Karate: difesa a corpo libero

Karate: introduzione storica

Il Karate è probabilmente derivato dall’antica disciplina Kempo che si è modificata attraverso i secoli, tornò in auge e si perfezionò nel 1400 e nel 1609, anni in cui venne proibito il porto d’armi in Giappone.

karate difesa a corpo libero

Si narra infatti che il Karate sia nato nei primi anni del 400 in alcune isole del Giappone in cui, per sfuggire alla dominazione cinese, la popolazione perfezionò alcune tecniche di difesa personale a corpo libero, senza l’uso delle armi che, proprio per evitare rivolte popolari, erano state bandite dalle autorità.

Questa tecnica si sviluppò inizialmente all’interno di templi, situati in isole sperdute nell’Oceano Pacifico.

Infatti si attribuisce la nascita del Karate all’Isola di Okinawa, situauta a 2000 km a sud di Tokyo.

La traduzione italiana della parola “karate” è “mano vuota“, infatti in questa disciplina non si utilizza un’arma, come ad esempio un bastone, una spada, ma si impara a conoscere il massimo potenziale che il proprio corpo ci può dare, attraverso l’allenamento della mente e del corpo stesso, affinché esso stesso diventi un’arma.

Il karate sportivo

Quella che inizialmente era un’arte marziale, è diventata anche una disciplina sportiva.

Infatti a livello sportivo alle Olimpiadi di Tokyo 2021 si distinguono due forme espressive del karate:

Kumite e Kata.

Oro per Luigi Busà, che ha vinto la finale nella specialità kumite 75 chili di karate.

L’azzurro ha battuto Rafael Aghayev, suo eterno rivale.

“Mamma, ce l’ho fatta!”, ha gridato dopo il trionfo. “È stato un anno folle, è una vittoria incredibile. Mi sentivo bene ma non mi ero espresso al meglio, ho perso il primo incontro. Poi mi sono ripreso ed è stato magico”, ha poi detto Busà poco prima della premiazione.

Kumite (combattimento): sportivo e tradizionale

Il Kumite sportivo è l’espressione dove il karateka si confronta con un avversario, manifestando tutto il risultato degli anni di allenamento, arrivando a colpirlo con il massimo autocontrollo, ovvero avere padronanza e consapevolezza delle tecniche acquisite, senza provocare danno all’avversario.

Il Kumite tradizionale è la massima espressione del karate, infatti vengono utilizzate tutte le tecniche dell’arte marziale in tutte le situazioni in cui ci si può trovare.

La tecnica, come anche nel kumite sportivo, viene eseguita in maniera veloce, precisa e determinata, che nella realtà porta il karateka a decidere, a seconda della circostanza di pericolo, se intimorirlo, intontirlo o metterlo K O.

Nel kumite sportivo il karateka deve utilizzare esclusivamente solo determinate tecniche e seguire le regole in vigore.

           Entrambi i Kumite devono essere insegnati agli allievi, cosa che purtroppo spesso non         avviene, in quanto sono complementari.

 Il Kumite sportivo ti insegna ad affrontare un’avversario che non si conosce, quindi il karateka deve imparare ad affrontare e a gestire le emozioni, cosa che in palestra non avviene perchè ci si confronta con persone che sono “compagni”.

Il maggior nemico del karateka è la paura, quindi il kumite sportivo rappresenta una forma di allenamento mentale ad affrontare la paura. Il karateka viene allenato solo in quelle poche e determinate tecniche, non preparandolo in tutte le situazioni che una persona può trovarsi ad affrontare nella realtà. Nella competizione il karateka viene allenato soprattutto alle tecniche di distanza e non a quelle corte, portandolo a non prestare molta attenzione al fatto di non scoprirsi quando si è a stretto contatto con l’avversario.

KATA (combattimento virtuale codificato)

Il kata è un’altra forma espressiva del karate dove il praticando impara a combattere virtualmente con più di un avversario; viene circondato da avversari e mette in pratica delle tecniche stabilite a seconda del kata , imparando a sapersi muovere in tutte le direzioni.

A differenza del kumite, dove l’avversario è mobile ed imprevedibile, nel kata gli attacchi e la difesa sono stabilite. Il karateka, anche in questa forma espressiva, allena la mente nella concentrazione, immedesimandosi in una situazione reale, applicando attenzione, velocità, precisione, tecnica corretta eseguita con ritmo e contrazione dei muscoli al momento dell’impatto (kime).

Kihon

Il Kihon è un’altra forma espressiva di allenamento del karateka, che consiste in un insieme di tecniche che il karateka deve acquisire nel percorso formativo. Le tecniche vengono eseguite avanzando e indietreggiando, in direzione rettilinea, immaginando di affrontare un unico avversario.

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