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Sei e Tre

| Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

Qualche giorno fa, in un negozio di articoli per la casa, ci siamo imbattuti in una parete di candeline.
Tra pochi giorni sarà il compleanno di Giacomo, e quindi ci siamo messi a scegliere la più bella, optando poi, per un sobrissimo 6 gigante e pieno di glitter.

La duenne, che seppur intelligente quanto sua madre, non riesce ancora a capire che per arrivare a giugno debbano trascorrere ancora mesi, ha richiesto a gran voce la sua.

Mica vanno a male le candeline, mi son detta! Ed ecco scelto un 3, l’unico disponibile di color fucsia. Perché Aurora è nella fase in cui l’importante è che quello che cerchiamo sia di una nuance di rosa; rosa antico, rosa cocomero selvatico, rosa cipria… poi, può anche trattarsi di un Incredibile Hulk per dire… (sempre che qualche mente contorta abbia creato un Incredibile Hulk rosa).

Insomma, poco dopo, stringevo tra le mani due candeline: un Sei e un Tre.
Il Sei più grande e forte e il Tre più piccolo e delicato.

sei e tre

Sei e Tre sono gli anni che avranno tra poco.

Sei, gli anni che servono per andare alle elementari;

Tre, quelli per andare all’asilo.

Sei, quelli per cui tra qualche mese, non potrò più scrivere sul calendario, i regali di Natale che gli abbiamo comprato;

Tre, gli anni per cui le mattine saranno troppo silenziose.

Sei, gli anni che mi fanno ripensare alla mia prima cartella con le ciliegie rosse;

Tre, quelli di grembiulini finalmente a quadretti bianchi e rosa.

Sei, sono gli anni in cui comincio avere dei ricordi nitidi di me bambina;

Tre, gli anni che aveva Giacomo quando è nata Aurora.

Sei, gli anni “sufficienti”; ma sufficienti per chi?

Tre, gli anni con un + subito dopo, sulla scatola della maggior parte dei giochi.

 

La scuola comincerà a settembre, ma iniziano ad esserci chiari segnali di cambiamento.

Io non lo so se sono pronta. Credo che avrò un invecchiamento precoce.

E così, se per loro saranno Sei e Tre, per me, mi sa saran SESSANTATRE.

 

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I figli ci smentiscono sempre!

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria, VIDEO

Ciao Mamme!

Ecco il mio primo video qui !

video1
I mezzi a mia disposizione erano scarsissimi:

  • cellulare attualmente in uso con telecamera a bassa risoluzione
  • Recupero di vecchio cellulare con vetro devastato, ma buona telecamera
  • Mancanza di sostegno per cellulare, egregiamente rimpiazzato dalla mitica accoppiata Clinex + scotch
  • Riuscire ad arginare la dueanniemezzenne nell’altra stanza
  • Esperienza di una capra

Non so come sia venuto, ma mi sono divertita tantissimo!
Se vi va, lasciate i vostri commenti e suggeritemi nuovi argomenti!

 

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Le ansie assurde delle mamme

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Care Mamme,

siete persone ansiose? Io vi spiegherò come non esserlo più!!!!!!!!!!!!!

No. Scherzavo.

Anzi. Se sapete come esserlo meno, fatemi un fischio, o una storiiiis for me su Instagram, che fa più figo.

In ogni caso, ansiose o no, quando si diventa mamme, qualche paranoia/angoscia/paura assurda, viene a tutte.

Io nello specifico ne ho due.

La prima è di perdere i miei figli.

Voi direte… eccerto, se li lasci liberi di andare dove vogliono, in posti affollati, mentre chiacchieri-compri-mangi…ovvio!
Macchèèèèèèèèèèèèèè!!!!! Io ho paura anche se li tengo per mano! Non sia mai che mentre respiro, sostituiscano le loro manine cicciosette e appiccicaticce con due manone dure e finte ed io non me ne accorga! Così, in giro, appaio un po’ come se stessi facendo gli esercizi per la cervicale, mentre guardo in basso a sinistra e in basso a destra, in basso a sinistra e in basso a destra, in basso a sinistra e in basso a destra e via così.
Nei luoghi chiusi ed affollati poi, rasento proprio la pazzia. Chiedetelo a chi era con me in visita all’acquario. In quell’occasione, ho fatto una prova di corpo libero da tutti 10.  Salti mortali all’indietro ed in avanti, rondate, rovesciate e capovolte tra marito-figlio-passeggino-figlia-figlio-figlia-figlio, con tale atleticità, che la Ferlito in confronto era un pezzo di legno.

La seconda paura, se possibile, è ancora più assurda della prima. Ogni giorno, temo di non riuscire a recuperare Giacomo all’asilo per tutti gli imprevisti che la vita può avere.
Ad esempio, potrebbero sballarsi tutti gli orologi della città e segnare un’ora prima (non vi dico lo stress con i veri cambi dell’ora, tra solare e legale!). Oppure potrei rimanere imbottigliata nel traffico per ore! Che nel mio quartiere,è probabile quanto che io mi iscriva ad un corso in palestra. Oppure potrebbe non partire la macchina! E questo però, cari miei, è successo sul serio!!! E’ vero però che l’asilo e le future elementari, distano da me circa un chilometro. Quindi a mali estremi, potrei levarmi i panni di bradipa ed indossare quelli di gheparda per una decina di minuti ed in una corsa pazza, arrivare in tempo. In ogni caso, se son messa così quest’anno con un pargol-recupero, pensate al prossimo anno con due?????

E le vostre paure assurde quali sono? Scrivetemele!

 

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San Valentino prima, durante e dopo i figli

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Care mamme,

Tra pochi giorni sarà San Valentino.
Se non appartenete alla categoria delle “NonMeNeFregaNulla” o a quella delle “CaschiIlMondoLoFesteggioAlTop“, cosa farete quella sera?

E lo scorso anno cosa avete fatto? Tre anni fa?

Perché non mi dite che non è vero, il festeggiamento del 14 febbraio (e praticamente di ogni altra occasione particolare) cambia drasticamente tra – prima, durante e dopo i figli.

Ogni fase ha la sua magia, ma anche tanti aspetti comici, non credete?

Prima dei figli: appena girato il calendario su febbraio, scatta il piano regalo. In continua altalena tra qualcosa di romantico e qualcos’altro di utile, la missione di ogni nostra uscita, diventa solo trovare la perfezione. E poi via di chilometri e chilometri di lettere piene di cuori e profumo. Poi stabiliamo che mise indossare, che trucco e gioielli abbinarvi e attendiamo con ansia il giorno X. Serata romantica e rilassantemente piacevole, con fine serata d’ammore. Se poi Lui ci regala uno di quei tubi di cioccolatini, di due metri e mezzo di lunghezza, cosa chiedere di più?

Durante i figli (incinti): Ahhhhh…il romanticismo nel romanticismo, una matrioska d’amore. Con retroscena di vaffanculo però. Sia che siamo ad inizio gravidanza, che a poco dal parto. Di solito ci ricordiamo di San Valentino, perché la nostra agenda ce l’ha prestampato. Lì, tra l’esame delle urine e l’ecografia. Le lettere meglio evitarle; con gli ormoni sballati, rischiamo di indurre il diabete a nostro marito, o di farci mandare a quel paese. Il regalo lo compriamo in un negozio piccolo e con posto auto davanti: possiamo muoverci poco per non vomitare o per  non sudare come delle balenottere spiaggiate. Se abbiamo le nausea ciao ciao cenetta intima, e se siamo al nono mese, proprio addio a sentirsi belle e raggianti nel nostro outfit. Ovviamente lapide sul fine serata d’ammore.

Dopo i figli: Il nostro frutto dell’amore è lì con noi!!!! Che bello!!!!! Ci amiamo ancora di più!!!! Che meravigliaaaa, sarà una serata ancora più magica! Ma… Per il regalo siamo in difficoltà perché da mesi, frequentiamo solo negozi per bambini ed il più delle volte finiamo per comprare una maglietta a nostro figlio con frasi tipo “la mia mamma ama tantissimo il mio papà” (??????????). Le lettere bandite. Non abbiamo tempo. Al massimo un bigliettino con l’impronta della manina di nostro figlio (aridaje). A cena fuori no perché è troppo piccolo/è freddo/c’è in giro l’influenza/deve dormire comodo ecc ecc… A cena in casa, riesci a cucinare o 2 ore prima quando dormiva, o con una mano sola in orario. Abitino figo? Certooooo! Se pieno di rigurgiti che sarà mai! Ambipur al latte versato, il top di gamma. Fine serata d’ammore sì dai. Veloci veloci e zitti zitti però eh, che poi magari si sveglia.

E voi? In che San Valentino siete?

 

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Prima Primaria

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Ma veramente voi dite che vostro figlio frequenta la prima primaria?

Pensate se vostro figlio ha qualche difficoltà ad iniziare una nuova routine e voi vi trovate a dire “E’ proprio un problema questa prima primaria!”

E se vostro figlio si chiama Priamo?

“Priamo è in prima primaria”.

Ok sto esagerando. Di bambini che si chiamano Priamo non ce ne sono da tempo, ma c’è la PRIMA PRIMARIA!

Per me che sono degli anni ’80, si parla di elementari.

Dopo questa doverosa precisazione, torniamo a bomba.

Ci sono anni nella vita di una mamma, che sono più significativi di altri.

Senza dubbio lo sono quelli che danno inizio ad un nuovo percorso scolastico.

E chi si trova in questa fase, in questo periodo, è occupato a partecipare agli Open day per scegliere la scuola, a compilare iscrizioni on line ed e a fare i conti con i dubbi amletici che riguardano tutto ciò.

Ed allora via a considerare:

Quella che é più comoda come logica di vicinanza: “Se lo mandiamo alle Piripicchia possiamo farlo andare a prendere a piedi da zia Marietta quando noi non possiamo”…”Non è in centro città almeno non fatico con il parcheggio”… “Dal balcone di casa posso vederlo quando va in giardino! E tirargli i pallini con la cerbottana se non si comporta bene”!

Quella che preferiamo come ambiente e orari: “Ahhhhhhhhhh…c’è un bel giardino, ambienti ampi, caldi familiari sì sì mi piaceee! Molto comfort-easy-ambient-beutiful..E poi riesco ad uscire da lavoro e andarlo a prendere io, perché è a tempo pieno, sì sì fantastico”!… “Ah no io lo mando alle Zuricchie perché hanno il tempo corto”!

Quella che ci fa fa propendere per le insegnanti: “Ah ma l’hai vista che musona quella di italiano delle Pucettine? Ma su viaaa…no no lo mando alle Lovvosi che mi piacciono sono tutte sorridenti e felici e poi una assomiglia alla mamma di una mia fiamma delle superiori!”

Quella che preferiamo per le amicizie. “Ma tu lo mandi alle Zuzzurelle che ci va Iginio, Tancredi, Mariannina e Carletta o alle Rurruzzette che ci va Giampierina, Caterina, Tina e Camillina?

Insomma, un misto di aspetti essenziali e inutili che mandano in paranoia la maggior parte delle mamme.

Se tutti i lati positivi sono presenti nella stessa scuola, siamo a cavallo!

Ma se così non fosse?

Io, dopo che i miei mi mandarono ad una scuola lontana da casa, cercando la maestra “più migliore” del mondo, che così come non esiste in grammatica, non esiste nemmeno nella realtà – lasciandomi senza amici nel quartiere – feci fioretto e giurai che i miei figli li avrei mandati alla scuola più vicina a casa e ciao.

E voi? Qual è l’aspetto che considerate di più?

Ma sopra tutto, buona PRIMAPRIMARIA a tutti!

 

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Come un coriandolo!

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Se avete dei bambini, non potrete non assaporare la magia del Carnevale!

Perché a carnevale, anche gli adulti pensano come bambini e tutto ciò che di solito proibiscono ai propri figli, è invece promosso e incentivato.

Trucchi? Certo!

Travestimenti? Ovvio!

Accessori buffi e giganti? Assolutamente!

A Carnevale si può essere ciò che si vuole e se per i bambini è una cosa che mettono in pratica quotidianamente, per noi adulti è l’occasione per avere una buona scusa per lasciare i panni di tutti i giorni ed indossare quelli della fantasia.

Oltre a questo, quello che adoro del carnevale, sono senz’altro i coriandoli. Colorati, impalpabili, piccoli…ogni anno non resisto ad affondare la mano nel sacchetto pieno…per poi prenderne una manciata e lanciarli in aria per guardare come volano.

Bello vero?

Stupendo. Ma in quanto mamme, sappiamo bene che le insidie sono dietro l’angolo. E come un coriandolo, possono volare su di noi quando meno ce lo aspettiamo.

Quindi, da buona Viareggina, e da buona Bradipa, oggi vorrei passarvi dei trucchi per farvi una bella risata se una bella manciata di coriandoli vi arriva in bocca, anziché arrabbiarvi come un babbuino.

  • Chiedete SEMPRE ai bambini SE si vogliono mascherare. Se vi dicono di no, ma siete sicure che poi sul più bello vorranno farlo, non comprate un vestito da mille mila dollari. Perché se poi rimarranno della loro idea, avrete buttato via un sacco di soldi dato che si sa, i bimbi crescono e l’anno dopo il vestito sarà troppo piccolo.

 

  • E chiedetelo PRESTO. Perché c’è la possibilità che vostro figlio chieda un vestito assurdo che dovrete commissionare ad una sarta o introvabile – e avrete bisogno di tempo per girare tutti i rivenditori della vostra regione;

 

  • Considerate SEMPRE che i vostri bimbi potrebbero essere MALATI. Siamo in pieno inverno e le probabilità sono altissime. Quindi non anticipate MAI ai bambini, i progetti carnevaleschi. Memori di Mr Morbo Improvviso, avvisateli solo all’ora di prepararsi, eviterete tragedie megagalattiche.

 

  • Rassegnatevi SUBITO a ritrovare coriandoli fino all’estate. Macchina, borse, divano -saranno sempre con voi…fino a quando lasceranno posto alla sabbia!

Con questi accorgimenti, sono stata promossa al secondo livello di MammyTranquyAtThe CarnevalOilìOilìOilà.

Quindi moms, buon carnevale a tutte e ricordate che…

In una maschera puoi ritrovare un senso ai tuoi perché!
(Come un coriandolo – Carnevale di Viareggio).

 

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Le mamme “così intanto si abitua”

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Care Mamme,

essere ansiosa e pigra, è una condizione che mi porta spesso a non essere in sintonia con il 99% delle mamme. Perché vado sotto pressione anche solo per il cartello “portare due foto tessera” fuori dalla porta dell’asilo, ma lo stress viene schiacciato dalla mia proverbiale pigrizia che mi porta a pensare “oioi che palle” e la mia voce interiore conclude con “tranquilla, non è urgente”.

In questo life motive sconclusionato, pensate a come mi sento quando parlo con quelle mamme, che si avvantaggiano su qualsiasi cosa, al motto di “così intanto si abitua”.

Cerco di mantenere un’espressione neutra, mentre dentro di me si scatena il tiro alla fune tra stress e bradipaggine.

Le suddette mamme, hanno fatto un corso di realtà aumentata sul parto, ancora prima di restare incinte, perché così intanto si abituano;

Indossano un cuscino sotto ai vestiti al secondo mese di gravidanza, così si abituano a muoversi essendo ingombranti e poco agili;

Si pizzicano quotidianamente i capezzoli mentre sono incinte, così intanto si abituano agli iniziali dolori di allattamento;

Poi Lucreziuccia nasce, e tutto viene trasferito su di lei.

La porta sul water ogni mezz’ora;

La fa dormire in un lettino di due metri di lunghezza;

Le appende in camera le lettere dell’alfabeto;

Le proietta video sull’educazione sessuale;

 

Così intanto si abitua.

Avete presente il tipo?

Ecco. Ogni volta che di fronte a certe motivazioni mi agito, do’ la colpa al mio carattere, ma poi riflettendo, arrivo alla conclusione che c’è tempo per tutto e che il presente va goduto. E se c’è un bambino che manifesta chiaro desiderio di anticipare i tempi, perché no. Ma se Lucreziuccia, Osvaldino o Bertoldina non ci pensano neanche, perché forzarli per abituarli?

Perché per me su certe cose ci si può abituare piano piano, ma per altre, bisogna aspettare e basta.

 

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Blogger e Instagram: prendiamoci in giro

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Cari tutti,

dopo settimane di silenzio mediatico, ho voglia di fare qualche risata.

Ovviamente con le mie amate categorie. E ieri sera, stravaccata sul divano a tarda ora, mentre guardavo Instagram, mi è venuta l’idea.

Avendo solo il profilo del blog e non uno personale, ovviamente, la maggior parte delle persone che seguo sono mamme blogger;  scorrendo velocemente le varie foto, mi sono accorta che ognuna di noi (ve l’ho detto ho voglia di ridere quindi mi ci metto anche io), ha uno stile ben preciso, e a volte, diventiamo pure noiose, con foto sempre dello stesso genere.

Alcuni esempi?

Categorizziamo!

Mamme e figlie vestite uguali: guardi la prima foto e pensi -figataaaaa!- guardi la seconda e osservi -carine, anche questa volte uguali!- la terza esclami, -avranno anche capi spaiati??????-Che ogni tanto va benissimo, ma ogni giorno viene l’anZiaaaaaa!

Selfie: selfie buongiorno, selfie colazione, selfie lunedì-martedì-mercoledì-giovedì-venerdì-sabato-domenica, selfie pranzo, selfie pomeriggio, selfie sera, selfie buonanotte, selfie..du palle!

Foto a piedi nudi: è gennaio, in casa sei col maglione che ti copre dal naso alle ginocchia, ma no, ai piedi non hai freddo. Alla faccia dell’eventuale pavimento riscaldato, ma un paio di calzini! Non c’è niente di più figo dei pantaloni lunghi e i piedi scalzi lo so, ma sappiate, che io che dormo col calzettone combattivo sotto al piumone, vi odio.

Foto con animali: anche queste ogni tanto son tenerissime, ma quando dopo 876 il vostro cane/gatto/criceto/dinosauro non estinto vi fanno l’espressione che chiede pietà, fermatevi!

Foto di bambini: Ahhhhhhhhhhhhh! Ecco la top delle top. Anche io sono maniaca delle foto e più si hanno bambini piccoli, più foto si fanno, perché si sa, ogni secondo è una conquista e vogliamo illuderci che una foto ci basterà per non scordare nulla. Ma magari ai vostri followeersss non gliene frega un tubo di vedere Guglielmuccio di fronte/di tre quarti/di schiena/dal basso/dall’alto/sveglio/assonnato/addormentato, vi pare?

Foto di bambini di schiena: eccomi! Ho aperto un blog pubblico e non mi va di far vedere i miei bambini a tuttituttitutti. Perché magari tra 15 anni penseranno che scriva cavolate, faranno finta di non conoscermi ed almeno, non dovrò passare ore a sostituire tutte le foto. Però mi rendo conto anche io che a volte, potrei avere preso dei bambini a caso dato che se scorrete le mie foto, troverete schiene-nuche-orecchie-mani-piedi. Vabè penso che non sarete mangiate dalla curiosità di sapere che volto hanno giusto? Mi sa di no…

instagram

Foto dall’alto e sdraiati: che palle stare in piedi, verticali, che banalità! Vuoi mettere fare o farsi fare foto da sdraiati? Non le fate? Dilettanti!

Le foto finte natural: Per me esistono due tipi di foto: le foto “rubate” e quelle in posa; quelle che si vede lontano 12 chilometri che sono studiate e vogliono passare per naturali, mi infastidiscono. No perché non potete postare “Beccati mentre uscivamo in fretta e furia” con voi con espressione stupita di sorpresa con capello fatto, trucco ineccepibile, tacco 134, pupi impeccabili e buoni. Eddai. Fate più bella figura se commentate “che fatica fare foto fighe”e sarete più simpatiche a molti! (E alzerete l’autostima a molte!)

Foto di paesaggi: vuoi fare la filosofa/romantica/idealista/riflessiva/intelligente? Basta postare una foto di un paesaggio con didascalia con parole suggestive ed il gioco è fatto. “Pace”, “Interiorità”, “il senso delle cose”, “calma” e tra un rutto e una caccola, passerete come intellettuali moderne.

Foto casual di sponsorizzazioni: premetto che invidio terribilmente tutte quelle che ricevono prodotti in cambio di recensioni e quindi il mio commento è più soggettivo degli altri; ma. C’è un ma. Se vi regalano un set per fare greche sul soffitto, non commentate la foto di voi che con posa plastica state dipingendo con “Ecco quello che mi mancava per essere completa” daiiiiii! Chi ci crede? Perché non un bel “a caval donato non si guarda in bocca??!?!?!?!?!” Ok, sto rosicando.

Che ne pensate mamme blogger?

E voi mamme nonblogger?

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Occhiali nuovi, visione nuova

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Avete presente quando dentro di voi scatta un TLIC che come se fosse il rumore di un interruttore, qualcosa che pensavamo da tempo, scatta su ON?

Poetico, vero?

Ecco, io ho sentito questo tlic il primo gennaio. Perfetto direi. Anno nuovo, vita nuova si dice.

Peccato che il mio tlic, è stato prima quello della mia schiena e poi quello dei miei occhiali che si troncavano in due – che di poetico, non ha proprio un tubo.

Immaginate la scena di una povera trentasettenne che urlava ad ogni movimento con una lente in mano come il Gran Duca Monocolao di Cenerentola; nessun occhiale di riserva, niente lenti a contatto. Giorno festivo. Oltre a questo, il pensiero della cifra che avremmo dovuto spendere; che dopo gli esborsi natalizi, era proprio perfetto per fare studi sull’eco dentro ai nostri portafogli.

Per fortuna, San Marito, riesce ad incollarli con un’impresa che potremmo vedere presto su National Geographic nel programma Mega Incollamenti.

Il giorno dopo, vado a scegliere dei nuovi occhiali.

Quelli vecchi, erano del 2005. Avevano visto matrimonio, nascite, ristrutturazioni, influenze, litigi, pianti, piogge, salsedine, sabbia e vento. Erano terribilmente sciupati, le lenti graffiate, ma ogni volta che mi riproponevo di cambiarli, qualche spesa extra si presentava.

Il 2 gennaio, in quel negozio, dopo tanto tempo facevo qualcosa solo per me. Senza sensi di colpa perché assolutamente necessari, giocando col marito a fare la modella.

L’8 gennaio, mentre tutti tornavano alla normalità post festiva, io recuperavo la mia normalità visiva. 

Occhiali nuovi, visione nuova. Sembrerà banale, ma il mio ritorno alla normalità è stato capire che è tornato il momento di volermi un po’ più bene.

Di fare qualche addominale ed esercizio per evitare di rimanere bloccata con la schiena troppo spesso, prendermi qualche momento per coccolarmi e soprattutto, riprendere in mano i miei sogni.

Perché è inutile fare i buoni propositi di dieta/palestra/trucco/parrucco. Non lo farò mai. Non mi appartengono e non mi piacciono.

No. Ho capito che per cambiare qualcosa, bisogna amarsi.

E voi vi amate? Che ne pensate?

 

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Ansia a palla. Di Natale ovviamente.

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ansia a palla

Bene, ho finito di acquistare i regali per i bambini. E di nasconderli.

Ed ecco puntuale salirmi lo stress a palla. Di Natale ovviamente.

Ho paura che mi sentano mentre parlo – ed allora utilizzo dei codici. Peccato che se dico spaghetti aglio, olio e peperoncino, a nessuno venga in mente l’associazione tra 3 + eroi del gusto + uno dei tre è rosso, con i Super Pigiamini. ‘Gnoranti.

Ho paura che scoprano il nascondiglio – ed allora li tengo in altre case, così, per semplificarmi la vita.

Ho paura che possano sentire qualche discorso sull’inesistenza di Babbo Natale e da ottobre,  cerco una storia plausibile, ma con scarso successo.

Non c’è stato esame universitario, appuntamento amoroso, colloquio di lavoro, che mi abbia mai messo questo tipo di ansia.

Che poi ce la fanno tutti i genitori giusto?

Ce la fanno i miliardari che magari sotto l’albero devono metterci un attico di New York, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che abitano con la bisnonna sorda che urla nomi di regali dal primo dicembre, non ce la faccio io?!

Ce la fanno quelli che regalano uno di quegli animaletti a pile che fanno ottantacinquemile versi, ma si scordano di spegnerli e per circa un mese devono improvvisarsi ventriloqui eccezionali ogni volta che il cagnolino/gattino/delfino/tartaruga/tigre inizia a parlare e non ce la faccio io?!

Ce la fanno pure quelli con 5 figli e 899 regali, non ce la faccio io?!

Quindi ogni giorno cerco di darmi un tono.

Così oscillo tra sentirmi rilassata stile “Bella raga, scialla, la vita è bella, il mondo è mio” a terrorizzata come quando ti accorgi di aver inviato una traccia audio alla persona sbagliata.

Comunque vada Natale arriverà, i bambini saranno felici, io come al solito mi chiederò dove cavolo metterò i giochi ricevuti e gioirò per la raccolta della carta del 26 mattina.

In ogni caso, il 25 pomeriggio, mi troverete bocconi al tavolino. Non per la mangiata, ma per il calo di tensione.

 

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