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Mamma come ti pare

| mamma perfetta, mamme, mamme sclerate, neomamme, Senza categoria

Care Mamme,

in questi giorni il blog sta diventando più popolato. Vuoi per sfinimento, vuoi per compassione, vuoi perché il caldo sta dando alla testa a molti –  fatto sta che le visite sono aumentate. E leggendo i commenti qua e là, sento la necessità di spiegare ciò che sottostà a qualsiasi articolo che ho scritto e scriverò.

Perché la mia idea è scrivere la mia esperienza, quello che penso, quello che mi viene in mente, quello che osservo. Ma non c’è nessuna intenzione di far cambiare opinione a chi la pensa diversamente o credere che quello che faccio io sia meglio di quello che fanno tante altre.

Già lo potete aver intuito dal fatto che non ho messo un titolo tipo “diariodiunamammachevespicciacasa“, o “diariodiunamammabravadamorì” o “diariodiunamammachehacapitotuttoevoinoncapiteunacippa“.

Ma ci tengo a precisare che oltre a portare avanti i pensieri della mia vita di MammaBradipa, mi piacerebbe passare il concetto di Mamma come ti pare.

E cioè che io dico la mia e voi se vi va rispondete la vostra. Che non c’è un meglio e un peggio perché di articoli che dividono ce ne sono anche troppi ed a me piacerebbe scrivere per unire.

Perché tu sei mamma dei tuoi figli e io dei miei. E tu sai cosa sia meglio per i tuoi e io per i miei. Per eventuali problemi ci sono medici, psicologi, ostetriche… Non di certo io. Né la Pinuccia, la Marietta, o l’amica della vicina di casa di tua suocera.

Se ognuna di noi si impegna ad ascoltarsi ed a fare come le pare, sarà così serena, che non avrà bisogno di ostentare la propria “bravura” e di dare il via a quelle fastidiose ed inopportune lotte per chi ha ragione.

Ma siccome quando si scrive non si sente il tono di voce, non si può guardare l’espressione del mio viso e talvolta le battute possono essere fraintese, ecco qua che vi dico nero su bianco: fate le mamme come vi pare.

Per onestà intellettuale, vi dico anche però quello che mi dà fastidio: le generalizzazioni. Di tempo, di sesso, di pregiudizio, di estremismo.

Cioè che a due anni devi essere senza pannolino senza se e senza ma.

Che alle femmine le bambole ed ai maschi le macchinine. E guai ad invertire.

Che se li tieni in braccio li vizi.

Che una cosa o la fai sempre o non la fai mai (tipo dormire nel lettone).

Perché le generalizzazioni non sono mai pensate autonomamente.

Sono sempre imposte, suggerite, copiate.

Se avete voglia di fare come vi pare, io sono qui. Per dirvi che faccio allo stesso modo, un po’ diversamente od in maniera opposta alla vostra. Con rispetto ed allegria.

Stretta la foglia larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia.

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I venerdì sera di una mamma

| Mamma bradipa suggerisce, mamme, Senza categoria, venerdì sera

Care Mamme,

come sono i vostri venerdì sera? Sono cambiati da quando siete diventate mamme? Vi mancano i vecchi tempi o avete trovato un nuovo equilibrio?

Oggi ero in macchina con i bimbi; faceva caldo. Finestrini aperti e due ragazze in motorino accanto a noi al semaforo rosso. “Ci troviamo in Passeggiata alle dieci ok?”

Giacomo mi dice: “Mamma, alle dieci noi che cosa facciamo?” “Amore alle dieci tu e Aurora siete a letto e io e papà sul divano a guardare la tv”.

Arriva il verde, riparto, il vento mi porta indietro i cappelli e pure la mente.

Da ragazza il venerdì era sinonimo di inizio di week-end ed uscita serale assicurata.

Oggi il venerdì sera è uguale al lunedì-martedì-mercoledì-giovedì. Sprazzi di vitalità il sabato e la domenica.

Ma il mio culo, la ragione per cui ho chiamato così questo blog, è che quando mi sono sposata, ho cominciato a fare quello che veramente mi piaceva senza seguire il gregge della compagnia di amici o forse peggio, quello dei gruppetti di coppie. E a me e a mio marito piaceva stare sul divano a guardare la tv col plaid sulle gambe.

Quindi a parte periodi particolari di nascite, malattie, crisi di crescita, ho continuato a passare il venerdì, così come lo passavo prima di diventare mamma.

Ho sempre pensato che quando ti nasce un figlio non ti mancano più certe cose. Ok, lo penso ancora. Però è anche vero che le mie abitudini e passioni sono mooooolto compatibili con la vita di un bambino.

Ma sicuramente ci saranno mamme che adoravano uscire, anche solo per una passeggiata, che facevano uno sport, suonavano o avevano un altro hobby o che magari hanno conservato gli amici cari – con o senza figli.

E allora mamme, ascoltatevi. Pensate se vi manca qualcosa.

Sappiate che se c’è qualcosa che desiderate tanto, potrete trovare il modo di incastrarlo nel vostro presente.

Sappiate che “una volta ogni tanto” è diverso da “Tutti i week-end”.

Sappiate che una volta ogni tanto un venerdì sera di una mamma, può diventare un venerdì sera di una donna.

Ps. Oggi è venerdì eh!

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Ode al bagno in mare

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Mamme!

E’ arrivato l’arrotino! No scherzo dai…Ma il tono è quello.

Mamme!

Faccio parte del movimento “CiàCià-FaiIlBagnoQuiFaiIlBagnoLà” e sto cercando di far tornare di moda, una pratica sempre meno frequente: Il bagno in mare!!!!

Ho notato che quando i bambini di 4-5 anni cominciano a giocare da soli in acqua, tutta una serie di mamme si siede sulla riva e aspetta. Ma perché non vi buttate con loro?  Ok una volta il ciclo, un’altra volta la piega appena fatta, un’altra ancora il mare mosso e sporco ecc ecc…ma le altre mille mila volte?

Io ve lo consiglio! Sarete più fresche, rigenerate, rilassate e se vi girano, fate un bel tuffo lava incazzatura e dopo starete meglio!

Avete un pochino di raffreddore fastidioso che non riuscite a sconfiggere? Niente di meglio dell’acqua di mare!!!!!

E se i vostri figli sono in una di quelle giornate che vi verrebbe voglia di piantarli al posto dell’ombrellone, vedrete che dopo un bel bagno insieme tra schizzi, tuffi e battaglie di sabbia, starà buono almeno…5 minuti!!!

Scherzi a parte l’inverno è lungo, le persone che non abitano al mare tantissime…facciamolo anche per loro…

Devolvi il 5(bagni) per mille a chi abita in città!!!!

 

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Le mamme e…I lamenti

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Care Mamme,

 

Quanto vi lamentate? Poco, tanto, per nulla, sempre? E non intendo arrabbiarsi, dico proprio il monologo di uffa, che palle, oimmena… Ecco a voi la mia classificazione di mamme-lamento!

La figlia dei fiori: Non solo non si lamenta, ma è sempre felice e radiosa. I figli dormono 45 minuti per notte (alternati)? E lei bella serena ti dice che ha più tempo per stirare, perché per esempio la notte d’estate è più fresco! Sono due mesi che i bambini si alternano influenze, attaccandole anche a lei e la incontri in farmacia che “Cliomeikap”  dopo averle visto il viso si è messa a fare la commessa di surgelati? E lei serafica ti dice che sta meglio, che ha solo 38.2 e ieri invece aveva 39.4!!!
(Ti stimo sorella).

La goccia che fa traboccare il vaso: Non ai livelli della figlia dei fiori, ma è tendenzialmente sempre serena. Fino a quando Pieruccio suo è stanco e pianta una bizza. Ed allora la terra trema e il cielo si fa scuro. Gli uccelli volano improvvisi e i cani ululano. Comincia a lamentarsi partendo dal 1987 quando la sua compagna di classe le rubò la sua matita preferita e via così fino al 2017. Passano i giorni, cambiano le stagioni e lei è sempre lì, che si lamenta.

La preciclo: Sembra una mamma-lamento non degna di nota, una qualunque. Ed in effetti lo è per circa 20 giorni al mese. Poi per tre-quattro si trasforma in Crudelia Demon. Seppure più sclerata/incazzata, ovviamente si lamenta anche. Principalmente di cretinate tipo che le da’ fastidio come mastichi o quel ticchettio con il braccialetto, o la pettinatura della conduttrice televisiva o la luce della giornata. Viene preceduta da una nuvola di fumo per la velocità dei suoi passi…fuggite finché siete in tempo!

La maratoneta: Questa mamma ha bisogno di tempo per tessere le sue lamentele e per questo la si trova spesso nelle over 45 che hanno figli adolescenti e più tempo per stare sole. Hanno la capacità di lamentarsi di tutto con flemma incredibile; come maratonete, senza mai alzare la voce, durano ore ed ore a sparlare del tempo, della politica, dei giovani d’oggi, della crisi economica, dei vicini di casa e dei parcheggi a pagamento. E attente, come girerete l’angolo, si lamenteranno anche di voi.

La sempre e per sempre: Si lamenta del figlio per ogni cosa e per il suo contrario. Roba che ti verrebbe voglia di adottare ‘sta povera creatura. Quando non cammina: “Uh che palle sempre in braccio!”, quando cammina: “Uh che palle sempre a rincorrerlo”, quando ha due anni :”che stress non socializza”, quando ne ha cinque: “ma perché ti diverti solo se sei con qualche amico?”, quando ha dieci anni: “Eh ma non mangi nulla!” quando ne ha tredici: “Ma la smetti di mangiare in continuazione?”, quando ne ha quattordici: “Ma esci un po’!”, quando ne ha sedici: “Questa casa non è un albergo!”.
Mamme, io vi avviso, prima o poi vi lamenterete per un vaffanculo ricevuto!

 

Comunque Mamme, una cosa è certa: il lamento è sacrosanto, perché come dice Shrek, “Meglio fuori che dentro!”

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Cartoni animati senza stress

| cartoni animati, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

 

la prima volta che ho sentito parlare di tv baby sitter, bambini parcheggiati al televisore e cartoni animati che rimbambiscono le giovanissime menti dei piccoli, non ero ancora mamma.

Così, pensando ai cartoni animati che c’erano negli anni ’80, mi dicevo che sicuramente avrei dovuto stare lì a seguire ogni puntata ed inventare una qualche bugia bianca per non impressionare i miei figli.

Ma come perché?

Ma voi ve la ricordate la sgragnolata di bambine orfane che venivano sbattute in collegio e traumatizzate da mille angherie di matrigne/direttrici/amiche perfide? Roba che se lo guardo adesso mi metto a piangere.

Poi andavano di moda anche le disgrazie fisiche (tipo chi era caduto in un burrone e non camminava più) e la ricerca, per tutta la serie, di una cura adatta, ovviamente attraverso mille peripezie.

Sangue a sfare nei cartoni coi combattimenti e persino in quelli sportivi: ricordo come fosse ieri, gli allenamenti di palla a volo con le catene sui polsi e il sangue che sgorgava a terra!

Praticamente ti insegnavano che nella vita esistono un sacco di cose brutte. E basta.

Le puntate non avevano un finale, spesso per esempio, una partita di calcio poteva durare due o tre episodi e molte cose venivano risolte solo alla fine delle serie.

In molti non avevamo ancora il videoregistratore, non c’era modo di vedere su internet il finale di stagione e tanti dubbi me li sono tolti da grande! Perché se dovevi fare i compiti, o andare a un compleanno, ti perdevi l’episodio e ciao.

Oggi i cartoni sono stati impastati con buoni sentimenti ed espressione delle emozioni e in più, molti insegnano anche tante cose: i numeri, le sequenze matematiche, la gestione delle emozioni, il problem solving e chi più ne ha più ne metta!

Gli episodi durano poco, vanno a finire bene benissimo così strabene, che “e vissero tutti felici e contenti”, in confronto sembra un finale amaro dei film verità.

Quindi seppure il troppo stroppi anche di baci e carezze, un po’ di cartoni mentre noi mamme facciamo in sette minuti quello che coi bambini faremmo in due ore e venti, li trovo sacrosanti!

E soprattutto, dopo giochi, corse, salti, risate, non sarà magnifico spaparanzarsi sul divano a guardare la tv?

E voi quando i vostri bimbi guardano i cartoni, siete agitate e tenete sotto controllo l’orologio, o tranquille e senza stress?

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Mamme a pois

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Care Mamme,

stanotte non riuscivo a dormire e così viaggiando di fantasia, mi è venuto in mente di come spesso, a noi mamme viene chiesto di provare un’emozione specifica nei confronti della nostra mammitudine. Se ben ci pensate, internet, tv e rotocalchi, vogliono etichettare le mamme come felici, stanche, non realizzate, egoiste, tristi ecc ecc ecc e questo a parer mio, non fa altro che alimentare in noi, un senso di stress per far trasparire o meno quello che pensiamo veramente. E allora stanotte, con la lucidità mentale delle 3.44, mi si è visualizzata davanti agli occhi una stoffa a pois, per l’esattezza color panna e piena di pallini colorati. Ed allora, sempre con il pensiero razionale che si può avere nel dormiveglia, mi son detta che ognuna di noi ok, ha un carattere di partenza, ma non è solo quello. Nel mio bel vestitino panna bradipa, ho dei pois scuri di rabbia e tristezza, ma anche azzurri e verdi di serenità e gialli ed arancioni di gioia e divertimento. Anche uno o due fluo di velocità uguale alle persone normali.

Perché se una mattina becchiamo una mamma che sbotta, non significa che sia una MammaStressata;

Se incontriamo una mamma che ride, non sappiamo se sia SempreFelice;

E se chiacchieriamo con una mamma incazzata, ciò non significa che sia una RabbiosaH24.

Questo bisogno di dare un’immagine a tutti, è quello che mi ha spinta anche al nome del mio Blog. Ed è vero che io sono così, pigra e svogliata, che mi piace far fare agli altri per non fare io e che adoro il riposo più di qualsiasi altra cosa.

Ma oltre a questo sono anche ansiosa, giocosa, organizzata, programmatica ed a tratti pazza. Innamoratissima e romantica.

La cosa peggiore è che siamo proprio noi mamme, la maggior parte delle volte, ad etichettare ed a criticare chi si differenzia troppo da noi.

Proviamo a smettere ed a considerarci tutte mamme, semplicemente con pois diversi?????

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Numero verde per reclami di mamme sclerate

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Care Mamme,

alzi la mano chi non ha mai avuto un momento di sclero con i bimbi. Tutte a braccia conserte eh?!. Ovvio.

Ora scommetto che se vi chiedo chi ne ha più di uno al giorno, alzerete tutte, due braccia.

Allora mamme non sante come me, l’altra sera ho guardato per tipo 10 secondi quel programma in cui quattro mamme si spiano a vicenda e poi bo, ho girato.

Mi son venuti i brividi. Ho pensato a me se avessi delle mamme a spiarmi quando sono in casa con i bimbi in quelle giornate in cui ci sono mille mila imprevisti.

Perché un po’ tutte noi, certi scleri non li faremmo in presenza di altri. A me ogni tanto parte lo sproloquio. Giro di stanza in stanza tipo pallina del flipper, blaterando cose che non c’entrano niente l’una con l’altra. Parto dai giochi in disordine per esempio; e riesco ad arrivare al problema della fame nel mondo in meno di un minuto. I miei figli ormai mi capiscono e continuano con le loro cose.

Io però mi sento sempre in colpa comunque.

Ed allora ho pensato che sarebbe bello se ci fosse un numero verde per reclami di mamme sclerate.

Dove ti risponde una voce rassicurante che dopo che le hai vomitato 5 minuti di casini giornalieri, ti dice “hai ragione, ma domani andrà meglio!”

Potresti parlare di tutti quelli che ti fanno incavolare senza dover pensare se conosce questo o quello, se ci rimane male, se esageri, se “Oh, ma non ti va mai bene niente!”.

I bambini non si sorbiscono parole dette a vanvera e noi rinasciamo.

Perché a volte ci sono gli imprevisti, a volte la stanchezza, a volte il pre/durante/post ciclo.

Perché quando dopo una giornata al mare con mille mila amichetti, 2 bagni da un’ora ciascuno, 4485829 chili di sabbia spiaccicata, lavata, scossa…3 spuntini, 1 pranzo, 6472829 “quanto manca per il bagno?” 4 cambi di costume, 938740257 “ho sete!”, un canotto e tante tante tante risate, arriviamo alla macchina e dopo aver augurato brufoli in fronte ai possessori dei motorini che mi costringono a 4738920 manovre, lui – il mio dolce amoroso frugoletto, mi fa: <<Mamma però se ci stiamo così poco io non sono molto felice>>, allora il tempo si ferma. Il cielo si scurisce. Gli alberi si piegano.

E io esplodo con un:

“COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA??????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

E per fortuna che il tragitto mare-casa è breve perché ho tirato fuori tutto il repertorio! Puntando su tutti quegli argomenti che mi diceva mia madre e che mi facevano imbestialire, alla “Sei un bambino molto fortunato che abiti al mare e bla bla bla”.

Ecco, se avessi avuto quel numero di telefono avrei detto ai bimbi di salire in auto, mi sarei appartata un attimo e ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh la liberazione!

Una specie di tasto “Reset” per mamme: telefoni, urli, ti sfoghi e dopo tre minuti sei pronta per risalire in macchina fresca come una rosa.

Secondo me sarebbe una buona idea, voi che dite?

Però se qualcuno lo inventa voglio i diritti eh?!

 

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Se c’è una Mamma c’è un Papà

| mamme, papà, Senza categoria

Care Mamme,

se voi ci siete, c’è anche un Papà. Perché vi do’ uno scoop: un bambino ha una mamma ed un papà.

Ora, non si capisce bene come mai, alcuni papà (che preferirei chiamare donatori biologici – D.B.-), contribuiscano al 50% alla procreazione e poi, per una legge fisica/chimica/matematica a me sconosciuta che alcuni chiamano “EgoismoStronzismo”,decidono che è meglio farsi i fatti propri che far parte della famiglia.

Quindi quando qualcuna dice “Sai mio marito MI aiuta con i bambini”, “Sai a volte ME LI guarda mentre faccio le faccende”, oppure “E’ a casa SOLO con i bambini??????? Ma che papà modello!”
Ecco, a quel punto mi incavolo. Ma mica con i D.B., no con quelli non c’è speranza.

Con voi mamme!!!!! Mamme sveglia!!!!! Quell’essere di sesso maschile con cui condividete la casa non è un commesso di Mondo Convenienza che dopo avervi montato la cucina, è rimasto per un caffè! E’ vostro marito nonché il padre di vostro figlio!

Quindi se vostro malgrado vi siete ritrovate con un papà a mezzo servizio, anzi facciamo pure a “un millesimo” servizio, è arrivato il momento di cambiare le cose.

Intanto dovete capire la causa della loro assenza pratica.

Visto che mi pare strano che vi siate scelte un compagno ameba, dopo aver fatto un’indagine sul territorio, ho scoperto che le motivazioni possono essere sostanzialmente tre:

  • Gli alieni: mentre eravate incinte, una notte, degli alieni con le orecchie a punta e la pelle verde, con un raggio aspirante, hanno portato via le capacità di fare il padre a vostro marito, per fare degli studi alien-psicologici. In questo caso, o trovate sulle Pagine Gialle il numero del centro Alienpsicologico e fate reclamo, o siete fottute.
  • Maledizioni: In ospedale, dopo aver partorito, vostro marito incontra una santona che lo maledice: “Se farai il padre, diventerai sonnambulo e di notte andrai nei night club vestito da donna a fare spettacoli sexy”. In questo, caso potete puntare sul fatto che la cosa stimola le vostre fantasie erotiche. Ma solo se non scoppiate a ridere mentre glielo dite.
  • Servizi Segreti: una volta che siete rimaste incinte, i vostri mariti sono stati contattati da una spia travestita da cespuglio che ha dato loro un biglietto che poi si è autodistrutto in cui c’era scritto << Non fare niente.>> Nel 23% dei casi,  una supercazzola delle vostre, in cui li convincete che si sono immaginati sia il cespuglio che il biglietto, potrà trasformare i D.B. in padri.

Adesso mamme smettete di leggere e fate continuare i D.B.

Sì. Dico davvero.

Forza.

Chiamateli un secondo.

 

 

Hei mariti/compagni ci siete?

Allora ascoltatemi bene. Con questo articolo ho appena salvato il vostro matrimonio. Ho sbombato alle vostre mogli delle scuse assurde per cui non fate una cippa in famiglia.

Vi ho appena regalato una vita come in Super Mario Bross. Usatela bene.

Muovete il culo e cominciate a fare i padri. Perché se c’è una mamma c’è anche un papà e non c’è nessuna scusa per non esserlo. Perché badate bene che una mamma non smetterà mai di fare la mamma, ma può sempre smettere di fare la moglie!

P.s. se pensate che i Papà siano un’invenzione, contattate mio marito.

P.s.2 sì lo so è un P.S. smieloso, ma quando ci vuole ci vuole!

 

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La gara tra mamme

| bambini, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

diciamoci la verità, tutte noi almeno una volta l’abbiamo fatto. Tutte noi abbiamo pensato che una mamma che conosciamo stesse sbagliando. Ma se è più che lecito farlo e pure dirglielo, se il suo frugoletto sta mal menando il nostro o se vi appella con le più volgari parolacce, non è altrettanto giustificato se l’argomento è qualcosa che non ci tange per nulla, tipo dove dorme il bambino, cosa mangia o con cosa lo fa giocare.

E fino a qualche anno fa, la cosa era gestibile, c’era qualche pettegola da ignorare, qualche occhiatina da schivare, ma tutto finiva lì. Oggi, l’avvento dei social ha sguinzagliato milioni di mamme che al grido di “Ho ragione io!”,  si dividono tra chi adora spiattellare al mondo come la pensa, e chi adora spiattellare al mondo che la pensa al contrario. Insomma fare la gara alla migliore.

E allora tutte a litigare su come bisogna dormire, mangiare, allattare, educare, far giocare.

Ci sono mamme che adottano il co-sleeping, quelle con il letto con le sbarre, quelle con il lettino Montessoriano, in camera coi genitori o in camera del bimbo, quelle che hanno entrambi i tipi di lettino, ma i bambini dormono nel lettone e quelli che ognuno dorme nel letto dell’altro e il papà finisce sempre sul divano.

Ci sono mamme che autosvezzano, quelle che seguono le tabelle di svezzamento con la precisione di un chimico, quelle che un giorno fanno in un modo, un giorno nell’altro, quelle che il figlio non mangia nulla e devono fargli mille moine e quelle che mangia pure i gambi del tavolo e devono nascondersi in bagno a mangiare le lasagne.

Ci sono mamme che allattano al seno, quelle al biberon, quelle miste, quelle a richiesta, quelle ad orario, quelle che il latte concilia il sonno, quelle che gli rimane sullo stomaco e la notte fa gli incubi.

Mamme che sono preparatissime su ogni macchiolina, bollicina,eruzione possibile, quelle che mandano foto sul gruppo whatsapp di mamme e la diagnosi di maggioranza è quella giusta, quelle che chiamano subito il pediatra e quelle che passano la notte a preoccuparsi.

Ci sono quelle che hanno letto 8398472 libri sulla puericultura, quelle che ascoltano nonne e zie, quelle che pongono dubbi amletici a Google, quelle che hanno fatto l’abbonamento alle riviste per bambini, quelle che hanno fatto l’abbonamento alle riviste per bambini – ma guardano solo le pubblicità delle modelle finte neomamme con tristezza e invidia.

Ci sono mamme che escono con la scorta di parenti, con 13 borse e lo sguardo impanicato dal possibile cambio improvviso di clima o di leggi gravitazionali; quelle che escono sempre da sole e con un pannolino di ricambio e un pacco di fazzoletti – sopravvivono senza stress fuori tutto il giorno; quelle che escono da sole, ma le riconosci perché al minimo rumore, fanno dei balzi spropositati da tanto che sono terrorizzate che accada qualcosa.

Ci sono mamme che continuano ad uscire la sera, con o senza figli; quelle che non uscivano prima e figuriamoci adesso; quelle che escono ma finiscono per parlare dei figli, quelle che escono e si divertono più di prima sapendo che a casa le aspetta qualcuno da amare.

Ci sono mamme che la tv no fino a 16 anni, quelle che “che male c’è” e la maialina rosa e famiglia son diventati parenti acquisiti; quelle che “via una volta ogni tanto che vuoi che sia”, quelle che la tv nemmeno ce l’hanno.

Ci sono mamme che lavorano part time, quelle che lavorano full time, quelle che non lavorano e quelle che lavorano full full full time.

 

In ogni caso, ci sono mamme che a casa propria devono poter fare quel che vogliono.

Perché fare la mamma non è una gara, non c’è nessun traguardo e nessuna vittoria.

E allora sapete cosa sarebbe bello poter fare invece che litigare? Avere la possibilità di dire la propria senza offendere e senza voler fare cambiare idea all’altro.

Poter dire “io ho fatto così e mi son trovata bene”, oppure “Io non ce la faccio più, mi date un consiglio?” Senza dover essere giudicate/disprezzate/prese in giro.

Perché se noi mamme rendiamo possibile questo, con molta probabilità cresceremo figli tolleranti che sapranno accettare chi non la pensa come loro.

E se pensate che questo non possa esistere, vi sbagliate.

 

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I Terribili due: verità o leggenda metropolitana?

| Senza categoria, terribili due

Terribili due

Care Mamme,

Lunedì Aurora compie due anni. Seppur felicissima, comincio a sentire dentro di me una vocina che mi dice: “Goditi ora quel fiorellino delicato che poi per un annetto si trasformerà in una pianta grassa”, “Non pensare che non cambierà, lo sai che cambierà!”, “Fai ora le commissioni più lunghe e noiose perché poi dovrai fuggire dai negozi con un sacco di patate urlante sotto braccio!”

Escludendo di essere schizofrenica, quelle vocine altro non sono che la mia memoria che mi ricorda quello che successe con Giacomo tre anni or sono, quando un giorno, in un negozio di giocattoli, senza che me ne accorgessi, sostituirono per 10 minuti mio figlio con un sosia posseduto dalla rabbia e dalle grida. Questi scambi sono avvenuti spesso, nel lasso di tempo di circa un anno. Non c’era altra ipotesi plausibile al fatto che il mio dolce, cicciottino ricciolino, ubbidiente, calmo e ridente, rispondesse con pianti, grida, urla, strepiti e chi più ne ha più ne metta, ad un semplice mio NO.

Dite la verità, che anche voi, che ci siete già passate, non avete pensato almeno per una frazione di secondo che si trattasse di uno scambio?????

Perché questi famosi “Terribili Due”, che credevo una leggenda metropolitana tipo quella per cui quando trovi il tuo abito da sposa senti suonare le campane, purtroppo care mie, sono pura verità.

E ok che psicologicamente parlando, è un bene che ci sia questa fase di opposizione che è necessaria per distaccarsi e crescere e bla bla bla. Ma come mamma, bene un corno.

Cioè io mi sbradipo e mi faccio in 76 per crescere un bambino felice, educato e amoroso per due anni – e poi va tutto a scatafascio? Ennò ragazzi, non vale.

Quindi mi sono incazzata. Sempre al di là di qualsiasi teoria psicologica, era una questione di mia autostima: non posso farmi mettere i piedi in testa da un duenne! (Anche se bradipa, ero al tempo, sempre una bradipa di 34 anni!)

Quindi non ho ceduto quando si buttava a terra a peso morto e dovevamo uscire;

Quando mi sfidava con lo sguardo;

Quando buttava in terra tutti i giochi per rabbia;

Quando si trasformava in un piccolo Hulk per non farsi mettere nel passeggino.

E alla fine, un bel giorno, c’è stato un nuovo scambio. Ma al contrario. E quel piccolo diavoletto della Tasmania, dopo un mio NO, ha detto “ok mamma”. E ho riavuto mio figlio.

Quindi mamme, se siete alla soglia dei due anni, fate come me, domani passate in farmacia e comprate degli integratori, da un negozio di sport ad acquistate una tenuta da combattimento, fate un respirone e via!

Sarà una sfida lunga, ma la vittoria sarà per sempre impagabile.

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