Ho passato anni a sentirmi sbagliata
Ho passato anni a sentirmi sbagliata.
A chiedermi perché intorno a me vedevo tante coppie felici, rapporti duraturi, famiglie solide.
Figli perfetti e felici.
Foto di vacanze impeccabili.
Tutte le mamme sono mammansie
Ho passato anni a sentirmi sbagliata.
A chiedermi perché intorno a me vedevo tante coppie felici, rapporti duraturi, famiglie solide.
Figli perfetti e felici.
Foto di vacanze impeccabili.
E davvero difficile diventare grande adesso che grande lo sei anche tu
L’enorme buco nero dell’istruzione pubblica.
Oggi sono polemica, e non voglio fare considerazioni in generale ma basate sulla mia esperienza.
Quindi non prendete quello che dirò come una critica in generale e nemmeno prendetela sul personale perché magari, e me lo auguro, di voi hanno avuto esperienze meravigliose nella scuola pubblica.
Non è il mio caso. E so di non essere l’unica. E non voglio criticare le persone che singolarmente e umanamente si sono impegnate dando del loro meglio. Ma credo ci sia una falla enorme a monte.
Falla che non può essere colmata da una singola persona. Nemmeno da un team di insegnanti che fa del suo meglio e lavora in sinergia.
Uno dei tanti problemi, il problema più grosso, è dato dal numero spaventoso di bambini con problemi comportamentali.
Che coincide con un numero non sufficiente di insegnanti di sostegno, che vengono concessi solo dopo lunghi percorsi fatti dalle famiglie, e in moltissimi, troppi casi nemmeno in questi.
Non voglio parlare delle famiglie che davanti alle segnalazioni delle insegnanti non si impegnano ad intraprendere un percorso per capire se il proprio figlio o figlia abbia davvero bisogno di un aiuto.
Voglio parlare di famiglie che ci provano e non ottengono nulla a causa dell’assurda e ridicola burocrazia targata italia.
Voglio parlare di insegnanti costrette a lavorare in classi sovraffollate con bambini che dovrebbero avere un sostegno e non lo hanno e si trovano a fare da baby sitter più che da insegnanti.
Voglio parlare di come, non comprendo che ci possano essere i soldi per le lavagne elettroniche e manchino quelli per i sostegni e l’aumento del personale quando ci sono classi che e avrebbero necessità.
Cosa se ne fanno di una LIM se non riescono a lavorare con serenità???
Voglio parlare dello stress a cui sono sottoposti bambini e genitori che si trovano in classi complicate come queste.
Voglio parlare degli alunni problematici la cui soluzione diventa di spostare il bambino da una scuola all’altra, che diventa solo uno spostare il problema senza risolverlo.
Voglio parlare di quanto queste situazioni degenerino quando si passa alle scuole medie e crescono e con loro i problemi.
E si trovano bambini di 11 anni con la sigaretta in bocca e carabinieri in classe.
S
Quanto questo pesi su tutti i ragazzi che, non dimentichiamolo, sono gli adulti del domani.
Quanto sia ingiusto che i bambini non possano vivere glia anni della scuola primaria con la serenità e la tranquillità che meriterebbero.
Quando debbano affrontare ogni singola giornata con compagni che disturbano, magari picchiano e gli fanno del male.
A volte si aspetta la tragedia. Si aspetta che succeda qualcosa di grave prima di intervenire. A scapito dei bambini della loro serenità e della loro incolumità.
Mi sono sentita dare della snob quando ho parlato di scuola privata. Ma almeno nella scuola privata si paga e si ha un servizio scolastico non dico perfetto ma sicuramente non allo sbaraglio come la scuola pubblica oggi come oggi.
Vorrei non dover scrivere queste cose e vorrei davvero che non fosse cosi.
Mi sono sentita dare della stronza quando ho sollevato il problema ad alta voce. Come se parlassi a nome di un singolo caso.
Il fatto è che non si tratta di un problema circoscritto ma un problema che riguarda la scuola pubblica in tutta Italia.
Mancano i fondi.
Mancano sempre i fondi quando si tratta di problemi veri mentre i fondi per le cose inutili ci sono sempre.
Eppure sono una cittadina che paga le tasse. E avrei diritto ad un servizio migliore.
Chissà se questo mio urlo di protesta arriverà a chi di dovere.
Io ci provo
Mammansia
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A tutte le mamme che ci sono sempre.
Sei una brava mamma anche quando pensi di non fare abbastanza.
Sei una brava mamma anche quando arrivi in ritardo.
Ciao mamma, ho deciso di scriverti una lettera, ogni volta che penso a te mi viene da piangere e non so nemmeno perché. Cioè in realtà lo so. Vorrei farti uscire fuori un po’ di più e farti vedere quanto sei bella coi tuoi bambini. Anche quando sei spettinata, con le occhiaie e puzzi di latte.
Il primo decennio di te.
2013 sei nata.
2023 compi 10 anni. La prima età a due cifre, il passo da cui non si torna più indietro.
Ti ho desiderata tanto. Ho sempre desiderato e una bambina e nel mio cuore ho sempre il ricordo di quella ecografia e del momento in cui la dottoressa ha detto:”è una bambina”.
Ho pianto di gioia.
Sei nata con tanta fatica ma finalmente eri li tra le mie braccia. La mia bambina.
E per me sarai sempre la mia bambina, anche quando sarai adulta e poi anziana, sarai sempre la mia bambina. Ma questo lo sappiamo solo noi.
Hai carattere e dolcezza. Un mix imprevedibile e stupendo.
Sei viziata. Ti ho viziata e non riesco a non farlo.
Ho sbagliato a volte con te. Più che coi tuoi fratelli. Ma è normale sei la prima. La prima a nascere, camminare e crescere. Sei tutte le mie prime volte.
Ho pianto settimane fa, mentre compilavo la tua iscrizione alle scuole medie. Ho pianto in primis perché ho paura, stai per iniziare il viaggio nel tunnel dell’adolescenza, quel tunnel buio e tortuoso dal quale quando ne uscirai sarai già una donna. E in quel tunnel ti posso solo guidare con la mia voce che spesso non vorrai ascoltare, anzi visto che sei come me, sono certa che non presterai mai ascolto alle cose che ti dirò.
Ho pianto perché la fine della scuola primaria significa la fine di un percorso, la fine dell’infanzia e del mondo tutto rosa e tulle che amavo vivere insieme a te.
Ho pianto perché sono orgogliosa della bambina grande che sei diventata e allo stesso tempo mi mancano quei primi momenti sole e io te.
Mi manca il giorno in cui siamo tornate a casa dall’ospedale, quelle giornate lente e scandite solo dai tuoi ritmi. Era freddo e inverno come ora e noi eravamo nel nostro nido. Io e te.
Il calendario dove ogni 3 giorni annotavo il tuo peso perché avevo paura che non crescessi a sufficienza.
Tutte le foto e i ricordi che ho conservato di te. Sappi che dei tuoi fratelli ho molto meno ricordi.
Mi manca la prima volta che mi hai detto mamma e i tuoi primi passi. I tuoi capelli ricci che amavo più di ogni cosa.
Mi manca prenderti in braccio e cullarti in silenzio accompagnate solo dai nostri respiri e dai nostri cuori che battono all’unisono.
Sei bella, sei bellissima, anche se quando te lo dico ti infastidisci. Sei mia figlia e sei per forza la più bella del mondo.
Hai tanta voglia di camminare con le tue gambe e fare da sola. E lo capisco sono sempre stata come te.
Perdonami se quando sono arrivati i tuoi fratelli hai visto calare le attenzioni su di te e perdonami ogni volta che sbaglierò nei vostri confronti. Sappi però che sarò sempre pronta a chiedervi scusa.
Che fatica vederti crescere e che fatica accettare il tempo che passa e non torna più.
Che fatica accompagnarti nella crescita e poi piangere perché è successo tutto troppo in fretta.
Che fatica vederti sempre più autonoma e alla ricerca dei tuoi spazi quando, egoisticamente, vorrei essere ancora io tutto il tuo mondo.
Che fatica vedere i giorni che passano senza possibilità di riviverli di nuovo.
E che magone perdersi nei ricordi.
10 anni sono tanti. Eppure sono volati.
E se sono la mamma e la donna che sono è grazie a te che mi hai scelta.
E un immenso onore essere la tua mamma
Buon compleanno amore mio. Sarai sempre la mia principessa
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Che le mamme siano umane lo dico da tempo.
Cosi come dico da tempo che i figli sono una grande fatica e lo sono perlopiù per la donna.
Questo dal concepimento in avanti e per sempre.
Il sovraccarico fisico e mentale delle mamme oggi.
Perché troppo spesso noi donne e mamme di oggi tra lavoro, figli e famiglia mettiamo da parte noi stesse e non ci prendiamo cura di noi.
Ed è colpa nostra, o almeno nel mio caso è colpa mia. Perché voglio che tutto sia fatto a modo mio e come dico io. E si lo ammetto ho anche troppe manie di controllo.
A grandi passi verso l’adolescenza.
Vicinissimi ai 10 anni si iniziano a scorgere i primi inequivocabili segnali di pre adolescenza.
Di colpo la mia dolce bambina sta cambiando. Crescere è inevitabile, ma io non ero e non sono affatto pronta.
L’umore a volte è instabile. Si arrabbia o piange per nulla.
Poi miracolosamente torna la mia bambina, quella allegra, un po’ polemica di sempre, ma la mia bambina.
E un passaggio complicato ed essere qui a parlarne mi stringe lo stomaco.
Siamo saliti sulle montagne russe. E lo facciamo a occhi chiusi. Non so mai cosa aspettarmi.
Il senso di vuoto, il senso di vertigini e i sorrisi.
In questa fase mi sento più sbagliata che mai nei suoi confronti, la mia impressione è di non fare mai la cosa giusta, di sbagliare sempre. In ciò che dico e in ciò che faccio.
E difficile renderla felice e sono sempre più i momenti in cui si chiude in camera e mi lascia fuori. Allora mi affaccio e le chiedo se va tutto bene. E le ricordo che anche se porta è chiusa io sono li, basta aprirla.
Poi però viene sera e quando è ora di dormire non riesce a farlo se non sto con lei e le faccio una coccola e qui è ancora la mia piccola bambina.
A volte ha atteggiamenti da vera donnina, poi all’improvviso torna la dueenne capricciosa che si sdraiava per terra in mezzo al supermercato perché non le avevo preso le patatine.
Peso le parole e poi sbaglio lo stesso.
Vorrei spiegarle che la capisco, che da adesso in poi la sua vita sarà fatta di molte più domande e sentimenti.
Che la rabbia a volte le farà esplodere la testa
Che piangerà senza motivo e vorrà farlo senza farsi vedere da me, la sua mamma.
Vorrei dirle che lo so che certi giorni si sente sbagliata, mentre sente il corpo che sta cambiando e la testa che sta iniziando a fare voli pindarici.
Che il mondo allegro e colorato dell’infanzia si sta allontananto.
Vorrei dirle che lo so, ma che non c’è fretta di vivere queste montagne russe.
Può ancora emozionarsi per un giocattolo, credere a Babbo Natale e alla magia dell’elfo.
Può sorridere per una caramella e poi scoppiare a ridere senza motivo. Che non c’è fretta di crescere.
Vorrei dirglielo e farglielo capire.
A volte ci riesco e a volte no.
Vorrei dirle :”Ti voglio bene e ti amerò tutta la vita anche quando sarai una donna che mi contrasterà perché so che lo farai in fondo sei uguale a me.
E ti voglio bene anche se quest’anno non mi hai fatto un bigliettino per il compleanno dicendo che non hai avuto tempo.
Quelli degli anni scorsi li ho conservati tutti e sono il mio tesoro più prezioso”
Insieme a te, al tuo sorriso e alla magnifica creatura che stai diventando.
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Vi aspetto al varco voi sostenitori delle famiglie alla pari in tutto e per tutto. Perché a parole sono tutti buoni ma alla fine girando e voltando i figli sono delle mamme.
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