Senza categoria

La salvezza della lista di nascita

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Care mamme,

quando prendete il libretto di gravidanza, sappiate che dopo gli esami dei primi mesi, quando cominciate a stare meglio fisicamente e siete più serene emotivamente, c’è un foglio invisibile, con un esame invisibile, che nessuno vi dice esista, ma che prima o poi sarete chiamate ad affrontare.
Si tratta dell’inevitabile e apparentemente innocua domanda

COSA VUOI PER LA NASCITA DEL BAMBINO??????????

Voi, nella più totale inesperienza rispondete come se fosse il vostro compleanno, con un banale “mah, non so, quello che ti pare” o dando indicazioni di massima tipo “mi servirebbe il seggiolone…avrei bisogno del lettino…del trio…

Arghhhhhhh! Non lo fate mai! Non lo dite nemmeno sussurrando!!!!!!

QUELLOCHETIPARE è la formula magica che fa partire in azione tutte le zie, le nonne, le bisnonne e le cugine di bisnonna di 1°, 2° e 3° grado. Vi ritroverete poi con un copriletto fatto all’uncinetto nei colori ocra e verde acqua perché “tanto che non si sa il sesso!” con tanto di nappe che cadono dai bordi; persino con gli orecchini col pendente eredità della zia Pinuccia che sicuramente sono utili per una neonata; oppure con la culla costruita da bisnonno Sigismondo che puzza di anti tarme e che pende tutta da un lato.

Quindi direi proprio di escludere il quellochetipare.

Ma anche dare indicazioni generali sugli oggetti è rischioso. Ammettiamo che  chiediate un seggiolone. Sapete quanti tipi di seggioloni esistono? Magari, avete una casa piccola e lo vorreste ultracompatto e invece vi regalano uno mangia-dormi-relax-gioco che non sapete dove mettere, o nell’idea di fare un secondo figlio lo desiderereste unisex ed invece ve lo prendono fucsia tempestato di Swarovski.
Idem per il lettino: magari ne prendono uno che è troppo alto e picchia nella mensola, o troppo largo e non fa aprire un’anta dell’armadio; senza considerare che chiedendo un trio, vi potrebbero portare una raccolta musicale del Trio Lescano o se hanno già qualche nipotino, i personaggi del fantastico trio Superpigiamini.

Vi è venuta un po’ di paura eh?!?!?!?!?!?!

Per fortuna, da un po’ di tempo esiste la possibilità di fare la lista nascita:

Voi ed i futuri papà andate comodamente a scegliere i prodotti che più vi piacciono – e amici e parenti si recano in negozio e scelgono cosa regalarvi. Voi riceverete quello di cui avete bisogno e chi compra, è certo di avervi fatto felice. Comodo no?

Qualche lavoro fatto all’uncinetto o qualche regalo obrobrioso arriverà comunque, ma almeno avrete tutto il necessario quando nascerà il vostro bebè!

 

 

Se l’articolo ti è piaciuto, seguimi sulla mia Pagina Facebook

0 comments

Mamma, Babbo Natale esiste?

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

babbo

Houston abbiamo un problema!

Natale si avvicina ed io sento le renne che mi alitano sul collo e gli elfi che mi picchiettano con le dita sulle spalle per sapere se ho deciso.

“Mamma, Babbo Natale esiste?” Ecco cosa devo decidere: Cosa rispondere.

Giacomo non mi ha ancora fatto questa domanda, ma qui siamo a cinque anni e 8 mesi e nel bel mezzo delle questioni esistenziali.

Devo essere pronta. Devo allenarmi. Mi sto esercitando a reagire alle domande velocissimamente, giro con le cuffie e rispondo al maggior numero possibile in un minuto.

Perché gente, quando succederà, non è che posso dire “chiedilo a tuo padre” come nei film. O fingere uno svenimento, o un’afasia momentanea.

Devo essere reattiva. Domanda-Risposta. Ta-Ta.

Allora. Ragioniamo sulle possibilità che ho:

Emh…due. o no.

Ni? Non esiste.

Dire “sì” così tanto per..? Escluso. Lo so che poi mi guarderebbe negli occhi e mi direbbe “Dì la verità mamma!” ed a quel punto sarei fritta.

Ma non posso nemmeno sentenziare “No” se non ne sono strasicura, perché poi indietro non si torna.
Quando mi dissero di NO, non la presi bene. Credo che mia madre se ne sia accorta, visto che il 25 mattina, fino a che non sono andata a convivere, ha continuato ad aprire la porta del salotto dicendo “Sarà passato Babbo Natale?”…

Quindi?

Quindi potrei rispondere sì fino ad un’età stabilita, per esempio.

Diciamo fino alle medie. (Qualcuno crede ancora a Babbo Natale alle medie? Comunque…).

Mi sono anche detta che però devo trovare una risposta che poi possa essere giustificata nel momento dell’effettiva scoperta. Cioè non posso mentirgli spudoratamente se me lo chiede. Mettiamo che insista, che mi guardi con i suoi occhioni in cerca della verità…

Potrei incastrarlo con una roba matematica. Tipo che esiste, in modo indirettamente proporzionale in base al numero dei suoi anni o una roba simile.

Oppure infilarci lo spazio? Gli piace un sacco. Una roba sulle galassie o sui pianeti ancora da scoprire su cui potrebbe vivere la”famiglia Natale”.

Che poi, parliamoci chiaro, che vantaggi ci sono a dire “No”? Nessuno.

In più,  saranno molti di più gli anni in cui non crederà a Babbo Natale rispetto a quelli in cui lo farà, perché privarlo di alcuni dando credito ai suoi dubbi?

Quindi dai, gli dirò di sì. Punto.

Anche perché, finché ci crede lui, posso crederci anche io.
Perché se devo essere proprio sincera sincera, io a Babbo Natale ci credo ancora.
Rivisitato e corretto, ma ci credo.

 

P.S. Questo articolo si autodistruggerà non appena Giacomo avrà imparato a leggere!

 

Se l’articolo ti è piaciuto, seguimi sulla mia Pagina Facebook

0 comments

Ode all’aerosol

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Inizio ridendo. Perché l’ultima volta che ho cominciato il titolo di un articolo con “Ode”, era per quella al bagno in mare. E già qui si può, come dire, intuire una certa differenza tra le mie passioni estive ed invernali ed il perché del mio amore per l’estate.

Ma torniamo all’aerosol.

C’è chi lo ama, chi non lo conosce, chi lo odia e chi lo trova inutile.

Ma io oggi non voglio fargli un’ode per i suoi aspetti positivi. NO. La faccio semplicemente perché ha poteri magici!

Sì avete capito bene. Ne ha almeno 4. Per chi non sa di cosa sto parlando, mi spiego meglio.

  1. Lancia maledizioni. Provate.  Pinuccio nostro sta bene, è bello “pulito”; non tossisce, non smoccica, non ha il minimo abbassamento di voce. In un immaginario vocabolario umano, nostro figlio sarebbe la voce “bambino sano”. A questo punto provate a riporre l’aerosol nel mobile. Entro 72h un membro qualsiasi della famiglia ne avrà bisogno.
  2. E’ un portafortuna. D’altra parte però, tenerlo in bella vista in salotto, porta bene. Al primo colpo di tosse basta guardarlo e un’onda di salute invaderà la stanza come l’ambipur a cellula fotoelettrica. Per questo motivo faccio appello alle case di produzione: se ne faceste modelli a forma di pianta, di vaso o di orsacchiotto, sarebbe molto più facile tenerlo esposto. Nel frattempo, sarà inconfondibile in tutte le nostre foto casalinghe scattate da ottobre a maggio.
  3. Non invecchia. Nell’85 mi provavo la febbre col termometro a mercurio, gli sciroppi erano a gusto vomito o cerume, prendevo le vitamine in gocce e facevo l’aerosol. Oggi, ai nostri figli possiamo controllare la temperatura corporea direttamente sulla fronte come nei cruscotti delle auto, gli sciroppi sono al gusto che desideri come quelli di Mary Poppins e le vitamine sono contenute in gustosissime caramelline gommose. E fanno l’aerosol.
  4. Mette l’anima a posto. Diciamoci la verità: far fare l’aerosol ai bambini è terapeutico. Ma non per loro. Per noi mamme. Perché dire “gli ho fatto l’aerosol” ci mette a riparo da qualsiasi morso della coscienza e ci convince di aver fatto il nostro dovere. Soprattutto zittisce chi cerca di coglierci in fallo. Perché noi diciamo aerosol, ma mica sveliamo cosa ci mettiamo dentro. Ed allora, potremmo averci messo anche l’acqua dei fagioli che abbiamo scolato per cena, ma appena un colpo di tosse inarcherà il sopracciclio di zia Abelarda, basterà dire AEROSOL e saremo a posto: “Ah bè, se gli hai fatto l’aerosol!”.

Un piccolo appunto: vorrei che ci fosse una raccolta premi.
Un bollino per ogni volta che fai l’aerosol. Io li avrei tutti.
Anche il robot da cucina che puoi avere con 465289 punti più 999€ oppure gratis con 74502560324234 punti.
Io lo avrei. Gratis naturalmente.

Se l’articolo ti è piaciuto rimani aggiornato con la mia Pagina Facebook

0 comments

La cosa che mi fa arrabbiare di più

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Parliamoci chiaro, ci sono giorni che i nostri figli ci mandano fuori dai gangheri.

Quando dobbiamo farne 986592 e loro fanno di tutto per rallentare le cose;
quando invece bisogna aspettare tre minuti e scalpitano come puledri.

Quando abbiamo deciso di sperimentare una nuova strepitosa ricetta e loro la schifano;
quando prendono la pasta al pomodoro al ristorante, ne mangiano tre piattate e dai tavoli vicini ti bisbigliano “signora ma queste povere creature hanno fame!”

Quando devi fare una telefonata importante e cominciano a litigare.

Quando hai un bisogno impellente di andare in bagno, ma ti chiamano come se fosse successa la tragedia più irrimediabile.

Poi ci sono volte in cui siamo noi ad essere nervose a prescindere e siamo simpatiche e gioviali come la Regina Grimilde.
Tipo quando siamo malate (ma operative ovviamente), quando abbiamo litigato con amici e parenti fino al terzo grado; o quando abbiamo il ciclo. Circa tutti i mesi tra l’altro. Il secondo giorno per esempio, si manifesta con così tanto dispendio di sangue, da cancellare la parola amenorrea da tutti i dizionari.

In tutti questi casi, c’è una cosa che mi fa imbestialire sopra tutte. E’ il “piede a martello” quando aiuto i miei figli a mettere i pantaloni. Il piede a martello, ancor più se sudato, sfida senza successo tutte le leggi della fisica e conferma quella dell’impenetrabilità della materia.

I miei figli, che se prometti ad esempio, che dopo 78 giorni comprerai loro un regalino, il settantottesimo giorno, come mettono i piedi giù dal letto, se lo ricordano; ma non si ricordano di piegare il piede. Mai.

Io peraltro non mi ricordo mai di mettermi comoda come se dovessi leggere un buon libro, perchè – confidando in un’operazione veloce, mi ritrovo ogni volta in pose assurde miste tra il Gobbo di Notre Dame e una contorsionista del Cirque  du Soleil. E infatti dopo 32 secondi mi viene un terribile dolore alla cervicale e il nervosismo si moltiplica per 560.

Faccio appello alla forza sovrumana di Hulk, alla flemma di un saggio Maestro di Karate;

Mi interrogo sulla “troppo scarsa elasticità” dei pantaloni e della ancor più scarsa collaborazione dei bambini.

E niente, ogni volta mi arrabbio come una scimmia.

 

E a voi, cos’è che vi fa “chiudere la vena”?

 

Se vuoi rimanere aggiornata sui miei pensieri bradipi, metti mi piace alla mia Pagina Facebook

0 comments

I dubbi amletici dei regali di Natale

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

 

Salve gente,

siete pronti per Natale?

Eh sì perché appena finito Dolcetto o Scherzetto, in poche ore, tutto diventerà a tema Natalizio.

Le Zucche, i Fantasmi e i Pipistrelli – si trasformeranno in Abeti, Babbi Natali e Renne.

Così come a Luglio abbiamo dovuto comprare i maglioni di lana, dal 2 di novembre (solo perché il 1° è festa), con ancora gli occhi mezzi neri per il trucco di Halloween, dovremo buttarci nei negozi per comprare tutto quello che ci piace, perché si sa, sennò poi finisce.

Insomma, pochi giorni e l’Ansia per la corsa ai regali di Natale sarà ai posti di blocco.

E allora dubbi amletici ci assaliranno.

Innanzitutto a CHI fare il regalo.

Ma Claudia mi farà il regalo? Se poi me lo fa e io non ho niente? E se invece io lo faccio e lei no? Non posso darglielo, la metterei in imbarazzo…

Se a mio marito dico “quest’anno regali solo ai bimbi”, mi comprerà lo stesso il regalo ed io mi sentirò in colpa? E se invece io glielo compro e lui no, penserò subito che non mi ami più?

Ma quanto bisogna spendere per i figli degli amici? E per i nostri amici?

Io tutti gli anni ci casco. Sempre la stessa solfa.

Poi si passa alla questione COSA regalare

E allora c’è stata la volta dell’ideona di fare a tutti la stessa cosa. Dai dai dai! Ai maschi una cosa ed alle femmine un’altra e in un giorno hai iniziato e finito! Ti senti furbissima, un mito assoluto e poi ti ritrovi la vigilia di Natale a ricordarti terrorizzata di aver regalato un dopo barba per tuo zio che non si rade dal ’98 e uno smalto a tua cugina che si mangia le unghie da ancora prima.

E poi l’anno del “Ma no dai, qualcosa di personale per tutti!” Ma è matematico che ognuno di noi ha qualcuno cui deve fare un regalo che non ha hobby, passioni, necessità e ogni volta ti ritrovi a pensare se sarebbe proprio brutto fare solo un biglietto di auguri.

Infine il dubbio di QUANDO comprare. Perché quando mi convinco che comprerò ad ispirazione, senza pianificare a tavolino, mi ritrovo ogni anno a novembre, appiccicata ad una vetrina a pensare:

Carinalacompro! Manodaimancatantotempo! Setroviqualcosadimeglio? Lacomprocomeriserva…Masenonhaiunaliramancoperiregalicerti…

E se non la compro…poi non trovo mai niente di meglio.

La compro…e i giorni successivi trovo 27354925 cose che sarebbero state 385739507 volte meglio.

Avete capito di cosa parlo vero? E siete pronti a tutto questo?

Io quest’anno ho deciso di “ansieggiarmi” felicemente, perché una vocina dentro me mi ha ricordato che nessun CHI, COSA o QUANDO sarà mai un problema in confronto al vero grande ed immenso dilemma del Natale:

Cosa rispondere ai nostri figli quando ci chiederanno:

MA BABBO NATALE ESISTE??????????!!!!!!!!

 

Vuoi restare aggiornata sui miei pensieri bradipi? Seguimi sulla mia Pagina Facebook.

 

0 comments

Tre Terribili Trappole

| Mamma bradipa suggerisce, Senza categoria

 

Nella mia breve esperienza da mamma, ho potuto verificare che ci sono delle situazioni in cui se non mettiamo in pratica comportamenti  esemplari  adeguati, non vi sono ripercussioni future. Altre invece, in cui basta una volta e il castello di carte che abbiamo costruito fino a quel momento con tanta fatica, crolla.

Ecco, queste ultime situazioni secondo me sono le

TreTerribiliTrappole degli under 3:

 

  • I Braccio di Ferro: la durata di una lagnante richiesta supplichevole è direttamente proporzionale alle volte che abbiamo ceduto nell’accontentarla;
  • Le Parole nervose:Tutto quello che diciamo ai nostri figli quando siamo nervose, lo ridiranno a noi quando meno ce lo aspettiamo;
  • I Patti:se non manteniamo le promesse, perderemo la loro fiducia.

 

Tutte noi sappiamo quello che andrebbe o non andrebbe fatto. Ma ci sono giorni in cui non ce la possiamo fare.

E allora?

E allora, grazie alla mia pigrizia che mi permette di mettere a punto strategie per riuscire al meglio con la minor fatica, ecco a voi i

TreTempestiviTrucchi:

  • Decidiamo noi: Se proprio vogliamo capitolare, decidiamolo noi. Diciamo ai bambini che so, che siccome è il primo venerdì del mese, la luna è crescente e + per + fa +, allora ok possono fare quello che ci stanno chiedendo da un’ora.
  • Specifichiamo: dai su non diciamo “sei duro”, sei “un testone”, è brutto! Ok, ma quando un piccolo fanciullo, dopo 101 volte che gli diciamo di non farlo, sale per miliardesima volta sul freno a mano mentre tenta i più azzardati modi per uscire dalla macchina, allora? Che dirgli? DolceTesoroAmoreZuccherinoDaiLoSaiSmackSmack???? Ennò! E allora respiriamo e diciamo quando fai così mi fai arrabbiare! Noi ci sfoghiamo e loro imparano pure ad esprimere le emozioni (sì lo so, la storia di esprimere le emozioni è trita e ritrita, ma parola mia che semplifica la vita).
  • Trattiamo: se ci accorgiamo che non possiamo mantenere una promessa, diciamolo! Troviamo una via di mezzo, una soluzione insieme. Non c’è cosa più deludente che non venir rispettati in un una parola presa e un bambino che si fida di noi sarà molto più sereno (e noi meno stressate!)

Ricordate però, i TreTempestiviTrucchi, vanno usati soli in caso di necessità; un po’ tipo il Jolly quando si gioca a carte.

Per tutti gli altri casi, c’è la nostra incommensurabile Pazienza!

 

Se vuoi rimanere aggiornata sui miei pensieri bradipi, metti mi piace alla mia Pagina Facebook

0 comments

La vita non è un film

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Ho sempre invidiato la complicità dei due attori protagonisti dei film di azione.

Passano gli anni, migliorano gli effetti speciali, ma la trama gira e rigira è sempre la stessa:

Intanto sono due fighi intergalattici. Lui ovviamente stile bello senz’anima e lei stile puppe senza reggiseno. All’inizio si odiano; di solito lui è un po’ pesante con le battute e lei un po’ troppo veloce sui tacchi (sì avete letto bene, tacchi) e non stanno mai a meno di un metro di distanza.

Ma poi succede qualcosa di pericoloso/romantico/tragico/tenero per cui lei capisce che lui è la persona migliore del mondo e che è così odioso perché ha sofferto terribilmente da bambino a causa delle più disparate disgrazie.

A quel punto i due diventano inseparabili.

Le donne che guardano il film a questo punto fanno il conto alla rovescia per vederli innamorarsi.

Gli uomini continuano a domandarsi quello che si son chiesti dalla prima scena: lei si spoglierà?

Comunque. Il film prosegue e verso la fine, c’è ovviamente la sequenza più pericolosa ed emozionante.

I due, che amichevolmente chiameremo James e Bonda, si trovano a metri di distanza, barricati dietro oggetti di fortuna, piovono cattivi ovunque, loro sono feriti e come arma, hanno un coltellino da campeggio in due, ma….

…Bonda annuisce con la testa guardando James e lui fa lo stesso come a dire “ci siamo capiti”.

Tu pensi che Bonda  abbia sentito un <<prè>> e abbia subito sgamato James che “confessa” l’imprevista flatulenza;

O che improvvisamente una radio trasmetta Pasito Pasito e con quel gesto del capo non possano che essere d’accordo nel dover iniziare a ballare e vaffanculo il pericolo.

E invece no. James comincia a mimare convulsioni per distrarre il nemico, intanto Bonda fugge veloce (sui tacchi) ad inserire un codice che tutti noi spettatori sappiamo che solo James conosceva, poi lancia una monetina da 5 centesimi in aria e James capisce che deve fare una mossa di Super Mega Uga Uga Ninja per atterrare i cattivi che erano arrivati a controllare il suo stato (solo perché ovviamente serve VIVO); se fosse stata una monetina da 10 cent avrebbe dovuto cominciare a ballare la Macarena ed annientare il nemico con un colpo d’anca durante il cambio direzione al momento del “AE’ “!.

Ovviamente tutto finisce benissimissimo con i due che si baciano e si sussurrano “tra noi basta uno sguardo per capirsi”.

(Ah, lei non si spoglia).

Ora cambiamo scenario.

I nostri protagonisti sono Bradipo e Bradipa che sono alle prese con i nemici più feroci di sempre: nervosismo e stanchezza. Nella scena finale, quella più pericolosa, arrivano due gnomi in disaccordo che espongono i loro punti di vista. Uno dei due, conclude il discorso dicendo: “mamma, papà, ho ragione io, vero?”

…Bradipa annuisce con la testa guardando Bradipo e lui fa lo stesso come a dire “ci siamo capiti”.

Ma ovviamente, Bradipo dice un convinto NO e Bradipa, un deciso SI’.

Ciao ciao “finale benissimissimo”.

Si ritirano per deliberare, riescono esanimi a trovare un accordo e a far tornare la pace in famiglia, dopo aver sudato sette camicie (magliette va, che lavare e stirare le camicie è troppo faticoso).

 

Che la vita non fosse un film, lo sapevamo già.

Ma cazzo, un minimo di culo con il 50% di possibilità no eh!?

Se l’articolo ti è piaciuto, fammi sapere se ci sono argomenti che vorresti che trattassi e seguimi sui social!
Pagina Facebook Profilo Instagram: mamma_bradipa Canale Youtube

0 comments

Tipologie di mamme dal pediatra

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

L’ultima volta che sono andata dal pediatra, ci sono stati degli intoppi logistici ed ho dovuto aspettare parecchio. Per fortuna dovevo solo recuperare delle ricette ed ero senza bambini.

Così mi sono messa ad osservare le varie tipologie di mamme che erano lì in attesa.

L’ANSIOSA. Ha un bambino al di sotto dei sei mesi; non conosce ancora i cocktail di virus da asilo, ma ne ha sentito le più dettagliate descrizioni. Per lei andare dal pediatra, è più una sfida a non far peggiorare il figlio, che la possibilità di farlo star bene. La si riconosce perché si affaccia intimorita alla porta e con voce flebile domanda: “Ehm scusate, siccome mio figlio ha 73 giorni, c’è qualche bambino che sta male? Perché sennò magari, ecco, aspetto fuori e mi chiamate quando è il mio turno…”. In risposta, solo degli sguardi alla MaFallaFinita e quindi si rassegna a fare dentro e fuori 57 volte. Quando arriva il suo momento, schizza dentro allo studio quasi in apnea e con un fagottino in braccio con la tuta gialla alla Virus Letale.

LA PRATICAMENTE MEDICO. Classicamente è logorroica e dopo un minuto sa tutte le problematiche di tutti i bambini presenti e pure dei loro parenti di primo e secondo grado. Per un momento ti domandi se è una tirocinante del medico che prima della visita recupera le informazioni necessarie. Ma poi comincia a raccontarti i sintomi di suo figlio dalla nascita, alla mattina stessa. E come ciliegina sulla torta aggiunge “Sai l’ho portato a far vedere, ma lo so già cosa devo fare figurati…al giorno d’oggi con internet che ci vuole…basta un po’ di paraceTImolo e un po’ di areosò!” Oddiamine! Come darle torto!!!!

LA DEVO FARE SOLO UNA DOMANDA. Non mi dite che non ne avete mai incontrata una perché non ci credo. Entra trafelata, sudata, con un sorriso a 45 denti e chiede chi sia l’ultima. Fin qui nulla di male. Ma poi comincia a dire “Ah io devo fare solo una domanda!” agitando le chiavi davanti al viso, come a volerci ipnotizzare a pensare chiavi in mano=rapidità. Il medico apre la porta e lei con sguardo così dolce che Bamby in confronto era un cerbiattaccio malefico, dice “Posso entrare un attimo, solo una domandina”…una giravolta, i capelli fluenti che distraggono e bum la porta si chiude. Con loro dentro. E ovviamente si riapre dopo 43 minuti.

L’UNTRICE. Arriva con minimo due bambini tra i due e i sette anni che amano girellare nella sala d’aspetto. Tossiscono come draghi senza conoscere la possibilità di poter mettere una mano davanti alla bocca a limitare sputacchi infetti e si asciugano il naso colante con la mano mentre toccano tutto; perché la loro mamma, non ha MAI fazzoletti. Accorgendosi degli sguardi angosciati degli altri genitori, dice ai bambini “state buoni che avete 39.3 e tutte quelle macchie sospette addosso! Via abbiate pazienza, ora tocca a noi così il medico ci dice se siete contagiosi…”e tu ti maledici per aver portato tuo figlio, perfettamente sano, a fare il bilancio di crescita proprio oggi.

L’ORGANIZZATA DAI TEMPI STRETTI. Di solito è una mamma impegnatissima che ha i minuti contati per la visita dei bambini. Quindi li porta con una mise interamente con gli strappi per velocizzare le operazioni di svestizione e vestizione, facendo invidia ad Arturo Brachetti ed ai più veterani spogliarellisti. Le domande sono tutte stampate su un foglio ed anche le possibili risposte, in modo da dover semplicemente barrare con una crocetta quella corretta. Arrivano esattamente quando è il loro turno, facendo dei complessissimi calcoli tra l’orario di appuntamento e il ritardo maturato dalle visite precedenti. Arrivano, si fanno visitare ed escono in 13 minuti netti.

Poi è stato il mio turno: L’OSSERVATUTTIPERCHE’DEVESCRIVEREILSUOBLOG. Se in sala d’attesa vi accorgete di una che vi fissa, sappiate che sono io! Uahahahahahahaha (risata malefica).

0 comments

Blogger Recognition Award

| Mamma bradipa suggerisce, Senza categoria

Come mi piacciono le iniziative tra blogger!

Come quali? Quelle come questa, la Blogger Recognition Award (BRA), riconoscimento che viene assegnato dai blogger ad altri blogger, quando si ritiene che un blogger stia facendo un buon lavoro!

Ebbeneeeeee! Sono stata nominata da Datemi una M !!!!!!!!

E io che avevo aperto l’articolo per scovare qualche nuovo blog da curioseggiare, ho trovato anche me!

Ma fatemi spiegare bene di cosa si tratta:

Cinque regole facilissime:

  1. Ringraziare il blogger da cui si è ricevuta la nomination linkando il suo blog;
  2. raccontare come è nato il proprio blog;
  3. dare consigli ai nuovi blogger;
  4. Inserire un commento nel blog di chi ti ha nominato linkando il tuo articolo di ringraziamento;
  5. nominare infine i 15 blog (meglio se emergenti) che sono per noi meritevoli di essere seguiti.

Quindi parto ringraziando la mia nuova amica virtuale, nonché anima del blog Datemi una M

Il suo è un blog che ti resta subito appiccicato, a me ha dato l’impressione di conoscerci da tempo, per la verità e semplicità con cui scrive, ma anche l’estrema profondità e ironia! E ogni volta che scorgo il titolo di un nuovo articolo, ho subito voglia di leggerlo!

Quindi grazie mille cara per tua nomination!

E io? Io ho aperto il mio blog per due motivi: perché adoro scrivere e perché sono “Pensieramente egocentrica”; su ogni argomento vorrei far sapere agli altri come la penso e mi piace scriverlo perché ho più tempo per esprimere esattamente ciò che voglio intendere.

In più per una vita mi sono vergognata di essere pigra, di non aver voglia di fare le cose più banali perché mi sentivo diversa.

Così un bel giorno ho detto basta. Io sono questo, sono una mamma in un corpo di bradipo.

Ed è nato Diario di una Mamma Bradipa.

Ci ho preso gusto ed adesso il mio blog è – per dirla in bradipese – il mio divano&copertina.

Per cui, seppure principiantissima, quello che mi sento di dire ai nuovi blogger, è di far sì che scrivere diventi qualcosa che vi scalda il cuore, che vi emozioni come una canzone amata, a volte vi commuova come un film d’amore. E soprattutto, non mollate alle prime avversità; informatiche, di consensi, di ispirazione…tenete duro e vedrete quanta soddisfazione personale ne ricaverete!

E adesso nominationnnnnnn in ordine sparso, non è una classifica (ommamma sembro Cattelan)

No va beh
Ilafloreart
Una Mamma Zen
La Nemina
Gina Barilla
Scuola di Viaggio
Preferivo fare l’uovo
Una mamma psicologa
Piccole pesti crescono
Mammansia
Preveniamo insieme
Smallbudgetdiva
Come vivere a colori
Due cuori e una capanna
Mamma che gioia

Se ne avete altri da farmi conoscere, scrivetemelo nei commenti!

 

4 Comments

Di capelli bianchi e di pancetta.

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Stavo per compiere 30 anni, dopo qualche settimana mi sarei sposata e passando davanti allo specchio lo vidi. Lui.  Un capello bianco. Mi guardava villano. Era più spesso e più riccio degli altri capelli marroni. Direi che era un capello incacchiato. Come osa pensai, e lo strappai.

A quel punto comparve una nuvola viola con una vecchina con pezzola in testa e neo peloso sul mento che mi annunciò la profezia: “Cara mia, per ogni capello bianco strappato, altri sette ne nasceranno!” e Pouff, sparì.

Impavida, continuai a cercarne altri, dopotutto rischiavo di diventare schiava della tinta. Io, quella per cui due shampoo, sono già un esagerato trattamento di bellezza.

Con le mie pinzette da ninja, ho cominciato a cercarli con lo stesso sguardo assassino con cui si cerca una zanzara che ti ronza nell’orecchio, in una calda notte d’estate.

Anche prima lo stavo facendo. Stasera però, mi sono venuti in mente gli uomini. Gli uomini e i loro capelli bianchi.

E mi sono fatta una domanda:

Perché una donna con qualche capello bianco è trascurata, una mammamiasembramianonna, una ma non si vergogna? Ma lo sa che esiste la tinta? E via dicendo?

E perché un uomo no? Perché un uomo diventa maturo, affascinante, addirittura più erotico, un piùpassailtempoepiùmigliora?

Poi, mentre riponevo le mie pinzette, ho guardato in giù verso la mia pancia. Lei. Che mi rassicurava.

Perché cavolo almeno per la pancia, maschi e femmine, sono uguali. E’ facile, elementare:

piatta e soda ok, tonda e flaccida bleah.

E invece no! Ora pare che la pancetta sia rassicurante e sexy.

Vebbé dai, giusto, per i capelli vincono gli uomini e per la pancia le donne.

Dopotutto ha anche un senso: la donna partorisce, facendo diventare il suo utero dalle dimensioni di un’albicocca, grosso come un cocomero una, due o anche tre volte; quindi ci sta tutta che quella pancetta che resta, possa rappresentare un valore aggiunto invece che un chilo da levare e che i muscoli lassi che hanno abbracciato un bambino, possano sembrare qualcosa da ammirare.

Ma anche qui vi sbagliate. Perché la pancetta va bene per i maschi, non per le femmine. Mhmh, avete capito bene.

E allora non mi sono fatta nessuna domanda.

Mi sono data una risposta. Mi sono detta che tutti queste indicazioni su ciò che è figo, su quello che va bene e quello che no, le portiamo avanti noi donne. Noi donne che ci facciamo la guerra invece che spalleggiarci. E appena una è fuori dai canoni, la additiamo.

Avete presente due amici maschi con la pancetta che si incontrano? “Anche te hai messo su una bella ciccetta eh?! Vieni, beviamoci una birra per non farla andare via” e giù risate. Birra. Stop.

Avete presente due amiche femmine con la pancetta che si incontrano? “Oh ciao, ti vedo bene!!!!!” Con sorriso rigido e malefico mentre pensano <<evvai ne ha più di me!>> e giù finzione. Nessuna birra. Finzione, finzione e finzione.

Che per carità, non è che son qui a dire che uno non si deve prendere cura di se stessa se ne ha voglia o passare il concetto che si deve andare controtendenza per forza. Ma per lo meno facciamoci furbe! Facciamo diventare di moda quello che ci torna comodo, che ci fa sentire sicure e serene e non portiamo avanti degli standard difficilissimi da raggiungere.

Perché care mie, invece che stare a dire “Uh hai visto Tizia come è ingrassata?” oppure “Hai visto Caia come non si tiene?”, non sarebbe meglio una bella birra fresca?

Secondo me sì. E sono astemia.

 

2 Comments