Separarsi con intelligenza

Separarsi con intelligenza

Separarsi con intelligenza.

Vorrei fosse possibile. E in alcuni casi lo è, ma sono davvero molto pochi.

Vivo una separazione in cui prevale la rabbia. Non da parte mia che ho cercato di accettare tutto l’accettabile pur di finirla in pace. Ma non è stato sufficiente e credo nulla sarebbe stato sufficiente.

Vivo con l’odio sulle spalle. Odio che assorbono irrimediabilmente anche i bambini.

Certo fossi stata una persona diversa le cose non sarebbero andate cosi, ma non ho nessuna intenzione di farmi una colpa per cose che non potevano andare diversamente.

Ho imparato a lasciare andare il passato e a voltare le spalle alle situazioni e alle persone che non mi facevano del bene.

Separarsi con intelligenza
Separarsi con intelligenza

Non è semplice separarsi quando ci sono dei figli di mezzo, ma molto spesso è la soluzione migliore anche per loro. Quando entrambi i genitori se ne fanno una ragione.

Ma quando da una parte si trascina della rabbia e dell’astio diventa tutto più difficile soprattutto per loro.

Non è corretto e nemmeno intelligente darsi un tono appoggiando persone con cui ho avuto da ridire in passato. Non si può piacere a tutti e non è corretto darsi forza assecondando persone che sanno essere estremamente crudeli.

Eppure le separazioni sono cosi.

Ripicche, rabbia, dispetti. Adulti che regrediscono allo stadio di bambini dell’asilo. Per il solo gusto e piacere di fare del male.

E proprio sul piacere sadico che si prova nel fare del male voglio farvi riflettere.

Su quanto sia terribile godere nell’infliggere dolore alla persona con cui si hanno avuto dei figli.

Eppure tanti ne sono capaci e lo fanno con cognizione di causa.

Ce lo dicono i fatti di cronaca, o basta guardarsi intorno per vedere.

Sogno un mondo in cui queste cose non succedono. In cui si accetta con serenità e maturità la fine di un rapporto. In cui si continua a collaborare per il bene dei figli e in cui non dico ci si supporti, ma almeno non si dia corda a chi vuole fare del male all’altra persona.

Sono stata sbeffeggiata. Presa in giro. So che qualcuno ha creato chat segrete per parlare male di me in cui si afferma che “senza di me è tutto più divertente”

Dispiace.

Dispiace sapere che c’è cosi tanta pochezza da non capire che certi atteggiamenti vanno stoppati.

Che la cattiveria torna indietro.

Ma soprattutto che cosi non si fa il bene dei figli ma il loro male.

Perché non ne parlano ma capiscono tutto.

E che cosa si insegna ai figli. Gli si insegna a provare rabbia e rancore. A coltivare odio e astio senza fine.

Gli si insegna la cattiveria e il bullismo.

Si coltiva il male e non il bene.

Non possono crescere adulti sereni quando da bambini vivono nella crudeltà. Non possono crescere persone capaci di coltivare una relazione sana quando il loro esempio è di una persona che non sa guardare avanti, ma va avanti con la testa indietro.

Non si tratta dio farlo per noi stessi ma per loro.

Non sarebbe un problema essere odiata a vita se non ci fossero i bambini. Ma loro ci sono e hanno bisogno di esempi di adulti sani ed equilibrati. Che sanno andare avanti con dignità.

Che sanno accettare che la vita spesso non va come uno si era immaginato, ma si deliano sempre nuovi orizzonti che possono essere anche migliori, ma solo se si ha il coraggio di raggiungerli a testa alta e guardando avanti.

Che non si cambia ciò che è stato ma si supera e si lavora per ciò che sarà.

Che ci si può lasciare elaborando la rabbia iniziale e trasformarla in accettazione. E capire che era la cosa giusta da fare.

Come genitori il nostro primo dovere è insegnare loro ad accettare ciò che la vita ci mette davanti.

A sbagliare e a rialzarsi.

A vivere il dolore e superarlo.

A gioire per il nuovo che ci attende.

E mai mai mai coltivare il peggio.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

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