Fare la mamma è bellissimo.
E lo ripeto ogni giorno, i miei bambini sono l’unica cosa bella e giusta che ho fatto nella mia vita.
Dopo Enea per un certo periodo ho anche smesso di lavorare credendo erroneamente che loro e solo loro fossero il centro lo scopo della mia vita.
Ho buttato via tutto. Anni di studio, anni di lavoro, professionalità e competenze credendo di trovare nel tempo passato insieme a loro il senso e lo scopo della mia vita.
Credendo che per essere una buona mamma sarebbe stato sufficiente esserci.
Sempre e anche fin troppo.
Credendo che il mio valore di mamma si misurasse in ore passate insieme, in vestiti perfettamente stirati e in casa perfetta.
Che mettere me al secondo e ultimo posto avrebbe fatto di me la mamma migliore del mondo. La mamma perfetta e l’unica in grado di crescere figli felici.
Poi mi sono resa conto che essere sempre e solo la mamma dei miei figli significava umiliare me stessa.
La me che aveva studiato tanto, che si era impegnata per raggiungere obiettivi. Che per laurearsi si svegliava il sabato mattina alle 5 per prendere lo scooter con una temperatura polare e passare la giornata in piedi sui tacchi facendo la hostess a qualche convegno.
La stessa me che senza chiedere nulla a nessuno era uscita di casa da sola e sola si manteneva e andava avanti senza aver mai chiesto aiuto a nessuno.
La me che i mobili se li era caricati uno ad uno all’ikea e se li era montati.
Spendere soldi non guadagnati da me mi infastidiva e mi umiliava.
Stavo diventando l’ombra di me. Della me donna libera e indipendente.
E stavo dando troppo spazio alla mamma.
Poi ho avuto fortuna e sono riuscita a rientrare nel mondo del lavoro, nel mondo del mio lavoro, quello per cui avevo studiato e mi ero impegnata a lungo.
Quel lavoro che aveva fatto di me una donna indipendente e libera.
E mi sono accorta che la mattina uscire per andare verso l’ufficio significa respirare ossigeno.
Ho imparato a chiudere gli occhi davanti ad una casa in disordine, un vestito piegato e non stirato.
Sicuramente ho dovuto tagliare su tutto e imparare a correre. Con l’orologio sempre alla mano.
E vi dico la verità certe mattine le invidio le mamme che possono prendere il caffè perché non hanno un lavoro a cui correre.
Ma poi mi rendo conto che a me il lavoro ha salvato la salute mentale.
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