scuola materna

Seconda.

| scuola, scuola materna, Senza categoria, settembre

Seconda

Domani si ricomincia.

Seconda elementare, seconda asilo.

Per i bimbi, ma anche per me.

Che mi beo di questa calma della vigilia dopo il tornado emotivo della vigilia della prima.

Perché  per la maggior parte delle persone, la seconda volta è la seconda volta, punto e basta.

Per me invece, la seconda volta, è la prima volta senza ansia.

La seconda volta ha il sapore di confidenza, ma non di noia;

di entusiasmo consapevole,

di ritrovo.

La seconda volta l’ho sempre amata perché non dà mai nell’occhio; si muove con disinvoltura tra le prime volte osservate ed indicate da tutti.

La seconda volta è meglio anche rispetto alla terza volta:

“Non ho capito, me lo rispieghi?”;

“Mi dai ancora spaghetti?”;

“Posso ricominciare a suonare che non mi sentivo?”;

Una volta in più diventerebbe disdicevole, non trovate?

La seconda volta è la chiarezza di un sentimento, il consolidarsi di un’idea.

La seconda volta è imprevedibili novità: tutti se le aspettano solo dalla prima ed invece la seconda regala sempre qualche cos’altro.

La seconda volta è già memoria.

La seconda volta è sapere cosa significa.

Domattina ci saranno grembiuli nuovi, matite ben appuntate che sanno già cosa faranno, sorrisi o bronci del ri-torno.

Ed allora buona seconda bimbi, che sia intensa, felice e colorata, ancora più della prima.

Perché se la prima volta non si scorda mai,  la seconda volta si ricorda per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Asilo: quello che le mamme vorrebbero sentirsi dire dalle maestre

| Mamma Bradipa ironica, mamme, scuola, scuola materna, Senza categoria

Care Mamme,

l’asilo è cominciato ormai da un bel po’ – e con lui, anche il solito trantran porta e riprendi, porta e riprendi.

All’uscita, ci sono quei secondi in cui la maestra vi guarda, in una frazione di secondo collega il genitore al figlio corrispondente e poi, un sorriso ed uno sguardo accompagna il passaggio del bambino dalle sue alle vostre mani.

Ogni volta si conclude tutto con un “a domani”, ma chi di noi non spera che in quel momento la maestra ci dica qualcosa? E ognuna di noi qualcosa di diverso.

A quale mamma somigliate di più?

 

L’asociale: Questa mamma spera che la maestra dica che dal giorno dopo i bambini vengono consegnati a domicilio così non dovrà vedere più nessuna mamma. Anzi, che non le venga detto proprio nulla, ma che venga informata per scritto senza dover colloquiare. In subordine, si accontenta che la maestra non la guardi, non la saluti e non debba comunicarle NIENTE. Prega che i laboratori di Halloween e Pasqua vengano aboliti e le recite di Natale e fine anno, VIETATE.

La sognatrice: Arriva all’asilo volteggiando come nelle pubblicità degli assorbenti con le ali. Attende con impazienza che la maestra incroci i suoi occhi e ogni giorno , indugia quei due-tre secondi nella speranza che l’insegnante la fermi e le dica più o meno questo: “Signora, ma suo figlio è meraviglioso! Ho visto tanti bambini in vita mia, ma mai un ragazzino così sensibile, intelligente e dotato! Pensi che stiamo pensando di promuoverlo direttamente in quinta elementare! E poi ha decorato tutta l’aula incollando micro tessere di mosaico e formando la figura di un ornitorinco! Si vede che ha una mamma straordinaria!” Ogni giorno indugia, ma non succede proprio nulla e così se ne va via spegnendo passo dopo passo il suo sorriso a 45 denti.

La stressata: Di solito è sempre nervosa perché circondata da mamme sognatrici con figli super tranquilli e si sente sempre un po’ fuori luogo ed incompresa. Le sue amiche parlano di come il giorno prima abbiano ricamato a punto croce con i figli, mentre lei pensa che il suo, ha fatto una gara di caccole col fratello. Le dicono di come sia facile essere mamma del loro bambino, così amorevole e quieto e medita di lasciare il suo qualche ora a casa loro per vedere se le ritroverà con i capelli perfettamente in piega o come i suoi, –  che sembrano sempre reduci da un tornado. Così, un po’ incazzata e un po’ depressa, arriva a scuola aspettandosi come al solito di sentirsi dire che suo figlio è << solo un po’ vivace>>, quando per lei, è una pallina salterina impazzita che non si ferma mai e che combina guai ad ogni rimbalzo. Facendo appello a tutti i Santi che conosce, con tutta se stessa si augura un giorno di sentirsi dire: “Signora mi dia il cinque. Stare una mattinata con suo figlio manda in tilt qualsiasi cervello! Dovrebbero farle un monumento per non essere impazzita standoci tutti i giorni! Brava! Mitica!”

La preoccupata: Ha sempre paura che il figlio ne abbia combinata una delle sue ed arriva all’aula con le dita incrociate dietro la schiena. L’anno precedente, un giorno aveva tentato di sradicare un alberello in giardino, l’altro, di nascondere i grembiuli di tutti i compagni, un altro ancora, di allagare il bagno e così via. Controlla che all’entrata non ci siano Carabinieri od ambulanze perché così almeno non è successo niente di grave. In ogni caso, si aspetta con terrore lo sguardo castigante dell’insegnante e mentre arriva con gli occhi puntati a terra, confida che arrivi il giorno in cui si senta dire: “Signora da ormai 10 giorni suo figlio è proprio bravo! Ormai è maturato! Si vede che ha una famiglia alle spalle che lo segue e lo supporta!”

 

E poi ci sono io, che ogni volta spero che mi dicano “Abbiamo istituito l’entrata alle 10.30 per chi ha problemi di sonno”. Ma non succede mai…!

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Trucchi semiseri per l’inserimento alla scuola materna

| inserimento, scuola materna, Senza categoria

Cara mamma dico a te,

sì proprio a te che tra pochi giorni dovrai cominciare l’inserimento alla scuola materna. Anzi no, hai ragione. L’inserimentoooooooooo alla scuooooooola maternaaaaaaaaaaaaargh!

Sì, quello.

 

Spesso si sente dire che l’inserimento, sia più per le mamme che per i bambini.

Mio figlio ne ha avuto sicuramente mooooolto bisogno, ma ti confido che io ero a rischio psicofarmaci.

Seduta in macchina a piangere mentre lui era in classe, la sera non riuscivo a prendere sonno, mangiavo poco e poco ci mancava che mi cominicasse qualche tic.

Insomma per me, più che un inserimento è stato un addestramento stile Marines…ma ce l’ho fatta, mi hanno promossa!

In ogni caso me la sono vista brutta e quindi, se anche tu come feci io, in questi giorni cominci ad annusare aria di angoscia e terrore, voglio lasciarti qualche trucco che ho affinato in corso d’opera  per arrivare a fine percorso meno stressata di quanto lo sono stata io.

  1. Ripetere come un mantra che passerà, che ogni giorno andrà meglio e che alla fine si divertirà! Giacomo non è un fan dell’asilo, ma comunque si diverte e viene stimolato tantissimo. Quando però ero all’inizio, una voce dentro me continuava a dirmi “non è il luogo per lui, non gli piacerà mai, piangerà per tre anni!” Nonostante tutte mi dicessero che sarebbe passata. Ordunque che me lo dici a fare se neanche te ci credevi? Perché magari, se lo leggi da me, lo senti dalle tue amiche e dalle conoscenti, piano piano finirai per crederci anche tu! E dopo sarà tutta discesa!
  2. Se tuo figlio i primi giorni deve stare a scuola mettiamo un’ora e mezzo, dai appuntamento ad una tua amica o con il parrucchiere, proprio in quel lasso di tempo. Non c’è cosa peggiore che stare a contare i minuti immaginando il nostro piccino.
  3. Per rinfrancare sia tu che lui, organizza qualcosa di coccoloso e amoroso per il pomeriggio. Se lavori, basterà anche qualcosa di veloce prima di cena…inventarsi un saluto solo vostro da fare anche la mattina quando arrivate davanti alla classe, o lo stesso biscotto mangiato a metà e così via. Sai quella roba della paura dell’abbandono? Ogni tanto serve pure a noi mamme sapere che siamo sempre inseparabili ed innamorati!
  4. Trucco waterproof. La lacrimuccia scapperà tesoro. Non posso mentirti. Che sia di emozione, di angoscia, di soddisfazione o di un moscerino in un occhio, scenderà. E allora fatti furba!!! Mascara waterproof!!!! Per evitare di fare le zombie prima di ottobre inoltrato e di sentire Vercingetorigino dirti “Mamma ma hai pianto???”
  5. Ricordarti sempre che Un bel giorno non troppo lontano però, il tuo piccolo e tenero batuffolo cicciottino avvolto nella tutina di ciniglia…ehm…scusa…tuo figlio treenne, uscirà e ti dirà: “Sai mamma mi sono divertito!”
  6. Ultimo ma non per importanza: dai ascolto alle maestre! Lo so sono sconosciute a cui affidi il tuo amore più grande, ma il loro distacco emotivo è un salvavita per tuo figlio che percepisce di sicuro la nostra ansia. Se ti dicono che ha bisogno di tempo, o al contrario che è pronto per stare una mezz’ora di più, credici. Serene noi, sereno il bimbo. Io avevo un brutto ricordo delle maestre (Negli anni ’80 c’erano anche linee educative moooooolto diverse) e per me questo è stato il punto più difficile. Dai dai, se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu!

Questo è quello che mi ha insegnato la mia esperienza e vorrei farne tesoro tra un anno quando sarà il momento di Aurora.

Che ne pensate? Scrivetemi altri suggerimenti che avete sperimentato o che sperimenterete!

E buon anno scolastico a tutti!

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