Month: Giugno 2017

Se sei felice, tu lo sai…sarai invidiata!

| invidia, Senza categoria

Care Mamme,

oggi parlo di una questione vecchia come il cucco, che però, nonostante la veneranda età, rompe sempre come se fosse una giovinetta. L’invidia.

Avete presente quelle persone che ti invidiano solo perché sei felice? Che se posti una foto col sorriso, pensano “fanculo”, se ti incontrano mentre ridi, mordendosi la lingua dicono “fanculo” e se vengono a sapere che ti è successo qualcosa di bello, urlano “fanculo”?!

Ovvio che se hai avuto una vita difficile o stai attraversando un periodo difficilissimo, mi auto mando a quel paese da sola per conto tuo. Ti passo pure un detto e non pensato fino in fondo “Accidente”,  nei giorni di ciclo guarda.

Però se la tua vita è nella media, sta cosa dell’invidia mi fa imbestialire.

Perché non è che ti ho fregato l’ultimo pc scontatissimo alla Mediaworld. Se sono felice, puoi esserlo anche tu. Non c’è un quantitativo limitato di felicità.
E se svolazzi di fiore in fiore perché non hai voglia di impegnarti in una relazione, poi non è che puoi rosicare se mi sposo.

Se vai in giro  a fare shopping, aperitivi, feste e chi più ne ha più ne metta e non studi una cippa lippa, non puoi odiarmi perché mi laureo.

Se dopo un’invernata coi bimbi malati, ci godiamo un pic nic, perché devi pensare le peggio cose su di me?

E chiacchierando e guardandomi in giro, di queste persone invidiate ce ne sono a bizzeffe.

Il brutto è che l’invidia secondo me è trasmissibile geneticamente e quando fai un figlio, se sei cresciuta invidiando, lo crescerai facendolo stare male per la felicità altrui anziché esserne felice.

Non è che sia Miss Cuore d’Oro eh?! Cioè non è che se leggo che qualcuno ha vinto alla lotteria mi nutro della sua felicità! Mi dispiaccio del fatto che non sia toccato a me! Però manco gli auguro cose brutte!

Ma mi sembra che oggigiorno siano tutti affaccendati a pensar male, più che a far bene. Piccole cose, mica chissà che.

Sempre meno persone che ti fanno passare avanti alla cassa se hai solo due oggetti;

Sempre meno persone che si fermano per farti passare sulle strisce;

Sempre meno persone che ti sorridono se incroci il loro sguardo per caso.

Ne stiamo perdendo così l’abitudine, che quando accadono ci stupiamo.

L’altro giorno ero al mare, sotto l’ombrellone, ed è passato il venditore di cocco. Non avendo un chiosco, ma dovendo muoversi, ovviamente deve far sapere che sta passando. E quindi urla.
Arrivato vicino a me, ha visto Aurora nel passeggino e mi ha chiesto “Dorme?” ed io “No no, grazie!” ed allora ha ricominciato con “COCCO BELLO, COCCO FRESCOOOOO!”

Poteva benissimo fregarsene e magari invidiarmi, lì seduta all’ombra a rilassarmi e lui a camminare nella sabbia rovente, affaticato e sudato. E invece no. Ha avuto un pensiero altruista nei confronti della mia bimba.Sono rimasta un bel po’ con il sorriso stampato sul viso. Non me l’aspettavo proprio.

Ma sapete una cosa?

Se l’invidia è trasmissibile geneticamente, i pensieri altruisti e positivi sono trasmissibili semplicemente con le parole e sono altamente contagiosi; diffondiamoli!!!

 

 

1 Comment

I superpoteri delle mamme

| bambini, Senza categoria

Care Mamme,

Quando partoriamo, insieme ad un fagottino di circa tre chili, ci affidano anche dei super poteri (che se volete saperla tutta, secondo me ci iniettano con quella puntura dolorosissima sulla coscia!).

Siamo delle vere e proprie SuperMamme! Non ci avete mai fatto caso?

Allora leggete qua:

IL SUPERUDITO (selettivo)

L’altra notte mi sono svegliata dal rumore del ciuccio completamente di silicone caduto in terra. Davvero. Mentre dormivo come un sasso.

Dite la verità che anche voi riuscite a percepire il minimo mugugno di vostro figlio e non sentite il vecchino che alle cinque di mattina si mette a buttare il vetro nella campana sotto la vostra finestra?

Riusciamo a capire ogni singola parola di un film tenuto al minimo per non svegliare i bambini, a comprendere la nostra amica al telefono mentre i nostri figli urlano/schiamazzano e giocano con giocattoli dai 9876 suoni ( e contemporaneamente urlare contro di loro) e persino a sentire il rumore del silenzio, perché quando i bambini sono soli in camera e lo sentiamo, non è mai niente di buono.

  • LA SUPERVELOCITA’

Grazie al rumore del silenzio che sentiamo col super udito, riusciamo a salvare l’insalvabile accorrendo dai bambini in meno di 6 secondi utilizzando la nostra super velocità.

Senza questo super potere, non riusciremmo a farci una doccia prima che il piccolino in bagno con noi nel seggiolone, abbia finito di buttare in terra tutte le 53 cose che abbiamo messo sul vassoio.

Dopo il primo anno dei nostri figli in cui compriamo solo on line, riusciamo a fare shopping, facendo slalom tra i reparti come una sciatrice olimpionica e afferrando quei tre-quattro capi che ci interessano con la rapidità e la precisione di un gabbiano che pesca un pesciolino in mezzo alle onde.

  •  IL SUPERBACIO

Questo è il mio preferito. Perché quando su una bua serve il nostro bacio, a me spuntano i polsini dorati, la coroncina con la stella e pure il mantello. Per fortuna niente body che ok il superbacio, ma supertette e superculo, nada.

  • LA SUPERFORZA (ariselettiva)

Porto una confezione di acqua dalla sala alla cucina (12 kg) e fiatone, sudore e mi dico “bimba mia vai un pochino in palestra perché qui…” e poi ti faccio rampe di scale e decine di metri sulla sabbia con la piccola 13chilenne. E al bisogno prendo in braccio anche il 21chilenne eh?!

  • LA SUPERCAZZOLA

Questo è il super potere libera tutti. Ti salva nelle situazioni più difficili, è il Jolly che ti fa chiudere una partita di carte e l’ultimo parcheggio all’ombra quando ci sono 40°. Certo ci vuole allenamento perché con la crescita dei figli, cresce anche la difficoltà di fare una storia plausibile o così lunga e incasinata da far soccombere i neuroni di nostro figlio.

Ad esempio a tre anni se nostro figlio ci becca a dire che la nostra vicina è una grande po..a, ce la caveremo dicendo che le piace molto Peppa Pig. Ma a cinque anni no. Ed allora parte la tiritera “No sai amore, lo sai il maiale è un mammifero – sai cosa sono i mammiferi amore? Ecco dunque praticamente lei è un mammifero perché è mamma e quindi siccome le piace il rosa e il maiale è rosa ho detto così, ok?”
Plausibile? Maddove! Ma l’effetto ipnosi da “Non ho capito una mazza”, farà capitolare il nostro piccino.

 

Insomma ecco spiegato come riusciamo ad arrivare a fine giornata.
Un super potere però ci manca, la SUPERVISTA.
Quella ce l’hanno fregata i nostri figli perché come trovano loro un minuscolo pezzettino di basilico nel fischiotto di pasta, nessuno mai.

Se l’articolo ti è piaciuto, fammi sapere se ci sono argomenti che vorresti che trattassi e seguimi sui social!
Pagina Facebook Profilo Instagram: mamma_bradipa Canale Youtube

0 comments

Numero verde per reclami di mamme sclerate

| mamme sclerate, Senza categoria

Care Mamme,

alzi la mano chi non ha mai avuto un momento di sclero con i bimbi. Tutte a braccia conserte eh?!. Ovvio.

Ora scommetto che se vi chiedo chi ne ha più di uno al giorno, alzerete tutte, due braccia.

Allora mamme non sante come me, l’altra sera ho guardato per tipo 10 secondi quel programma in cui quattro mamme si spiano a vicenda e poi bo, ho girato.

Mi son venuti i brividi. Ho pensato a me se avessi delle mamme a spiarmi quando sono in casa con i bimbi in quelle giornate in cui ci sono mille mila imprevisti.

Perché un po’ tutte noi, certi scleri non li faremmo in presenza di altri. A me ogni tanto parte lo sproloquio. Giro di stanza in stanza tipo pallina del flipper, blaterando cose che non c’entrano niente l’una con l’altra. Parto dai giochi in disordine per esempio; e riesco ad arrivare al problema della fame nel mondo in meno di un minuto. I miei figli ormai mi capiscono e continuano con le loro cose.

Io però mi sento sempre in colpa comunque.

Ed allora ho pensato che sarebbe bello se ci fosse un numero verde per reclami di mamme sclerate.

Dove ti risponde una voce rassicurante che dopo che le hai vomitato 5 minuti di casini giornalieri, ti dice “hai ragione, ma domani andrà meglio!”

Potresti parlare di tutti quelli che ti fanno incavolare senza dover pensare se conosce questo o quello, se ci rimane male, se esageri, se “Oh, ma non ti va mai bene niente!”.

I bambini non si sorbiscono parole dette a vanvera e noi rinasciamo.

Perché a volte ci sono gli imprevisti, a volte la stanchezza, a volte il pre/durante/post ciclo.

Perché quando dopo una giornata al mare con mille mila amichetti, 2 bagni da un’ora ciascuno, 4485829 chili di sabbia spiaccicata, lavata, scossa…3 spuntini, 1 pranzo, 6472829 “quanto manca per il bagno?” 4 cambi di costume, 938740257 “ho sete!”, un canotto e tante tante tante risate, arriviamo alla macchina e dopo aver augurato brufoli in fronte ai possessori dei motorini che mi costringono a 4738920 manovre, lui – il mio dolce amoroso frugoletto, mi fa: <<Mamma però se ci stiamo così poco io non sono molto felice>>, allora il tempo si ferma. Il cielo si scurisce. Gli alberi si piegano.

E io esplodo con un:

“COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA??????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

E per fortuna che il tragitto mare-casa è breve perché ho tirato fuori tutto il repertorio! Puntando su tutti quegli argomenti che mi diceva mia madre e che mi facevano imbestialire, alla “Sei un bambino molto fortunato che abiti al mare e bla bla bla”.

Ecco, se avessi avuto quel numero di telefono avrei detto ai bimbi di salire in auto, mi sarei appartata un attimo e ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh la liberazione!

Una specie di tasto “Reset” per mamme: telefoni, urli, ti sfoghi e dopo tre minuti sei pronta per risalire in macchina fresca come una rosa.

Secondo me sarebbe una buona idea, voi che dite?

Però se qualcuno lo inventa voglio i diritti eh?!

 

0 comments

Se c’è una Mamma c’è un Papà

| mamme, papà, Senza categoria

Care Mamme,

se voi ci siete, c’è anche un Papà. Perché vi do’ uno scoop: un bambino ha una mamma ed un papà.

Ora, non si capisce bene come mai, alcuni papà (che preferirei chiamare donatori biologici – D.B.-), contribuiscano al 50% alla procreazione e poi, per una legge fisica/chimica/matematica a me sconosciuta che alcuni chiamano “EgoismoStronzismo”,decidono che è meglio farsi i fatti propri che far parte della famiglia.

Quindi quando qualcuna dice “Sai mio marito MI aiuta con i bambini”, “Sai a volte ME LI guarda mentre faccio le faccende”, oppure “E’ a casa SOLO con i bambini??????? Ma che papà modello!”
Ecco, a quel punto mi incavolo. Ma mica con i D.B., no con quelli non c’è speranza.

Con voi mamme!!!!! Mamme sveglia!!!!! Quell’essere di sesso maschile con cui condividete la casa non è un commesso di Mondo Convenienza che dopo avervi montato la cucina, è rimasto per un caffè! E’ vostro marito nonché il padre di vostro figlio!

Quindi se vostro malgrado vi siete ritrovate con un papà a mezzo servizio, anzi facciamo pure a “un millesimo” servizio, è arrivato il momento di cambiare le cose.

Intanto dovete capire la causa della loro assenza pratica.

Visto che mi pare strano che vi siate scelte un compagno ameba, dopo aver fatto un’indagine sul territorio, ho scoperto che le motivazioni possono essere sostanzialmente tre:

  • Gli alieni: mentre eravate incinte, una notte, degli alieni con le orecchie a punta e la pelle verde, con un raggio aspirante, hanno portato via le capacità di fare il padre a vostro marito, per fare degli studi alien-psicologici. In questo caso, o trovate sulle Pagine Gialle il numero del centro Alienpsicologico e fate reclamo, o siete fottute.
  • Maledizioni: In ospedale, dopo aver partorito, vostro marito incontra una santona che lo maledice: “Se farai il padre, diventerai sonnambulo e di notte andrai nei night club vestito da donna a fare spettacoli sexy”. In questo, caso potete puntare sul fatto che la cosa stimola le vostre fantasie erotiche. Ma solo se non scoppiate a ridere mentre glielo dite.
  • Servizi Segreti: una volta che siete rimaste incinte, i vostri mariti sono stati contattati da una spia travestita da cespuglio che ha dato loro un biglietto che poi si è autodistrutto in cui c’era scritto << Non fare niente.>> Nel 23% dei casi,  una supercazzola delle vostre, in cui li convincete che si sono immaginati sia il cespuglio che il biglietto, potrà trasformare i D.B. in padri.

Adesso mamme smettete di leggere e fate continuare i D.B.

Sì. Dico davvero.

Forza.

Chiamateli un secondo.

 

 

Hei mariti/compagni ci siete?

Allora ascoltatemi bene. Con questo articolo ho appena salvato il vostro matrimonio. Ho sbombato alle vostre mogli delle scuse assurde per cui non fate una cippa in famiglia.

Vi ho appena regalato una vita come in Super Mario Bross. Usatela bene.

Muovete il culo e cominciate a fare i padri. Perché se c’è una mamma c’è anche un papà e non c’è nessuna scusa per non esserlo. Perché badate bene che una mamma non smetterà mai di fare la mamma, ma può sempre smettere di fare la moglie!

P.s. se pensate che i Papà siano un’invenzione, contattate mio marito.

P.s.2 sì lo so è un P.S. smieloso, ma quando ci vuole ci vuole!

 

Se l’articolo ti è piaciuto, fammi sapere se ci sono argomenti che vorresti che trattassi e seguimi sui social!
Pagina Facebook Profilo Instagram: mamma_bradipa Canale Youtube

 

0 comments

Ma ti è venuto o l’hai cercato???

| Senza categoria, venuto o cercato

Care Mamme,

Parliamo di un’altra domanda da aggiungere a quelle che non andrebbero mai chieste ed invece molti chiedono!

Nonostante tra Giacomo ed Aurora ci siano 3 anni di differenza, alcuni mi hanno posto la famosa domanda: “Ma ti è venuto o l’hai cercato?” Praticamente un po’ come ti viene un brufolo o come cerchi il calzino spaiato.

E lo stesso vale se rimani incinta e non sei sposata/under 30/hai già due figli/non lavori.

Ma io dico, come cacchio vi viene in mente di fare una domanda del genere?

“No guarda non lo volevo proprio per niente, l’avvisi te la zie Marietta ,Pinuccia e Germana che non hanno Facebook? Perché ho già fatto un post per tutti gli altri!” Eccerto! Una cosa così intima e familiare perché non dovrebbe essere dominio di tutti e soprattutto fare in modo che tutti, un domani, si ricordino questa cosa e così nei secoli dei secoli, il “figlioVenuto”, potrà sapere che mamma e papà non avevano pianificato il suo arrivo? Così nel caso in cui fosse stata la sorpresa più bella mai avuta, tutti potranno rinfacciargli che non era benvenuto e magari un ricordo di Facebook lo ricorda pure ai genitori. Una figata no? Sarà mica un trucco degli psicoterapeuti per avere pazienti a vita????

E quando dici che l’hai cercato ti  senti immediatamente ebete. A me è successo. Rispondi d’istinto, ma poi ti fermi e pensi “Ma come cacchiarola si permette?!” E il bello è che la tipologia di persone che fa queste domande, nel caso in cui tu risponda che l’hai cercato, non ci crede! Le vedi che si mordono il labbro mentre soffrono perché volevano coglierti sul fatto! E si arrendono solo se fai vedere loro dei filmati in cui tu ed il futuro papà, vi facevate una promessa di <<ricerca di un bambino>>. E se c’era il notaio presente era meglio. Vincete a mani basse se il notaio ve lo siete proprio sposato.

Insomma care mie pettegole…se incontrate una conoscente incinta non fate questa domanda, perché un bel giorno qualcuna potrebbe rispondervi: “Non preoccuparti di me, dimmi di te piuttosto…ma il cervello non t’è venuto proprio o l’hai cercato e non l’hai trovato?”

 

 

 

0 comments

Inno alla lentezza e alla noia

| noia, Senza categoria

Care Mamme,

oggi mi è presa così. Pensando a come scorreva lento il tempo quando ero piccola. Abbiamo avuto giorni intensi e oggi è il primo che ci prendiamo di relax, ciondolando letteralmente di stanza in stanza, cominciando mille giochi senza finirne nessuno e sbadigliando di frequente. E così mi son messa a pensare a come sia veloce la vita oggi. Ma non le solite solfe della donna che lavora (anche perché non lavoro), dei ritmi frenetici e bla bla bla. No. Di come la vita scorra veloce perché non si da’ importanza al presente; o se preferite, non si da’ importanza al presente perché il tempo scorre troppo veloce.

Così nel dormiveglia postprandiale, ho immaginato un omino di nome Minuto, che veniva richiamato dal capo perché doveva cercare di trascorrere in 58 secondi anziché 60.

Per un attimo ho pensato che fosse perché sono cresciuta, ma poi in tv hanno trasmesso una pubblicità di un videogioco con la realtà virtuale ed allora ho ricordato.

Ho ricordato che negli anni ’80 i videogiochi erano pochissimi e tu avevi il tempo di comprarteli con la paghetta + i soldi del compleanni + quelli di Natale, senza che passassero di moda;

Ho ricordato che a parte qualche caso di bambini particolarmente curiosi, tutti andavamo alle elementari nell’anno scolastico in cui compievamo sei anni;

Ho ricordato che i giochi erano robusti, costavano tanto e duravano tanto;

Ho ricordato che negli anni ’90 un po’ tutti avevamo il videoregistratore e potevi scambiarti le VHS con le etichette scritte a penna; con scritto GUNIS invece che GOONIES . Oggi Il videoregistratore non ce l’ha più nessuno e ognuno col suo figo decoder si guarda quello che vuole e quando vuole (che è una figata, ma a volte non vi manca la condivisione del prestare?)

Ho ricordato che di cartoni animati ce n’erano pochi e tutti guardavamo gli stessi e giocavamo ad impersonare gli stessi personaggi;

Ho ricordato che spesso mi annoiavo. E ne nascevano poi i giochi più belli ( e no, non ero poco stimolata).

Ho ricordato che quando mi piaceva una canzone, facevo la posta alla radio in attesa che la trasmettessero ed il dilemma era se registrarla senza l’inizio o con l’inizio con la voce del conduttore radiofonico sopra;

E ho ricordato che quando ero con i miei amici, vivevo ogni minuto intensamente; e se litigavo con loro poi non potevo fare pace finché non li rivedevo e quindi ci pensavo bene a quello che dicevo loro. E non come oggi che ci si manda affanculo perché tanto poi ti mando l’emoticon con il bacio col cuore e a posto così.

E invece oggi il tempo dura così poco. Mi sa che un Minuto dura davvero 58 secondi. E neanche ci accorgiamo di quanto valessero quei due secondi che mancano. E senza accorgercene, si vuole tutto e subito e subito tutto non vale niente.

Ma se non si da’ importanza al presente, non daremo importanza neanche al futuro.

E quindi visto che il progresso non si può fermare e comunque ha i suoi grandissimissimi benefici, cerchiamo di insegnare ai nostri figli il valore delle cose, la bellezza della lentezza e la necessità della noia.

 

 

0 comments

uscire prima dei figli, uscire con un figlio, uscire con due!

| bambini, figli, Senza categoria

Care Mamme,

ve lo ricordate com’era uscire prima di avere un bambino? io ho una vaga reminiscenza che mi fa sorridere al pensiero di come potessi gingillarmi fino a un secondo prima di prepararmi e di come i “problemi” riguardassero se i capelli fossero puliti abbastanza o se dovessi fare uno shampoo, che ombretto scegliere, se abbinarlo con la maglia o era un’esagerazione, se indossare quel vestito nuovo o lasciarlo per un’occasione migliore e quando proprio era un lavorone, dovevo cambiare borsa e travasare il contenuto da una all’altra. Una volta fuori potevo lasciare la macchina lontana chilometri e farmi una bella passeggiata, entravo nei negozi e giravo per mezz’ora tra i reparti e quando mi saltava il ticchio venivo a casa.

Poi fai un bambino e allora cominci a truccarti (se ti trucchi ancora eh!) con due ore di anticipo mentre sta dormendo, o con lui in braccio riempiendolo di brillantini e facendoti venire il torcicollo. Passi mezz’ora a ragionare quale tutina mettergli, che sia comoda, che sia della giusta temperatura, ma che sia pure carina! Controlli che i vestiti che hai messo il giorno prima e quello prima ancora siano decentemente puliti e per scegliere il cappottino da mettergli hai fatto installare una stazione meteorologica direttamente sul terrazzo. E comunque esci se non è troppo freddo né troppo caldo, se piove – escluso, ma anche se tira troppo vento. Insomma, tre volte in un mese. La borsa diventa un trolley anche se devi arrivare al negozio in fondo alla strada e se devi per caso andare al mare, monti la roulotte e sticazzi. E mi raccomando a non tornare a casa troppo tardi che se si addormenta prima di pranzo è la fineeee. Perché poi chissà quando ridorme onnoooo aiutoooo, come farò ad arrivare a fine giornataaaaa nuooooooo! Ecco, reso l’idea? I negozi li eviti e ti dedichi direttamente allo shopping on line.

Poi fai il secondo bambino e sull’orlo tra lo sclero e lo svenimento, adotti degli stratagemmi per sopravvivere.

Ed allora giochi con la piccina ai trucchi e chi se ne frega se sembri esser stata interrotta mentre ti eri già struccata un occhio;

Usi la stessa borsa ogni giorno con le stesse cose per i bambini, tra cui cappellini/sciarpine/felpine, qualche giochino inganna tempo, i crackers salva vita  e naturalmente salviette e pannolini. Il telo per il cambio è stato abbandonato da tempo avendo studiato una soluzione “Metti e sfila” che permette di utilizzare il pannolino nuovo come base (cavolo sembro una pubblicità). Insomma con una borsa sola te la cavi benissimo. Per te non hai nemmeno l’assorbente di ricambio o l’acqua, ma per loro hai tutto.

I loro vestiti sono già divisi a completini nei cassetti e devi solo pescarne uno mentre cerchi di bloccare la piccina che non vuole farsi cambiare.

Tu ti metti i vestiti del giorno prima abbandonati sulla vasca. Zero pensieri.

Il cappotto? ne hanno uno a testa e non devi scegliere un bel niente!

Nei negozi ci vai eccome, eccheccavolo una volta che esco! Impegni il grande facendoti cercare degli inesistenti calzini con gli gnomi o dei barattoli con i fenicotteri che lo terranno fermo davanti allo scaffale almeno due minuti, ti fai largo tra i corridoi dei negozi dove butti giù almeno sei sette cose perchè sono troppo strettiiiiiiiiii, avete capito? STRE-TTI! Possibile che non li progetti mai una mamma con passeggino? (Ora sembro una del sindacato “mamme con il passeggino”). Insomma, con lo sguardo di un’aquila, visualizzi quello che serve ed esattamente in un minuto e cinquantanove secondi, sono pronta per recuperare il primogenito e dirigerci alla cassa. Evvai è fatta, tutti in auto.

E se la piccina si addormenta, ho imparato che non è una tragedia e che in qualche modo a fine serata ci si arriverà!

 

 

0 comments

Mamme: campionesse da oro olimpico

| Senza categoria

Care Mamme,

ogni giorno quando mettiamo i piedi giù dal letto, mettiamo la tuta, la pettorina con il numero, facciamo pipì in provetta per l’antidoping e poi mettiamo su il caffè. Perché noi mamme, siamo ogni giorno campionesse da oro olimpico che vincono le gare più estreme per arrivare a sera con i piccini illesi e la casa ancora in piedi.

Quando torniamo a casa da un compleanno con 7655 bambini, 654 gonfiabili, 7 piscine e 8665 scivoli/castelli/gabbie da esplorare a 24 piani –  con i figli felici e contenti e con noi per niente esaurite, abbiamo vinto. Attraversiamo il cancello di casa correndo a braccia alzate dalla felicità come se fosse il traguardo, facciamo il giro del giardino per salutare e mandare baci alle vicine impiccione, ci asciughiamo il sudore con le traverse per il cambio pannolini e rilasciamo interviste ai nonni.

Ma ci sono giorni in cui perdiamo.

Avete presente quelle giornate in cui va tutto storto? Fortunatamente non cose grosse, ma quei piccoli imprevisti/rotture che ci innervosiscono come durante il ciclo? E in quei giorni neanche a farlo apposta, decidiamo di uscire con i nostri pargoletti.

E allora la piccola si macchia con i pennarelli subito dopo averla cambiata, il grande decide di arrivare in bagno in ginocchio mettendoci un quarto di secolo,  non trovi i pantaloni che avevi stirato il giorno prima, ti chiamano due operatori per cambiare luce-gas-e il rotolo di carta igienica esaurito e non trovi le chiavi di casa.

Ma miracolosamente, riesci ad uscire e per arrivare alla macchina ti sloghi una spalla per far scendere gli scalini alla piccola, richiami il grande che rischia di smusarsi ogni sette cm e una volta sul cancello ricordi di aver scordato il cellulare in casa.

Bene. Tutti e tre in auto, il più è fatto! Tanto andiamo al parco che vuoi che succeda! Trovo un paio di amiche e mi rilasso!

Eh????????????????????????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non importa dirlo ad alta voce, basta pensarlo e l’inferno dei contrattempi si scatenerà!

Trovi parcheggio praticamente in California, al sole, con 65°. Arrivi e i tuoi figli riescono a trovarsi agli estremi opposti del parco in ogni minuto del tuo soggiorno. Il grande si imbatte in continui battibecchi con altri bambini, la piccola, ha un contenzioso con il suo intestino che la fa essere piuttosto noiosa; amiche nemmeno l’ombra e il grande che deve fare la pipì, ha sete, è arrabbiato con tizio, torna piangente perché ha litigato con Caio. La piccola risolve un primo round con l’intestino e quindi cerca un posto per cambiarla e via così. Ok è l’ora di venire via, evvai ce l’hai fatta. Ennò perché entrambi piangono perché non vogliono andarsene e così ti avvii alla macchina con un sacco di patate scalciante ed un bipide dai piedi striscianti.

Arrivi finalmente a casa, li infili nella vasca, brami solo una bella doccia…ahhhh…ora sì finalmente e…..splat! Quando esci tutta bella pulita e fresca, scopri che tua figlia ha concluso la sfida con il suo intestino mentre la spogliavi per lavarla e tu naturalmente non te ne eri accorta.

Vi è capitato qualcosa del genere?

Scrivetelo nei commenti!

 

0 comments

I consigli richiesti: categorie di amiche

| amiche, consigli, Senza categoria

Care Mamme,

tutte noi ci siamo imbattute in amiche/conoscenti/parenti che ci davano consigli senza che li richiedessimo .
Ma quando invece, siamo proprio noi a cercare un aiuto? Come ci rispondono?

Anche in questo caso, tiro fuori le mie tante amate categorie! 3,2,1…Via:

  • Le “faccio finta che mi interessi“: le riconosci perché rispondono solo con “Ahh”, “Eh bé”, “Ma davvero”, “Figurati”, “Ah sì eh?”, “Certo..” e basta! Finché tu non hai finito il tuo monologo e ti senti una deficiente ad aver intrapreso il discorso e soprattutto non hai avuto il benché minimo consiglio, roba che a confronto la fruttivendola che ti consiglia il tipo di pesche da comprare è una laureata in consigliologia.
  • Le “ne so meno di te e me ne vergogno“: loro poverine non ti guardano mai negli occhi e invece che risponderti ti fanno domande; vaghe, come se stessero amabilmente discutendo, ma in realtà sottintendono che non capiscono un tubo di quello che stiamo dicendo. Alla fine pensi “boia, pensavo di non saperne un cazzo e invece sono un genio!”
  • Le “non aspettavo altro che tu me lo chiedessi“: non hai ancora finito di fare la domanda e loro hanno già pronto un planning con plastico in 3D e il puntatore laser per farti seguire punto per punto. Roba che “The Truman show” ti sembra un’improvvisata. Però alla fine della presentazione hai almeno tre opzioni da provare.
  • Le “ti sistemo io“: sono una sotto categoria delle “non aspettavo altro”, ma versione ammonitrici incazzate; in pratica ti fanno un mega pippone perché hai sbagliato tutto. Quindi alla fine hai sempre le tue tre opzioni da giocarti, ma ti senti in colpa come se tu avessi chiesto alla mamma con figlio di tre mesi, quando avrebbe partorito.

Ovviamente tutte noi speriamo di trovarci davanti l’amica sincera che  ci consiglia la soluzione che ritiene ideale per noi; ma spesso non è così!

E voi di solito, a quale categoria di amiche chiedete consiglio?

 

 

0 comments

La gara tra mamme

| bambini, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

diciamoci la verità, tutte noi almeno una volta l’abbiamo fatto. Tutte noi abbiamo pensato che una mamma che conosciamo stesse sbagliando. Ma se è più che lecito farlo e pure dirglielo, se il suo frugoletto sta mal menando il nostro o se vi appella con le più volgari parolacce, non è altrettanto giustificato se l’argomento è qualcosa che non ci tange per nulla, tipo dove dorme il bambino, cosa mangia o con cosa lo fa giocare.

E fino a qualche anno fa, la cosa era gestibile, c’era qualche pettegola da ignorare, qualche occhiatina da schivare, ma tutto finiva lì. Oggi, l’avvento dei social ha sguinzagliato milioni di mamme che al grido di “Ho ragione io!”,  si dividono tra chi adora spiattellare al mondo come la pensa, e chi adora spiattellare al mondo che la pensa al contrario. Insomma fare la gara alla migliore.

E allora tutte a litigare su come bisogna dormire, mangiare, allattare, educare, far giocare.

Ci sono mamme che adottano il co-sleeping, quelle con il letto con le sbarre, quelle con il lettino Montessoriano, in camera coi genitori o in camera del bimbo, quelle che hanno entrambi i tipi di lettino, ma i bambini dormono nel lettone e quelli che ognuno dorme nel letto dell’altro e il papà finisce sempre sul divano.

Ci sono mamme che autosvezzano, quelle che seguono le tabelle di svezzamento con la precisione di un chimico, quelle che un giorno fanno in un modo, un giorno nell’altro, quelle che il figlio non mangia nulla e devono fargli mille moine e quelle che mangia pure i gambi del tavolo e devono nascondersi in bagno a mangiare le lasagne.

Ci sono mamme che allattano al seno, quelle al biberon, quelle miste, quelle a richiesta, quelle ad orario, quelle che il latte concilia il sonno, quelle che gli rimane sullo stomaco e la notte fa gli incubi.

Mamme che sono preparatissime su ogni macchiolina, bollicina,eruzione possibile, quelle che mandano foto sul gruppo whatsapp di mamme e la diagnosi di maggioranza è quella giusta, quelle che chiamano subito il pediatra e quelle che passano la notte a preoccuparsi.

Ci sono quelle che hanno letto 8398472 libri sulla puericultura, quelle che ascoltano nonne e zie, quelle che pongono dubbi amletici a Google, quelle che hanno fatto l’abbonamento alle riviste per bambini, quelle che hanno fatto l’abbonamento alle riviste per bambini – ma guardano solo le pubblicità delle modelle finte neomamme con tristezza e invidia.

Ci sono mamme che escono con la scorta di parenti, con 13 borse e lo sguardo impanicato dal possibile cambio improvviso di clima o di leggi gravitazionali; quelle che escono sempre da sole e con un pannolino di ricambio e un pacco di fazzoletti – sopravvivono senza stress fuori tutto il giorno; quelle che escono da sole, ma le riconosci perché al minimo rumore, fanno dei balzi spropositati da tanto che sono terrorizzate che accada qualcosa.

Ci sono mamme che continuano ad uscire la sera, con o senza figli; quelle che non uscivano prima e figuriamoci adesso; quelle che escono ma finiscono per parlare dei figli, quelle che escono e si divertono più di prima sapendo che a casa le aspetta qualcuno da amare.

Ci sono mamme che la tv no fino a 16 anni, quelle che “che male c’è” e la maialina rosa e famiglia son diventati parenti acquisiti; quelle che “via una volta ogni tanto che vuoi che sia”, quelle che la tv nemmeno ce l’hanno.

Ci sono mamme che lavorano part time, quelle che lavorano full time, quelle che non lavorano e quelle che lavorano full full full time.

 

In ogni caso, ci sono mamme che a casa propria devono poter fare quel che vogliono.

Perché fare la mamma non è una gara, non c’è nessun traguardo e nessuna vittoria.

E allora sapete cosa sarebbe bello poter fare invece che litigare? Avere la possibilità di dire la propria senza offendere e senza voler fare cambiare idea all’altro.

Poter dire “io ho fatto così e mi son trovata bene”, oppure “Io non ce la faccio più, mi date un consiglio?” Senza dover essere giudicate/disprezzate/prese in giro.

Perché se noi mamme rendiamo possibile questo, con molta probabilità cresceremo figli tolleranti che sapranno accettare chi non la pensa come loro.

E se pensate che questo non possa esistere, vi sbagliate.

 

0 comments