mamme al mare

Le mamme in riva al mare

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Che al mare senza fare il bagno non ci vado neanche, lo sapete già.

Quello che non sapete è lo spettacolo a cui ho la possibilità di assistere ogni giorno mentre sono in acqua:

Quello delle mamme in riva al mare.

Quando i bimbi sono molto piccoli, le mamme ovviamente devono essere fisicamente presenti per la sicurezza dei piccoletti, ma quando crescono, basta che siano a “tiro di voce e di sguardo“.

A seconda se l’acqua sia con o senza onde, i comportamenti cambiano:

Quando il mare è calmo, le mamme in riva al mare sembrano in fila dal panettiere: chiacchierano tra di loro con postura rilassata, gesticolano lentamente, possono ruotare la testa sia a destra che a sinistra, ma ogni 30-40 secondi, lo sguardo torna arzillo ed attento ai bambini, come  per alzare la mano al momento del loro turno per pane e focaccia.

In riva al mare, però, il loro turno arriva dopo taaaaanto, dopo un tempo infinito e imprecisato… più o meno  quando a Gigino, Marietto e Bettina si scolorisce il costume.

La faccenda si complica quando il mare è agitato.

In questo caso, le mamme si trasformano in allenatori di calcio a bordo campo:

– Corpo in modalità carboni ardenti, con piccoli spostamenti rapidi e scattosi;

– Testa dritta fissa sull’obiettivo;

– Occhi di fuori e vene del collo gonfie;

– Braccia che si muovono forsennatamente che intendono sempre le stesse quattro cose:

Riva al mare

Ma come fanno le mamme a sapere dove DEVONO stare i bambini?

Lo sanno grazie ad i poteri a loro conferiti in seguito a gravidanza-parto-notti insonni, per i quali possono vedere a distanza il fondo del mare, comprendere in anticipo l’altezza delle onde e quantificare la forza della corrente immergendo un solo alluce.

Hanno un sistema precisissimo, frutto di calcoli arditissimi, per vedere anche a lunga distanza la linea invisibile al di lá della quale i bambini non possono andare; quella che cioè delimita “vicino” da “lontano” .

Oltre a questo, vige la legge non scritta che Marietto and friends devono stare precisamente davanti alla loro mamma. Devono essere PERPENDICOLARI. Hanno solo il permesso di spostarsi a destra ed a sinistra all’interno del campo visivo che ha mami senza muovere la testa.

L’uscita dall’acqua, ovviamente, avviene col cartellino rosso, dopo due ammonizioni.

Care mamme fuoridall’acqua, volevo però chiedervi una cosa che non posso sapere guardandovi: ma oltre ad assomigliare ad allenatori di calcio, vi pagano pure uguale?!?!?!

P.s. in quel caso potrei rinunciare al bagno in mare (ogni tanto).

P.s.2 sì nelle foto sopra sono in camera e non in riva al mare…quando perderò anche l’ultimo briciolo di dignità sarete i primi a saperlo ♥

 

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Come sopravvivere ad una giornata al mare. Parte 2: abitare al mare 0-6 mesi.

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Rieccomi per la seconda parte su come sopravvivere ad una giornata al mare, ma questa volta con bambini dagli zero ai sei mesi. Sempre spiaggia di sabbia e stabilimento balneare! Più che per chi va in vacanza (che avrà letto 3654 libri durante la gravidanza per avere il coraggio di partire con un neonato), mi rivolgo a chi ha appena partorito o sta per farlo e abita al mare. Sempre cose che mi avrebbe fatto piacere avessero detto a me, senza voler fare la mamma perfetta o la Sotuttoio.

LA REGOLA D’ORO: In questo caso la regola d’oro è non esagerare. Perché un neonato è mooooolto più sensibile di un bimbo. E Si stanca moooooolto più facilmente di un bambino. Quindi poche ore si rivelano un toccasana per poi passare il resto della giornata rilassati e non innervositi. Nel caso in cui il neonato sia il fratello o sorella minore, bisognerà sforzarsi di andare incontro alle esigenze dell’uno e dell’altro con le buone e care “vie di mezzo”. Come svegliare un po’ prima il grande per arrivare al mare presto, o attrezzare una zona fresca e quieta per il pisolino del piccino. Nel mio caso è servito per evitare di avere un fratellone insoddisfatto e una sorella isterica.

Soluzione alternativa. Mi è capitato di agitarmi spesso quando avevo Giacomo piccolo, per l’ansia di non riuscire a mantenere i suoi orari o di dover fare tutto di fretta. Con Aurora ho poi imparato che conviene crearsi delle alternative piuttosto che scapicollarsi per rispettare il piano originario. Se per esempio vostro figlio sta facendo un super pisolino al fresco, in caso abbiate pensato ad un eventuale spuntino di latte o di frutta, potrete trattenervi senza stress…tanto noi mamme mica mangiamo, giusto?!?

Il finto bagnetto: Per il punto precedente avete slittato gli orari e si avvicina l’ora del pisolino mentre state andando a casa? Portatevi un body pulito e mettete la famosa bottiglia di acqua scaldata al sole: potrete improvvisare un risciacquo fresco che potrà per lo meno togliere “l’appiccicaticcio” del caldo e della crema solare e permettervi di rimandare il vero e proprio bagnetto a più tardi.

Fuori categoria: pensiamo alla mamma! Sia che allattiate o no e sia se avete ancora perdite o no, portatevi tanta frutta e tanta acqua! Pensiamo sempre ai cuccioli, ricordiamoci anche di noi stesse!

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Come sopravvivere ad una giornata al mare. Parte 1: in vacanza 2-6 anni.

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Care mamme che vivete in città,

se state per andare, o siete in vacanza al mare, vi suggerisco qualche trucchetto per sopravvivere ad una giornata tipo. Spiaggia di sabbia e stabilimento balneare con uno o più bambini dai tra i 2 ed i 6 anni.

Vivo al mare ed ho pensato che se ho trovato sollievo io che sono bradipa, voi che siete “normopigre”, potrete tornare dal mare e non desiderare di svenire lì, subito, così su due piedi.

Infatti, data la mia pigrizia, nel corso degli anni, ho affinato delle tecniche che mi hanno agevolata parecchio. Ed allora ho pensato a voi che avete a disposizione solo pochi giorni per prendere la mano con questo stile di “vita”.

Se funzionano? Sappiate che per sei ore di fila, io, oltre che stare al mare, riesco solo a dormire!

LA REGOLA D’ORO: vi ricordate quando al corso pre parto dicevano che le contrazioni sono come le onde del mare? Che per non venirne sopraffatte bisognava assecondarle? Ecco, il concetto è quello: la vita di mare va assecondata. Bisogna tornare bambini, istintivi, naturali e rilassati!!!! (Utopia con i bambini?!!!). Abbandonate l’idea del capello bello pettinato che si arruffa, della sabbia che fa prurito, della salsedine che secca la pelle. La vacanza al mare va vissuta tuffandocisi dentro nel vero senso della parola. Facendosi inondare da sole, sale, sabbia e conchiglie. In questo modo il mare vi rigenererà invece che stancarvi e vi renderà fortissimamente appagate. Questo lo penso in generale, ma con dei bambini vale ancora di più. Come tornare a casa senza essersi almeno una volta “impanate” nella sabbia, fatto buche e castelli giganti e corse in mare con tuffo a bomba?

Ritmo: un altro trucchetto è quello di cercare di avere ogni giorno più o meno gli stessi orari. Primo perché potrete organizzarvi mentalmente per il giorno successivo, secondo perché ai bambini di solito da’ stabilità e sicurezza avere una routine e se non a loro, al loro intestino di sicuro!! Vi eviterete così cambi estremi in riva al mare o mal di pancia fastidiosi.

Giochi: pensate a mille mila possibilità di gioco perché al mare, ogni giorno è diverso dall’altro. Ci sono bambini diversi, il mare può essere mosso o calmo, possono esserci secche, un gran vento o semplicemente un gran caldo. Quindi pensate a varie cose, dalle più sedentarie da fare sotto l’ombrellone (classici palette e secchielli, carte, materiale per disegnare, bocce, giochi di fantasia…) e quelle da fare sulla riva e in acqua (un pallone che è un evergreen,racchettoni, retini per le conchiglie,vari oggetti per giocare con l’acqua come annaffiatoi, spruzza acqua, pistole ad acqua e visto che in molti stabilimenti è possibile utilizzare un compressore, un gonfiabile. Vado contro tendenza ed invece dei fenicotteri rosa, vi suggerisco il buon caro vecchio canotto che può essere usato in mare o come piscinetta sotto l’ombrellone).

Gustatevi il tempo: per quanto possibile, contrariamente a quanto facciamo nella vita di tutti i giorni, evitate di interrompere la quiete per proporre qualcosa: se ad esempio dopo 345 volte che i vostri figli hanno chiesto quanto mancasse a fare il bagno e all’ora presunta stanno facendo un castello tranquilli e beati, shhhh! Lasciate correre. Esaurire la voglia di fare qualche gioco, insegnerà loro a godersi appieno ogni momento e li aiuterà a non “sovreccitarsi” che è il rischio più comune per i bambini non abituati al mare.

TRUCCO EXTRA FUORI CATEGORIA: appena arrivate, riempite un secchiello o una bottiglia con l’acqua della doccia e lasciatela al sole. Vi potrà servire per levare la sabbia dal sederino dei più piccini senza tragedie per il freddo, o per sciacquare i costumi. Ah…e per la sabbia negli occhi o in bocca che capita almeno una volta al giorno!

Ovviamente questi sono stratagemmi che ho fatto miei e che vi passo con il beneficio del dubbio,senza voler essere verità assoluta.

Buon mare a tutte!

 

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Ode al bagno in mare

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Mamme!

E’ arrivato l’arrotino! No scherzo dai…Ma il tono è quello.

Mamme!

Faccio parte del movimento “CiàCià-FaiIlBagnoQuiFaiIlBagnoLà” e sto cercando di far tornare di moda, una pratica sempre meno frequente: Il bagno in mare!!!!

Ho notato che quando i bambini di 4-5 anni cominciano a giocare da soli in acqua, tutta una serie di mamme si siede sulla riva e aspetta. Ma perché non vi buttate con loro?  Ok una volta il ciclo, un’altra volta la piega appena fatta, un’altra ancora il mare mosso e sporco ecc ecc…ma le altre mille mila volte?

Io ve lo consiglio! Sarete più fresche, rigenerate, rilassate e se vi girano, fate un bel tuffo lava incazzatura e dopo starete meglio!

Avete un pochino di raffreddore fastidioso che non riuscite a sconfiggere? Niente di meglio dell’acqua di mare!!!!!

E se i vostri figli sono in una di quelle giornate che vi verrebbe voglia di piantarli al posto dell’ombrellone, vedrete che dopo un bel bagno insieme tra schizzi, tuffi e battaglie di sabbia, starà buono almeno…5 minuti!!!

Scherzi a parte l’inverno è lungo, le persone che non abitano al mare tantissime…facciamolo anche per loro…

Devolvi il 5(bagni) per mille a chi abita in città!!!!

 

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Convivenza al mare: piccole semplici regole

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Care Mamme,

ormai la stagione estiva è finalmente iniziata! Le spiagge si fanno sempre più gremite e la convivenza tra vicini di ombrellone più stretta.

E al mare si sa che si possono fare 1000 cose diverse contemporanemente. Puoi trovare chi dorme, chi mangia, chi gioca, chi legge, chi chiacchiera. Perché ci sono persone di ogni età e con le abitudini più varie. E ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole se non lede la libertà del vicino.

Ma come comportarsi al mare? C’è un manuale di buona educazione per famiglie?

Non lo so, ma per la mia esperienza, bisognerebbe cercare di attuare poche e semplici regole per evitare di arrivare a ferragosto con una paresi da stress.

Tono di voce: sarebbe meglio non urlare troppo al mare. Mi spiego: se sono le due del pomeriggio e tu stai raccontando ad un’amica a tre ombrelloni di distanza, la ricetta del polpettone all’hawaiana, puoi anche alzare le tue regali chiappe e andare al suo ombrellone. Perché poi, se si sveglia il neonato che dormiva beatamente all’ombrellone accanto, e comincia a urlare come un allarme, son cazzi vostri.

Sabbia: Che bello fare le buche!!!!! Ma se tiri la sabbia a chilometri di distanza un po’ meno. Se beccate le quarantenne in tanga che si è appena spalmata otto chili di olio “Abbronzami e baciami”, vi conviene cominciare a scappare veloce veloce!

Vigilare: Se vostro figlio va a giocare all’ombrellone dell’amico, non vuol dire che voi siete liberi, potete andare al bar, dormire, andare a casa a stirare o dall’estetista. No. Vuol dire che per lo meno dovete restare nei paraggi in modo da sentire per lo meno eventuali urla di disperazione o il rumore dei cazzotti!

Spazio vitale: a volte penso che gli ombrelloni dovrebbero essere delimitati con le righe blu come i parcheggi. Perché troppo spesso le persone, nella maggior parte dei casi per scegliere la posizione migliore per prendere il sole, si mettono “in bocca” all’ombrellone accanto! Tanto che a volte, all’ora di pranzo vien voglia di dire “Vuole favorire??????”

Insomma: non è ancora giugno, quando andate in spiaggia non fate quello che non vorreste facessero gli altri con voi! A settembre mi ringrazierete!!!

 

 

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Mamma e bimbi al mare: cosa non dire ai papà che vanno a lavoro!

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Care Mamme,

l’estate è ormai alle porte e quindi per chi abita al mare e non lavora full-time, inizieranno bagni in mare, pranzi fuori e tintarella.

I papà dal canto loro, durante la settimana, potranno godere solo di abbigliamento più leggero e aria condizionata in ufficio.

Quindi, per la serenità familiare, ecco 10 cose da non dire ai papà la sera quando tornano da lavoro e chiedono come sia andata la giornata

  1. Mamma: Uff che caldo al mare guarda! Papà: Sì perché io invece sono stato a bordo piscina con piedi al fresco e cocktail in mano!
  2. Mamma: Certo che palle tutto il giorno al mare! Papà: Guarda in ufficio uno sballo! Uno sballo!
  3. Mamma: Uh come mi brucia la schiena! Papà: visto che ti annoiavi tanto, potevi metterti la crema, brava cogliona!
  4. Mamma: Cioè quando si torna 8 chili di sabbia! Papà: ok allora domani vai tu 8 ore in ufficio e spazzo 8 chili di sabbia ok?
  5. Mamma: Non sai la macchina che forno che è quando si torna a casa! Papà: No io ho un parcheggiatore personale che me la fa trovare perfettamente temperata con aria condizionata né troppo bassa, né troppo alta.
  6. Mamma: Oggi il mare era mosso che palle. Papà: Oggi il capo era mossissimo!!!!
  7. Mamma: Oggi l’acqua era sporchissima. Papà: Ma vaff…!
  8. Mamma: Che palle però portarmi sempre tutto il pranzo da casa. Papà: la roba della mensa invece fa un baffo a Cracco, Cannavacciuolo e Barbieri messi insieme!
  9. Mamma: Oddio come sono brutta in costume! Mi vedi ingrassata? In questo caso il papà potrebbe tirarvi direttamente una testata.
  10. Mamma: I bimbi hanno litigato tutto il giorno col vicino di ombrellone! Papà: eh sì capisco lo stress di intervenire e mediare…altro che le mie trattative di lavoro!

L’unica cosa da rispondere care mie, mentre accogliete il vostro accaldato-sudato-stanco marituccio con viso viola dal sole, è TUTTO BENE!

Perché già i mariti tornato a casa incazzati d’inverno, figuriamoci l’estate!

Peace & Love.

 

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Che tipo di mamma sei al mare?

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Care Mamme,

sin da quando sono piccola, al mare, ho sempre amato sdraiarmi al sole e fare finta di dormire mentre ascoltavo le conversazioni delle persone sotto gli ombrelloni vicini. Si sa che basta un po’ di brezza per far percepire benissimo parole dette da lontano e se poi il discorso ha un po’ di enfasi ed il tono di voce di conseguenza è elevato, tatan!  Il gioco è fatto.

Negli anni, mi sono fatta una cultura soprattutto dei discorsi da mamme. E una volta che lo sono diventata anche io, ho potuto testare che le parole danno seguito a fatti e che i fatti sono sempre gli stessi per le stesse mamme. Così ho potuto creare le tipologie di mamme al mare:

Le istitutrici tedesche: le riconosci perché quando chiamano i loro bambini, un brivido ti scorre lungo la schiena e ti senti in colpa. Non sai per cosa, ma ti ci senti. Tutto avviene ad un orario prestabilito, senza sgarrare e tutto di conseguenza ha una durata ben precisa: l’esposizione al sole, il bagno, la merenda. Anche alle 18 di un pomeriggio di luglio con 40°, hanno sempre bambini puliti, profumati e pettinati. E con un libro in mano. Mah.

Le socievoli: soggiornano sulla riva. Se incroci il loro sguardo è finita. Minimo minimo ti invitano a fare l’aperitivo con marito e figli in quel locale carino carino. Roba che tu manco hai capito come si chiamano. Per loro sei semplicemente “ciao bella” anche se hai 83 anni e sei la bisnonna dell’amichetto che gioca con loro figlio.

Le tonte rilassate: pensano a voce alta e ridono tanto. Le noti sulla passerella perché ogni giorno dimenticano qualcosa: il cellulare, la crema, un figlio.

Le tonte stressate: anche loro pensano a voce alta, ma con voce terrorizzata e chiedendo aiuto agli sconosciuti che stanno prendendo il sole : “Scusi me lo può guardare un attimo Marietto che ho scordato Geltrudina alle cabine? Grazie eh!?” E mentre scappano via, dalla borsa cadono così tanti oggetti, che Pollicino in confronto è un dilettante.

Le Isteriche: urlano urlano e urlano. Anche se il loro piccino Igor è seduto lì accanto a loro e devono chiedergli che ore sono. Il rivenditore del “cocco bello, cocco fresco”, le invidia fortissimamente per la loro  resistenza. E tu a fine giornata, conosci tutti i nomi dei loro figli e pure degli amici. E pure delle mamme degli amici.

Le sdraioinglobate: le riconoscete perché non le avete mai viste in piedi. Perché anche se il loro pargoletto sta mangiando un chilo di sabbia o strappando ciocche di capelli all’amichetta, loro non si alzano e se sono all’ultimo lontanissimo ombrellone, diranno al figlio che lo vedono benissimo mentre fa il bagno. Le suole delle loro infradito sono intonse, tanto che vi siete fatte la fantasia che una gru le porti con la sdraio all’alba e le riporti a casa al tramonto.

Le organizzate: Hanno una borsa che Mary Poppins è una tipa con un buffo ombrello e una pochette. Se ci guardi dentro rischi di essere risucchiata in un’altra dimensione, ma se chiedi qualcosa, stai pur certa che ti sarà data. Dal mini set di cucito, alla tenda con mantovana (magari da rammendare!). Da medicinali per il mal di mare (casomai andasse in pedalò!!!) al mini metal detctor. E cibo, tanto cibo. Perfettamente impacchettato-conservato-refrigerato. Che potresti sopravvivere due mesi senza mai tornare a casa.

Conoscete qualche mamma così?

E altre categorie?

Dai che l’estate è quasi finita! Voi state attente, ci si risente alla fine di settembre!

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