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Il Natale a scuola con un figlio e con due figli

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Buongiorno mamme!

Come sono i vostri rapporti con la scuola nel periodo natalizio? Pieni di entusiasmo o pieni di stress? E soprattutto: siete coinvolte con un bimbo o con due?                        Perché le cose cambiano….

LA RIUNIONE A SCUOLA

Figlio unico:                                              Quando alla riunione di settembre, le maestre annunciano lo spettacolino di Natale, sul tuo viso ancora abbronzato, si forma un leggero sorriso misto di orgoglio e curiosità.

Due figli:                                                    Quando alla riunione di settembre, le maestre annunciano lo spettacolino di Natale, sul tuo viso ancora abbronzato, si forma una leggera smorfia mista di “speriamo che i due spettacolini non siano lo stesso giorno alla stessa ora ” e “stavolta mi metto in prima fila cascasse il mondo”. Oppure sei alla riunione dell’ altro figlio e quando tutto verrà scritto sul resoconto della rappresentante nella chat di classe, sarà ormai tarda sera, starai dormendo sul divano a bocca aperta e con sottofondo una puntata dei Robinson. La mattina troverai 98 notifiche di “grazie, gentilissima!”, “Ma si sa già la data?”, “quanto durera?” – e tu non capirai assolutamente nulla.

I VESTITI PER LO SPETTACOLINO

Verso metà novembre, le maestre annunciano i vestiti da indossare per lo spettacolino. Solitamente una maglia rossa o bianca e dei jeans…

Figlio unico:                                              Cavolo i jeans li ha celesti e blu, serviranno mica azzurri classici? Ma sì, gliene compro un altro paio.                                            Maglia? Non ha nessuna delle due! Compriamole entrambe che poi magari una non gli dona, oppure la bruci a stirarla, oppure qualcuno non ce l’ha e gliela presti, oppure…insomma ne compri due.

Due figli:                                                           Nel tuo cervello, non appena in un negozio compare la scritta “collezione autunno- inverno”,  si innesca il riflesso Pavloviano che ti fa comprare in automatico una maglia rossa e una bianca ciascuno. Quella bianca non devi usarla MAI perchè sennò a dicembre è grigina schifosina. I jeans vanno bene di qualsiasi nuance di blu. Han detto jeans, non hanno dato la palette con il numero della tonalità.

IL CALENDARIO

Figlio unico:                                                        A dicembre, ti diletti a scrivere con le penne colorate gli impegni scolastici dell’unicogenito…azzardi anche il disegno di una nota musicale nel giorno delle canzoni, forbici e colla per il laboratorio, fuochi d’artificio per l’ultimo giorno di scuola.

Due figli:                                                               Il mese di dicembre sembra uno di quei giochini enigmistici in cui un simpatico gattino deve capire quale filo arrivi al suo gomitolo: un casino di frecce, scritte piccolissime, sigle azzardate. Trovi per esempio MSC e per un secondo pensi che stai per partire per una crociera, ripiombando poco dopo nella consapevolezza del vero significato:  Mercatino Scuola Cesare.

IL MERCATINO

Figlio unico:                                          Preparare qualcosa che sarà venduto, ti mette un’ansia sovrumana. Ci vorrà qualcosa di natalizio o che va bene tutto l’anno? Qualcosa da mangiare o no? Lo compro o lo creo? Arrivi con super stress a dicembre e ti ritrovi a portare un poutpourri creato da te che profuma di gelsomino e colla vinilica.

Due figli:                                                         Cioè doppio lavoro. Doppio tempo da investire. Doppio investimento economico. Quindi da luglio, cominci a conservare tutto il conservabile, rischiando di tenere anche i coperchi degli yogurt perché in effetti è un alluminio tondo e di un bello spessore, ma la muffa che trovi dopo una settimana ti fa desistere. Tutto per proporre il meravigliosissimo riciclo creativo, altrimenti detto “che acciderbolina ci potrei fare con sta roba?”

 

L’ANSIA

Figlio unico:                                              Dunque quella per il mercatino l”abbiamo detta. Poi c’è quella che non suoni la sveglia il giorno dello spettacolino, che un meteorite ti impedisca di raggiungere la scuola, che il bimbo pianga, che TU pianga o che tu NON pianga.

Due figli:                                                          Con il secondo figlio si ha meno ansia. Tranne che a Natale. A Natale raddoppia. La sveglia è ancora prima e quindi oltre a non suonare, potresti spegnerla e riaddormentarti senza nemmeno accorgertene. Doppi viaggi a scuola, doppia possibilità di meteorite. Le canzoni del grande sono ad un orario, le canzoni del piccolo ad un altro. Ma almeno sul pianto, puoi star tranquilla per il grande! Ennò perché la giornata storta ci sta per tutti e finché non ha finito, non sei tranquilla. E ti senti schizofrenica mentre guardi con orgoglio il tuo bimbo grande che calca le scene con la naturalezza di un attore navigato e la tenerezza struggente mentre osservi  il piccolo incerto e intimorito alla sua prima esperienza.

 

In ogni caso, tra un lavoretto, una corsa, una lacrima e una sudata, anche quest’anno arriverà la sera dello spettacolino fatto, dei lavoretti per il mercatino consegnati e del cellulare pieno zeppo di bellissimi DOPPI ricordi…

Buon Natale a tutti!

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Le persone ed il vostro test positivo: tipologie di reazioni

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test positivo

Panzone! Oggi mi rivolgo a voi!

Quando si aspetta un bambino, le persone che ci circondano influenzano molto il nostro umore…con i loro comportamenti, con i loro discorsi…con le reazioni nei confronti dei nostri pensieri e delle nostre decisioni.

Tutto parte da subito! Appena si annuncia la dolce attesa!

A quante persone avete detto che aspettavate un bambino? Cosa vi hanno risposto?

Il mondo è bello perché è vario, ma un po’ tutte noi, non appena due lineette rosa compaiono su in test, veniamo a contatto con gli stessi tipi di reazioni alla nostra “incintezza”.

Io ad esempio, nelle mie due gravidanze, ne ho incontrati 5:

Le drammatiche chi non trova le Zia Assuntina di turno? “Oddio incintaaaaaaaaaaa oddio speriamo vada tutto bene eh?, se ne sente tante!!!!! Speriamo che ti dorma eh perchè il primo anno io non ho dormito, ah cmq la vita sociale scordatela eh, e il latte! speriamo tu abbia il latte che sennò! via tanti auguri eh speriamo in bene.”
Ma se invece che dir loro che eravate incinte dicevate che vi eravate rotte una gamba che vi avrebbero detto? No, così per sapere!

Le romantiche: le riconosci perché non appena vengono a sapere che avete un test positivo, cominciano ad inondarvi di messaggini con i cuori, a dirvi che la vostra vita comincerà adesso, che avrete un pezzo del vostro cuore fuori da voi stesse, vi linkeranno tutti i siti in cui si acquistano gli anelli con le perle di latte materno, i set per i calchi del pancione, i servizi fotografici per mamma e papà, vi disegneranno un possibile tatuaggio dove ovviamente impererá il simbolo dell’infinito e vi cominceranno a chiamare tesoro o dolcezza per i successivi 8-9 mesi. In questi casi si consiglia uno screening anticipato del diabete gestazionale.

Le NonSoloMammaMaAncheDonna sono quelle che se con un neonato di tre mesi non hai capello fatto, unghie fatte e lingerie sexy, ti sei annullata, perché una mamma non deve dimenticarsi di essere donna…Quindi appena restate incinte cominceranno a bombardarvi con “Oh ma non ti metterai mica quelle tutone larghe e brutte eh?! Scordati i mutandoni bianchi! E promettimi che ti truccherai sempre!” Ma se per un po’ non ho voglia/tempo di dedicarmi a me stessa che male c’è? E soprattutto gente, comodi come i mutandoni bianchi, niente al mondo!

Le CheVuoiCheSia: sono quelle che hannon3-4 figli e che con il loro atteggiamento, si insinuano tra sopracciglio e fronte, là dove si annidano le prime preoccupazioni che svanirebbero con un semplice “stai tranquilla”, ma loro no, loro ti dicono robe tipo “basta organizzarsi” “Non bisogna piangersi addosso” e allora sì che quelle microscopiche paure, diventano macigni di mancanza di fiducia ed autostima che ti fanno credere di essere una pippa in confronto a chiunque, anche ai campioni di tiro di caccole o di grattamento bilatelare di orecchie a tempo di musica.

Le nonmamme: con questa categoria intendo quelle che non hanno figli e manco ci pensano e che la notizia di una vostra gravidanza, provoca in loro una ruga in più, quella data dall’estremo sforzo di farvi un sorriso, quando nella loro mente invece, si figura una bella x nera sulla vostra faccia, nelle foto delle serate in discoteca. “Ora non cominciare a parlare solo di emorroidi e gambe gonfie eh? e se vogliamo andare a mangiare il sushi non rompere eh?!” Grazie friend, sono felice che tu sia così felice per me…

E voi? Che tipologie di reazioni avete trovato?

Qual è stata quella che vi ha reso più felice e quella invece che vi ha fatto uscire il fumo dalle orecchie?

Ho fatto anche un video basato su questo articolo…se avete voglia potete trovarlo qui

https://youtu.be/3KaL5MrJEZs

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La sfiga di essere una mamma psicologa

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dialogo

Quando mi laureai, nel lontano 2006, agli occhi della gente fu come se fossi diventata una specie di Cloris – la zingara che fa le carte.

Tutti mi raccontavano i loro sogni, mi chiedevano pareri sulla base dei segni zodiacali, o volevano che esprimessi la mia opinione sulle storie d’amore, sapendo solo i nomi dei due innamorati.

“Che secondo te lo devo lasciá Tancredi? ”

“Secondo te, visto che ho sognato zia Pinuccia, che numeri devo giocare al lotto?”

Tutto ciò che cominciava per *Psi* era per me, tutti pendevano dalle mie labbra, anche se io mi affannavo a dire che non potevo conoscere tutto lo scibile psicologico.

Poi sono diventata mamma.

Ed allora, ZIM ZUM ZIP BARABAM!  Automaticamente, i miei ragionamenti, ciò in cui credevo e ciò che dicevo, sono diventati cacchiate, pensieri fasulli come quelli delle finaliste di Miss Italia e degli sconti di 25€ con scritto piccolissimo “su una spesa minima di 1500”.

Se dicevo A era ovvio che la verità fosse B perché tutte le persone del mondo, avevano in mano la VERAVERITA’, come la vicina di casa di Piera ,che fa la gelataia, che se ha detto che è B, è insindacabilmente e per sempre B.

Una laurea ed una specializzazione, cancellate dalla mente delle persone, solo perché avevo un neonato.

Gli anni passano, ma la storia continua.

Perché essere psicologa, non è lo stesso che essere elettricista.

Grazie, direte voi, non ci eravamo proprio arrivati.

Pensate a GianGiusberto, l’elettricista che lavora in piazza. Se vi dice che toccando quel tal cavo non prenderete la scossa oppure sì, tutti ci credereste. Perché l’elettricità è governata da leggi ben precise e nessuno le mette in dubbio.

Ma pensate ora a GianGermana, la psicologa che lavora in piazza. Se all’interno di una conversazione vi dice che prendere a ceffoni un bambino non è una soluzione efficace, nessuno (o quasi), ci crederebbe. Perché la psicologia non ha leggi assolute ed universali ed ognuno si sente competente nel criticarle.

E allora interviene Edismunda che se ne esce con “ahhhh, io son cresciuta a suon di ceffoni e son venuta su bene!”

“Ovvio!” rincara Edoardina, “una ciaffata al giorno leva i problemi di torno!”

E inesorabile, c’è sempre l’ Ermenegilda di turno che fa “ora lei perché è laureata, mi vuole insegnare a fare la mamma dei miei figlioli! Io non lo so!”

Allora. Io mi sarei un po’ rotta le palle.

Quindi, così come sfogo personale mio e informazione generale per chi ha voglia di leggere, ascoltarmi o avere conversazioni con me, ci tengo a precisare che:

1. Il fatto che sia psicologa, non presuppone che le mie parole siano oro colato per tutto ciò che concerne la psicologia;

2 il fatto che io sia psicologa, non presuppone che io dica delle cazzate per tutto ciò che concerne la psicologia;

3 il fatto che abbia studiato psicologia, non fa di me una gasata con la puzza sotto al naso che si crede di sapere tutto;

4 il fatto che abbia studiato psicologia, potrebbe voler dire che su certi argomenti ne so di più di te che ti occupi di altro.

5 se siamo io, Mariè, Carlè, Sarè e Catè – e Sarè è parrucchiera, se devo chiedere un parere sulle doppie punte, lo chiedo prima a Sarè e non dò per scontato che sia una parrucchiera dimmerda incompetente.

Se qualcuno è competente in qualcosa, non è A PRIORI un imbecille pieno di sé e magari vale la pena di prendere in considerazione ciò che dice.

Che siano un elettricista, una psicologa, una parrucchiera, una maestra, un verduraio, un’ostetrica, un’artista, una ragioniera ecc ecc ecc…hanno la stessa possibilità di essere competenti o di essere imbecilli!

E poi gente, di imbecilli c’è pieno il mondo…mica potranno essere tutti psicologi eh?!?!?!?!?

 

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Da 4 a 2.

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da 4 a 2

Ed ecco un bel post nostalgia!

Primi freddi, vento gelido, festività alle porte… è quasi d’obbligo.

Ed allora ecco qua…
…Ho trascorso gli ultimi sette anni circa, a cercare di trovare un equilibrio mentale che garantisse un equilibrio familiare che andava ritrovato ad ogni fase di crescita dei bambini.

Io, abitudinaria e programmatrice, da sempre vivo i cambiamenti come un eremita vivrebbe il giorno di ferragosto se fosse portato su una spiaggia turistica nell’orario di punta: mi viene l’orticaria e qualche tic.

Divento come il banco a sette e mezzo che sballa;

Il programma di un pc che crasha;

Un chicco di mais che diventa pop corn.

Dopo il turbinio tra matrimonio, nascita di Giacomo e nascita di Aurora, da un annetto a questa parte,  ho trovato una nuova estasi poiché anche la piccoletta, duenne, ha cominciato a rendere possibile riappropriarmi di alcune attività che avevo lasciato da parte.

Ah la routine, i ritmi organizzati e sempre uguali….per molti una palla, per me la pace.

E invece l’altra sera, nuovo assestamento.

Eravamo a casa di amici. Quelli che ti porta il destino. Io e la mia amica ci siamo conosciute al corso preparto, abbiamo fatto il monitoraggio nella stessa stanza, i nostri mariti hanno fatto amicizia in sala d’attesa ed abbiamo partorito ad un giorno di distanza ritrovandoci in ospedale insieme.

Ci vediamo ogni tanto perché abbiamo abitudini diversissime e quindi quando lo facciamo, non possiamo fare a meno di notare il passare del tempo.

Quando i bimbi avevano un anno, eravamo tutti e sei seduti in terra, i nostri discorsi erano vocine e vocette dei pupazzi che muovevamo per farli divertire. Andavamo via e nessuno aveva raccontato niente di nuovo all’altro.

Quando i bimbi avevano due anni, non riuscivamo a stare in più di tre contemporaneamente in una stanza. Non parlavamo proprio e inseguivamo i teneri virgulti.

A tre, gli ometti hanno cominciato a giocare tranquilli, ma io allattavo/cambiavo/addormentavo Aurora.

A quattro, i bimbi giocavano tranquilli, ma metà di noi faceva vocine ad Aurora.

A cinque, i bimbi giocavano tranquilli, ma metà di noi inseguiva Aurora.

A sei, cioè l’altra sera, eravamo di nuovo seduti; non in terra, ma comodi sulle sedie davanti al camino. E solo noi 4 genitori. I bimbi erano in salotto a giocare tranquilli.

ImprovvisamenteDopoSeiAnni, era come se fosse una serata prefigli. Come se da 4 fossimo tornati 2. E per quanto fossi strafelice di aver star chiacchierando più che in tutti i nostri precedenti incontri messi insieme, un velo di paura di essere diventata inutile era presente nei miei occhi.

La mia mente non era preoccupata del fatto che potessero farsi male.
I miei occhi non cercavano continuamente la porta della stanza in cui giocavano.
Le mie mani non stringevano nulla.
La mia bocca non pronunciava continuamente i loro nomi.E a fine serata non ero stanca. Cioè. Non stanca come qualche anno fa, intendiamoci.

E quindi? Come affronterò questa nuova fase?

Mi iscrivo in palestra????????

PUHAHAHAHAAHAHAAAAHHHHHHHHH!!!

P.s. no il terzo non lo faccio.

 

 

 

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Corso preparto a chi?!

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corso pre parto

Avete mai provato a chiedere alle vostre amiche incinte se faranno il corso preparto? Salvo una piccola percentuale che vi risponderà un entusiastico sì, la restante parte si dividerà tra chi non è per niente interessata perché non è una cosa nelle proprie corde ( e su questo niente da dire) e quelle che avranno una reazione alquanto bizzarra:

prima vi guarderanno come se aveste della rucola tra i denti;
poi come se scoprissero che non è rucola, ma un verme
e poi sgranando gli occhi, risponderanno NO con paura, terrore e sdegno, come aveste detto loro che avrebbero dovuto fare bungee jumping senza elastico.

Io che di corsi ne ho frequentati addirittura due (sono di sicuro presente nel libro dei Guinness dei Primati, nella pagina accanto a quella del salto nella pozzanghera più grande di Papà Pig), mi son chiesta spesso perché.

E sono giunta alla conclusione che nell’immaginario collettivo, il corso preparto è considerato o come una specie di campo per Marines, o come un ritiro per Figli dei Fiori.

Nel primo caso, il Sergente, si fa chiamare Ostetrica. È una tizia, abbastanza vecchia, corpulenta, con un neo peloso sul naso e una voce che sfonda sette mura.

Costei vi spiegherà come son fatte le vostre patate e come si trasformeranno durante il travaglio, con la poesia di un badile che spala cacca di cavallo.

Flessioni e corse intorno all’edificio, sotto la pioggia e sotto la neve, perché la frase  “mamma: il mestiere più difficile del mondo”, ha inizio da qui.

Vi spiegherà come respirare, spingere e partorire soffrendo.

Nel secondo caso, corso preparto equivale ad immergersi in un mondo di cuoricini e petali di fiori, di racconti talmente melensi che 9 su 10, vi aggiudicherete il diabete gestazionale e in cui qualsiasi cosa che parla di un neonato è bellezza e amore;

Compresa la loro pupù tesorosa che straripa dai pannolini.

Compresi i rigurgiti che formano disegni bellissimi sui nostri vestiti.

La Dea del Parto si fa chiamare Ostetrica e non parla,sussurra. Non cammina, ma fluttua.

Vi farà intrecciare coroncine fiorite e stare in posizione fetale per 123 minuti per sintonizzarvi con vostro figlio e vi farà dipingere quadretti ad acquarelli, di teneri puttini.

Vi spiegherà come respirare, spingere e partorire intonando canti celestiali.

 

Se la realtà fosse questa, avrei di sicuro abbandonato a metà il mio primo corso preparto e mai mi sarei sognata di seguirne un secondo.

I corsi sono condotti da professionisti senza idee strampalate o modi di fare estremi. Negli incontri preparto si imparano cose utilissime, si conoscono nuove persone e si racconta e si partecipa quanto si desidera. È un momento di relax e di coccola, accogliente e non giudicante.

E soprattutto, contrariamente al nome che portano, i corsi preparto ti lasciano un bagaglio di esperienze che sarà utilissimo per molto molto tempo!
Fateci un pensierino mamme panzone che state leggendo!

 

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Da Bradipa ad Anatra

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Care Moms

Dopo lo sdoppiamento di personalità in mamma bradipa a mamma bradipa psicologa,

Oggi per voi addirittura un mutamento animale: da bradipa ad anatra!

anatra

Questo articolo è d’obbligo perché so che se in questo periodo dell’anno non mi sentite, pensate subito che in depressione post ferragosto, fine estate, inzio dell’autunno eccetera eccetera eccetera.

Ma contro ogni mia più fantascientifica previsione, quest’anno settembre non lo temo come fine di qualcosa, ma lo attendo come inizio di altro.

No non mi hanno rubato l’account.

Non ho nemmeno bevuto la Coca Cola con le menthos dentro e non sono nemmeno montata su un ottovolante così veloce da invertirmi i pensieri.

No. Sono sempre io.

Solo che quest’anno a settembre ricomincio a fare quello che avevo smesso di fare da tanto. Fare la psicologa.

Con i miei ritmi bradipi, i miei guizzi geniali e le mie paranoie ansiose, sto mettendo insieme tante idee. E per la prima volta dopo taaaaanto tempo, la voglia di cominciare è molta di più di quella di progettare.

Che la passione sia un salva vita me lo racconta anche il fatto che per il momento non sono ancora a rischio infarto per l’inizio delle elementari di Giacomo e l’asilo di Aurora.

Settembre di inizi e non di fini.

In realtà l’ho sempre saputo. Che mi sarei trasformata in anatra intendo.

Che dal non riuscire a combinare niente se non starmene avvinghiata ai miei figli, mi sarei sgranchita le gambe (ops, le zampe) un passo più in là con i bimbi ad un passo più in qua, come teneri anatroccolini.

Le mani non sono più occupate a stringere manine sudaticce, le braccia non sollevano più dozzine di chili cicciosetti –  e la mente, non deve più pensare ad anticipare qualsiasi evento che si possa verificare nel raggio di 8 chilometri intorno ai bambini e in qualsiasi dimensione temporale.

Così il cervello, alleggerito e ringiovanito, se ne può tornare a sguazzare nelle passioni e interessi messi in bozza.

Per me, “fare figli”, è stata la forma più elevata di creatività. E per fortuna, quando Aurora ha compiuto due anni, la creatività ho deciso di direzionarla nella professione!!! 🙂

Però la mia anima bradipa è nel DNA non vi preoccupate eh!?

Volevo solo rassicurarvi sul fatto che non sono in preda al panico che avevo prospettato a primavera.

Il calendario non mi fancula, i grembiuli nell’armadio non mi fanno la linguaccia e le giornate sempre più corte non mi salutano con malinconia.

Certo gente, io che parlo di settembre con giubilo e gli faccio l’occhiolino, è inquietante eh?!

Cioè io!

Ho un attimo di smarrimento…

Ok allora penso ai primi pizzicorini di gola, al freddo quando si esce dalla doccia, ai fazzoletti seminati ovunque, ai 45 minuti per vestirsi/spogliarsi, all’ansia per i regali di Natale e…..

Ahhhhhhhhhhhhh! Aiutooooooooooooooooooo!!!!!!!!!

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Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare

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Cari tutti,

Premetto che non ho mai anticipato una moda. Da ggiovane, inizialmente le mode mi stavano sempre tutte sulle palle. Solo quando erano quasi passate, me ne innamoravo ossessivamente e per questo ero sempre banale tendente al fuori moda. Con l’arrivo dei figli, ho cominciato a seguire la filosofia del “cosa è rimasto di pulito da mettermi” e che ve lo dico a fa.

Oggi però vi parlo di una moda che non mi piacerà mai. Perché come ben sapete, la comodità, insieme al riposo ed al dolce far niente, è il mio motto.

E allora chiedo a voi, normalmente attive, cosa ne pensate di  una questione che mi attanaglia e che contribuisce a rendere più pronunciata la mia ruga da espressione.

Si tratta di un’argomento aulico, di élite direi.

Qualcosa di cui parlano le persone colte, tra un commento letterario e la citazione di una poesia:

IL COSTUME NELLE CHIAPPE.

Nel 1973 Gabriella Ferri, cantava “Tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare” e pare che 45 anni dopo, l’invito sia stato colto alla lettera; altro che eclissi di luna quest’estate…centinaia di lune piene affollano le spiagge.

Quando a giugno ho cominciato a vederne alcune, la settantenne che è in me ha alzato la mano ed ha chiesto parola: “ste ragazzine d’oggi! Ai miei tempi ci si copriva per bene!” Ma poi mi sono resa conto che il fenomeno è presente in una vasta gamma di età e mi sono rassegnata al fatto che siamo di fronte ad una nuova moda che cambia addirittura la funzione dello slip: la mutanda, non serve più a contenere le natiche, bensì a spingerle fuori con astio come quando ti viene addosso qualcuno di sudato e puzzolente in un bus affollato.

Angosciata dalla possibilità che questi costumi diventino gli unici in commercio costringendomi ad indossare quelli interi con panciera contenitiva over 75, mi sono chiesta il motivo di tutto ciò e sono giunta a tre motivazioni principali:

Ragione numero 1: Featuring con Mentadent.
La prima ipotesi è che le ditte che producono costumi siano in crisi economica ed allora abbiano accettato l’aiuto della Mentadent mettendo sul commercio il costume-filo interdentale.

Ragione numero 2: questione di probabilità.
Per ragioni puramente statistiche, ogni tanto una moda non dona per niente, anzi. Per esempio, qualche anno fa, sempre in tema costumi, quella dei calzoncini per ragazzi che, trasformati in mega bermudona, dovevano essere portati in una gamba arrotolati fino all’inguine e nell’altra lunghi al ginocchio: oribbbili.

Ragione numero 3: Rivendicazione del Movimento Contorsioniste Italiane.
Queste ragazze si sono stufate di essere le uniche ad attorcigliarsi su se stesse e pretendono che anche le non atlete, si pieghino/girino/soffrano un po’ nel cercare il segno dell’abbronzatura.

E vabbè. Ci sta tutto.

Ma io mi chiedo, qualsiasi sia la motivazione per cui lo fate, state comode??????!!!!!!!
Già al mare si suda, ci si insabbia, si lotta con i capelli.

Temo per una prossima moda dei tacchi da spiaggia o per un reggiseno che sta su solo se si tengono gli addominali tirati.

Daje donne, ripensateci. Da domani tutte con le care vecchie mutandone.

 

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Mamma Bradipa intervista Mamma Bradipa Psicologa

| Mamma Bradipa Psicologa, Psicologia, Senza categoria

Care Moms,

Oggi vi propongo un’intervista tra Me e Me.

Una cosa maggggica.

Roba che Harry Potter è il tirocinante di Mago Forest.

Niente popò di meno che un transitorio sdoppiamento di personalità.

Tra la vostra cara vecchia Mamma Bradipa e la niù entri Mamma Bradipa Psicologa.

Perché lo so che vi state chiedendo come possano coesistere queste due.

Allora cominciamo:

Abra cadabra pampulo pimpulo parimpampun!!!!!!!!!!!!!! Pouff!

MB: ” Cara Mamma Bradipa Psicologa come pensi di trovare posto in questo blog leggero e spensierato?”

MBP: “Penso di farlo perché la psicologia si può fare tanti modi, non pensate agli psicologi come solo quelli con occhialetti (vabè sì gli occhiali li ho), lettino e blocco degli appunti! Io sono sempre la vostra zuzzurellona anche se vi ho detto che sono Psicologa.”

MB: ” E in che modo vorresti portare la psicologia tra gli articoli che parlano di mammitudine?”

MBP: ” Perché ho capito che il mio modo di fare la psicologa in questo periodo della mia vita, sarà facendo quello che mi riesce meglio: ironizzare e sdrammatizzare il complesso mondo delle mamme… Sul dizionario, alla voce sdrammatizzare troviamo “Presentare fatti o situazioni in modo da privarli del loro carattere drammatico o da attenuarne la gravità”. Ebbene io ho coniato il verbo sdraMAMMAtizzare, un mio personalissimo modo di aiutare le mamme cercando di sollevare il loro morale con le RISATE.”

MB: ” Cara MBP,  secondo me le mamme che ti seguono adesso penseranno :<< ecco adesso questa comincia a fare discorsi sul fatto che siccome è psicologa ha sempre ragione e tutte le altre si devono inchinare alla sua cultura!>> Puoi rassicurarle in qualche modo?”

MBP: “Certo! Io avevo sempre ragione anche prima! Puahahahah no scherzo, odio e ho sempre odiato chi si crede infallibile e incriticabile; e soprattutto con i miei figli non sono in grado di avere lo sguardo distaccato da professionista, quindi sono una mamma come tutte con qualche nozione psicologica che magari può aiutare chi ha qualche difficoltà emotiva.”

MB: “Quindi tu sarai sempre la solita solo con qualcosa in piu’?”

MBP: “esatto, sempre la vostra pigra, svogliata, ironica, tonta, ansiosa e sbruffona bradipa, con qualche guizzo psicologico!”

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E adesso, zullullì zullullá una sola bradipa ecco qua! Pouff!

Eccomi…sono tornata tutta intera!

Dopo questi esilaranti effetti speciali, veniamo a noi:
Ci sono degli argomenti che vi attanagliano e che vorreste riuscire SDRAMAMMATIZZARE un po’?

 

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Le mamme e il meteo

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Care Mamme,

Che rapporti avete con le previsioni del tempo? Vi ci affidate ciecamente o sapete appena che esistono delle App per controllarle?

Io sono una persona ansiosa e figuriamoci se nel mio carnet, mi faccio mancare l’angoscia da brutto tempo! Sia mai!

Inutile dire che da quando sono diventata mamma, la cosa è peggiorata. Se prima, in caso di cambiamento repentino del tempo, potevo prendere la mia borsetta e “correre” al riparo, con tutto l’ambaradan che i figli comportano, sarei stata pronta per il cambio del tempo della settimana successiva. Non tutte sono come me, ne ho evidenziato qualche tipo e sappiate che invidio tutte le categorie alle quali non appartengo!
Anche perché se d’inverno bene o male le attività vengono svolte al chiuso, d’estate quando in caso di pioggia andrebbe tutto a gambe all’aria, le categorie di MAMmeteo, trovano la loro massima applicazione….

Le organizzate per qualsiasi condizione atmosferica.
L’unica spiegazione è che siano agenti speciali sotto copertura. Non solo nessun evento atmosferico le coglie impreparate, ma hanno anche un’attrezzatura per i bambini, che l’Ispettore Gadget in confronto, è un pischello. Magliette che sono traspiranti, ma impermeabili – a mezza manica, ma allungabili; tirando il laccetto sulla manica destra, la maglietta si gonfia come un salvagente e tirando quella di sinistra, si apre un paracadute. Le scarpe sono all’occorrenza sandali e i sandali all’occorrenza scarpe. Hanno sempre borracce con acqua freschissima (non gelata!) se fa caldo e calda e rinfrancante se fa freddo. Insomma se chiedi loro se è il caso di andare al mare, ti diranno sempre sì. Anche a dicembre con -2°.

Le timorate del meteo.
IO. Perché se una rondine non fa primavera, per me, una nuvola fa temporale. Le previsioni meteo sono affidabili solo quando indicano sole pieno (per almeno tre giorni). Già quando mostrano l’icona sole-nuvola, cominciano i problemi.  Se comincia poi a esserci un 10% di possibilità di precipitazioni, arrivederci… viene  annullato qualsiasi evento all’aperto (persino andare a buttare la spazzatura nel bidone). E comunque gente, anche il sole pieno dopo un temporale non è che sia mica tanto sicuro eh?! Cioè..fino a poche ore fa pioveva!
Il risultato è che dopo 152 volte in cui sono stata in casa con un tempo annunciato incerto, ma verificatosi meraviglioso, mi stufo e decido di uscire. Beccando il rinomato temporale estivo improvviso. Fanculo.

Le ignoratrici
Ignorano le diverse caratteristiche atmosferiche perché sono solo un’ invenzione complottista con la quale impedire alle persone di fare quello che vogliono. Sanno bene che il meteo è manipolato dall’alto. Ci avete mai fatto caso che quando volevate approfittare degli sconti, avevano messo allerta arancione e poi c’è stato sole pieno tutto il giorno? Coincidenze?!!!!! Dove si vuole andare si va. Che sia a fare una passeggiata con l’uragano o a leggere un libro al sole con 562°. Loro decidono e il meteo non le avrà mai!!!

Le Giuliacci home made.
Vanno tutelate come patrimonio dell’Unesco perché sono più affidabili di qualsiasi mezzo tecnologico che monitora le condizioni atmosferiche. Se ne conoscete una, tenetevela stretta perché avrà sempre ragione. Loro sono animali, una parte del cosmo, possiedono istinti e capacità ultraterrene e sulle loro previsioni potreste scommettere l’anello di fidanzamento di nonna Pinuccia. Non ha ancora smesso di piovere che hanno già le infradito calzate, e aprono l’ombrello un secondo prima della prima goccia di pioggia. Con molta probabilità, ascoltano il terreno come gli indiani e pianificano le loro attività in base ai venti meglio di Mary Poppins.

 

E voi a quale categoria assomigliate di più? Scrivetemi! Leggerò le vostre risposte oggi pomeriggio tanto sto in casa che è un po’ nuvoloso……..!

 

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Bradipi e Psicologia

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

 

psicologia

 

*****COMUNICATO STAMPA*****

Sono assente da un po’.

Lo sapete che ogni tanto ho bisogno di riflettere e sparisco.

Torno con nuove notizie per voi. Notizie su di me.

Vi state sdibisciando dalla curiosità???? Lo so lo so, una V.I.B. (Veri Incorreggibol Bradip) come me che non da’ notizie da un po’, causa parecchie notti insonni.

Comunque…

In un’ epoca in cui, internet permette di spacciarsi per professionisti di qualsiasi genere – attribuendosi titoli che non si possiedono, io ho fatto l’esatto contrario.

Quando ho aperto questo blog, l’ho fatto prima di tutto per me stessa. Leggere quello che si pensa, è molto più utile che ascoltarlo nel proprio cervello.

Ho scritto i primi articoli offline, in bilico tra la possibilità di aver scritto delle banali assurdità e la paura ottimistica (diciamo irreale) che in TANTI sapessero cosa pensassi sul serio.

Una volta online mi sono messa a nudo – difetti e pregi, abitudini e passioni, modo di pensare e di vivere.

Ho omesso tutto ciò che riguardava la mia istruzione.  Perché avevo bisogno di dire la mia perché lo pensavo IO e non i miei titoli.

Ho omesso di scrivere che sono una psicologa psicoterapeuta.

L’ho fatto con cognizione di causa, in un periodo della mia vita in cui avevo il rifiuto per l’argomento. Mi sentivo inghiottita dall’automatismo di analizzare qualsiasi evento/comportamento/discorso…insomma il caro vecchio “portarsi il lavoro a casa”, ma un po’ troppo.

Avevo bisogno di esprimermi senza pensare se fosse “psicologicamente etico”.

Il paradosso è che far questo, è stato la mia terapia (psicologica)!

E nuove idee e nuova voglia di lavorare sono nate in quella testa ripulita dalla polvere.

Sulle prime, avevo pensato che questo blog, presa dalle letture/scritture professionali, sarebbe stato messo in un angolo, come un bel periodo che non torna più.

Poi qualche giorno fa, una mia amica mi dice:

“Ma che fai allora dici sul blog che sei psicologa, o apri un’altro blog?”

“Apro un altro blog, che c’entra una mamma bradipa con una psicologa?”

“Perché scusa, te non sei una mamma bradipa E una psicologa?”

Ed allora ho capito tutto.

Ho capito che se prendi 100 psicologi, quasi sicuramente ci saranno 100 stili  e modi di lavorare diversi. Così come gli argomenti di interesse. Perché uno psicologo è una persona e molto banalmente le persone sono tutte differenti.

Io ho capito che il mio stile è quello di SDRAMMATIZZARE e il mio interesse è rivolto alla MAMMITUDINE e dintorni.

Quindi, sia per la voglia di essere me stessa al 100% che di poter essere di aiuto alle mamme, da oggi nasce una nuova categoria del blog (Mamma Bradipa Psicologa) che dai prossimi giorni sarà riempita con articoli sempre bradipi, ma anche un po’ psicologici.

Attendo una vostra spassionata opinione!

 

 

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