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Mamma come ti pare

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Care Mamme,

in questi giorni il blog sta diventando più popolato. Vuoi per sfinimento, vuoi per compassione, vuoi perché il caldo sta dando alla testa a molti –  fatto sta che le visite sono aumentate. E leggendo i commenti qua e là, sento la necessità di spiegare ciò che sottostà a qualsiasi articolo che ho scritto e scriverò.

Perché la mia idea è scrivere la mia esperienza, quello che penso, quello che mi viene in mente, quello che osservo. Ma non c’è nessuna intenzione di far cambiare opinione a chi la pensa diversamente o credere che quello che faccio io sia meglio di quello che fanno tante altre.

Già lo potete aver intuito dal fatto che non ho messo un titolo tipo “diariodiunamammachevespicciacasa“, o “diariodiunamammabravadamorì” o “diariodiunamammachehacapitotuttoevoinoncapiteunacippa“.

Ma ci tengo a precisare che oltre a portare avanti i pensieri della mia vita di MammaBradipa, mi piacerebbe passare il concetto di Mamma come ti pare.

E cioè che io dico la mia e voi se vi va rispondete la vostra. Che non c’è un meglio e un peggio perché di articoli che dividono ce ne sono anche troppi ed a me piacerebbe scrivere per unire.

Perché tu sei mamma dei tuoi figli e io dei miei. E tu sai cosa sia meglio per i tuoi e io per i miei. Per eventuali problemi ci sono medici, psicologi, ostetriche… Non di certo io. Né la Pinuccia, la Marietta, o l’amica della vicina di casa di tua suocera.

Se ognuna di noi si impegna ad ascoltarsi ed a fare come le pare, sarà così serena, che non avrà bisogno di ostentare la propria “bravura” e di dare il via a quelle fastidiose ed inopportune lotte per chi ha ragione.

Ma siccome quando si scrive non si sente il tono di voce, non si può guardare l’espressione del mio viso e talvolta le battute possono essere fraintese, ecco qua che vi dico nero su bianco: fate le mamme come vi pare.

Per onestà intellettuale, vi dico anche però quello che mi dà fastidio: le generalizzazioni. Di tempo, di sesso, di pregiudizio, di estremismo.

Cioè che a due anni devi essere senza pannolino senza se e senza ma.

Che alle femmine le bambole ed ai maschi le macchinine. E guai ad invertire.

Che se li tieni in braccio li vizi.

Che una cosa o la fai sempre o non la fai mai (tipo dormire nel lettone).

Perché le generalizzazioni non sono mai pensate autonomamente.

Sono sempre imposte, suggerite, copiate.

Se avete voglia di fare come vi pare, io sono qui. Per dirvi che faccio allo stesso modo, un po’ diversamente od in maniera opposta alla vostra. Con rispetto ed allegria.

Stretta la foglia larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia.

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Numero verde per reclami di mamme sclerate

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Care Mamme,

alzi la mano chi non ha mai avuto un momento di sclero con i bimbi. Tutte a braccia conserte eh?!. Ovvio.

Ora scommetto che se vi chiedo chi ne ha più di uno al giorno, alzerete tutte, due braccia.

Allora mamme non sante come me, l’altra sera ho guardato per tipo 10 secondi quel programma in cui quattro mamme si spiano a vicenda e poi bo, ho girato.

Mi son venuti i brividi. Ho pensato a me se avessi delle mamme a spiarmi quando sono in casa con i bimbi in quelle giornate in cui ci sono mille mila imprevisti.

Perché un po’ tutte noi, certi scleri non li faremmo in presenza di altri. A me ogni tanto parte lo sproloquio. Giro di stanza in stanza tipo pallina del flipper, blaterando cose che non c’entrano niente l’una con l’altra. Parto dai giochi in disordine per esempio; e riesco ad arrivare al problema della fame nel mondo in meno di un minuto. I miei figli ormai mi capiscono e continuano con le loro cose.

Io però mi sento sempre in colpa comunque.

Ed allora ho pensato che sarebbe bello se ci fosse un numero verde per reclami di mamme sclerate.

Dove ti risponde una voce rassicurante che dopo che le hai vomitato 5 minuti di casini giornalieri, ti dice “hai ragione, ma domani andrà meglio!”

Potresti parlare di tutti quelli che ti fanno incavolare senza dover pensare se conosce questo o quello, se ci rimane male, se esageri, se “Oh, ma non ti va mai bene niente!”.

I bambini non si sorbiscono parole dette a vanvera e noi rinasciamo.

Perché a volte ci sono gli imprevisti, a volte la stanchezza, a volte il pre/durante/post ciclo.

Perché quando dopo una giornata al mare con mille mila amichetti, 2 bagni da un’ora ciascuno, 4485829 chili di sabbia spiaccicata, lavata, scossa…3 spuntini, 1 pranzo, 6472829 “quanto manca per il bagno?” 4 cambi di costume, 938740257 “ho sete!”, un canotto e tante tante tante risate, arriviamo alla macchina e dopo aver augurato brufoli in fronte ai possessori dei motorini che mi costringono a 4738920 manovre, lui – il mio dolce amoroso frugoletto, mi fa: <<Mamma però se ci stiamo così poco io non sono molto felice>>, allora il tempo si ferma. Il cielo si scurisce. Gli alberi si piegano.

E io esplodo con un:

“COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA??????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

E per fortuna che il tragitto mare-casa è breve perché ho tirato fuori tutto il repertorio! Puntando su tutti quegli argomenti che mi diceva mia madre e che mi facevano imbestialire, alla “Sei un bambino molto fortunato che abiti al mare e bla bla bla”.

Ecco, se avessi avuto quel numero di telefono avrei detto ai bimbi di salire in auto, mi sarei appartata un attimo e ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh la liberazione!

Una specie di tasto “Reset” per mamme: telefoni, urli, ti sfoghi e dopo tre minuti sei pronta per risalire in macchina fresca come una rosa.

Secondo me sarebbe una buona idea, voi che dite?

Però se qualcuno lo inventa voglio i diritti eh?!

 

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