Month: Aprile 2017

Buon Compleanno! Che tipo di mamma sei?

| Senza categoria

Care Mamme,

sono fresca fresca di un compleanno cinquenne e mentre osservavo la mamma del festeggiato, ho pensato a che complemamma sia io ed a quanti tipi ne esistano. Cioè il diverso approccio delle mamme ai compleanni dei propri bambini.

La Complemamma Chesisemplificalavita: è quella che quando si avvicina il compleanno del figlio, chiama l’ultimo posto dove è stata fatta la festa di un amichetto- a cui tutti si sono dvertiti tantissimo, prenota il pacchetto completo e torna a fare quello che faceva prima. Quelle con figli nati in estate e con giardino molto grande, prendono pop corn, succhi e patatine e tirano un pallone nel mezzo. Quando non c’è più un bambino senza un livido o una sbucciatura, la festa è finita. Niente ansie, niente stress, solo divertimento.

La Complemamma Meteoculona: è quella che adora l’aria aperta e quindi vuole festeggiare il compleanno del figlio fuori. Peccato che Ermanno sia nato il 3 di gennaio. Tu ti vedi arrivare a casa l’invito di una festa su un prato, sprovvista di luoghi di riparo nel giro di 7 chilometri e pensi che sia pazza. Ed invece il tre gennaio, ti svegli, accendi la tv e stanno  parlando del fenomeno meteoreologico pazzesco, che ha provocato  temperature primaverili e mega sole. E poi, il 4 gennaio nevica.

La Complemamma Bradipa: sono io. E’ quella che prenota il posto preferito del figlio, anche e soprattutto perché per fortuna in quel posto non deve fare niente se non recarvisi. <<E allora è uguale a quella che si semplifica la vita!>> Direte voi! Eh no, perché in questo caso si vivono con febbrile emozione  i giorni che precedono l’evento, con tanta ansia e poca organizzazione ( e si è sempre distratti da qualsiasi occupazione).

La Complemamma Relax: è quella che ha figli nati d’estate e che non sa cosa sia la pioggia o il freddo. Non si pone il problema. Lo fa al mare e stop. E quando incontra una con il figlio nato tra ottobre e maggio che subito replica <<E se piove?!>>, risponde: <<Sieee! Opperché dovrebbe piovere??>> e in effetti non piove mai.

La Complemamma Pronta a tutto: è quella che non organizza un solo compleanno, ma tre. Che vengono chiamati Piano A, Piano B e Piano C. Se pensate di non conoscere nessuno che appartenga a questa categoria, è solo perché i due Piani che non vengono attuati restano segretissimi. Perché il compleanno del figlio è una missione. Ammettiamo il caso di brutto tempo (Piano B). Lei ha organizzato tutto all’interno: maghi, pentolacce, regalini per i bambini…e se sentite del parlottio sospetto provenire da fuori, sono i tuffatori professionisti,  che con piscina, salvagenti e cuffie, sono nel magazzino, perché erano previsti in esterno, nel Piano A. Il piano C invece prevede un artista di strada specializzato in mimetismo. Che si è confuso in mezzo agli invitati perché entrava in gioco solo nel caso in cui il Mago del Piano B, avesse dato buca.

Il piano B, a sua volta è diviso in altri tre sottopiani:

B1) se tira vento dai 27 nodi in su, saluterà gli ospiti mettendo loro dei piombini nelle tasche, per non farli cadere mentre raggiungono la macchina;

B2) se piove trasversalmente, le persone verranno avvolte da una pellicola di nylon appena varcheranno l’uscita della festa;

B3) Se grandina,  verrà detto loro, che il compleanno era a tema “Bob l’aggiustatutto” e con il loro bel cappellino da cantiere giallo, giungeranno alla meta sani e salvi.

 

Qualsiasi tipo di complemamma siate, buon compleanno a tutti!

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Autonomia che palle!

| autonomia, Senza categoria

Care Mamme,

in questo periodo, dove mi giro mi giro, leggo o sento sempre parlare di AUTONOMIA.

In soldoni, quello che importa alle mamme, è far diventare il proprio bambino al più presto AUTONOMO.

E per questo, tendono a voler bruciare le tappe; scientificamente, vengono definite “mangiatrici di uova in culo alle galline”.

Avendo un figlio di cinque anni, posso dire che questa ansia non serve a nulla. Anzi, vi si ritorcerà contro.

Per esempio, quando sono incinte vorrebbero aver partorito perché hanno le emorroidi, ma solo perché non sanno dopo!!!!!!

Quando  finalmente ecco il neonato, lo vorrebbero di 3 mesi perché ora è noioso ed in effetti dopo sarà proprio uno sballo passargli continuamente davanti agli occhi i soliti tre pupazzetti!

Quando ha quattro mesi vorrebbero già svezzarlo perché dargli solo il latte non stimola la loro fantasia; invece fare il brodo ogni due giorni è emozionante come una Mistery Box di Masterchef!

Quando avrà 5 mesi vorrebbero stesse già bello seduto dritto e da solo, ma non avranno considerato che cadrà ogni sette secondi di fianco per rischiare di rotolare velocissimamente fino giù in cantina.

Quando starà seduto vorrebbero che gattonasse e quando gattona che camminasse, ma datemi retta, godetevi ancora qualche mese l’arredamento adulto, perché poi dovrete mettere ad almeno un metro e mezzo da terra tutto quello che avete di frangibile-prezioso-PERICOLOSO-troppo grande-troppo piccolo-non smacchiabile.

Calma bradipa, girls, che il tempo passa e arriveranno a fare tutto.

Ci sono mamme cui scatta proprio un campanello d’allarme. Devono rendere il loro bambino autonomo. Subito. Ora! Si alzano di scatto e partono, come se avessero lasciato la macchina in doppia fila e vedessero il carroattrezzi con la coda dell’occhio.

Come per il rito della nanna o l’educazione al vasino.

Quelle che a 6 mesi si smaronano ad addormentarlo nello stesso modo tutte le sere: bagnetto, massaggio rilassante, lampada proiettante, carillon ninnante e “lui & loro” immersi nella pace e nella tranquillità. Perché così prende una routine e diventa autonomo prima.

E poi una sera hanno amici a cena e allora son sorci verdi fino alle 3 di mattina.

Ma la mia stima più elevata va a quelle che si cimentano col vasino tipo dal quinto mese. Che sono così motivate che diventano autorevoli persino con l’intestino del bebè che oramai dà il meglio di sé solo tra le 7.34 e le 8.11 del mattino.

E poi in una bella mattinata al mare, devono correre a casa appena si sono spalmate completamente di olio solare, perché Ubaldino è diventato viola in viso e c’ha da cagare nel vasino!

E tutto ciò capita a tutti gli stili di mamme:

A una mamma “a basso contatto”  che spinge il passeggino con le punta delle dita ed il braccio steso all’estremo, che ha partorito suo figlio già con il biberon in mano ed ha sfiorato più volte l’idea di mettere la culla non in camera sua, ma direttamente sul balcone, fa tutto questo per renderlo autonomo.

E a una mamma “ad alto contatto”, che si muove tra fasce, allattamento a richiesta e cosleeping, che parlando con le amiche dirà che lo fa perché in questo modo suo figlio diventerà autonomo.

Io dico una cosa: se ad un figlio vuoi bene (e non hai disturbi di personalità!), autonomo ci diventa per forza. Chi prima, chi dopo; ma ci diventa.

 

E allora lasciate ‘ste povere galline in santa pace a fare l’uovo e nel frattempo magnatevi due spaghettini aglio e olio!

 

 

 

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L’amica mamma superfortunata: chi non ce l’ha?!

| bambini, mamma perfetta, Senza categoria

Care Mamme,

collegato all’articolo “Il DNA non è un’opinione” , oggi voglio parlarvi dell’amica mamma superfortunata. Quella che a detta sua, dal primo giorno di gravidanza è tutto perfetto e meraviglioso e facile  perché basta guardare alla vita con pace, amore e gioia infinita.

In gravidanza non ha nausee, dorme bene, prende i chili giusti, ha la pelle luminosa, i capelli splendenti, nessuna smagliatura, è regolari di intestino, non ha voglie strane e soprattutto non conosce il significato di emorroidi.

Poi il parto. Meraviglioso ovviamente. Perfetto. Il reparto le ha insignito il premio per la miglior vagina dell’anno e nel frattempo che vocalizzava (voi avete urlato? Che volgarità) ha vinto pure il Festival di Cantaben via Skype.

Il neonato è uscito asciutto e pulito, addirittura già con la tutina; e non ha pianto. Ha detto le sue prime parole…in lingua vagitese, ma ha parlato. Non ci credete? Maligne.

Una volta a casa, questo pargoletto dorme tanto, mangia tanto, ma non caga mai tanto. Caga meglio.

Coliche? What????

La mamma, ovvero la vostra amica, non è affatto stanca perché il bambino dorme tutta la notte poi mangia e ridorme, mangia e dorme. Tesoro, un’occhiatina al pediatra io gliela farei dare.

Riesce a fare tutto quello che faceva prima, che ci vuole! Lo mette nel marsupio e fa tutto, gli aperitivi con le amiche, va in palestra, dall’estetista. Vostro figlio sembra indemoniato se lo mettete in fascia o nel marsupio e il suo dorme (aridaje).

E se voi osate dire: “Cavoli che culo hai avuto!”

Lei si affretta a dire con tono pacato e zen: “Cara non è fortuna (le parolacce non sono zen), sono io che ho adottato la filosofia del benessere interiore!”

Hai ragione cara, non è culo. L’unica spiegazione è che tu sia Magica Amy. “Gira e spera, spera e gira, quel che vuoi si avvererà”.

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Mamme fatevi aiutare!

| famiglia, mamme, stirare

Care Mamme,

oggi una mia amica mi ha dato lo spunto per questo articolo. Le mamme e gli aiuti dei parenti e degli amici. Nello specifico le mamme che non si fanno aiutare da parenti ed amici.

So che starete sogghignando pensando che sicuramente non è un problema che mi affligge. Bravissime, indovinato. Ho una laurea ad honorem in “già che ci sei potresti mica…?”

E visto che sono anche parecchio imbranata, induco anche tenerezza.

Per intenderci, sono al limite del farmi aiutare dalle vecchiette a portare la spesa in auto.

E quindi mi sento in diritto di parlare a quelle mamme che o fanno tutto da sole o niente. Che non si fanno aiutare se viene loro proposto e che nemmeno chiedono.

Fin da quando sono incinte, abituate a cavarsela sempre da sole, pretendono di fare lo stesso. Le riconosci perché sono delle specie di balene fuori dall’acqua che arrancano con 67 borse della spesa o con gli altri due figli in braccio e che sono sempre fosforescenti in viso, dai continui sforzi sovrumani.

Quando nasce il bambino, continuano imperterrite sulla loro strada. Anche se la notte dormono un’ora e l’indomani devono fare 63274528 commissioni o faccende.

A quel punto le riconosci perché hanno gli occhi iniettati di sangue, la bava alla bocca ed al primo contatto sociale scatenano l’inferno.

Care ragazze superautosufficienti mi rivolgo a voi, date retta a bradipuccia vostra: chiamate qualcuno! E non per farvi spupazzare il pupo appena nutrito e cambiato, insomma nell’unica ora (se avete culo) della giornata in cui sembra finto. Troppo facile! Andate a dormire con lui così non vi sveglierete con le orecchie stile Dumbo per quanto avrete dilatato il timpano per percepire il minimo vagito. E prima di andare in camera mi raccomando, lasciate una bella cucina coi piatti di due giorni nel lavello e una montagna di panni da stirare.

 

No?! Vi torna male?

Poi ve lo rinfacciano?! Poi fate la figura delle imbranate?! I figli li hanno tutte e bla bla bla?!

MA CHI SE NE FREGAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!

Una domanda: cosa vincete se fate tutto da sole?! Perché vi assicuro che al massimo potete ambire ad una fornitura a vita di “giramentoDiPalle24h”.

Non pronunciate le parole “Per favore potresti…” perché temete che il vostro salotto ruoti su se stesso, si trasformi un uno studio televisivo ed un grandissimo dito luminoso spunti dall’alto e vi indichi? O avete paura che se dite “Sì” ad una proposta di aiuto, vi registrino e vi cambino contratto di luce e gas a tradimento?

Perché poi, dopo che i parenti se ne saranno andati, sarete voi che con le occhiaie fino alle ginocchia dovrete guardare il bimbo, fare la cucina e stirare. Che culo! C’avete guadagnato!

Dai su. Finite di leggere queste righe e poi prendete il cellulare e componete il numero di mamma/ suocera/zia/amica e dite testuali parole:
“Ciao sono …, ti volevo chiedere: uno di questi giorni potresti venire a darmi una mano?”

Ok? Tutto d’un fiato eh?! Mi raccomando!

 

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Divanati: le mamme e le serie tv

| famiglia, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

Non c’è cosa più desiderata, che starmene alla televisione divanata!

Dopo questa parentesi poetica…. voi che tipo di mamme siete nei confronti delle serie tv? Ho pensato a queste tipologie, suggeritene altre!

La “O se piagne o niente“. Quella che guarda solo serie romantiche o tristi; struggenti, da singhiozzo. Il Top sono gli amori da favola che finiscono tragicamente, seguiti da bambini ed animali che soffrono. Un po’ alla Bridget Jones, mangia gelato dal barattolo e consuma milioni di clinex.

La “avida di sangue” . Quella che ogni zombie, mutante schifoso, vampiro, mostro, serial killer è suo. Che se non c’è un po’ di sangue ogni 7 secondi, è roba da poppanti.

La “Ndo cojo cojo“.  Si siede sul divano, mette un canale a caso e va bene così. Da Grey’s Anatomy a The Walking Dead è uguale. Tendenzialmente non gliene frega una mazza della tv e la guarda giusto per occupare il tempo tra la cena e l’andare a dormire.

La “fedelissima“. Quella che guarda sempre le stesse serie da anni. Anche se sono 10, 20, 37! Se tutti gli attori della prima stagione non ci sono più, se la città dove è ambientata è cambiata e pure se cambiano il titolo. Nulla. Per fargliele abbandonare va sedata con un dardo soporifero da orso.

La “genia” da ultima puntata. Questa è di solito amica di una fedelissima. E si ritrova suo malgrado a guardare le ultime puntate di qualche serie cult. E capisce tutto. Capisce più della fedelissima che ha guardato 123 puntate.

Infine vorrei farvi notare che anche Sky sta consigliando la filosofia bradipa!  Con lo spot #divanati su Fox Life.

Come minimo voglio una percentuale :-p

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Domani saranno grandi

| bambini, famiglia, Senza categoria

Care mamme,

oggi pomeriggio un brivido mi è corso lungo la schiena. No, non era influenza.

Avevo finito le faccende indispensabili per nutrirci e per non far mettere i sigilli alla casa dalla USL e sono andata in camera dove l’appenacinquenne stava disegnando e la quasiduenne mettendo in fila in una logica a me incomprensibile, dei personaggi dei cartoni animati.

Provo ad interagire con i due e ricevo in cambio dei mugugni. Un po’ come quelli che regalavo ai miei, quando mi chiedevano come era andata a scuola.

Sottotitolo: lasciami stare, non ho voglia di comunicare con te.

E all’improvviso, L’ANGOSCIA.

Ho pensato che tra un po’ non avranno più bisogno di me per giocare. Che servirò solo per intervenire nelle litigate, per cercare un maglione nell’armadio, per farsi dare la paghetta.

Diciamoci la verità, un po’ tutte noi, se stiamo sfaccendando e i bambini vogliono giocare, diciamo loro “aspettate” oppure “domani”.

E dopo l’angoscia mi son sentita una cacca. Perché a volte Miss Ansia entra nel mio cervello e dà un calcio nel sedere al bradipo che è in me. Non parlo di Miss Puntualità che ovviamente mi è utile ed è vitale per chi lavora ed ha una vita ad incastro, Miss Ansia ti rompe le palle e basta; quando non serve.

Insomma.

Mi son sentita in colpa perché a volte vado di fretta e mi agito quando non ce n’è bisogno.

Perché troppe volte mi arrabbio quando il cinquenne la sera per mettersi il pigiama ci mette un secolo. Perché vuole i grattini alla schiena, vuole che mi metta tutti i capelli sul viso e li soffi via, vuole che io faccia la sua voce e lui la mia, che si stia per un po’ abbracciati sul bidet;

Perché mi innervosisco quando mi afferra i vestiti per trattenermi quando gli passo vicino;

Quando ogni sera vuole che si vada tutti in bagno a vedere che ha schizzato apposta lo specchio mentre si lava i denti.

Perché sbuffo quando la duenne vuole fare le scale da sola, contando gli scalini ed io ho 54 pacchi a tracolla. Perché ha i suoi riti per rientrare in casa: deve stare un po’ in giardino, un po’ dalla nonna, un po’ a farsi leccare dalle canine. E si arrabbia quando non possono essere accontentati perché non può capire che tra “non ho fame” e “mamma ho fameeeeeeeeeee” ci sono delle azioni da compiere che non possono essere fatte in giardino;

Perché quando la cambio dobbiamo nominare tutte le parti del corpo. Se va bene solo due volte;

Perché a tavola dobbiamo fare finta 567 volte di prenderci la mano anche se siamo lontane.

 

E allora mi son detta, il tempo passa eccome. Anche se non sembra.

Se i bimbi ci chiamano, fermiamoci (ovviamente non se sono le 8.08 e alle 8.10 suona la campanella e voi siete sempre a casa). Che sia per una coccola, per un gioco, per una domanda apparentemente inutile; o anche solo perché non sanno come sbarazzarsi di una caccola.

Non diciamo loro troppi “domani”. Perché domani saranno grandi e ciao.

P.S. Che se poi vi chiamano tanto, magari avrete per qualche ora una casa bradiposamente incasinata come lo è sempre la mia.

P.S.2 Per reclami per l’articolo banale, scontato e stucchevole, rivolgersi a Miss Maliconia. La trovate in fondo a destra accanto a Miss Ansia.

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Bambini: omologare per non etichettare??? Meglio la filosofia bradipa

| bambini, educazione, famiglia, mamme, scuola, Senza categoria

Care Mamme,

Oggi sono polemica. Con nessuno in particolare, più che altro con la società attuale che in nome del non etichettare, sta rendendo tutti incasellati ed omologati. Ma è giusto omologare per non etichettare????

Al di là delle battute, credo che un po’ di filosofia bradipa farebbe bene a tutti. Cioè mettere un po’ da parte tutta questa fretta di far imparare, crescere, diventare autonomi e soprattutto tutti uguali. Lasciare invece fare al tempo, rispettare le fasi delle persone, in particolare dei bambini.

Tutto questo incazzamento nasce da un episodio che mi ha raccontato l’altro giorno una mia amica: sua figlia settenne, è innamorata della danza, ma per sua sfortuna non è affatto portata.

” La Ceci non ce la vedo per niente come ballerina eh?! Piuttosto una tipa da scarpe coi tacchetti che con le punte, ma si diverte così tanto che chi se ne frega!”

L’insegnante invece le ha detto che forse sarebbe meglio avvicinarla ad altre discipline perché non le sembra portata.

E allora mi sono messa a pensare a quando ero piccola io.

E in tutti gli sport o giochi di gruppo cui partecipavo, c’era sempre il più bravo, il più scarso, il più sfaticato. Nessuno ci vedeva niente di male. Ora no, in nome del fatto che non si deve giudicare, dobbiamo essere tutti uguali.

Ma porca vacca, a sette anni, se ti piace ballare, devi aver diritto di farlo. E a meno che tu non sia un’insegnante di una scuola di danza che vuole coltivare solo ballerini professionisti, non fai un discorso del genere. Lasci che la bambina se ne renda conto da sola…se non si sente una ballerina o se le piace talmente tanto, che lotterà più di altre per diventarlo.

E poi ho pensato alla scuola di oggi.

Non entro nel merito di situazioni seriamente e veramente critiche.

Parlo di bambini che si discostano dalla media per qualche piccola difficoltà o per  qualche caratteristica caratteriale. Adesso al minimo “pio” si corre da psicologi e company.

Sono psicologa, quindi non ho nessun pregiudizio verso la categoria. Ma quando queste figure professionali non servono, mi incazzo come una scimmia. Perché i bambini hanno diritto di crescere e di misurarsi con le loro peculiarità e non di sentirsi diversi perché non sono uguali agli altri.

Le diversità vanno riconosciute e rispettate.

E invece spesso, si pensa solo a “fornire gli strumenti” per non possederle più.

Ma questo non significa dare opportunità, significa vestirsi da idealisti, quando si è invece intolleranti.

Perché dare la possibilità ad un bambino di essere com’è e di decidere da solo cosa vuole cambiare in se stesso, è lo strumento migliore che si possa fornirgli.

Perché quando ero piccola mi dicevano che ero timida. E nessuno ha mai pensato di cercare di farmi diventare estroversa. Ero così. Ero così come chi era agitato, spilungone, cicciotto, preciso, mammone (ah io ero anche quello!), permaloso, geniale. Le classi erano belle ed allegre anche per questo.

Ma oggi, “il mondo è bello perché è vario”, non vale più.

Perché si è passati da un estremo all’altro:

Sessant’anni fa, se leggevi troppo lentamente o non riuscivi a scrivere velocemente e senza errori, ti davano un calcio nel sedere e via a lavorare.

Oggi, se non sai leggere bene o scrivere bene, non si concepisce nemmeno che il bambino abbia bisogno di più tempo (sie tempooo! Ignazio ha già sei anni e 125 giorni! Giosuè ha sei anni e 124 giorni ed è bravissimo) o che non sia portato; che farà un po’ più di fatica in italiano, ma cacchio a matematica va come un siluro (e Giosuè mica tanto, ma è nella media quindi nulla da dire).

No bisogna subito “rimediare”. E se il bimbo in questione è a disagio a causa della sua difficoltà ecc ecc è ovvio che si faccia bene.

Ma se Ignazio è felice e tranquillo, magari orgoglioso di come sia bravo in matematica, oggigiorno si rischia di farlo sentire “meno qualcosa”, sottolineandogli una diversità che non reputava assolutamente un problema.

Perché sessant’anni fa è vero, ti davano un calcio nel sedere, ma trent’anni fa, se leggevi e scrivevi lentamente, la maestra ti aspettava. E stop.

 

 

 

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Idea super facile ed economica per una tavola a tema Halloween

| pasqua, pranzo, Senza categoria, tovaglia

Care Mamme,

Non so voi, ma io da quando ho Giacomo che mangia al tavolo con noi, per tutti i giorni ho adottato le tovaglie di plastica. Si puliscono con un cencino umido, non si lavano, non si stirano e quando si sciupano si buttano.

Quando c’era gente a cena però, non ero mai attrezzata.

Un giorno, mi ricordai alle 18 che non avevo tovaglie pulite per mangiare con gli amici che avevo invitato, così in extremis mandai il Marito al supermercato a comprare una tovaglia di carta in rotolo.

Però pensai che fosse infinitamente triste.

Così mi venne in mente di farla decorare ai bambini.

Caso volle che quella cena, fosse a fine ottobre, a tema Halloween.

E così presi i pennarelli neri ed arancioni e ci mettemmo a colorare.

Ecco che la tavola bianca si animò di zucche, ragnetti e pipistrelli fatti da Giacomo e di scarabocchi stregheschi fatti da Aurora.

Io approfittai per scrivere il menù ed il nome dei commensali..

Da quella volta, in casa nostra è diventato un rito farlo per le cene con amici.

Oltre al divertimento in sé, è pure utile:

I bimbi se ne staranno buoni almeno 39 secondi mentre voi finite di sistemare (39 secondi regalati non so se rendo!) e pure 12 secondi in più a cena a tavola (Un successone!).

In più con i nomi già scritti, vi eviterete le classiche domande “io dove mi metto?”, “va bene qui?”, “Qui c’è nessuno?”

Noi l’abbiamo cominciata a fare per gli Europei Francia 2016 e poi ci siamo divertiti anche per San Valentino.

 

Insomma se non avete voglia di fare dei veri e propri lavoretti di bricolage per abbellire la vostra tavola, questa può essere un’idea economica, divertente e che rende partecipi i vostri bambini nella preparazione della tavola, facendoli sentire molto orgogliosi.

Quindi, che aspettate? Via a comprare un bel rotolone di tovaglia!

E buon divertimento a tutti!

 

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Il cervello delle mamme…altro che delfini!

| mamme

Care Mamme,

 

dite la verità..quando la sera i bambini si addormentano, noi mamme veniamo invase da un’onda di benessere…per alcune rilassante da bolla al naso, per altre energizzante.

Se fate parte della prima categoria, buonanotte e sogni d’oro.

Se appartenete alla seconda, e vi chiedete il perché di tutta questa energia, ve lo spiego io:

perché i delfini ci fanno un baffo.

Loro dormono con mezzo cervello alla volta, ma noi ci viviamo. Metà per noi e metà per nostro figlio. E se di figli ne abbiamo due, il nostro cervello è diviso in tre parti.

Perché mentre stiamo cucinando, contemporaneamente controlliamo che la cena non si bruci, che il figlio più grande non si rompa una gamba facendo salti da super eroe dal divano e che la piccola non afferri gli ingredienti che abbiamo lasciato un po’ troppo vicino al bordo del piano di lavoro mentre richiamavamo il fratello.

Mentre andiamo in bagno, oltre alla notevole concentrazione che ci serve in quei momenti, dobbiamo fermare la piccola dall’inondare il bagno aprendo il rubinetto del bidet e supplicare il grande di stare zitto almeno un minutino.

Mentre facciamo una telefonata importante, magari al pediatra, dobbiamo concentrarci nel raccontargli la sequenza di sintomi e medicine somministrate e con voce sempre tranquilla e neutra, fare gesti inconsulti al grande che ci insegue di stanza in stanza per chiederci cose di incommensurabile urgenza e afferrare la piccola che sta tentando acrobazie poco raccomandabili.

Quando mangiamo, suvvia avete capito, quando trangugiamo manciate di cibo in tre secondi, dobbiamo riuscire a non strozzarci, a convincere il grande che anche se ha finito, si sta a tavola e si chiacchiera e pulire la quantità immensa di cibo che piccola, che vuole mangiare da sola, riesce in pochi istanti a cospargersi ovunque.

Capite bene, che quando tutti dormono e ci riappropriamo del nostro cervello tutto intero, ci sentiamo così pimpanti, che riusciamo perfino a vedere un film intero senza addormentarci.
Vebbè dai, quasi tutto.

 

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La “Mammamnesia”

| amnesia, famiglia, Mamma Bradipa ironica, Mamma Bradipa polemica, Mamma bradipa suggerisce, Mamma Bradipa tenera, mamme, Senza categoria

Care Mamme,

a volte mi capita, quando sistemo dopo cena mentre il Marito pensa ai bambini, di ritrovare cose in giro che avevo usato alle otto di mattina… Cioè più di 12 ore prima. Ogni volta, ancor prima che me lo facciano notare gli altri membri della famiglia, mi dico “Giulia cavolo, ma da stamani possibile tu non abbia avuto tempo? Sei veramente una disordinata-svogliata-bradipona bestiale!”

Non appena partorisco questo pensiero, premo il tasto Rewind del mio cervello e in un attimo, a super velocità, ripercorro tutta la giornata all’indietro e allora scopro che lascio tutto a metà, non per pigrizia, ma per amnesia. Nello specifico la “mammamnesia”, quella che colpisce la maggior parte delle mamme con bambini in età prescolare.

Ma facciamo un esempio pratico:

Per colazione Giacomo mangia quasi sempre pane e marmellata. Ecco che ieri sera, alle 21:00 vedo, lì abbandonato nell’angolo del piano della cucina, il barattolo di marmellata aperto, con il coltello ancora dentro.

Ogni volta mi stupisco di come sia possibile.

Ma poi ripenso alla giornata trascorsa e….

ore 8:00 Giacomo: “Mamma mi fai un panino con la marmellata?”

Vado in cucina.

Nel momento in cui sto spalmando il pane,  sento Aurora che piange e quindi utilizzando il coltello a mo’ di cazzuola, finisco il panino e lo “lancio” a Giacomo.

Corro in camera dalla piccola che stava cercando di chiudere una scatolina col suo ditino nel mezzo…

G.:”Mamma ho fatto cadere la marmellataaaaa mi dai uno tovagliolo che non riesco a prenderloooo”

Corro in sala.

A.:”Mamma neniiiii mamma quettooooo”

Io:”Aurora un attimo dò uno tovagliolo a tuo fratello”

Corro in camera.

G.”Mamma ho finito l’acqua me la riempi per favoreeee”

Corro in sala.

Sento Patapupin pum patatannnn!

Corro in camera.

Tiro su la scatola rovesciata dalla piccola

G.”Mammaaaaa ho un problema vieniiiiiiii”

Corro in sala.

Io:”Giacomo dimmi!”

G.:”Ehm non me lo ricordo!”

A.:”Mammaaaa popo’!”

Cambio la piccola, poi dobbiamo uscire e chi ripassa dalla cucina?!

Torniamo a casa.

 

Io: “A lavarsi le maniiiii, Aurora vieni che ti cambiooooo, Giacomo ti sei lavato le maniiiiii?!”…

Appoggio pane, latte e company sul piano da cucina e la marmellata viene nascosta…Apparecchio, mangiamo, nuova popo’ della piccola, addormenta la piccola, Giacomo vuole montare le costruzioni, sparecchia, (veloce perché vanno montate le costruzioni e aggiungendo ancora roba a coprire la marmellata), monta le costruzioni, carica la lavapiatti, non appena premi “On” ed ecco che sarebbe proprio il momento di sistemare il piano di lavoro, si sveglia Aurora, merenda per entrambi, spazza, raccogli i 8465930 giochi e giochini in terra, ah un po’ di tv (per loro eh!), prepara la cena che siccome viene fatta con cinquemila interruzioni, prepari facendoti spazio “spingendo più in là” quello che c’è nel mezzo, un po’ come quando nei film, devono estrarre un proiettile da un ferito grave e si fanno spazio sul tavolo…arriva il Marito, mangiamo, giochiamo e tatannnnnn! Sono le 21:00.

Ed ecco che la povera marmellata ha finalmente l’attenzione che si merita.

Minuto di silenzio e rispetto per la marmellata.

E per mia mamma, che la prepara con amore ogni estate con 5000°.

E a voi capita mai niente del genere???

 

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