mamme

Non giudicare una neomamma alla prima apparenza

| Mamma Bradipa polemica, Senza categoria

Una mattina di quest’estate, al mare, il rumore delle onde era sovrastato da un pianto disperato.

Ruotando la testa verso la sua provenienza, vedo una mamma che cammina in su e in giù, tra le braccia una manciata di chili che si dimenava velocissimamente e nervosamente e lo sguardo smarrito nel vuoto.

Piano piano dagli ombrelloni intorno a me hanno cominciato a levarsi commenti a mezza bocca:

“Ma povero bimbo perché non lo calma?”

“Hei è già viziato vedi?”

“Non lo coccola nemmeno, piccino!”

“Per me ha le coliche, perché non gli dá le goccine?”

“E’ troppo agitata! Ma non lo sa che lo fa piangere ancora di più?”

Io ascoltavo basita e d’un tratto si è palesata in me la considerazione che per le persone che giudicano alla prima apparenza esistono solo due tipi di mamme:

le MAMMEDIEMME che non sanno educare e

le MAMMEDIEMME che non sanno accudire.

Se ne deduce che per il totale di spettatori, coloro che hanno un figlio piangente, sono tutte MAMMEDIEMME.

Certo perché i neonati bene educati e ben accuditi quando hanno qualche bisogno, alzano la manina e dicono :”Mammina mia adorata, quando ti aggrada potresti cambiarmi il pannolino/darmi da mangiare/farmi dormire?” Ovvio.
E poi invece di giudicare perché non chiedete se potete fare qualcosa? Perché se è il tuo primo giorno di lavoro puoi essere affiancata da un esperto, se sei a scuola puoi farti rispiegare la lezione, ma se hai un neonato da 3 minuti, devi essere capace di intervenire in qualsiasi circostanza DA SOLA, pure nel caso in cui ti prendesse un colpo per lo stress e dovessi farti una puntura al centro del cuore come in “The Rock*” .

All’improvviso una coppia anziana che sembrava innamorata da 200 anni e ricordava in quanto a tenerezza, la coppia di uccellini di Robin Hood Disney, passando lì accanto per andare verso il mare, si rivolgono verso la giovane mamma: ” Cara, possiamo fare qualcosa per te?”
Io mi sarei alzata in piedi ed avrei cominciato ad applaudire forsennatamente, ma mi sono data un tono ed ho esultato solo con le pupille.

La giovane mamma, con gli occhi increduli e stupiti, scoppia a piangere e singhiozzando dice loro: ” Mio marito è partito stamani alle 5 per lavoro e tornerà fra 4 giorni, il bimbo si è svegliato, strasonnato, adesso lo vedo che ha sonno, ma non dorme, allora forse ha fame, ma non si attacca, bo io non ce la farò da sola con lui 4 giorni! Già dopo poche ore sono esausta! Mia mamma mi ha detto che viene ad aiutarmi se ho bisogno, ma io penso ai racconti delle mie amiche che con uno o addirittura due bimbi piccoli fanno tutto! Da sole! Sono un’incapace…”

I nonnini la lasciano finire e poi l’uomo rivolgendosi alla moglie, parlando sotto voce come se quel pianto non esistesse, le dice ” Gina te lo ricordi quella volta che per far addormentare Mauro facemmo 20 chilometri in macchina ed alla fine ci fermammo a bordo strada a fare un pisolino perché eravamo devastati?”

“Certo caro me lo ricordo! E quando cenammo a tonno e fette biscottate perché non eravamo riusciti ad andare a fare la spesa?”

I due risero complici e nostalgici e poi la nonnina aggiunse alla neomamma: “Cara, allevare un bambino piccolo è difficile in 2, in 3 in 10 persone. Ogni giorno non si sa cosa succederà e dividere i compiti non è sintomo di inefficienza, ma di sopravvivenza.” Una carezza sulla spalla e proseguirono verso la riva.

La mamma, che si era distratta per qualche secondo attenta ai racconti dei coniugi, aveva rilassato le braccia e le spalle, rallentato il battito, disteso la fronte. Il piccolo, ancora inquieto, aveva smesso di piangere e la mamma frastornata da quegli attimi, si era seduta all’ombra ed aveva riproposto il seno al suo piccolo. Dopo 10 minuti dormivano entrambi.

Morale della favola: dove si comprano due nonnini uguali a quelli?????

Scherzo.

Ma quando cavolo la smetteremo di giudicare le mamme? Per di più a prima vista? Che le mamme li sentono i vostri sguardi inquisitori penetrare le loro nuche, le vedono le frecce luminose lampeggianti che le indicano. Si sentono sotto esame! Si sentono come di fronte ad una giuria che le fa andare avanti con 3 sì e sperano che dicano loro : “Hai il Mum factor!!!”

EBBASTA! Ma voi sapete fare tutto? Scommetto che a volte vi si brucia qualcosa in forno nonostante abbiate la ricetta. E che accettate volentieri qualche trucco per smacchiare i colletti delle camicie che vi rimangono sempre grigi.

Quando riusciremo a far passare il concetto che essere genitori è difficile e che se siamo più esperte sarebbe bello poter dare una mano invece che pensare che le neommme siano esseri difettosi di cui fare il reso?

EDDAI.

*https://it.wikipedia.org/wiki/The_Rock_(film)

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Perchè festeggiare “l’ultimo giorno di scuola”

| Mamma Bradipa tenera, Senza categoria

10 giugno

L’ anno scorso, di questi tempi nella chat di classe si parlava di chi portasse cosa per la merenda dell’ultimo giorno di scuola, di come facesse caldo con il grembiule con il sole che batteva sulle aule e non si vedeva l’ora di lavare lo zaino, ridotto ormai ad una massa informe dall’odore di libri, succo e inchiostro.

Quest’anno no. Quest’anno nella chat di classe si parla degli allegati che non si scaricano, delle schede a risoluzione troppo bassa, della foto di classe a distanza, del prossimo appuntamento su meet.

Niente grembiuli.

Niente zaini.

Non se ne parla dal 5 marzo.

Ricordo ancora che il 4, era mercoledì. Le maestre hanno dato i compiti per l’indomani e hanno sistemato l’aula per l’attività a gruppi del giovedì.

Noi genitori ci siamo allontanati con un semplice “buon appetito,  a domani!” e Giacomo salendo in macchina mi ha detto “Mamma sono stanchissimo per fortuna manca solo giovedì e venerdì e poi due giorni di pausa.”

E invece “la pausa”  sarebbe iniziata subito e per 10 giorni. E poi per altri 15 e altri 15 e poi nessuno ha più creduto che si riniziasse prima di settembre.

Così quando dico che il 10 giugno festeggerò, in molti mi guardano ruotando la testa come un cucciolo che sente un rumore strano.

Perché festeggiare??? Perché ce lo meritiamo!

Ce lo meritiamo tanto cacchio.

Se lo meritano i BAMBINI. Cui d’improvviso, dentro ad una bella scatola, abbiamo messo loro la scuola, i parchi gioco, gli amici, i nonni, i giocattolai, le feste, i compleanni e ci abbiamo scritto “NON APRIRE FINO A BO”. Ma abbiamo chiesto loro di essere sereni e tranquilli,  di accontentarsi dei nonni in videochiamata ad 1 anno, di vedere i compagni d’asilo sul tablet, di studiare, di impegnarsi, di perdere la relazione con gli insegnanti e cercare di stabilirla con uno schermo. Si sono arrabbiati, rattristati, a volte arresi ma poi ripartiti, innervositi, arrabbiati di nuovo, ma poi ce l’hanno fatta.

Ce lo meritiamo noi GENITORI. Che da quando i nostri figli sono nati ci dicono che si può spiegare loro tutto – in modo adatto all’età- ma questa volta ci siamo trovati invischiati tra un batterietto birboncello che ci fa starnutire nel gomito detto ai più piccoli e la paralizzante incapacità di dare risposte certe ai più grandicelli. Ce lo meritiamo perché abbiamo affrontato l’angoscia per il nostro futuro, per la salute dei nostri cari, per le esperienze negate ai nostri bambini. Il tutto condito dall’esilarante esperienza dello smart working con 1/2/3…figli a casa e  dalla snervante/logorante/ossessionante didattica a distanza. Ma ce l’abbiamo fatta.

Se lo meritano gli INSEGNANTI che in un pugno di giorni si sono dovuti far amica la guest star di questo periodo: la DAD. Che fino a poco fa pensavo volesse solo dire papà in inglese. Forse lo credevano anche maestre e professori, ma hanno subito capito cosa invece significasse e si sono dovuti reinventare un modo di lavorare senza la possibilità di fare ciò che hanno sempre fatto: parlare, insegnare, spiegare, ridere, giocare, richiamare, lodare, coccolare i loro studenti. Senza poter accedere alla loro “materia prima”, come se ad un cuoco si chiedesse di preparare delle ottime pietanze senza ingredienti. Ma ce l’hanno fatta.

Non ci sarà nessun VERO ultimo giorno di scuola, ma potremo comunque festeggiare la FINE di questo assurdo e sconvolgente periodo, per goderci ancora di più gli anni scolastici che seguiranno.

Perché se si dice che una cosa la si apprezza solo quando si perde, la scuola quest’anno l’abbiamo PERSA, ma siamo fortunati perché presto potremo RITROVARLA.

P.s. Se avete voglia di festeggiare con una risata, vi metto qui sotto il link del video di “E penso a te” di Battisti, rivisitata con Classroom 🙂

https://youtu.be/ai7vILaO9Fs

 

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Coronavirus e bambini: 5 suggerimenti per la serenitá familiare

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

Bambini da domani non si può più uscire, non potete andare a scuola, vedere i vostri amici e nemmeno andare al parco, ok? Non potete fare il vostro sport preferito, festeggiare compleanni e neanche vedere nonni, zii e cugini, ok?

Ecco più o meno il messaggio che è arrivato ai nostri bambini è stato questo.

Noi genitori ci siamo trovati catapultati in una realtà parallela con il dovere di contenere psico-fisicamente i nostri bambini.

Ma come??? Quando anche noi ci sentiamo in un sogno, non abbiamo più i nostri punti di riferimento e le nostre abitudini?

Inizialmente non avevamo possibilità di contatti con la scuola, l’asilo, gli allenatori sportivi…I bambini non avevano nessun input esterno e noi genitori dovevamo pensare a tutto, sentendoci abbandonati e oltremodo responsabilizzati.

In un secondo momento, tutti si sono organizzati e così da un giorno all’altro ci siamo trovati inondati di collegamenti Skype, dirette, documenti condivisi, video su video per 6583939 lavoretti da fare con i bambini.
La tecnologia…questa “meravigliosità”!
Ma non tutti possono o vogliono fare tutto e si rischia di sovraccaricarsi o di sentirsi sbagliati perché non si cucina con i bambini la torta Rainbow a sette strati, non si scarica il tutorial “Come fare un copri water all’uncinetto”, non si costruisce un armadio con i cotton fioc e non si creano dei percorsi ad ostacoli per tutta la casa che se ti scappa pipì forte, fai prima ad andare a farla sul balcone (sperando che non siano le 18.00 e tutto il vicinato sia lì fuori cantando i Ricchi e Poveri!).

Ecco che adesso, dopo parecchi giorni di isolamento, ci siamo “stabilizzati nell’instabilità” e credo sia necessario fare il punto della situazione, dando potere alle nostre diversità per ricreare una nostra quotidianità.

Ogni famiglia infatti è unica, per composizione e per modi di vivere, impossibile dare dei consigli o delle raccomandazioni che siano adattabili a tutti. Per questo motivo, bisogna andare a cercare quello che ci accomuna e ci differenzia allo stesso tempo: le emozioni. Tutti, seppur declinate in modo diverso le possediamo e per questo  tra tutto quello che la mia mente rimugina, ho pensato a 5 suggerimenti teorico- pratici, che hanno un fondamento emotivo e di conseguenza, ogni famiglia può attuarli. Non vi faranno saltellare di gioia tra sala e cucina, né vi faranno sentire bene come in riva al mare, ma penso che possano alleviare un goccino la condizione che stiamo vivendo in questo periodo.
E ricordatevi che appunto è un PERIODO, presto ritroveremo le nostre certezze.

  1. RISPOLVERARE LE EMOZIONI. Prima di tutto quindi: Come siete messi a “conoscenza, riconoscimento ed espressione delle emozioni?” Se le masticate poco, è giunto il momento di dar loro un ripasso. E’ fondamentale che tutta la famiglia sia allenata in questo, per soddisfare i nostri bisogni emotivi con prontezza. Su internet si trovano parecchie informazioni in merito, ma sarà mia premura, darvi una mano nei prossimi giorni, con stories, post e articoli in merito.Che siate una coppia, una neo famiglia o dei genitori con bambini grandicelli, essere emotivamente competenti, sarà il vostro asso nella manica.
  2. SPIEGHIAMO AI BAMBINI COS’E’ IL CORONAVIRUS E PERCHE’ DOBBIAMO STARE IN CASA. I bambini percepiscono i nostri stati d’animo, ascoltano anche mentre stanno giocando e non sono in grado di inserire le nostre parole, all’interno di un discorso ampio. Per questo motivo è molto importante spiegare con serenità cosa sta succedendo, sottolineando che STIAMO A CASA PERCHE’ COSI’ SIAMO SICURI E TRANQUILLI. Per questo evitiamo di guardare i tg in loro presenza, di parlare della nostra preoccupazione circa la salute, i soldi, il lavoro e non facciamo telefonate davanti a loro, in cui diciamo cose come “se continua così è un macello“, “non si sa più come arrivare a fine mese”, “sono preoccupato per la salute dei miei genitori“. Tutte queste informazioni arrivano dirette nello stomaco dei bambini e le trasformano in emozioni negative; senza rendercene conto contribuiremo a renderli più “assenti”, nervosi, inclini al pianto ecc ecc e tutta la famiglia di conseguenza verrà investita da maggiori tensioni.
  3. CREATE UNA NUOVA ROUTINE. Durante i primi giorni di questa quarantena, il non avere una routine scandita e rigida, ha rappresentato una ricchezza. Ma col passare dei giorni, il terreno ha cominciato a sbriciolarsi sotto ai piedi. Create una nuova routine dal lunedì al venerdì, per bearvi di non avere ritmi il sabato e la domenica. Fate una lista delle cose che “dovete fare per forza” come preparare da mangiare o lavorare. E poi lasciatevi del tempo per una cosa diversa ogni giorno: fare un dolce, il bagno con la schiuma, sistemare un cassetto pieno di ricordi… Se è qualcosa che unisce l’utile al dilettevole da fare tutti insieme, ancora meglio.
  4. UNA PER UNO NON FA MALE A NESSUNO.Ogni giorno ciascun membro della famiglia, sceglie una cosa che desidera fare (se si hanno bambini troppo piccoli o animali, pensiamo noi a cosa potrebbe far loro piacere). E’ importante infatti che ogni componente della famiglia abbia un momento per se stesso. Facciamo quindi un patto ad inizio giornata e cerchiamo di dare il giusto spazio a tutti. Se si è mamme sole con bambini al seguito, lo so (per esperienza!!!) sarà molto difficile farlo. Dobbiamo trasformarci in allenatori e allungare sempre più i nostri tempi per noi stesse!!! Cercate di mettervi d’accordo alternando tempo con loro e tempo per voi. I bambini sentono molto cosa è giusto e cosa è sbagliato e se danno la loro parola, sarà più facile rispettare gli accordi. Magari anche solo 5 minuti per una doccia saranno preziosissimi e vedrete che con l’allenamento, diventeranno ancora di più! E quando sentite che proprio non ce la fate più, utilizzate il “time out”! Qualunque cosa stiate facendo, dite che dovete andare in bagno, chiudete la porta e respirate profondamente. Un minuto da sole con voi stesse servirà come “Reset” della mente per tornare con i bambini, meno compresse.
  5. DIAMOCI IL PERMESSO DI NON ESSERE PERFETTI. Ultimo consiglio, ma non per importanza. Già nella vita di tutti i giorni la ricerca della perfezione è impossibile e di conseguenza mira a minare la nostra autostima. Ma in questo momento di quarantena dobbiamo chiedere a noi stessi ed ai nostri bambini ancora meno: siamo in emergenza, non abbiamo la possibilità di essere genitori o bambini al pieno delle nostre capacità. Capiterà di urlare (più del solito), di “vegetare” per una giornata intera, di mangiare cibo spazzatura e di non dare nessuno stimolo ai bambini. Ci saranno giornate colme di noia, di tv, di discorsi lasciati a metà. Va bene così. Adesso la nostra priorità deve essere quella di mantenere il più possibile la serenità familiare. Quindi eccoci che ritornano in campo le nostre amiche emozioni. Stay tuned, presto vi lascerò qualche contributo in merito!

 

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Funamboli

| amore, emozioni, famiglia, Mamma Bradipa Psicologa, mamme, neomamme, papà, parto, Senza categoria

Ti spiegano la respirazione da adottare durante il travaglio,

le caratteristiche di tutti i trio in circolazione,

sai l’etimologia di almeno 150 nomi,

hai letto libri su allattamento, svezzamento, nanna, gioco.

Ti senti pronta e gagliarda per qualsiasi prova come una campionessa di Lascia o Raddoppia.

Ma di tutti i miliardi di stimoli ed informazioni che ti sono arrivate, nessuno ti ha mai parlato del fatto che sia una partita da giocare in DUE e che sia tutta questione di EQUILIBRIO.

Perché quando nasce un figlio è come se mamma e papà fossero abilissimi FUNAMBOLI e all’improvviso dessero loro in braccio un fagotto di circa tre chili che rende indispensabile trovare un nuovo assetto per non cadere giù.

Sospesi in aria su due fili diversi, finché la mamma era incinta, ha imparato a restare stabile spostando il baricentro, resistendo alle nausee e ai mal di schiena; ha schivato commenti, consigli non richiesti e brutti pensieri;

Il papà dal canto suo ha costruito un bellissimo nido sospeso perfettamente in asse e si è portato avanti con gli spettacoli per avere più ferie.

Da un filo all’altro si scambiavano sogni e progetti.

Hanno immaginato tutto. Ma L’IMMAGINAZIONE NON HA PESO.

E una volta che arriva il bambino, tutto cambia.

Non possono più aprire le braccia per stabilizzarsi, se la prendono tra loro accusandosi di come l’altro non faccia abbastanza per non cadere, tutti li guardano con sguardo sprezzante urlando “Più a destra!”, “Tirate gli addominali!” “Trattenete il fiato!”e nessuno che li rincuora dicendo: “Il bimbo lo prendo io tranquilli, arrivo su tra un attimo!”

Per non cadere i neo genitori hanno solo una possibilità: PARLARE.

Dirsi che hanno paura di cadere, che sono stanchi, che non hanno mai provato dei sentimenti così ambivalenti e che a volte manca loro la vita di prima.
Solo “vuotando il sacco” dai sentimenti negativi che piegano il filo verso il basso, sapranno risalire.

Solo allora capiranno che per non precipitare, invece che su due fili diversi, dovranno sorreggersi l’un l’altra sopra quel lungo filo chiamato FAMIGLIA.

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Diritto alla fatica

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

 

Se non sei mamma, vai in palestra e puoi lamentarti della stanchezza, del mal di schiena, dell’acido lattico;
Fai il cambio di stagione e puoi lamentarti di come sia noioso, faticoso, impegnativo;
Studi e puoi lamentarti degli occhi rossi, del mal di testa, del fatto che vorresti avere più tempo per fare altro.

Sei mamma e non puoi lamentarti di nulla. Persino se tocchi il letto con tutte gli stati d’animo e i dolori scritti sopra.

Perché Mamma è bello,

Mamma è un privilegio,

Mamma è la felicità pura.

E questo pare significhi che non possiamo essere stanche. E se invece lo siamo ce ne dobbiamo vergognare.

Perché devi arrivare a sera col sorriso smagliante, le punte tirate e la pancia in dentro, come una ginnasta che aspetta la votazione dei giudici.

Perché non è ammesso che la maternità comporti stanchezza e fatica.

Se sei nervosa, “sei instabile”;

Se sei triste, “Sei depressa”;

Se sei arrabbiata, “sei senza pazienza”;

E nessuno invece ti dice “Sei stanca cara? ok, raccontami tutto”.

Possiamo essere le mamme più felici del mondo, ma abbiamo diritto a dire che siamo stanche, stressate e affaticate. Non c’è niente di sbagliato.

#dirittoallafatica

 

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Combattiamo il bullismo tra mamme (mother shaming)

| Mamma Bradipa ironica, Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

E’ vero, a volte le critiche sull’educazione dei nostri figli che ci fanno più male, vengono dalle persone che non hanno bambini e che si permettono di giudicare senza aver mai provato una giornata scandita da 6273827 “mammaaaaaa?!”, 263728 piegamenti per raccogliere i giocattoli, o 27578282 cambiamenti di pannolini con tanto di 27273 straripamenti di cacca giallognola.

Però c’è anche chi è mamma, sa che una giornata con dei bambini può essere meravigliosa e complicatissima allo stesso tempo, che si può passare dalla gioia più sfrenata ed emozionata allo sgomento più angosciante nel giro di 0,7 secondi – eppure, giudica.

Così un po’ a caso. Come quando sei dalla zia Esmeralda che ti fa vedere Forum a volume 127 e ti diletti a sparare sentenze.

Voi, Santi Licheri de nojartre, calma. Ma più che calma, rinnovamento. Perché sta roba che parlate sempre di allattamento, nanna, autonomia ecc ecc avrebbe anche un po’ rotto.

E Loretta che dá troppa tetta,
Mariella troppo biberon e tettarella,
“Ginetta, sai la figlia di Pinuccio? Uh mamma mia troppo troppo ciuccio! ”
Eh ma Patrizia, a farla dormire nel lettone poi lo vizia!
E però Manola povera bimba la tiene nella culla da sola!

E poi se svezzi tradizionale sei antica, se fai autosvezzamento una pazza.
“Nido? Uh brava gli fa benissimo!”
“Nido? Madre degenere che l’hai fatto a fare un figlio?!”

Allora facciamo una cosa…contattiamo le mommy blogger famose…diciamo loro che questi argomenti son passati di moda… Se proprio è cool il cibo e il nutrimento, parliamo di quello dell’anima…che ne dite per esempio di musica?!?!?! E allora vai liti a colpi di cantanti italiani, “Il meglio è Mengoni!” ,”Noooo devi fargli ascoltare Elisa!” ,”Suvvia Jovanotti è un poeta moderno!” E poi al grido di w il bilinguismo vai di Bon Jovi, Mariah Carey, Bruce Springsteen.                                        Qualcuna dice che se gli fai ascoltare solo Baglioni e De Gregori sei antica, se punti su Beyoncè imparerà a parlare muovendo mani e fianchi senza sosta, o se metterai Masini, crescerà depresso.

Soliti giudizi, solito farsi gli affari delle altre, ma comunque, se dovesse esserci del Rancore, sarebbe solo quello che ha cantato con Daniele Silvestri a SanRemo.

Poi ad un certo punto qualcuna chiamerebbe in causa i Queen, tutte sarebbero d’accordo e tutte le mamme del mondo vivrebbero per sempre felici e contente.

Scherzi a parte, in attesa che l’animo delle più infervorate si plachi, date retta alla Regina (Queen…battutona!) dell’ansia da prestazione e del desiderio di compiacere gli altri:

Contattate le vostre emozioni, parlate con i vostri compagni e fate ciò che è meglio per la vostra famiglia.

E fate sì che dei giudizi facili e non costruttivi, non ve ne importi un fico secco.

Mother shaming

P.S. per sapere cosa si intende per mother Shaming, leggete qui 

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Le mamme e il meteo

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

Care Mamme,

Che rapporti avete con le previsioni del tempo? Vi ci affidate ciecamente o sapete appena che esistono delle App per controllarle?

Io sono una persona ansiosa e figuriamoci se nel mio carnet, mi faccio mancare l’angoscia da brutto tempo! Sia mai!

Inutile dire che da quando sono diventata mamma, la cosa è peggiorata. Se prima, in caso di cambiamento repentino del tempo, potevo prendere la mia borsetta e “correre” al riparo, con tutto l’ambaradan che i figli comportano, sarei stata pronta per il cambio del tempo della settimana successiva. Non tutte sono come me, ne ho evidenziato qualche tipo e sappiate che invidio tutte le categorie alle quali non appartengo!
Anche perché se d’inverno bene o male le attività vengono svolte al chiuso, d’estate quando in caso di pioggia andrebbe tutto a gambe all’aria, le categorie di MAMmeteo, trovano la loro massima applicazione….

Le organizzate per qualsiasi condizione atmosferica.
L’unica spiegazione è che siano agenti speciali sotto copertura. Non solo nessun evento atmosferico le coglie impreparate, ma hanno anche un’attrezzatura per i bambini, che l’Ispettore Gadget in confronto, è un pischello. Magliette che sono traspiranti, ma impermeabili – a mezza manica, ma allungabili; tirando il laccetto sulla manica destra, la maglietta si gonfia come un salvagente e tirando quella di sinistra, si apre un paracadute. Le scarpe sono all’occorrenza sandali e i sandali all’occorrenza scarpe. Hanno sempre borracce con acqua freschissima (non gelata!) se fa caldo e calda e rinfrancante se fa freddo. Insomma se chiedi loro se è il caso di andare al mare, ti diranno sempre sì. Anche a dicembre con -2°.

Le timorate del meteo.
IO. Perché se una rondine non fa primavera, per me, una nuvola fa temporale. Le previsioni meteo sono affidabili solo quando indicano sole pieno (per almeno tre giorni). Già quando mostrano l’icona sole-nuvola, cominciano i problemi.  Se comincia poi a esserci un 10% di possibilità di precipitazioni, arrivederci… viene  annullato qualsiasi evento all’aperto (persino andare a buttare la spazzatura nel bidone). E comunque gente, anche il sole pieno dopo un temporale non è che sia mica tanto sicuro eh?! Cioè..fino a poche ore fa pioveva!
Il risultato è che dopo 152 volte in cui sono stata in casa con un tempo annunciato incerto, ma verificatosi meraviglioso, mi stufo e decido di uscire. Beccando il rinomato temporale estivo improvviso. Fanculo.

Le ignoratrici
Ignorano le diverse caratteristiche atmosferiche perché sono solo un’ invenzione complottista con la quale impedire alle persone di fare quello che vogliono. Sanno bene che il meteo è manipolato dall’alto. Ci avete mai fatto caso che quando volevate approfittare degli sconti, avevano messo allerta arancione e poi c’è stato sole pieno tutto il giorno? Coincidenze?!!!!! Dove si vuole andare si va. Che sia a fare una passeggiata con l’uragano o a leggere un libro al sole con 562°. Loro decidono e il meteo non le avrà mai!!!

Le Giuliacci home made.
Vanno tutelate come patrimonio dell’Unesco perché sono più affidabili di qualsiasi mezzo tecnologico che monitora le condizioni atmosferiche. Se ne conoscete una, tenetevela stretta perché avrà sempre ragione. Loro sono animali, una parte del cosmo, possiedono istinti e capacità ultraterrene e sulle loro previsioni potreste scommettere l’anello di fidanzamento di nonna Pinuccia. Non ha ancora smesso di piovere che hanno già le infradito calzate, e aprono l’ombrello un secondo prima della prima goccia di pioggia. Con molta probabilità, ascoltano il terreno come gli indiani e pianificano le loro attività in base ai venti meglio di Mary Poppins.

 

E voi a quale categoria assomigliate di più? Scrivetemi! Leggerò le vostre risposte oggi pomeriggio tanto sto in casa che è un po’ nuvoloso……..!

 

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Le “Mamme Gufatrici”

| Mamma Bradipa polemica

Care Mamme,

ieri al supermercato, mi sono imbattuta per ben due volte, in quella categoria di mamme che ti fa venir voglia di toccare ferro e di recitare riti antisfiga: le Mamme Gufatrici.

Costoro, sono mamme con figli dai 6-7 anni in su, che adorano avvertire le mamme che hanno figli dai 6-7 anni in giù, della futura Apocalisse. Cioè quelle per cui, finché si ha un nanerottolo sbavoso va tutto bene, ma poi, sarà una Tragedia.

Ecco. Volevo comunicare il mio odio per la categoria.

E non lo faccio senza motivo. Ne ho ben 4:

  1. Se è vero per te, può non esserlo per me. Cara Mamma Gufatrice (MG), sai che non sono un tuo clone? Sai che potrebbero succedermi cose diverse? Sai che esistono cose come il DNA e l’esperienza? Sai che quando mi dici queste cose ti viene la bava alla bocca e lo sguardo assassino come se io fossi Mrs Tuttigliaspettinegatividelfuturo?
  2. Se è vero per te e poi sarà vero per me, non cambierà niente per me se me lo espliciti. Ammettiamo che sì, col passare degli anni la faccenda si complichi. Tu, esattamente, perché me lo dici? Così scarico un antivirus da installare nel cervello dei miei figli o una App chiamata “Meglioprimachedopo”?
  3. Empatia questa sconosciuta: sia che mi attenda un futuro roseo o uno color cacchina, tu, cara MG, sei empatica come un sasso. Anzi, magari, conoscendoli, qualche sasso empatico esiste. Perché io, esattamente, secondo te, dopo questa tua affermazione, come dovrei sentirmi? Dovrei iniziare a cantare e danzare come Julie Andrews in “Tutti insieme appassionatamente”, a baciare il pavimento ed a camminare con le mani a forma di cuore vivendo con gioia infinita anche i giorni di virus gastrointestinale????
  4. Evviva il sadismo. Diciamoci la verità: tu ci godi. Tu ci godi a dire certe cose, come uno che spoilera il finale di stagione della tua serie preferita fingendo di non farlo apposta. Tu speri che io scoppi a piangere, batta i pugni in terra e finisca la giornata soffrendo, vero?

Però care MG sappiate che vi ho scoperte. Perché voi avete non avete vissuto con entusiasmo i primi anni dei vostri bambini. Voi avete cominciato a lamentarvi ed a triturare le balls a chiunque, nel momento in cui avete letto il test positivo.

Sì perché voi avete sempre qualche bersaglio che è un passo indietro. E avete la missione di gufare il passo dopo.

E allora la gravidanza è un cammino di sofferenze costellata di nausee, gambe gonfie, emorroidi, insonnia e via così;

Il parto..il parto non ne parliamo…vi rimando direttamente qui a quello che avevo scritto qualche tempo fa su cosa non dire ad una futura mamma, e voi ovviamente dite tutto;

Sia che tu allatti al seno o che tu allatti con il latte artificiale, non avrai scampo. Nel primo caso ti trasformerai in una mucca dalle poppe doloranti e nel secondo ti sentirai un inutile essere che accudisce un neonato.

Con lo svezzamento non ti credere che le cose andranno meglio, perché o non mangeranno niente o mangeranno troppo;

E poi i terribili due, lo spannolinamento, l’asilo…

E allora sapete una cosa MG?

Sono una mamma avventurosa, preferisco farmi stupire dagli eventi e decidere se sono buoni o cattivi, senza anticipazioni.

La vostra cattiveria gratuita conservatela per schiacciarvi un brufolo sul naso o per pulire le fughe delle piastrelle del bagno.

E la prossima volta che mi incontrate, state zitte.

Penserò che siate musone e taciturne, ma almeno non vi fanculerò con la mente.

 

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Tipologie di mamme dal pediatra

| Mamma Bradipa ironica, Senza categoria

L’ultima volta che sono andata dal pediatra, ci sono stati degli intoppi logistici ed ho dovuto aspettare parecchio. Per fortuna dovevo solo recuperare delle ricette ed ero senza bambini.

Così mi sono messa ad osservare le varie tipologie di mamme che erano lì in attesa.

L’ANSIOSA. Ha un bambino al di sotto dei sei mesi; non conosce ancora i cocktail di virus da asilo, ma ne ha sentito le più dettagliate descrizioni. Per lei andare dal pediatra, è più una sfida a non far peggiorare il figlio, che la possibilità di farlo star bene. La si riconosce perché si affaccia intimorita alla porta e con voce flebile domanda: “Ehm scusate, siccome mio figlio ha 73 giorni, c’è qualche bambino che sta male? Perché sennò magari, ecco, aspetto fuori e mi chiamate quando è il mio turno…”. In risposta, solo degli sguardi alla MaFallaFinita e quindi si rassegna a fare dentro e fuori 57 volte. Quando arriva il suo momento, schizza dentro allo studio quasi in apnea e con un fagottino in braccio con la tuta gialla alla Virus Letale.

LA PRATICAMENTE MEDICO. Classicamente è logorroica e dopo un minuto sa tutte le problematiche di tutti i bambini presenti e pure dei loro parenti di primo e secondo grado. Per un momento ti domandi se è una tirocinante del medico che prima della visita recupera le informazioni necessarie. Ma poi comincia a raccontarti i sintomi di suo figlio dalla nascita, alla mattina stessa. E come ciliegina sulla torta aggiunge “Sai l’ho portato a far vedere, ma lo so già cosa devo fare figurati…al giorno d’oggi con internet che ci vuole…basta un po’ di paraceTImolo e un po’ di areosò!” Oddiamine! Come darle torto!!!!

LA DEVO FARE SOLO UNA DOMANDA. Non mi dite che non ne avete mai incontrata una perché non ci credo. Entra trafelata, sudata, con un sorriso a 45 denti e chiede chi sia l’ultima. Fin qui nulla di male. Ma poi comincia a dire “Ah io devo fare solo una domanda!” agitando le chiavi davanti al viso, come a volerci ipnotizzare a pensare chiavi in mano=rapidità. Il medico apre la porta e lei con sguardo così dolce che Bamby in confronto era un cerbiattaccio malefico, dice “Posso entrare un attimo, solo una domandina”…una giravolta, i capelli fluenti che distraggono e bum la porta si chiude. Con loro dentro. E ovviamente si riapre dopo 43 minuti.

L’UNTRICE. Arriva con minimo due bambini tra i due e i sette anni che amano girellare nella sala d’aspetto. Tossiscono come draghi senza conoscere la possibilità di poter mettere una mano davanti alla bocca a limitare sputacchi infetti e si asciugano il naso colante con la mano mentre toccano tutto; perché la loro mamma, non ha MAI fazzoletti. Accorgendosi degli sguardi angosciati degli altri genitori, dice ai bambini “state buoni che avete 39.3 e tutte quelle macchie sospette addosso! Via abbiate pazienza, ora tocca a noi così il medico ci dice se siete contagiosi…”e tu ti maledici per aver portato tuo figlio, perfettamente sano, a fare il bilancio di crescita proprio oggi.

L’ORGANIZZATA DAI TEMPI STRETTI. Di solito è una mamma impegnatissima che ha i minuti contati per la visita dei bambini. Quindi li porta con una mise interamente con gli strappi per velocizzare le operazioni di svestizione e vestizione, facendo invidia ad Arturo Brachetti ed ai più veterani spogliarellisti. Le domande sono tutte stampate su un foglio ed anche le possibili risposte, in modo da dover semplicemente barrare con una crocetta quella corretta. Arrivano esattamente quando è il loro turno, facendo dei complessissimi calcoli tra l’orario di appuntamento e il ritardo maturato dalle visite precedenti. Arrivano, si fanno visitare ed escono in 13 minuti netti.

Poi è stato il mio turno: L’OSSERVATUTTIPERCHE’DEVESCRIVEREILSUOBLOG. Se in sala d’attesa vi accorgete di una che vi fissa, sappiate che sono io! Uahahahahahahaha (risata malefica).

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L’intestino prima e dopo i figli

| Mamma Bradipa ironica

Care Moms,

ricordate il vostro risveglio prima dei figli?

Io facevo colazione con calma e aspettavo che il mio intestino mi chiamasse a rapporto.

Scommetto che tra di voi, c’è a chi bastava il caffè, a chi serviva la sigarettina – in ogni caso, prima di uscire si andava in fondo a destra.

Poi si rimane incinte. E le persone ti dicono “Uh si vede già la pancia!” e tu fai un sorriso fasullo, sapendo benissimo che tipo di pancia sia.

Poi si partorisce, e si spera di non dover andare in bagno per almeno 10 giorni.

Poi si comincia con il co caching.

Essì. Tutti a parlare di ‘sto co sleeping, ma dite la verità, almeno il primo mese, due volte su tre andavate in bagno col piccino.

Il detto chi non la fa in compagnia è un ladro o una spia, l’ha sicuramente inventato una mamma.

Ma il bello arriva quando cominciano a parlare ed intendono commentare quello che state facendo.

Non so voi, ma io mi trovavo al quanto in difficoltà. Non tanto per la vergogna, quanto per il bisogno di concentrazione.

Così cominciai ad allenare il mio intestino ad attivarsi ad un mio segnale mentale. Così potevo  fuggire in bagno mentre i bimbi guardavano un nuovo episodio del loro cartone preferito, o appena avevano aperto un gioco nuovo, o subito dopo aver preparato loro una merenda che poteva sfamare 6 persone.

Certa di qualche minuto di pace, socchiudevo la porta e mi sentivo come quando si chiude un portale e tu sei al sicuro lontano da tutti. Ma anche se la accostavo piano piano, 3,2,1 e…fine della solitudine e inizio della compagnia di bambini e di mille problematiche non rimandabili.

“Mamma dobe seiiiii?”

“Mamma perché hai chiuso la porta, che fai?”

“Mamma mi sono fatta male qui, dammi un basinoooo!”

“Mamma sei pronta? Mi devi riempire l’acqua/rimettere un cartone/ imbiancare camera/ cucirmi il vestito di carnevale…”

Evidentemente, << accosta una porta, girati e avviati con passo fiero verso il wc >>, deve essere una sequenza magica “richiamabambini” (devo ricordarmi di attuarla quando dobbiamo uscire di fretta).

A nulla è servito preavvisarli di un bisogno impellente (anzi peggio) o minacciarli di far loro il minestrone per cena; Dopo massimo 13 secondi, arrivavano.

E allora?

Ed allora ho cominciato a sparire all’improvviso, a mimetizzarmi tra i mobili e ad intimare al mio intestino di correre come Bolt.

Dopo anni di allenamento, quasi sempre nemmeno si accorgono che sono mancata per qualche minuto. Al loro primo richiamo sono già bella e pronta in posa da ginnasta che ha finito il suo esercizio.

 

Anche voi avete questi problemi? Volete anche voi avere informazioni sulle mie tecniche di intestin-coaching?

Potete mandarmi una mail a infondoadestra@evvivalapopò.

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