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I venerdì sera di una mamma

| Mamma bradipa suggerisce, mamme, Senza categoria, venerdì sera

Care Mamme,

come sono i vostri venerdì sera? Sono cambiati da quando siete diventate mamme? Vi mancano i vecchi tempi o avete trovato un nuovo equilibrio?

Oggi ero in macchina con i bimbi; faceva caldo. Finestrini aperti e due ragazze in motorino accanto a noi al semaforo rosso. “Ci troviamo in Passeggiata alle dieci ok?”

Giacomo mi dice: “Mamma, alle dieci noi che cosa facciamo?” “Amore alle dieci tu e Aurora siete a letto e io e papà sul divano a guardare la tv”.

Arriva il verde, riparto, il vento mi porta indietro i cappelli e pure la mente.

Da ragazza il venerdì era sinonimo di inizio di week-end ed uscita serale assicurata.

Oggi il venerdì sera è uguale al lunedì-martedì-mercoledì-giovedì. Sprazzi di vitalità il sabato e la domenica.

Ma il mio culo, la ragione per cui ho chiamato così questo blog, è che quando mi sono sposata, ho cominciato a fare quello che veramente mi piaceva senza seguire il gregge della compagnia di amici o forse peggio, quello dei gruppetti di coppie. E a me e a mio marito piaceva stare sul divano a guardare la tv col plaid sulle gambe.

Quindi a parte periodi particolari di nascite, malattie, crisi di crescita, ho continuato a passare il venerdì, così come lo passavo prima di diventare mamma.

Ho sempre pensato che quando ti nasce un figlio non ti mancano più certe cose. Ok, lo penso ancora. Però è anche vero che le mie abitudini e passioni sono mooooolto compatibili con la vita di un bambino.

Ma sicuramente ci saranno mamme che adoravano uscire, anche solo per una passeggiata, che facevano uno sport, suonavano o avevano un altro hobby o che magari hanno conservato gli amici cari – con o senza figli.

E allora mamme, ascoltatevi. Pensate se vi manca qualcosa.

Sappiate che se c’è qualcosa che desiderate tanto, potrete trovare il modo di incastrarlo nel vostro presente.

Sappiate che “una volta ogni tanto” è diverso da “Tutti i week-end”.

Sappiate che una volta ogni tanto un venerdì sera di una mamma, può diventare un venerdì sera di una donna.

Ps. Oggi è venerdì eh!

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Ode al bagno in mare

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Mamme!

E’ arrivato l’arrotino! No scherzo dai…Ma il tono è quello.

Mamme!

Faccio parte del movimento “CiàCià-FaiIlBagnoQuiFaiIlBagnoLà” e sto cercando di far tornare di moda, una pratica sempre meno frequente: Il bagno in mare!!!!

Ho notato che quando i bambini di 4-5 anni cominciano a giocare da soli in acqua, tutta una serie di mamme si siede sulla riva e aspetta. Ma perché non vi buttate con loro?  Ok una volta il ciclo, un’altra volta la piega appena fatta, un’altra ancora il mare mosso e sporco ecc ecc…ma le altre mille mila volte?

Io ve lo consiglio! Sarete più fresche, rigenerate, rilassate e se vi girano, fate un bel tuffo lava incazzatura e dopo starete meglio!

Avete un pochino di raffreddore fastidioso che non riuscite a sconfiggere? Niente di meglio dell’acqua di mare!!!!!

E se i vostri figli sono in una di quelle giornate che vi verrebbe voglia di piantarli al posto dell’ombrellone, vedrete che dopo un bel bagno insieme tra schizzi, tuffi e battaglie di sabbia, starà buono almeno…5 minuti!!!

Scherzi a parte l’inverno è lungo, le persone che non abitano al mare tantissime…facciamolo anche per loro…

Devolvi il 5(bagni) per mille a chi abita in città!!!!

 

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Poteva andare peggio: trucco salva giornata

| mamme, Senza categoria

Care Mamme,

avete presente quelle giornate in cui vi svegliate – e una dietro l’altra, tante microscopiche sfighe, vi si gettano addosso come i bambini al canotto?
Quelle giornate in cui se non aveste doveri e soprattutto se non aveste figli, direste ciaone e tornereste a letto?
Quelle giornate in cui, “ma nooooo non  è un giorno storto!”, alla quinta disdetta diventa un’immensa cazzata?

Ecco. Concentratevi proprio su quei giorni.

Non so voi, ma io due volte su tre mi incavolo come una scimmia e penso a come sarebbe stato semplice, bello e sereno, se fosse successo quello che mi aspettavo che succedesse.

Ma qualche settimana fa, ho avuto l’illuminazione (perché sono successe solo cavolatissime al limite della normalità) e ho pensato:

Ma se invece che fissarci su come poteva andare meglio, pensassimo a come sarebbe potuta andare peggio?

Ecco un’esempio di cosa mi è successo in un qualsiasi giorno d’estate:

L’altro giorno arrivo al mare e trovo posto al sole (mai accaduto da inizio stagione); seppure mi dica che siamo in piena estate, a luglio e ad un orario di punta, comincio ad annusare che qualcosa sarebbe andato storto.

Si susseguono cavolate varie tipo il panino nella sabbia, la crema nell’occhio, i bimbi lagnosi, il mare mosso con la piccina che aveva paura e non voleva che mi bagnassi manco l’alluce ecc ecc.

Arrivo comunque a fine giornata marina, entro in macchina e penso – daje, l’ho sfangata -.

Giunti a casa, mi smaciullo il mignolino del piede nel passeggino e lavando la vasca, rimango bloccata con il busto. Ghiaccio, cerotti per la schiena ed andatura mista tra il ballerino della pubblicità della compagnia telefonica e la Zia Valkiria di 97 anni.

 

Passo la serata ed il giorno dopo a lamentarmi e poi penso che poteva andare peggio.

Il mignolino potevo rompermelo e al posto di un banale stiramento muscolare potevo vincere il colpo della strega tra punturoni e riposo forzato

Non voglio fare un articolo alla Pollyanna nè farci/vi pensare a tutte le cose brutte nel mondo perché non mi sembra il luogo adatto. No. Voglio suggerirmi/vi un salva giornata.

Perché se pensi negativo e storto, poi va a rotoli anche quello che è dritto. I bimbi sentono la tensione, il marito sente la tensione, pure il nostro intestino sente la tensione.

Se invece sdrammatizziamo, nove volte su dieci tutto va migliorando.

Ed allora che ne dite di provare a far così? Io non garantisco di riuscirci eh?! Però mi impegno!

Dai chi ce la fa, lo commenti qua sotto.

Chi ci riesce tre volte su tre vince la mia piscinetta/pozzanghera della scorsa stagione. E’ bucata. Ma con la toppa in regalo però!

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Le mamme e…I lamenti

| lamenti, Mamma Bradipa ironica, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

 

Quanto vi lamentate? Poco, tanto, per nulla, sempre? E non intendo arrabbiarsi, dico proprio il monologo di uffa, che palle, oimmena… Ecco a voi la mia classificazione di mamme-lamento!

La figlia dei fiori: Non solo non si lamenta, ma è sempre felice e radiosa. I figli dormono 45 minuti per notte (alternati)? E lei bella serena ti dice che ha più tempo per stirare, perché per esempio la notte d’estate è più fresco! Sono due mesi che i bambini si alternano influenze, attaccandole anche a lei e la incontri in farmacia che “Cliomeikap”  dopo averle visto il viso si è messa a fare la commessa di surgelati? E lei serafica ti dice che sta meglio, che ha solo 38.2 e ieri invece aveva 39.4!!!
(Ti stimo sorella).

La goccia che fa traboccare il vaso: Non ai livelli della figlia dei fiori, ma è tendenzialmente sempre serena. Fino a quando Pieruccio suo è stanco e pianta una bizza. Ed allora la terra trema e il cielo si fa scuro. Gli uccelli volano improvvisi e i cani ululano. Comincia a lamentarsi partendo dal 1987 quando la sua compagna di classe le rubò la sua matita preferita e via così fino al 2017. Passano i giorni, cambiano le stagioni e lei è sempre lì, che si lamenta.

La preciclo: Sembra una mamma-lamento non degna di nota, una qualunque. Ed in effetti lo è per circa 20 giorni al mese. Poi per tre-quattro si trasforma in Crudelia Demon. Seppure più sclerata/incazzata, ovviamente si lamenta anche. Principalmente di cretinate tipo che le da’ fastidio come mastichi o quel ticchettio con il braccialetto, o la pettinatura della conduttrice televisiva o la luce della giornata. Viene preceduta da una nuvola di fumo per la velocità dei suoi passi…fuggite finché siete in tempo!

La maratoneta: Questa mamma ha bisogno di tempo per tessere le sue lamentele e per questo la si trova spesso nelle over 45 che hanno figli adolescenti e più tempo per stare sole. Hanno la capacità di lamentarsi di tutto con flemma incredibile; come maratonete, senza mai alzare la voce, durano ore ed ore a sparlare del tempo, della politica, dei giovani d’oggi, della crisi economica, dei vicini di casa e dei parcheggi a pagamento. E attente, come girerete l’angolo, si lamenteranno anche di voi.

La sempre e per sempre: Si lamenta del figlio per ogni cosa e per il suo contrario. Roba che ti verrebbe voglia di adottare ‘sta povera creatura. Quando non cammina: “Uh che palle sempre in braccio!”, quando cammina: “Uh che palle sempre a rincorrerlo”, quando ha due anni :”che stress non socializza”, quando ne ha cinque: “ma perché ti diverti solo se sei con qualche amico?”, quando ha dieci anni: “Eh ma non mangi nulla!” quando ne ha tredici: “Ma la smetti di mangiare in continuazione?”, quando ne ha quattordici: “Ma esci un po’!”, quando ne ha sedici: “Questa casa non è un albergo!”.
Mamme, io vi avviso, prima o poi vi lamenterete per un vaffanculo ricevuto!

 

Comunque Mamme, una cosa è certa: il lamento è sacrosanto, perché come dice Shrek, “Meglio fuori che dentro!”

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Cartoni animati senza stress

| cartoni animati, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

 

la prima volta che ho sentito parlare di tv baby sitter, bambini parcheggiati al televisore e cartoni animati che rimbambiscono le giovanissime menti dei piccoli, non ero ancora mamma.

Così, pensando ai cartoni animati che c’erano negli anni ’80, mi dicevo che sicuramente avrei dovuto stare lì a seguire ogni puntata ed inventare una qualche bugia bianca per non impressionare i miei figli.

Ma come perché?

Ma voi ve la ricordate la sgragnolata di bambine orfane che venivano sbattute in collegio e traumatizzate da mille angherie di matrigne/direttrici/amiche perfide? Roba che se lo guardo adesso mi metto a piangere.

Poi andavano di moda anche le disgrazie fisiche (tipo chi era caduto in un burrone e non camminava più) e la ricerca, per tutta la serie, di una cura adatta, ovviamente attraverso mille peripezie.

Sangue a sfare nei cartoni coi combattimenti e persino in quelli sportivi: ricordo come fosse ieri, gli allenamenti di palla a volo con le catene sui polsi e il sangue che sgorgava a terra!

Praticamente ti insegnavano che nella vita esistono un sacco di cose brutte. E basta.

Le puntate non avevano un finale, spesso per esempio, una partita di calcio poteva durare due o tre episodi e molte cose venivano risolte solo alla fine delle serie.

In molti non avevamo ancora il videoregistratore, non c’era modo di vedere su internet il finale di stagione e tanti dubbi me li sono tolti da grande! Perché se dovevi fare i compiti, o andare a un compleanno, ti perdevi l’episodio e ciao.

Oggi i cartoni sono stati impastati con buoni sentimenti ed espressione delle emozioni e in più, molti insegnano anche tante cose: i numeri, le sequenze matematiche, la gestione delle emozioni, il problem solving e chi più ne ha più ne metta!

Gli episodi durano poco, vanno a finire bene benissimo così strabene, che “e vissero tutti felici e contenti”, in confronto sembra un finale amaro dei film verità.

Quindi seppure il troppo stroppi anche di baci e carezze, un po’ di cartoni mentre noi mamme facciamo in sette minuti quello che coi bambini faremmo in due ore e venti, li trovo sacrosanti!

E soprattutto, dopo giochi, corse, salti, risate, non sarà magnifico spaparanzarsi sul divano a guardare la tv?

E voi quando i vostri bimbi guardano i cartoni, siete agitate e tenete sotto controllo l’orologio, o tranquille e senza stress?

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Mamme a pois

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Care Mamme,

stanotte non riuscivo a dormire e così viaggiando di fantasia, mi è venuto in mente di come spesso, a noi mamme viene chiesto di provare un’emozione specifica nei confronti della nostra mammitudine. Se ben ci pensate, internet, tv e rotocalchi, vogliono etichettare le mamme come felici, stanche, non realizzate, egoiste, tristi ecc ecc ecc e questo a parer mio, non fa altro che alimentare in noi, un senso di stress per far trasparire o meno quello che pensiamo veramente. E allora stanotte, con la lucidità mentale delle 3.44, mi si è visualizzata davanti agli occhi una stoffa a pois, per l’esattezza color panna e piena di pallini colorati. Ed allora, sempre con il pensiero razionale che si può avere nel dormiveglia, mi son detta che ognuna di noi ok, ha un carattere di partenza, ma non è solo quello. Nel mio bel vestitino panna bradipa, ho dei pois scuri di rabbia e tristezza, ma anche azzurri e verdi di serenità e gialli ed arancioni di gioia e divertimento. Anche uno o due fluo di velocità uguale alle persone normali.

Perché se una mattina becchiamo una mamma che sbotta, non significa che sia una MammaStressata;

Se incontriamo una mamma che ride, non sappiamo se sia SempreFelice;

E se chiacchieriamo con una mamma incazzata, ciò non significa che sia una RabbiosaH24.

Questo bisogno di dare un’immagine a tutti, è quello che mi ha spinta anche al nome del mio Blog. Ed è vero che io sono così, pigra e svogliata, che mi piace far fare agli altri per non fare io e che adoro il riposo più di qualsiasi altra cosa.

Ma oltre a questo sono anche ansiosa, giocosa, organizzata, programmatica ed a tratti pazza. Innamoratissima e romantica.

La cosa peggiore è che siamo proprio noi mamme, la maggior parte delle volte, ad etichettare ed a criticare chi si differenzia troppo da noi.

Proviamo a smettere ed a considerarci tutte mamme, semplicemente con pois diversi?????

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Se c’è una Mamma c’è un Papà

| mamme, papà, Senza categoria

Care Mamme,

se voi ci siete, c’è anche un Papà. Perché vi do’ uno scoop: un bambino ha una mamma ed un papà.

Ora, non si capisce bene come mai, alcuni papà (che preferirei chiamare donatori biologici – D.B.-), contribuiscano al 50% alla procreazione e poi, per una legge fisica/chimica/matematica a me sconosciuta che alcuni chiamano “EgoismoStronzismo”,decidono che è meglio farsi i fatti propri che far parte della famiglia.

Quindi quando qualcuna dice “Sai mio marito MI aiuta con i bambini”, “Sai a volte ME LI guarda mentre faccio le faccende”, oppure “E’ a casa SOLO con i bambini??????? Ma che papà modello!”
Ecco, a quel punto mi incavolo. Ma mica con i D.B., no con quelli non c’è speranza.

Con voi mamme!!!!! Mamme sveglia!!!!! Quell’essere di sesso maschile con cui condividete la casa non è un commesso di Mondo Convenienza che dopo avervi montato la cucina, è rimasto per un caffè! E’ vostro marito nonché il padre di vostro figlio!

Quindi se vostro malgrado vi siete ritrovate con un papà a mezzo servizio, anzi facciamo pure a “un millesimo” servizio, è arrivato il momento di cambiare le cose.

Intanto dovete capire la causa della loro assenza pratica.

Visto che mi pare strano che vi siate scelte un compagno ameba, dopo aver fatto un’indagine sul territorio, ho scoperto che le motivazioni possono essere sostanzialmente tre:

  • Gli alieni: mentre eravate incinte, una notte, degli alieni con le orecchie a punta e la pelle verde, con un raggio aspirante, hanno portato via le capacità di fare il padre a vostro marito, per fare degli studi alien-psicologici. In questo caso, o trovate sulle Pagine Gialle il numero del centro Alienpsicologico e fate reclamo, o siete fottute.
  • Maledizioni: In ospedale, dopo aver partorito, vostro marito incontra una santona che lo maledice: “Se farai il padre, diventerai sonnambulo e di notte andrai nei night club vestito da donna a fare spettacoli sexy”. In questo, caso potete puntare sul fatto che la cosa stimola le vostre fantasie erotiche. Ma solo se non scoppiate a ridere mentre glielo dite.
  • Servizi Segreti: una volta che siete rimaste incinte, i vostri mariti sono stati contattati da una spia travestita da cespuglio che ha dato loro un biglietto che poi si è autodistrutto in cui c’era scritto << Non fare niente.>> Nel 23% dei casi,  una supercazzola delle vostre, in cui li convincete che si sono immaginati sia il cespuglio che il biglietto, potrà trasformare i D.B. in padri.

Adesso mamme smettete di leggere e fate continuare i D.B.

Sì. Dico davvero.

Forza.

Chiamateli un secondo.

 

 

Hei mariti/compagni ci siete?

Allora ascoltatemi bene. Con questo articolo ho appena salvato il vostro matrimonio. Ho sbombato alle vostre mogli delle scuse assurde per cui non fate una cippa in famiglia.

Vi ho appena regalato una vita come in Super Mario Bross. Usatela bene.

Muovete il culo e cominciate a fare i padri. Perché se c’è una mamma c’è anche un papà e non c’è nessuna scusa per non esserlo. Perché badate bene che una mamma non smetterà mai di fare la mamma, ma può sempre smettere di fare la moglie!

P.s. se pensate che i Papà siano un’invenzione, contattate mio marito.

P.s.2 sì lo so è un P.S. smieloso, ma quando ci vuole ci vuole!

 

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La gara tra mamme

| bambini, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

diciamoci la verità, tutte noi almeno una volta l’abbiamo fatto. Tutte noi abbiamo pensato che una mamma che conosciamo stesse sbagliando. Ma se è più che lecito farlo e pure dirglielo, se il suo frugoletto sta mal menando il nostro o se vi appella con le più volgari parolacce, non è altrettanto giustificato se l’argomento è qualcosa che non ci tange per nulla, tipo dove dorme il bambino, cosa mangia o con cosa lo fa giocare.

E fino a qualche anno fa, la cosa era gestibile, c’era qualche pettegola da ignorare, qualche occhiatina da schivare, ma tutto finiva lì. Oggi, l’avvento dei social ha sguinzagliato milioni di mamme che al grido di “Ho ragione io!”,  si dividono tra chi adora spiattellare al mondo come la pensa, e chi adora spiattellare al mondo che la pensa al contrario. Insomma fare la gara alla migliore.

E allora tutte a litigare su come bisogna dormire, mangiare, allattare, educare, far giocare.

Ci sono mamme che adottano il co-sleeping, quelle con il letto con le sbarre, quelle con il lettino Montessoriano, in camera coi genitori o in camera del bimbo, quelle che hanno entrambi i tipi di lettino, ma i bambini dormono nel lettone e quelli che ognuno dorme nel letto dell’altro e il papà finisce sempre sul divano.

Ci sono mamme che autosvezzano, quelle che seguono le tabelle di svezzamento con la precisione di un chimico, quelle che un giorno fanno in un modo, un giorno nell’altro, quelle che il figlio non mangia nulla e devono fargli mille moine e quelle che mangia pure i gambi del tavolo e devono nascondersi in bagno a mangiare le lasagne.

Ci sono mamme che allattano al seno, quelle al biberon, quelle miste, quelle a richiesta, quelle ad orario, quelle che il latte concilia il sonno, quelle che gli rimane sullo stomaco e la notte fa gli incubi.

Mamme che sono preparatissime su ogni macchiolina, bollicina,eruzione possibile, quelle che mandano foto sul gruppo whatsapp di mamme e la diagnosi di maggioranza è quella giusta, quelle che chiamano subito il pediatra e quelle che passano la notte a preoccuparsi.

Ci sono quelle che hanno letto 8398472 libri sulla puericultura, quelle che ascoltano nonne e zie, quelle che pongono dubbi amletici a Google, quelle che hanno fatto l’abbonamento alle riviste per bambini, quelle che hanno fatto l’abbonamento alle riviste per bambini – ma guardano solo le pubblicità delle modelle finte neomamme con tristezza e invidia.

Ci sono mamme che escono con la scorta di parenti, con 13 borse e lo sguardo impanicato dal possibile cambio improvviso di clima o di leggi gravitazionali; quelle che escono sempre da sole e con un pannolino di ricambio e un pacco di fazzoletti – sopravvivono senza stress fuori tutto il giorno; quelle che escono da sole, ma le riconosci perché al minimo rumore, fanno dei balzi spropositati da tanto che sono terrorizzate che accada qualcosa.

Ci sono mamme che continuano ad uscire la sera, con o senza figli; quelle che non uscivano prima e figuriamoci adesso; quelle che escono ma finiscono per parlare dei figli, quelle che escono e si divertono più di prima sapendo che a casa le aspetta qualcuno da amare.

Ci sono mamme che la tv no fino a 16 anni, quelle che “che male c’è” e la maialina rosa e famiglia son diventati parenti acquisiti; quelle che “via una volta ogni tanto che vuoi che sia”, quelle che la tv nemmeno ce l’hanno.

Ci sono mamme che lavorano part time, quelle che lavorano full time, quelle che non lavorano e quelle che lavorano full full full time.

 

In ogni caso, ci sono mamme che a casa propria devono poter fare quel che vogliono.

Perché fare la mamma non è una gara, non c’è nessun traguardo e nessuna vittoria.

E allora sapete cosa sarebbe bello poter fare invece che litigare? Avere la possibilità di dire la propria senza offendere e senza voler fare cambiare idea all’altro.

Poter dire “io ho fatto così e mi son trovata bene”, oppure “Io non ce la faccio più, mi date un consiglio?” Senza dover essere giudicate/disprezzate/prese in giro.

Perché se noi mamme rendiamo possibile questo, con molta probabilità cresceremo figli tolleranti che sapranno accettare chi non la pensa come loro.

E se pensate che questo non possa esistere, vi sbagliate.

 

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Lettera ai miei figli. Perché non chiederò loro scusa.

| bambini, famiglia, figli, mamme, Senza categoria

Cari Bambini,

Non so se quando sarete in grado di leggere, questo blog esisterà ancora. Io che comincio mille cose e non ne finisco nessuna, proprio non lo so. In ogni caso stamperò queste righe in modo da esser certa che possiate prima o poi vederle.

Quando tra un po’ di tempo comincerete qua e là a leggere Facebook (il mio sia chiaro!!!), magari capiterete per caso su un articolo sulle scuse di una mamma ai suoi figli. O al grande per averlo trascurato una volta che è nato il piccolo; o al piccolo perché non è stato seguito esclusivamente come il grande. E affinché non dobbiate chiedervi perché io non vi ho scritto proprio nessuna scusa, eccomi qua a spiegarlo.

Non vi chiederò scusa perché seppure qualche attenzione esclusiva non c’è stata – molto, ma molto di più è stato raddoppiato.

Perché adesso ci sono il doppio dei giochi, il doppio di amici, il doppio di feste di compleanno e il doppio di baci-abbracci-risate. Certo anche il doppio di volte che mamma si arrabbia, di influenze, di tempo da aspettare prima di essere pronti per uscire.

Ma quando mamma si arrabbia, potrete supportarvi a vicenda in attesa di far pace;

A casa malati, potrete farvi compagnia;

E nell’attesa che l’altro sia pronto, potrete giocare ancora un po’.

Giacomo non avrai avuto sempre mamma che ti osservava, ma chiedi a tua sorella se non è una figata non avere la mia angoscia sulle spalle.

E Aurora, non avrai avuto tutti gli occhi dei parenti fissi su di te, ma chiedi a tuo fratello se lui era felice di tutti quegli sguardi.

Giacomo, non ti chiederò scusa perché l’arrivo di tua sorella ti ha regalato la possibilità di sentirti orgoglioso come fratello e soddisfatto come mio aiutante; di imparare a giocare da solo, di sapere quanto tu fossi amato: perché facevamo le costruzioni seduti in terra come prima, ma adesso mentre allattavo tua sorella. E io lo so che lo sapevi che stavo scomodissima, che mi faceva male tutto e che lo facevo solo per te.

Aurora, non ti chiederò scusa perché avere un fratello ti ha regalato la possibilità di amare tre persone anziché due. Di avere mille stimoli e di poter stare tranquilla, perché se vedevi tuo fratello felice, sapevi che andava tutto bene e potevi stare bene anche tu. Di sapere quanto tu fossi amata: perché facevo le costruzioni seduta in terra con tuo fratello e nel frattempo ti allattavo. E io lo so che lo sapevi che stavo scomodissima, che mi faceva male tutto e che lo facevo solo per te.

Ma soprattutto, non vi chiederò mai scusa perché essere fratelli vuol dire non sentirsi mai da soli.

E infatti, anche in questo caso, la vostra mamma sgangherata, queste parole stucchevoli, malinconiche, amorose, retoriche, che non sapete se ridere,piangere o mandarmi in quel posto, le ha scritte a tutti e due insieme.

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3 cose da non dire a una neomamma

| Mamma Bradipa polemica, mamme, neomamme, parto, post partum, Senza categoria

Care Mamme,

Dite la verità, che quando avete partorito e incontravate qualcuno in giro, venivate fermate con un gran sorriso, come se foste delle VIP. Ma al posto di un autografo o un selfie, vi venivano poste le domande più idiote della terra.

 

Tipo:

  • Sei felice? Ecco. Magari te sei lì, in preda al post partum più bastardo che ti ripeti come un mantra “non ho fatto una cazzata, non ho fatto una cazzata, non ho fatto una cazzata…” E non sei felice, proprio per nulla. E ora, dopo questa domanda ti senti anche una cacca. Perfetto. Se invece sei in quella fase di innamoramento perso verso il tuo frugoletto, rischi di cominciare a piangere di gioia e di non smettere più per tre giorni.

 

  • Sei stanca? Considerando che provieni da nove mesi di gestazione faticosa, parto dilaniante e ti svegli ogni tre ore (se va bene) per nutrire il tuo piccino, vivi con lui in braccio, ti metti seduta solo per far pipì e cammini come un orso obeso a causa dei punti, no. Non sei stanca. Sei un fiore, non si vede?

 

  • L’avrai coperto troppo/troppo poco? Allora, una neomamma, ci mette in media un’ora e mezzo ad uscire. Perché prima prepara se stessa (la maggior parte delle volte con una mano sola, con una poppata nel mezzo ed un cambio pannolino subito dopo). Poi cambia il bambino scegliendo l’ultima tutina rimasta pulita dopo che il fanciullo ha rigurgitato tutta la notte. Una volta che entrambi sono pronti, lui fa la popò. Pregando in aramaico che il pannolino sia riuscito a contenere il tutto, lo ricambia ed escono. Magari dopo una settimana di clausura per temporali. Magari è cambiata la stagione e si ritrova con 10° e le infradito o 25° col piumino. Ok. Che glielo dite a fare? Ci arriverà da sola che se suo figlio è viola e madido di sudore ha caldo e se trama ha freddo. Ma visto che non sa quando mai riuscirà ad uscire la prossima volta, adotta la tecnica dell’adattamento per far prendere almeno 7 minuti di aria al neonatino.

Possibile che nessuno si ricordi di quando ha partorito o è stato vicino a qualcuna che lo aveva appena fatto?  Perché non so voi, ma io quando ho partorito la prima volta, non riuscivo a vedere ogni giornata come una conquista, un miglioramento, un cambiamento. Se era andata bene, dicevo che avevo avuto culo, e se era andata male mi convincevo che le successive sarebbero state anche peggio.

E allora sapete che dovete dire ad una neomamma?  “Se ti sembra un casino, migliorerà!”. Farete una mamma felice, assicurato.

Avreste reso felice me per esempio.  Ma figuriamoci. Nessuno ti dice che sembra strano, ma un giorno parleranno, cammineranno e faranno la popò nel wc. Che vi divertirete insieme a loro e che rispondere alle loro astruse domande sarà una figata. Che vi scioglierete di fronte alle loro frasi amorose, disegni impiastricciati e baci sbavosi.

No, nessuno.

Cioè magari te lo dicono parenti e amici stretti, ma tu come dire, non sei proprio convinta che siano sinceri se te lo dicono mentre  sei in preda al più pazzo degli ormoni e non dormi da 20 ore.

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