Il viaggio fantastico

Il viaggio fantastico …..

La Principessa Dèsirèe, con l’aiuto delle sue sorelle, era riuscita a caricare il Principe, privo di sensi, sul suo cavallo fatato, lei sull’altro e via al galoppo si allontanarono da quel luogo con la velocità del vento.

 

I cavalli, Sirio e Furente, correvano veloci, sembrava che sapessero dove andare, e forse era così.

Avevano percorso migliaia di chilometri, ma tutto era accaduto così velocemente che i giovani avevano l’impressione d’essere appena partiti.

Erano giunti in Medio Oriente, nel paese di nascita della mamma del Principe Dario.

Tutto era così bello che quasi sembrava irreale. Il sole splendeva alto nel cielo, c’era molta gente in giro per le vie, il profumo dei fiori e delle spezie invadeva l’aria circostante.

Le donne indossavano abiti sfarzosi, confezionati con tessuti ricamati con fili d’oro.

La loro carnagione e il colore dei capelli era lo stesso della Regina Marianna, ma Dario non lo poteva ricordare.

Aveva sempre pensato che, un giorno, sarebbe andato a visitare i luoghi che avevano visto nascere e crescere sua madre, ma non si poteva rendere conto di com’era giunto là.

Mentre Dario era assorto nelle sue riflessioni, Dèsirèe si soffermava a guardare i banchi del mercato esposti lungo le vie, e si era soffermata a trattare il prezzo di un tessuto in seta di un rosa acceso.

Mentre se lo appoggiava al petto,  chiamava Dario per chiedergli che cosa ne pensasse.

Sembravano una comune coppia, e la spensieratezza di lei finì per contagiare anche lui.

Ora però dovevano organizzarsi per la notte, trovare una dimora per loro e per i loro cavalli.

Dèsirèe era molto diversa dalle donne del posto per i suoi colori, attirava l’attenzione, tanto che furono avvicinati da un uomo ben distinto che, quando sentì che i due cercavano un alloggio per la notte, gli offrì ospitalità al suo palazzo.

Era il Gran Visir, consigliere del Re, li portò a Palazzo.

Entrarono in un salone grandissimo, in cui il pavimento era completamente coperto di tappeti, cuscini di damasco ovunque, pesanti e sfarzosi i tendaggi alle finestre.

La giovane coppia fu fatta sistemare in un sontuoso alloggio. Quando il Re seppe della presenza dei due ospiti, li mandò a chiamare.

Giunti al cospetto del Re i giovani sposi si presentarono e raccontarono che cosa era accaduto.

Furono ascoltati con molta attenzione e scoprirono che quel Re che li aveva ospitati era il fratello della regina Marianna.

Dario sentì d’essere vicino a sua madre, finalmente era riuscito ad andare in quel posto così lontano, tanto amato e desiderato da sua madre.

Questo pensiero lo rassicurò. Trascorsero alcuni giorni al palazzo, s’immersero totalmente in quella cultura così diversa dalla loro che li affascinava.

Nessuno si era reso conto che i due ospiti, provenienti da luoghi d’origine diversi, italiano lui, francese lei.

Parlavano correttamente l’arabo, ma il bello è che ne Dario, ne Dèsirèe si erano accorti di questo fatto. Ogni ora del giorno scorreva serena, c’era sempre qualcosa di nuovo da vedere e da scoprire.

Un giorno, mentre erano in un’oasi, incontrarono un vecchio saggio, con una lunga barba bianca, che gli disse: “ figli miei, ora è tempo che torniate al vostro villaggio, c’è qualcuno che ha bisogno del vostro aiuto”.

Così dicendo tirò fuori dalla bisaccia un otre, lo porse a Dario dicendogli: “devi tornare al più presto a Folilandia, devi interrompere l’incantesimo della strega che ha scatenato la tempesta di ghiaccio”.

Il Principe affermò che non sapeva che cosa fare e raccontò al vecchietto tutta la storia.

Lui sapeva già tutto e gli consigliò cosa fare. Gli disse: ” la vedi questa sorgente d’acqua? È l’acqua che balla, ne devi prendere un po’ e portarla nella fonte del tuo villaggio, mentre la versi devi pronunciare queste parole magiche: “…………………”

I due principini ringraziarono e con i loro cavalli bianchi ripresero la strada di casa. In breve tempo arrivarono a Folilandia, tutto era rimasto come l’avevano lasciato, andarono nella piazza grande del paese dove c’era la fontana e vi versarono l’acqua, pronunciando le parole magiche che gli aveva suggerito il vecchio.

Come d’incanto il ghiaccio della fontana si sciolse, e così tutto intorno a loro riprese a vivere, e il cielo che era stato oscurato da nuvole nere, ritornò terso e sereno e tornò a risplendere il sole. Come se nulla fosse accaduto i festeggiamenti delle nozze continuarono fino a notte.

Nessuno aveva notato il cambio d’abiti della giovane coppia.

Lei indossava un abito di seta orientale di un bel rosa acceso, finemente ricamato, lui un lungo abito di lino bianco, che metteva in risalto la sua carnagione scura.

Con quell’abito sembrava proprio un arabo, e tutti poterono notare l’assomiglianza con sua madre. Dario e Dèsirèe, rimasti finalmente soli, ebbero la possibilità di riflettere sull’accaduto.

Avevano vissuto un’esperienza che non sapevano spiegarsi, erano riusciti in poco tempo, a recarsi in un paese così lontano e tanto diverso dal loro.

Per tanti anni Dario aveva sentito parlare della Persia, quel paese che aveva visto nascere sua madre, la terra dei suoi nonni, di gente che non aveva mai visto e conosciuto.

Era rimasto colpito dai quei luoghi che aveva immaginato, ma che non avrebbe mai creduto di poter vedere.

Entusiasti della bella esperienza vissuta, si riproposero di tornare a visitare quei luoghi.

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