico da amica. Perché vostro figlio saprà che insistendo, fosse anche fino all’infinito e ritorno (i bambini sanno avere una determinazione ed una tenacia inesauribili), prima o poi vi arrenderete. 

La fai facile, direte voi. Prova tu ad essere irremovibile in mezzo ad un ristorante con bambino che è un fascio di muscoli urlanti, che ci scivola tra le mani come un serpente e pesa come un dinosauro.

No, non è per niente facile. Ma se terrete duro una volta, la volta dopo sarà più facile e più facile ancora, fino a che il bimbo capirà che il vostro NO è NO e quindi è inutile provare a convincervi.

  • Ovviamente non potete dire no a tutto, dovrete cercare compromessi, tra il vostro pensiero e l’energia vitale e sprizzante dei bambini (Se lui vuole bianco e voi nero, accontentatevi di un grigio scuro) e soprattutto mettete in conto di poter cambiare idea nel corso del tempo perché acquisite maggiori informazioni che non sapevate o vi rendete conto di stare esagerando. Non ci sono problemi, è importante che i nostri figli sappiano che non siamo infallibili, che possiamo sbagliare, cambiare idea e soprattutto che teniamo conto di ciò che ci dicono.

Ammettiamo che siate a cena fuori con amici e vostro figlio voglia il gelato, ma voi dite NO perché ne ha già mangiato uno super cioccolatoso e grande a merenda e avete paura possa fargli male. Il bimbo protesta, si mette a piangere e voi non cedete. Poi una vostra amica vi dice che il gelato in questione è solo una pallina al fior di latte che una terza amica offre a tutti i bimbi con un cucchiaino che si trasforma in matita colorata, per festeggiare l’inizio dell’estate. Pensate che in fondo potete anche darglielo. Siete VOI che cambiate idea.
Ok, ma come dirlo a vostro figlio? Con LA VERITA’. Fatelo calmare e poi ditegli:

“Ascolta, la mamma di Mirko mi ha detto che il gelato è molto piccolo e al fiordilatte quindi non ti farà male al pancino, così ho deciso che puoi prenderlo anche tu.”

  • Un altro importante accorgimento sono le ECCEZIONI. Le eccezioni sono l’asso nella manica di un giocatore di carte, la VAR di un arbitro, il Patronus di un mago. Ci sono occasioni in cui si possono fare cose che di solito non si possono fare. Facciamo un esempio pratico:

Di solito a casa vostra non si mangia sul divano alla tv, ma al tavolo chiacchierando tra di voi.
Ammettiamo però che il papà debba andare ad una cena ed i bambini siano tristi, oppure che sia saltata una festa per un’influenza. Ecco che potete giocarvi il Jolly e inventarvi la “super serata mattacchiona” in cui si cena sul divano con i cartoni. Magari con pizza e pop corn!
In questo modo i bambini non vi sfiniranno ogni sera perché sapranno che c’è stata un’occasione speciale!

Quindi cari genitori forza! Crescere un figlio è difficile, difficilissimo, ma dentro di noi abbiamo tutto di cui abbiamo bisogno!

P.s. Quando parlo di tenere duro di fronte ad una richiesta che non potete esaudire, intendo che rimaniate fermi sulla vostra decisione, ma siate calmi e accoglienti nel sostenere vostro figlio nella frustrazione di non poter ottenere ciò che vuole. Siate presenti, non ignorateli, fate sentire loro che ci siete e che li amate anche se non potete esaudire la loro richiesta.

Vi lascio anche il link di un altro mio articolo correlato:
https://blog.pianetamamma.it/diariodiunamammabradipa/tre-terribili-trappole/

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Perchè festeggiare “l’ultimo giorno di scuola”

| Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

10 giugno

L’ anno scorso, di questi tempi nella chat di classe si parlava di chi portasse cosa per la merenda dell’ultimo giorno di scuola, di come facesse caldo con il grembiule con il sole che batteva sulle aule e non si vedeva l’ora di lavare lo zaino, ridotto ormai ad una massa informe dall’odore di libri, succo e inchiostro.

Quest’anno no. Quest’anno nella chat di classe si parla degli allegati che non si scaricano, delle schede a risoluzione troppo bassa, della foto di classe a distanza, del prossimo appuntamento su meet.

Niente grembiuli.

Niente zaini.

Non se ne parla dal 5 marzo.

Ricordo ancora che il 4, era mercoledì. Le maestre hanno dato i compiti per l’indomani e hanno sistemato l’aula per l’attività a gruppi del giovedì.

Noi genitori ci siamo allontanati con un semplice “buon appetito,  a domani!” e Giacomo salendo in macchina mi ha detto “Mamma sono stanchissimo per fortuna manca solo giovedì e venerdì e poi due giorni di pausa.”

E invece “la pausa”  sarebbe iniziata subito e per 10 giorni. E poi per altri 15 e altri 15 e poi nessuno ha più creduto che si riniziasse prima di settembre.

Così quando dico che il 10 giugno festeggerò, in molti mi guardano ruotando la testa come un cucciolo che sente un rumore strano.

Perché festeggiare??? Perché ce lo meritiamo!

Ce lo meritiamo tanto cacchio.

Se lo meritano i BAMBINI. Cui d’improvviso, dentro ad una bella scatola, abbiamo messo loro la scuola, i parchi gioco, gli amici, i nonni, i giocattolai, le feste, i compleanni e ci abbiamo scritto “NON APRIRE FINO A BO”. Ma abbiamo chiesto loro di essere sereni e tranquilli,  di accontentarsi dei nonni in videochiamata ad 1 anno, di vedere i compagni d’asilo sul tablet, di studiare, di impegnarsi, di perdere la relazione con gli insegnanti e cercare di stabilirla con uno schermo. Si sono arrabbiati, rattristati, a volte arresi ma poi ripartiti, innervositi, arrabbiati di nuovo, ma poi ce l’hanno fatta.

Ce lo meritiamo noi GENITORI. Che da quando i nostri figli sono nati ci dicono che si può spiegare loro tutto – in modo adatto all’età- ma questa volta ci siamo trovati invischiati tra un batterietto birboncello che ci fa starnutire nel gomito detto ai più piccoli e la paralizzante incapacità di dare risposte certe ai più grandicelli. Ce lo meritiamo perché abbiamo affrontato l’angoscia per il nostro futuro, per la salute dei nostri cari, per le esperienze negate ai nostri bambini. Il tutto condito dall’esilarante esperienza dello smart working con 1/2/3…figli a casa e  dalla snervante/logorante/ossessionante didattica a distanza. Ma ce l’abbiamo fatta.

Se lo meritano gli INSEGNANTI che in un pugno di giorni si sono dovuti far amica la guest star di questo periodo: la DAD. Che fino a poco fa pensavo volesse solo dire papà in inglese. Forse lo credevano anche maestre e professori, ma hanno subito capito cosa invece significasse e si sono dovuti reinventare un modo di lavorare senza la possibilità di fare ciò che hanno sempre fatto: parlare, insegnare, spiegare, ridere, giocare, richiamare, lodare, coccolare i loro studenti. Senza poter accedere alla loro “materia prima”, come se ad un cuoco si chiedesse di preparare delle ottime pietanze senza ingredienti. Ma ce l’hanno fatta.

Non ci sarà nessun VERO ultimo giorno di scuola, ma potremo comunque festeggiare la FINE di questo assurdo e sconvolgente periodo, per goderci ancora di più gli anni scolastici che seguiranno.

Perché se si dice che una cosa la si apprezza solo quando si perde, la scuola quest’anno l’abbiamo PERSA, ma siamo fortunati perché presto potremo RITROVARLA.

P.s. Se avete voglia di festeggiare con una risata, vi metto qui sotto il link del video di “E penso a te” di Battisti, rivisitata con Classroom 🙂

https://youtu.be/ai7vILaO9Fs

 

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Le mamme e la didattica a distanza (con video)

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Ebbene sì,

Dopo più di due mesi di scuole chiuse, anche io parlo di didattica a distanza.

Perché la giornata di chi lavora, di chi ha più di un figlio sopra i sei anni, di chi non ha una stanza per figlio e un mezzo tecnologico da affidare ad ognuno, è sicuramente difficile, a volte da urlo (anzi da urli va’!).

A tutto ciò bisogna sommare l’innaturalitá della situazione, degli insegnanti che devono stravolgere il loro modo di educare e dei bambini che devono impegnarsi e lavorare senza poterlo fare essendo guidati , incoraggiati e sostenuti di persona e senza ciò di cui più di tutto ha bisogno un bambino: amici con cui condividere le esperienze.

Purtroppo nessuno avrebbe voluto che ciò accadesse e chi mi conosce sa che da tempo abbraccio “la terapia della risata” quindi questo non è il luogo in cui affrontare certi discorsi in modo oggettivo o serio.

Ma per questo motivo ho aspettato tanto. Non riuscivo a capire come poter scherzare su una cosa così complessa e difficile per le famiglie e gli insegnanti, senza risultare offensiva. E mi venivano solo cose dette e ridette.

Poi l’altro giorno mentre inviavo i compiti alle maestre, ho cominciato a canticchiare “E penso a te” di Battisti…il resto, con un marito che dá spago alle mie follie e suona il pianoforte, è stato un gioco da ragazzi😝

Buona visione ed inviatelo a chi ha bisogno di sorridere😊

https://youtu.be/ai7vILaO9Fs

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Il Metodo Puzzle

| Mamma Bradipa Psicologa, Mamma bradipa suggerisce, Senza categoria

Cari genitori,

Sono lieta di informarvi che dopo anni di studi e di ricerche, è stato scoperto

un metodo rivoluzionario per l’accudimento dei vostri bambini!!!!!
  • Adatto a tutti
  • Gratuito
  • Ecologico

Il metodo del puzzle!

Per spiegarvelo vi farò un esempio.

Prendiamo due famiglie immaginarie:

I Bradiponi e i Ghepardini.

Scattiamo una foto agli uni ed una agli altri.

Stampiamola su cartone.

Ora diamo la foto alle rispettive famiglie e chiediamo loro di tagliarla in tantissimi pezzettini.

Convenite con me che per immagine e per forma dei pezzi, i due puzzle delle famiglie non sono intercambiabili?

Ebbene! Eccoci giunti alla SENSAZIONALE RIVELAZIONE!!!

Ogni famiglia è consapevole di come sia costituita, di come ha tagliato i suoi pezzi e del posto in cui vanno incastrati in caso che un colpo di vento sparpagli tutto!

Non fidatevi di chi vi dice che il pezzo va in alto a destra senza nemmeno sapere chi siete! Senza guardare con attenzione la vostra foto, i vostri incastri…sarà impossibile!

Ma senza metafore, cosa significa tutto ciò?

Niente di nuovo amici miei, mi dispiace. Parliamo ancora una volta di loro: delle EMOZIONI.

Lo so, lo so vi hanno stufato, avete ragione!

Sembra siano da tutte le parti come il prezzemolo, stuccano come i buongiorno sbrilluccicosi su Whatsapp e lasciano la sensazione che siano una specie di jolly tirato fuori dagli esperti quando sono incompetenti e non sanno cosa dire.

Ebbene è l’esatto contrario: chi vi dice di ascoltare voi stessi, crede nel vostro potere genitoriale, sa che voi e il vostro bambino siete una cosa unica e speciale e sta evitando di cadere nella ben più semplice soluzione di dire “si fa così punto e basta”.

Se vi trovate di fronte ad un problema educativo, per prima cosa

  • Leggete (G. Cozza e A. Bortolotti per esempio, hanno tantissimi testi scritti appositamente per i genitori e le trovate anche su internet);
  • Ascoltate quello che vi dice il vostro cuore e non la vostra vicina con 8 figli o l’oroscopo delle mamme.
  • Se non siete abituate a farlo e lo trovate difficile, contattate un professionista che abbracci la teoria delle emozioni e che non punti a spillarvi soldi, ma a fornirvi strumenti per diventare consapevoli della vostra unicità genitoriale.

La dura realtà è che non esistono istruzioni per crescere un figlio.

Però vi dico anche un’altra cosa: cosa sarebbe la vita senza emozioni????? Facciamocele amiche anziché reprimerle: saranno nostre compagne fedeli per affrontare tutte le sfide che il diventare genitore ci riserverà.

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La fase 2 NON è uguale al pre coronavirus (con video)

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Buongiorno mamme!

Oggi è il 4 maggio e stamani tirando su l’avvolgibile, una parte di me ha sperato di trovare il mondo “pre covid” anziché la fase 2 della pandemia.

Dopo mesi di isolamento e cambio di abitudini, da oggi inizia un altro periodo di adattamento.

È un concetto difficile da mettere in pratica, soprattutto per i bambini a cui dobbiamo continuamente rispondere “per adesso si può uscire, ma…” e “per il momento accontentiamoci”.

Noi genitori dobbiamo essere i primi a guardare con gioia i piccoli sprazzi di libertà ritrovata e non lasciarci abbattere – o peggio, sottuvalutare l’importanza di tenere duro.

Vi immaginate se considerassimo la fase 2 come la fine del coronavirus?

Se volete un piccolo assaggio di come sarebbe, guardate il video qui sotto!😝

https://youtu.be/OX7TeLChYxM

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Fase 2 (con video)

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Care Mamme,

È ufficiale! Dal 4 maggio comincerà la fase 2: una serie di piccoli grandi cambiamenti di passaggio, per una futura e si spera vicina “fase normalità”.

Ciò che non cambia sono i comportamenti virtuosi che abbiamo imparato a mettere in pratica in questi 2 mesi: distanziamento ed utilizzo della mascherina!!!

Sono sincera, vedere le foto di famiglie con le mascherine mi mette a disagio, ma visto che dovremo imparare a considerarla per un po’ come un accessorio così come cappello e giubbino, ho deciso di esorcizzare la situazione a mio modo😝

Beccatevi quindi questo video!

https://youtu.be/gCe7I8kzXNk

 

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Le mamme e la quarantena (con Video)

| Mamma Bradipa ironica

Care mamme,

Le mamme e la quarantena

Come va la vostra quarantena?

Io ho attraversato varie fasi tra l’ottimismo più audace e la disperazione più totale.

Oggi ho provato a metterle insieme e ne è venuto fuori il video che segue.

Vorrei dirvi che è il frutto della mia “pazzia da reclusione”, ma come sapete bene, ero già fuori di testa in tempi non sospetti!

Sicuramente i mezzi a mia disposizione sono peggiorati ancora di più (questa volta si scorgerá anche il dietro le quinte) : meno tempo, meno spazio e meno stimoli esterni, ma tanto anche prima non è che fossi una supermegafantastic youtuber!

E questa reclusione mi ha resa ancora più bradipa!

Spero però di regalarvi lo stesso un sorriso in questo periodo difficile!!!

Buona visione!

https://youtu.be/CcdwRzBt-d8

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Post Partum: 3 strategie di pensiero durante la quarantena

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Buongiorno a tutti!

Dopo aver parlato delle emozioni, della gravidanza, dei bambini e della famiglia – in relazione al Coronavirus, oggi mi rivolgo specificatamente alle neo mamme, fermo restando che le indicazioni generali date in precedenza ad esempio qui, sono comunque valide.

Ma cosa c’è da dire in più per chi si trova con un neonato in braccio e l’impossibilità di una vita “normale”?

Ecco allora tre modalità di pensiero che potrebbero rivelarsi utili e rasserenanti.

 1 – NON POSSIAMO ESSERE FELICI AL 100%:

Uno dei pensieri più frequenti nella mente di una neo mamma giù di morale è “Perché non mi sento felice?“. Sappiamo che maternità non è uguale a FelicitáEstremaYuppyYeaSuperStar, ma oltre a questo aggiungiamo che TUTTI NOI in questo momento NON POSSIAMO sentirci felici fino in fondo, perché non possiamo svolgere la nostra vita come al solito, abbiamo la preoccupazione  più o meno conscia che qualcuno dei nostri cari possa ammalarsi e l’incertezza del “fino a quando”. Questo può aiutarci anche a sentirci meno diverse dagli altri: infatti un altro pensiero che affligge spesso una neo mamma  è ad esempio il cambio di vita drastico e repentino soprattutto in merito alle uscite quando le nostre nuove giornate sono tutto un conoscersi e riuscire ad incastrarsi tra poppate, nanne, sonno mega cosmico e straripamenti di pannolino. Uscire a cena fuori è impensabile, fare shopping per ore pure. Ebbene? in questo periodo NESSUNO può farlo.

2 – NON È DETTO CHE SENZA QUARANTENA AVREMMO FATTO CIÒ CHE VOLEVAMO:

Dire neonato significa dire imprevisti! E in tantissime circostanze una neomamma non mette in pratica quello che aveva programmato, per i più svariati motivi: il bebè ha sballato tutti i suoi ritmi e al momento di uscire è appena crollato accoccolato a voi sul divano –  è l’ora di uscire, ma il piccolo in preda ad una crisi sconosciuta si calma solo due ore dopo – ha trascorso la notte dormendo in braccio (in piedi) e voi piuttosto che uscire vi berreste una bottiglia di olio di ricino…Ecco, ci siamo capite. Oltre a ciò, si possono aggiungere gli svariati imprevisti dell’universo:  avevate programmato di andare a fare una bella passeggiata dopo giorni chiusi in casa? Pioverà tutta la pioggia del cielo. Volevate andare a comprare un regalo per il compleanno di una vostra amica? Il negozio in questione è chiuso per inventario. Avete sudato 18 camicie per preparare voi, il pupetto, la borsa del cambio, riuscire ad allacciare le cinture dell’ovetto, caricare la carrozzella, l’ombrellino, il sonaglino e il coniglio Pino…e la macchina non parte. Quindi è vero che la quarantena significa fare zero, ma non quarantena non sarebbe significato fare 1000.

3 – NESSUN AIUTO, MA NESSUNA INTRUSIONE:

Ci sono realtà in cui appena una neo famiglia torna a casa, vanno a trovarla 6382 parenti come se stessero partecipando alla gara “chi sfracassa di più l’intimità familiare”. Persone a tutte le ore, che non avvisano prima di venire, si attaccano al campanello, arrivano anche se raffreddati, toccano e sbaciucchiano il bimbo e parlano a voce alta. Insomma non è un segreto che mantenere la quiete familiare nelle prime settimane dopo la nascita non sia mai stato facile. Bene, in questa quarantena non vi sarà niente di più semplice! Fate squadra col papà e createvi la vostra piccola ed irripetibile isola felice: riposate col neonato, mangiate quando avete fame, seguite le vostre emozioni e i vostri ritmi…avete l’occasione per una magica “Luna di Latte”! Troppo romantica? Fate qualche telefonata alle vostre amiche con i bimbi più grandicelli e chiedete loro come è andato il rientro a casa…mi darete ragione!

P.S.:

Tantissime neo mamme in questo periodo mi hanno contattato angosciate dal fatto che il proprio bambino non uscendo, non vedendo persone e non facendo particolari esperienze, non verrà stimolato e rimarrà penalizzato a vita da questa quarantena. Uno degli assiomi della Comunicazione, elaborati dalla scuola di Palo Alto, di cui uno dei massimi esponenti fu  Paul Watzlawick, afferma che “Non si può non Comunicare”. Io lo prendo in prestito per dirvi che NON SI PUO’ NON STIMOLARE: i neonati sono spugne che assorbono tutto ciò che li circonda: solo a noi adulti la nostra casa e il suo contenuto appare privo di stimoli. In realtà, con alcuni accorgimenti, la casa potrà essere una fonte inesauribile di apprendimenti.

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