Vorrei fosse possibile. E in alcuni casi lo è, ma sono davvero molto pochi.
Vivo una separazione in cui prevale la rabbia. Non da parte mia che ho cercato di accettare tutto l’accettabile pur di finirla in pace. Ma non è stato sufficiente e credo nulla sarebbe stato sufficiente.
Ciao mamma, ho deciso di scriverti una lettera, ogni volta che penso a te mi viene da piangere e non so nemmeno perché. Cioè in realtà lo so. Vorrei farti uscire fuori un po’ di più e farti vedere quanto sei bella coi tuoi bambini. Anche quando sei spettinata, con le occhiaie e puzzi di latte.
Tante mamme anche se mi conoscono e guardano tutto ciò che pubblico quando mi vedono, fanno finta di non conoscermi e non mi saluterebbero nemmeno se pagate.
Ma non importa perché l’unico abbraccio che desidero è quello dei miei figli.
Ma c’è una cosa che mi accumuna a tante mamme. In qualunque fase della mia vita, sia mentre piangevo allattando sola in una stanza di ospedale che mentre cambiavo pannolini oppure quando correvo a lavorare dopo una nottata in bianco, c’era un pensiero fisso nella mia testa, quello di non essere mai abbastanza. Ecco allora vorrei dirti innanzitutto che sei abbastanza, e lo sei sempre stata, tutte quelle volte che non ti sei sentita abbastanza brava, presente, intelligente lo eri.
Allora iniziamo care mamme tutte parliamo della vostra esperienza con la maternità.
Lettera a tutte le mamme
Essere mamma è l’esperienza più intensa della vita fatta di tanti momenti di felicità ma anche di tanti altri densi di paura e ansia.
Sai cosa ho imparato? Ogni tanto fermati e respira.
Piangi, arrabbiati, urla se devi, fanno parte del tuo percorso e più che mai di te.
La sfida più grande sarà sempre non contro te stessa, ma contro le paure.
Contro la paura di essere giudicata una pessima madre da chi nemmeno ti conosce.
La sfida più grande sarà imparare a fregartene dei giudizi della società e delle persone esterne. Per loro non sarai mai abbastanza qualsiasi cosa tu faccia.
Per i tuoi figli invece lo sarai. Sempre.
Abbiamo tutti la scritta fragile sulla nostra pelle, siamo delle scatole che contengono meraviglia e vanno aperte con cura.
Da bambina quando guardi i genitori pensi che siano infallibili e abbiano tutte le risposte.
Poi diventi madre e scopri che infallibile lo sei veramente anche se non te ne rendi conto del tutto. Che ogni cosa che scegli tu è la cosa giusta per il tuo bambino perché ogni scelta di una mamma nasce dall’amore e l’amore non sbaglia mai.
L’amore e basta.
La nostra società e cultura ci ha insegnato che quando diventi mamma hai una nuova identità già prestabilita e identificata, sei solo una mamma. Pensa solo a quante volte la società fa sentire in colpa le donne perché lavorando stanno lontane dai figli, praticamente sempre, e quante volte lo stesso discorso è riservato agli uomini, mai.
Dal momento in cui diventerai madre dovrai affrontare tante battaglie da dover lavorare il doppio dell’uomo per essere presa sul serio. Molto probabilmente la maternità ti costerà il posto di lavoro, oppure tornerai e troverai la tua scrivania in corridoio.
Mentre i colleghi faranno carriera tu no perché sei mamma e non riuscirai a dare sempre la stessa disponibilità a lavoro come un uomo.
Ah dimenticavo se rinuncerai al lavoro per seguire i tuoi figli sarai una sfaticata, se tornerai a lavoro troppo presto sarai una che no si prende cura de figli.
Comunque farai sbaglierai. Mettilo in conto e tappati le orecchie.
Dal giorno del parto, e forse anche prima, ogni giorno riceverai migliaia di consigli non richiesti che ti rammenteranno che sono tutte madri perfette tranne te.
Tu mandali a f** e non avere mai paura delle conseguenze di essere chi sei.
Essere una mamma non è un limite, dillo alle tue amiche e lottate ogni giorno insieme per cambiare le cose. Io ci sto provando anche in questo momento.
Ti vorrei abbracciare piccola e dirti di non dubitare della mamma stupenda che sei per i tuoi figli.
Perché tutte le mamme sono perfette per i propri figli.
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2023 compi 10 anni. La prima età a due cifre, il passo da cui non si torna più indietro.
Ti ho desiderata tanto. Ho sempre desiderato e una bambina e nel mio cuore ho sempre il ricordo di quella ecografia e del momento in cui la dottoressa ha detto:” è una bambina”.
Cosi come dico da tempo che i figli sono una grande fatica e lo sono perlopiù per la donna.
Questo dal concepimento in avanti e per sempre.
E la società ci fa credere che se ci lamentiamo è solo perché non siamo abbastanza resilienti, parola che va tanto di moda.
E non siamo abbastanza forti, abbastanza madri.
Cosi come non siamo abbastanza madri se non partoriamo con dolore o non allattiamo.
E ci mettono alla prova, da due anni a questa parte più che mai, lasciando sole le madri nei reparti maternità. In alcuni periodi anche nel momento del parto. Nel momento in cui sei più debole, indifesa e bisognosa della mano del tuo partner. Quel momento che anche un padre ha diritto di vivere.
Madri che sono al primo figlio e magari non dormono da notti per i dolori.
La mia prima figlia è nata alle 21:21 con cesareo d’urgenza ma io erano 24 ore che non dormivo dai dolori, dalla sofferenza e dalla paura.
Si perché non tutte hanno un parto felice. Molte hanno un parto doloroso e pauroso.
Perché il parto fa paura. Le contrazioni fanno paura. La sala operatoria fa paura.
Io sono stata fortunata, perché era il 2013 e perché l’ospedale ha permesso a mia madre di restare per la notte.
Io ero sfinita, non riuscivo a muovermi dai dolori del cesareo. Tremavo e non avevo forze nemmeno per alzare un braccio.
Cosa sarebbe successo se quella notte mi avessero lasciata sola con la mia bambina?
Non oso pensarci.
E mi sale una rabbia pazzesca perché gli anni sono passati e le condizioni peggiorate.
Si pretende che una donna partorisca e magia, sia pronta ad accudire un neonato completamente sola.
E poi accadono le tragedie.
Cosi come poi si pretende che si torni a lavoro a tre mesi dal parto, che si diventi perfetti robottini con la capacità di essere in due posti diversi nello stesso momento. Come se la gravidanza ci dotasse di poteri magici.
Si pretende che siamo madri, donne e mogli perfette mentre ci occupiamo di tutto, perché mentre si parla a vanvera di parità di compiti in famiglia, quando manca qualcosa è sempre colpa della mamma.
Sempre colpa sua che non è mai abbastanza.
Si pretende.
Si da per scontato.
Finche non accade una tragedia.
Inutile parlarne adesso.
Bisognava capirlo prima che noi mamme siamo donne e non robot in cortocircuito.
Che le mamme siano umane lo dico da tempo.
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Il sovraccarico fisico e mentale delle mamme oggi.
Perché troppo spesso noi donne e mamme di oggi tra lavoro, figli e famiglia mettiamo da parte noi stesse e non ci prendiamo cura di noi.
Ed è colpa nostra, o almeno nel mio caso è colpa mia. Perché voglio che tutto sia fatto a modo mio e come dico io. E si lo ammetto ho anche troppe manie di controllo.
Vicinissimi ai 10 anni si iniziano a scorgere i primi inequivocabili segnali di pre adolescenza.
Di colpo la mia dolce bambina sta cambiando. Crescere è inevitabile, ma io non ero e non sono affatto pronta.
L’umore a volte è instabile. Si arrabbia o piange per nulla.
Poi miracolosamente torna la mia bambina, quella allegra, un po’ polemica di sempre, ma la mia bambina.
E un passaggio complicato ed essere qui a parlarne mi stringe lo stomaco.
Siamo saliti sulle montagne russe. E lo facciamo a occhi chiusi. Non so mai cosa aspettarmi.
Il senso di vuoto, il senso di vertigini e i sorrisi.
A grandi passi verso l’adolescenza
In questa fase mi sento più sbagliata che mai nei suoi confronti, la mia impressione è di non fare mai la cosa giusta, di sbagliare sempre. In ciò che dico e in ciò che faccio.
E difficile renderla felice e sono sempre più i momenti in cui si chiude in camera e mi lascia fuori. Allora mi affaccio e le chiedo se va tutto bene. E le ricordo che anche se porta è chiusa io sono li, basta aprirla.
Poi però viene sera e quando è ora di dormire non riesce a farlo se non sto con lei e le faccio una coccola e qui è ancora la mia piccola bambina.
A volte ha atteggiamenti da vera donnina, poi all’improvviso torna la dueenne capricciosa che si sdraiava per terra in mezzo al supermercato perché non le avevo preso le patatine.
Peso le parole e poi sbaglio lo stesso.
Vorrei spiegarle che la capisco, che da adesso in poi la sua vita sarà fatta di molte più domande e sentimenti.
Che la rabbia a volte le farà esplodere la testa
Che piangerà senza motivo e vorrà farlo senza farsi vedere da me, la sua mamma.
Vorrei dirle che lo so che certi giorni si sente sbagliata, mentre sente il corpo che sta cambiando e la testa che sta iniziando a fare voli pindarici.
Che il mondo allegro e colorato dell’infanzia si sta allontananto.
Vorrei dirle che lo so, ma che non c’è fretta di vivere queste montagne russe.
Può ancora emozionarsi per un giocattolo, credere a Babbo Natale e alla magia dell’elfo.
Può sorridere per una caramella e poi scoppiare a ridere senza motivo. Che non c’è fretta di crescere.
Vorrei dirglielo e farglielo capire.
A volte ci riesco e a volte no.
Vorrei dirle :”Ti voglio bene e ti amerò tutta la vita anche quando sarai una donna che mi contrasterà perché so che lo farai in fondo sei uguale a me.
E ti voglio bene anche se quest’anno non mi hai fatto un bigliettino per il compleanno dicendo che non hai avuto tempo.
Quelli degli anni scorsi li ho conservati tutti e sono il mio tesoro più prezioso”
Insieme a te, al tuo sorriso e alla magnifica creatura che stai diventando.
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Oggi sento più che mai l’età che avanza, il tempo che passa inesorabile e inarrestabile. Perché trascorriamo le nostre vite di corsa mentre il tempo va avanti. Troppo spesso ogni giorno guardiamo al domani senza soffermarci sul presente, quel presente che altro non è che la nostra vita stessa.