babbo

Houston abbiamo un problema!

Natale si avvicina ed io sento le renne che mi alitano sul collo e gli elfi che mi picchiettano con le dita sulle spalle per sapere se ho deciso.

“Mamma, Babbo Natale esiste?” Ecco cosa devo decidere: Cosa rispondere.

Giacomo non mi ha ancora fatto questa domanda, ma qui siamo a cinque anni e 8 mesi e nel bel mezzo delle questioni esistenziali.

Devo essere pronta. Devo allenarmi. Mi sto esercitando a reagire alle domande velocissimamente, giro con le cuffie e rispondo al maggior numero possibile in un minuto.

Perché gente, quando succederà, non è che posso dire “chiedilo a tuo padre” come nei film. O fingere uno svenimento, o un’afasia momentanea.

Devo essere reattiva. Domanda-Risposta. Ta-Ta.

Allora. Ragioniamo sulle possibilità che ho:

Emh…due. o no.

Ni? Non esiste.

Dire “sì” così tanto per..? Escluso. Lo so che poi mi guarderebbe negli occhi e mi direbbe “Dì la verità mamma!” ed a quel punto sarei fritta.

Ma non posso nemmeno sentenziare “No” se non ne sono strasicura, perché poi indietro non si torna.
Quando mi dissero di NO, non la presi bene. Credo che mia madre se ne sia accorta, visto che il 25 mattina, fino a che non sono andata a convivere, ha continuato ad aprire la porta del salotto dicendo “Sarà passato Babbo Natale?”…

Quindi?

Quindi potrei rispondere sì fino ad un’età stabilita, per esempio.

Diciamo fino alle medie. (Qualcuno crede ancora a Babbo Natale alle medie? Comunque…).

Mi sono anche detta che però devo trovare una risposta che poi possa essere giustificata nel momento dell’effettiva scoperta. Cioè non posso mentirgli spudoratamente se me lo chiede. Mettiamo che insista, che mi guardi con i suoi occhioni in cerca della verità…

Potrei incastrarlo con una roba matematica. Tipo che esiste, in modo indirettamente proporzionale in base al numero dei suoi anni o una roba simile.

Oppure infilarci lo spazio? Gli piace un sacco. Una roba sulle galassie o sui pianeti ancora da scoprire su cui potrebbe vivere la”famiglia Natale”.

Che poi, parliamoci chiaro, che vantaggi ci sono a dire “No”? Nessuno.

In più,  saranno molti di più gli anni in cui non crederà a Babbo Natale rispetto a quelli in cui lo farà, perché privarlo di alcuni dando credito ai suoi dubbi?

Quindi dai, gli dirò di sì. Punto.

Anche perché, finché ci crede lui, posso crederci anche io.
Perché se devo essere proprio sincera sincera, io a Babbo Natale ci credo ancora.
Rivisitato e corretto, ma ci credo.

 

P.S. Questo articolo si autodistruggerà non appena Giacomo avrà imparato a leggere!

 

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