Month: Agosto 2017

Giornata internazionale della solidarietà. #iocomete

| solidarietà

Ogni giorno dovrebbe essere la giornata internazionale della solidarietà e io voglio dire la mia per ciò che riguarda l’essere mamma, utilizzando l’hashtag  #iocomete, per sottolineare OGGI, quello che dovrebbe essere SEMPRE: che ogni mamma può pensarla come vuole e ogni mamma non dovrebbe giudicare chi la pensa diversamente.

Ma in realtà, tra mamme, la battutina più o meno esplicita è sempre pronta ad essere detta.

Sui temi più scottanti, ma anche su idiozie. Ho sentito due mamme litigare per decidere se era meglio il costumino a slip o quello interno. Insomma, i veri problemi della vita!

Secondo me l’inghippo, avviene per due motivi:

Primo perché il ruolo di mamma, troppo spesso viene sovrapposto a quello di persona; cioè una persona, se è mamma – deve assumere delle caratteristiche universali.

Tipo immolarsi nei confronti di un figlio e non arrabbiarsi o lamentarsi mai.

Nella mia esperienza, ho notato che se dici una cosa specificando che la fai per tuo figlio, passi come Santa agli occhi di molti. E ti daranno ragione persino se dici due cose opposte!

Prendiamo il lavoro. Se dici che lavori, troverai chi ti giudica perché trascuri tuo figlio per pensare solo a te stessa e chi ritiene che tu faccia bene.

Se dici che non lavori, ci sarà chi affermerà che sei una fancazzista mantenuta e chi che ti prendi cura dei tuoi bambini al 100%.

Ma se dici: “Guarda non sai che nodo allo stomaco ad andare a lavoro e lasciare mio figlio al nido”; oppure “Guarda amavo il mio lavoro da morire, ma mi sono dovuta sacrificare…”,

Scommettiamo che agli occhi della Zia Ubalda, dell’amica Samanthhhhha e della suocera pettegola del tuo macellaio (sondaggio a campione ahahah), le due mamme in questione saranno esempi di fantastica mammitudine?????

No???!

Per non parlare della rabbia.

Se scleri con tuo figlio al supermercato, perché tocca-urla-salta, sei una cattiva madre, ma se metti in atto una procedura calmante con flemma zen, spargimento di gocce di valeriana nell’aria e danza della rilassatezza – apparirai una Dea. Poco importa se ci hai messo 67 minuti e nel frattempo ti è scaduta la roba nel carrello.

Oltre a ciò, secondo me, tra le mamme è così diffusa la criticoneria, che come fai, fai male. Tipo io, che ostento la mia bradiposità, probabilmente attiro le ire delle mamme formica o ghepardo. Ma magari ci sono delle bradipe che si lamentano della troppa operosità e velocità delle formiche e delle “ghepardesse”.

Ma perché? Mica porto i miei figli a casa tua!

 

Io a volte mi arrabbio, urlo, piango, mi lamento – come te.

Io spesso rido, gioco, salto, abbraccio – come te.

Io ogni giorno raccolgo da terra settemila giochi – come te

Io sono mamma – come te. #iocomete.

 

Così oggi vi lascio con questo spunto su cui riflettere:

ma tra papà secondo voi si criticano così?

phuahahahahahahahahahahahaha!

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Aiuto! Halloween mi sta fissando!

| Halloween

Avete presente il film de “La Carica dei 101”? Quando i cuccioli si coprono di fuliggine per confondersi con cuccioli di Terranova (che poi nell’originale sono Labrador, ma questa è un’altra storia), ma comincia a nevicare? E Crudelia li fissa in modo inquietante? Ecco! Lo so che manca ancora tanto, ma sento che Halloween mi sta fissando così.

Non ho mai amato Halloween.

Sono cresciuta con mia nonna che diceva che “I Santi” erano la terza festa più importante dell’anno e quindi il primo novembre c’era un pranzo parentoso assicurato. Il 31 bo, era il giorno prima.

Da adolescente, c’erano le festine a tema. Trad.: vestito fighetto nero. Io odio il nero.

Da adulta, sono andata a qualche festa all’aperto e ho deciso che mai più e mai poi.

Per anni l’ho semplicemente evitato.

Poi sono diventata mamma.

Lo sapete quanto sono carini i costumi da zucca per lattanti? E gli accessori ispirati a “dolcetto o scherzetto”?

Quindi mi son detta: non facciamo di tutt’erba un fascio!

Conserviamo le zucche e i dolcetti ed evitiamo ragni, streghe e scheletri.

Mio figlio d’altra parte, fino a due anni fa odiava Halloween e io mi ero auto fatta una supercazzola sul DNA e altre minch baggianate – e vivevo serena.

Ma l’anno scorso mi ha fregata. Da zero a 100. Da non sapere cosa fosse Halloween, a diventare presidente onorario del fan club “W la zucca w la strega, w pure lo scheletro chi se ne frega”.

E allora cuore di mamma ha deciso di farsi piacere Halloween! Di pensare a Whisky il ragnetto, al fantasmino Casper e agli scheletri di Siamo fatti così. Ho preso per mano la mia totale incapacità di fare bricolage e ci siamo fatte forza a vicenda. E a dir la verità alla fine abbiamo fatto cose carine e passato momenti felici insieme.

Però raga, io in questo periodo dell’anno temo.

Temo che mi chieda di vestirsi da mostro zombie sputa moccio.

Temo che desideri ingozzarsi di scheletri gommosi dagli ingredienti simili alla colla vinilica.

Temo che aspiri a cospargere casa di ragnatele e ragni giganti fatti così bene da sembrar veri.

E quel che è peggio è che sua sorella ultimamente non fa che dire “anch’io” a tutto quello che fa lui.

Two is meik ke uan? Facciamo a Natale va’.

 

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Ma i bambini come si sentono?

| settembre

Settembre. Quasi.

Noi mamme non parliamo d’altro che dell’estate che sta volgendo al termine e di tutte le cose da fare per l’imminente rientro scolastico.

Ci sono le raggianti, che dopo aver sudato 78343 camicie per aver giocato a Tetris con orari di lavoro e centri estivi, o a braccio di ferro con figli capricciosi – e a tiro alla fune tra doveri e relax, non vedono l’ora di poter stare qualche ora SOLE. Parolacce volgarissime cantate a squarciagola mentre stanno sul water SOLEEEEEEEE, mangiando due merendine insieme. Sì quelle che “Due assolutamente no, fanno malissimo, ti viene mal di pancia e i denti cariati!”

Ci sono le depresse, che sentono già la mancanza dei figli, che sono angosciate dai vari virus ed influenze alle porte – e ripenseranno con rammarico al fatto che la persona da contattare “in caso di emergenza” d’estate, era il bagnino – ed ora in poi sarà il pediatra. D’altra parte, sarà l’unica occasione per abbandonare la tuta quando i bambini saranno malati.

Ci sono le “non cambia nulla”. Così come li portano al centro estivo in estate, li portano a scuola in inverno e così come fanno le cose da sole mentre sono al centro estivo, le faranno quando saranno a scuola. Freddo? Basta coprirsi. Caldo? Basta coprirsi. Occheiiiiii.

E ci sono le svogliate, che non hanno voglia di comprare i grembiuli, rinnovare i vestiti, acquistare i libri di testo, informarsi sugli orari e pianificare le cose da fare.  Volete mettere ciondolare tra le giornate afose ed usare quei tre vestitini a rotazione con le infradito?

Insomma ogni mamma affronta settembre a modo suo.

Ma i bambini? I bambini come si sentono?

Ci avete mai pensato? Il mio ha trascorso l’estate dicendo che non c’è posto più bello del mare ed ha cominciato già da una settimana a dire che l’asilo non gli piace. Come dire…non lascia molto spazio all’immaginazione!

E ovviamente io faccio parte delle depresse!

Quindi qui stiamo cominciando a pensare a tutte le cose positive per l’autunno e a decidere cosa rifare la prossima estate e cosa fare che non abbiamo fatto.

Per ora reggiamo botta, se ne riparla dopo tre giorni di asilo!

E i vostri bimbi cosa pensano?

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Secondo me

| educazione, emozioni, Senza categoria

Cari Mondo, Moda, Abitudine e Società – oggi mi rivolgo a voi.

Che ogni giorno mettete il becco nell’educazione e nel comportamento dei genitori che spessissimo, agiscono per conto vostro, anziché dare retta a loro stessi.

Perché ogni coppia di genitori potrebbe pensare con la propria testa e il proprio cuore, scegliendo di fare quello che è meglio secondo loro.

E allora intanto, vi dico cosa penso. Come sarebbe bello che fosse SECONDO ME.

Secondo me, si potrebbe rispettare la riservatezza di un bambino anziché criticarlo perché a tre anni non è socievole con tutti;

Secondo me, si potrebbe ammirare un bambino che non alza le mani, anziché criticarlo perché non se la sa cavare da solo;

Secondo me, sarebbe meraviglioso valorizzarne le qualità, anziché evidenziare le sue mancanze;

Secondo me, si potrebbe riconoscere e rispettare le differenze, invece che considerare positivi certi comportamenti e negativi altri;

Secondo me, si potrebbe imparare ad aspettare.

Perché un bambino non è una funzione del computer con la percentuale di completamento. Non si può sapere esattamente quanto ci vorrà perché impari qualcosa;

Perché gli piaccia qualcosa;

Perché non abbia paura di qualcosa.

Secondo me, si potrebbe smettere di esaltare questa cosa dell’essere indipendenti a un anno;

Secondo me, potremmo imparare a chiedere aiuto, spunto, consiglio ad altre mamme, anziché criticarle;

Secondo me, l’unica cosa per cui dovrremmo avere fretta, potrebbe essere far capire a nostro figlio il nostro amore nei suoi confronti;

Secondo me, si potrebbe smettere di chiamare “soprammobili” i bambini educati e “vivaci” quelli maleducati;

Secondo me, potremmo lasciare che i bambini a volte si annoino;

Secondo me, potremmo lasciare che provino a trovare dentro se stessi il modo per uscire da una fase di crisi (non medica eh) e non correre, o essere mandati, da 98796 specialisti.

Secondo me, troppo spesso tendiamo a dimenticare che i bambini non sono né oggetti, né animaletti domestici. Sono persone.

E come ogni persona, hanno bisogno di rispetto.

SECONDO ME.

 

E secondo voi?

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A.A.A. Cercasi urgentemente aspetti positivi dell’autunno e dell’inverno

| mamme, mamme e primavera, stagioni

Care Moms,

come sapete, già da una quindicina di giorni, sono irrimediabilmente in depressione da fine estate o per meglio dire, da inizio autunno e inverno.

Su internet sono una voce fuori dal coro perché spopolano post e articoli dove invece, si brama con ardore l’inizio di settembre, si gioisce della fine dell’estate e praticamente ci si sente come mi sento io a maggio.

Quest’anno però, invece che piagnucolare sulle foto dell’estate trascorsa e meditare di fare il conto alla rovescia per la prossima, ho avuto un’ideona come direbbe quella Pig di Peppa (notare i miei attuali punti di riferimento ispirativi…no comment):

Chiedere a voi super fans del freddo e del buio alle 16.00, di farmi scoprire quel che c’è di bello nei mesi numero 10-11-12-1-2. Settembre e marzo me la cavo da sola.

Vi premetto che attualmente non lavoro e che quindi non ho passato tre mesi ad incastrarmi tra centri estivi e baby sitter (stima profonda per chi ha dovuto farlo e comprensione massima del desiderio di inizio delle scuole); sono ipersuperfreddolosa e odio gli orari perché arrivo troppo presto o mi angoscio di arrivare troppo tardi.

Detto questo, vi stilo la lista dei miei aspetti positivi dell’estate:

-VADO AL MARE
-Il mare è l’unica cosa che non mi stanca oltre a dormire
-I BAMBINI AL MARE SI DIVERTONO E COME ME NON SI STANCANO (non sono noiosi), mentre in inverno non amano svegliarsi presto e andare a scuola (sono noiosi)
-Non ho freddo quando esco dalla doccia
-Posso uscire in giardino vestita uguale a come sono in casa senza ibernarmi
-Per uscire di casa dobbiamo mettere i sandali. Stop.
-NON C’E’ SCUOLA
-Non ci sono orari per portarli e riprenderli
-I BAMBINI NON SI AMMALANO (inverno 15 giorni malati e 15 no….)
-IL MARITO A CASA PER DUE SETTIMANE
-Mi abbronzo e non sembro una comparsa di un film di zombie
-Se lavi un vestito, dopo due ore è asciutto
-Se stiri un vestito, dopo due minuti è sgualcito. Puoi non stirare e nessuno si accorgerà della differenza.
-LA FRUTTA. Cocomero, fichi, ciliegie, pesche, albicocche…presente???
-Non dover usare il phon.
-Fa buio alle 21 e giorno molto prima di quando mi sveglio
-Non sai cosa sia un raffreddore
-C’è quasi sempre il sole
-I piatti freddi fanno un gusto pazzesco e così nessuno si accorge che non sai cucinare
-Nel letto usi solo il lenzuolo di sotto e puoi lavare insieme quelli di tutti i letti di casa

Ecco. Ora tocca a voi! Datemi qualche speranza per un inverno sereno! Evitate cose come “stare davanti al camino acceso”- perché non ho un camino, o “la meraviglia del profumo delle caldarroste” -perché non mi piacciono, o ancora il Natale. Perché è vero che mi piace, ma da quando a 12 anni, ho visto la puntata di Natale di Beverly Hills 90210, in cui sparano la neve finta perché è caldo – sogno di andare al mare col bikini da Babba Natala.

Sappiatelo.

 

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Le mamme “facile e veloce!”

| mamma perfetta, mamme, Senza categoria

Io sono pigra e fin qui non ci piove, ma ci sono mamme che considerano alcune cose facili e veloci quando in realtà (almeno per me), lo sono come una laurea in ingegneria nucleare e la lettura della Divina Commedia.

Di solito ognuna è “specializzata” in un certo settore e per questo, oggi, ladies and gentlemen, ecco a voi:

le mamme “Facile e veloce”!

In cucina: ” Ti dico una ricettina buonissima facile e veloce! Allora prendi il pollo, e lo metti a marinare in una soluzione fatta da rugiada che hai raccolto nelle 30 notti dei giorni dispari appena trascorsi, del limone strizzato solo con la forza del pensiero, vino autoprodotto da vigna biologica a chilometro zero (cioè sul tuo balcone), sale esclusivamente raccolto dalla tua pelle dopo aver fatto il bagno in mare, olio di semi di Tepossino e  naturalmente, tanto tanto amore. Insomma lo metti a marinare bà, per guarda, 1-2 notti non di più e poi lo prendi, lo massaggi a ritmo della Macarena con le spezie tipiche dello Zimbabwe e poi lo metti in una teglia al 30% di pietra, al 25% di lava fusa tre volte e il 45% di acciaio viola di Marte. Inforni per sette ore a 13° et voila!”

Nelle faccende domestiche: “No sie, a me non piace fare le faccende, faccio il minimo indispensabile, roba facile e veloce tipo chessò, le tende almeno due volte a settimana le tolgo, le lavo prima a mano, poi in lavatrice, poi a mano destra mentre il piede sinistro tocca la lavatrice, poi le stiro, poi le sgualcisco e le ristiro, poi le appendo per tre ore, le ritolgo e le ristiro. Oppure smonto gli elettrodomestici a incasso al massimo ogni 15 giorni, sai per pulire bene dietro… Ma smonto il motore di lavapiatti e lavatrice solo una volta al mese eh!? Vuoi che ti dica come smonto le mensole degli armadi tutti i primi giovedì del mese????”

Nei viaggi: “Guarda se vai in Zysfduiwgfeiuuuuu non potrai più pensare ad altra meta turistica! Un viaggio facile e veloce. Pensa che non c’è corrente elettrica, non c’è acqua corrente, gli indigeni se non li importuni non ti uccidono e soprattutto ho scoperto che gli scorpioni entrano negli stivali quindi vanno controllati prima di infilarli. Sai che esperienza meravigliosa per i bambini? Ci sono dei serpenti lunghissimi e iguana velenosissime. Pensa poi che per raggiungerlo sono solo 456 ore di aereo, anzi di 53 aerei, in uno minuscolo pensa che dovevo aiutare io il pilota dodicenne, una figata!”

Nella cura di se stesse: “Soprattutto da quando sono mamma, ho ridotto moltissimo il tempo per me stessa, per il mio corpo. Certe cose però dai, indispensabili. Ma facili e veloci eh!!! Infatti metto la sveglia alle cinque così posso fare risveglio muscolare, bermi un centrifugato di aria, fare jogging, farmi una doccia con oli essenziali, granuli rigeneranti, maschera ristrutturante per capelli, gel rinfrescante per le gambe e dopo essermi cosparsa di crema idratante al rabarbaro, mi asciugo e sono pronta per iniziare la giornata alla grande! Ma non prima di aver fatto un numero a tre cifre divisibile per tre di addominali e rifarmi un’altra doccia con latte di soia filtrato con pezze di lino, perché ho sudato di nuovo.”

Esagerata? Certo! Ma per me alcune mamme hanno della voglia eccezionale! Probabilmente quando la distribuivano stavo dormendo…

Per me facile e veloce è un panino al prosciutto, pulire il bagno con le salviette cambio pannolini, andare il sabato a pranzo dai nonni e lavarmi i piedi invece che fare la doccia!

Conoscete qualche mamma così “specializzata”? No dai, mi sa che così non ne esistono, ma di certo io e la mia bradiposità esistiamo… ci trovate quando vi pare sul divano!

 

 

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Quello che le mamme non dicono

| Senza categoria

Quello che le mamme non dicono è sicuramente il titolo di qualche libro e la deformazione “professionale” della famosa canzone di Fiorella Mannoia.

Ma soprattutto, è quello che penso io mille mila volte, in questo periodo in cui mio figlio ha cominciato a vedersi nel futuro dopo aver abbandonato la fase del “non voglio crescere, non crescerò mai”.

Quando mi dice che da grande mi sposerà, non gli dico che non sarà così; che troverà una ragazza e si farà una famiglia (sempre che io dia la mia benedizione!!!!!), perché è così pura la sua idea di amore e così infinito quello che prova per me, che voglio lasciarCI questa sensazione fin tanto che il suo cuore non comincerà a battere per qualcun’altra.

Quando mi dice “mamma quando sarò grande come te e papà, chiederò a Babbo Natale una spada laser con sopra la calcolatrice, ok?” Non gli dico che quando sarà grande avrà ben altri desideri,perché i suoi occhi si illuminano nel pensare che potrà usare una spada laser senza che nessuno gli possa dire di fare attenzione.
Cosa? Come Babbo Natale non esiste…

Quando mi dice che da grande farà il dottore delle mani per curare quelle del suo papà, non gli dico che potrà fare quello che gli piacerà, perché in questo momento lui è certo di quello e in fondo, nessuno può sapere quando nasce l’anima di un medico.

Quando mi dice mamma non vedo l’ora di andare alle elementari, non gli dico “Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo’” perché ci sarà da studiare, da imparare cose pallosissime, interrogazioni, ANSIA, materie che trovi meno importanti degli ingredienti degli orsetti gommosi, il Sabato del villaggio da imparare a memoria (che però casomai tu scrivessi un blog potrebbe tornarti utile) e pomeriggi passati a fare i compiti; perché non voglio togliergli la possibilità di farsi un’idea sua della scuola e di decidere da solo che sentimento provare.

Ed allora gli rispondo che sarò felice di sposarlo, che quasi quasi la spada laser gliela chiederò anche io a Babbo Natale, che papà non avrà più nemmeno un dolorino e che alle elementari manca solo un anno.

E quando tra un po’ di tempo mi chiederà perché gli abbia mentito, gli dirò che non l’ho fatto.

Che ho semplicemente risposto con il mio cuore di 5 anni, anche se in un corpo di 37.

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Se puoi Vuoi

| mamme, Senza categoria

Leggenda narra che tanto tempo fa, dentro a lampade dalla forma bizzarra, abitassero dei geni pelati e simpatici. Chi trovava la lampada aveva diritto a tre desideri.

“Dimmi tre cose che vorresti!”

“Vorrei avere un lavoro sicuro visto che mi faccio il mazzo a giornate, ma non è possibile”

“Possibile eccome, se vuoi puoi!” E Puff ecco un contratto a tempo indeterminato.

“Vorrei anche un figlio, ma madre natura non mi ascolta!”

“Madre Natura chi? Tra nove mesi partorirai” Puff!

“Vorrei che mia zia guarisse dalla sua malattia, ma il destino ha voluto così!”

“Che destino e destino, tua zia ora sta bene!”

E da qui il detto se vuoi puoi.

Gli anni passano e come i dinosauri, ahimè anche i geni si estinguono.

Il detto però è arrivato ai giorni nostra e ama alloggiare nella bocca della gente presuntuosa, arrogante e spesso viziata che lo utilizza per assumersi meriti da dare solo a Fortuna e Destino.

Leggenda narra, che nel 2017, una blogger alle prime armi, dette il via ad un nuovo modo di dire:

SE PUOI VUOI (Desideralo).

Smettiamola di pensare a ciò che non si ha e si vorrebbe. Smettiamola di credere che con l’impegno si possa ottenere TUTTO finendo poi per sentirsi svuotati ed insoddisfatti. Siamo felici per avere un lavoro, avere la salute ed avere un figlio.

(Eò, stasera mi è presa così, testimonial dei buoni sentimenti e di pensieri stile Pollyanna).

E basta con SE VUOI giocare con i tuoi bimbi, lavorare ed avere una casa perfetta PUOI. Perché se poi un giorno non ce la fai più, ti sentirai una cacca fallita invece che un essere umano stanco.

E basta con SE VUOI guadagnare bene basta che ti fai il culo, perché tante, ma tante persone se lo fanno ed arrivano con difficoltà a fine mese.

E basta con SE VUOI essere una gnocca da paura basta che vai in palestra, mangi bene e curi te stessa; perché se hai una prima scarsa, un sedere che secondo come lo sposti, oscura il sole e una fronte su cui possono atterrare gli aerei, lo puoi volere abbestia, ma non puoi fare taglia e incolla e mettere le chiappe come tette e fare ritaglia per la fronte.

Impariamo a volere quello che possiamo avere. Che sappiamo fare. Che abbiamo la fortuna di ottenere. Lottiamo per quello che possiamo avere, ma senza perdere di vista quello che già abbiamo.

Plasmiamo, montiamo, smontiamo, costruiamo la nostra vita e creiamo qualcosa di fantastico.

Anche se siete delle frane con la Lego 5-12 anni.

E smettiamola di invidiarci l’un l’altra su! Che poi ci viene la gastrite e ci puzza il fiato!

P.S. quella con la fronte gigante sono io e alle medie mi facevano gli scherzi telefonici per chiedermi se potevano atterrare su di me…

 

 

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L’amore non si compra ad etti.

| amore, Senza categoria

L’altra sera mentre facevo zapping alla tv, sono rimasta appiccicata ad un film commedia recente, con attori noti che ti fanno venire voglia di sapere come va a finire, quando sei lì con il 95% del cervello che dorme e non riusciresti a seguire nulla di più impegnativo.

In soldoni la storia parla di una coppia sposata in crisi. Hanno un amico comune che gestisce un locale sexy e propone loro di giocare l’ultima carta per salvare il loro rapporto: fare i single per una sera e andare in una stanza completamente buia dove troveranno uno sconosciuto. I due accettano e dopo la serata si lasciano perché dopo aver trascorso due ore di sesso stupendo, capiscono che è finita. In realtà, senza saperlo, nella stanza c’erano loro due e quando lo scoprono decidono di tornare insieme perché appassionati ed innamorati.

Quindi tu vedi i titoli di coda con il sorrisino stampato in faccia pensando che alla fine l’amore trionfa sempre.

Mi alzo, vado in bagno e mentre mi lavo i denti mi si accende la lampadina e mi rendo conto di cosa stessi pensando veramente. E cioè allo squallore della situazione. Due sposati, si dicono stasera siamo single e spipazzano allegramente con quello che credono essere una/uno sconosciuta/o.

Vi rendete conto? Qui siamo così abituati a fare tutto con un clic che la società ci sta cominciando a dire che anche con i sentimenti si possa fare lo stesso.

Ma l’amore non si spegne con un clic ed il rispetto non si mette in pausa con “siamo single per una sera ” e poi lo riavvii. Manco se c’hai mysky.

L’amore si sgretola piano piano ed il rispetto se lo calpesti non lo recuperi più.

Ma purtroppo al giorno d’oggi in troppi pensano che la vita sia come Instagram o Facebook: se qualcosa non ti piace, clic, la cancelli.

Ma fortunatamente, quando ero piccola io, i social non esistevano e il nostro mondo esterno erano i cartoni animati. Oltre alla famiglia, imparavamo l’amore con il caro Walt Disney che ti insegnava che se ti comporti male fai una brutta fine e se sei buono troverai la felicità.

Non è sempre così è vero. Ma io ai miei figli voglio trasmettere proprio questo.

Che l’amore è volere il bene dell’altra persona. Perché l’amore senza rispetto non è amore. Facciamola finita di dire che uno si comporta come un essere schifoso, “però in fondo l’ama”.

Che l’amore non ha quantità.

L’amore è una nuvola, è qualcosa di impalpabile come il vento, che smuove le rocce e il mare.

L’amore fa le capriole, i salti mortali e la ruota.

L’amore è come un punto: senza dimensioni.

E soprattutto che l’amore non si compra:

“Scusi mi da’ un etto di amore?”

“E’ un po’ di più che faccio, lascio?”

“Sì sì, lasci pure.”

 

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Trucchi semiseri per l’inserimento alla scuola materna

| inserimento, scuola materna, Senza categoria

Cara mamma dico a te,

sì proprio a te che tra pochi giorni dovrai cominciare l’inserimento alla scuola materna. Anzi no, hai ragione. L’inserimentoooooooooo alla scuooooooola maternaaaaaaaaaaaaargh!

Sì, quello.

 

Spesso si sente dire che l’inserimento, sia più per le mamme che per i bambini.

Mio figlio ne ha avuto sicuramente mooooolto bisogno, ma ti confido che io ero a rischio psicofarmaci.

Seduta in macchina a piangere mentre lui era in classe, la sera non riuscivo a prendere sonno, mangiavo poco e poco ci mancava che mi cominicasse qualche tic.

Insomma per me, più che un inserimento è stato un addestramento stile Marines…ma ce l’ho fatta, mi hanno promossa!

In ogni caso me la sono vista brutta e quindi, se anche tu come feci io, in questi giorni cominci ad annusare aria di angoscia e terrore, voglio lasciarti qualche trucco che ho affinato in corso d’opera  per arrivare a fine percorso meno stressata di quanto lo sono stata io.

  1. Ripetere come un mantra che passerà, che ogni giorno andrà meglio e che alla fine si divertirà! Giacomo non è un fan dell’asilo, ma comunque si diverte e viene stimolato tantissimo. Quando però ero all’inizio, una voce dentro me continuava a dirmi “non è il luogo per lui, non gli piacerà mai, piangerà per tre anni!” Nonostante tutte mi dicessero che sarebbe passata. Ordunque che me lo dici a fare se neanche te ci credevi? Perché magari, se lo leggi da me, lo senti dalle tue amiche e dalle conoscenti, piano piano finirai per crederci anche tu! E dopo sarà tutta discesa!
  2. Se tuo figlio i primi giorni deve stare a scuola mettiamo un’ora e mezzo, dai appuntamento ad una tua amica o con il parrucchiere, proprio in quel lasso di tempo. Non c’è cosa peggiore che stare a contare i minuti immaginando il nostro piccino.
  3. Per rinfrancare sia tu che lui, organizza qualcosa di coccoloso e amoroso per il pomeriggio. Se lavori, basterà anche qualcosa di veloce prima di cena…inventarsi un saluto solo vostro da fare anche la mattina quando arrivate davanti alla classe, o lo stesso biscotto mangiato a metà e così via. Sai quella roba della paura dell’abbandono? Ogni tanto serve pure a noi mamme sapere che siamo sempre inseparabili ed innamorati!
  4. Trucco waterproof. La lacrimuccia scapperà tesoro. Non posso mentirti. Che sia di emozione, di angoscia, di soddisfazione o di un moscerino in un occhio, scenderà. E allora fatti furba!!! Mascara waterproof!!!! Per evitare di fare le zombie prima di ottobre inoltrato e di sentire Vercingetorigino dirti “Mamma ma hai pianto???”
  5. Ricordarti sempre che Un bel giorno non troppo lontano però, il tuo piccolo e tenero batuffolo cicciottino avvolto nella tutina di ciniglia…ehm…scusa…tuo figlio treenne, uscirà e ti dirà: “Sai mamma mi sono divertito!”
  6. Ultimo ma non per importanza: dai ascolto alle maestre! Lo so sono sconosciute a cui affidi il tuo amore più grande, ma il loro distacco emotivo è un salvavita per tuo figlio che percepisce di sicuro la nostra ansia. Se ti dicono che ha bisogno di tempo, o al contrario che è pronto per stare una mezz’ora di più, credici. Serene noi, sereno il bimbo. Io avevo un brutto ricordo delle maestre (Negli anni ’80 c’erano anche linee educative moooooolto diverse) e per me questo è stato il punto più difficile. Dai dai, se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu!

Questo è quello che mi ha insegnato la mia esperienza e vorrei farne tesoro tra un anno quando sarà il momento di Aurora.

Che ne pensate? Scrivetemi altri suggerimenti che avete sperimentato o che sperimenterete!

E buon anno scolastico a tutti!

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