Tag: scuola

La scuola non è un parcheggio ma la scuola è vita.

La scuola non è un parcheggio ma la scuola è vita.

Ma noi genitori lo sappiamo bene che non è questione di parcheggi e comodità.

La scuola è vita. PERCHE LA CULTURA è VITA.

Il sapere. La conoscenza che si acquisisce con l’esperienza e la condivisione coi compagni di classe.

Cultura non è studiare la paginetta di storia.

Cultura è studiare la paginetta di storia e confrontarsi coi coetanei.

Qualcuno mi spieghi il senso dei compiti a casa

Qualcuno mi spieghi il senso dei compiti a casa

Qualcuno mi spieghi il senso dei compiti a casa per i bambini che già frequentano la scuola a tempo pieno.

Spiegatemelo perché io non lo comprendo.

Quindi facciamo due conti insieme: questi bambini stanno a scuola dal lunedì al venerdì dalle8:30 alle 16:30.

Quaranta ore settimanali.

Quaranta ore.

Le stesse ore di un lavoratore full time.

Con una piccola differenza: il lavoratore il venerdì spegne pc, chiude l’officina e fino al lunedì mattina non ci pensa più.

Il bambino invece il venerdì ha i compiti da fare a casa nel week end.

Nel week end che dovrebbe essere periodo di riposo e pausa i bambini hanno i compiti. I bambini non hanno diritto di staccare la spina.

E parliamo di bambini di 6-10 anni circa.

Stanno a scuola 40 ore settimanali.

Al bando i libri dei compiti delle vacanze estive

Al bando i libri dei compiti delle vacanze estive

Scrivevo questo articolo 3 anni fa.

I miei figli sono cresciuti e nulla è cambiato, dal mio punto di vista di mamma la penso sempre sllo stesso modo.

Al bando i libri dei compiti delle vacanze estive ora e per sempre nei secoli dei secoli.

Li ho sempre detestati con tutta me stessa.

Sono uno degli incubi più ricorrenti della mia infanzia. Quei libri delle vacanze che definire interminabili è un eufemismo.

Pagine e pagine infinite.

Pagine che sembrano autorigenerarsi

E l’ansia ai primi di settembre con quelle pagine perse, mancate, lasciate indietro da completare a tutti i costi.

L’insegnante che li ritirava il primo giorno e non li riconsegnava mai.

Li ritirava così, come ammenda, per ricordarci di farli negli anni a venire.

Li ho odiati. Detestati.

Credevo fosse un abitudine passata, antiquata e invece no. Primo anno di scuola primaria, arriva giugno e il mio incubo peggiore diventa realtà tra le mie mani.

Il libro dei compiti estivi.

Proprio lui, come trent’anni fa.

Non ci potevo credere.

Ora dirò la mia, e magari risulterò anche impopolare.

Vero che l’estate è decisamente lunga, vero che esercitarsi non fa male. Ma che bisogno c’è di dare libri interi di compiti?

Ma crediamo davvero possibile che i nostri bambini dimentichino tutto? Crediamo davvero che la loro memoria faccia così tanto cilecca?

Non credo proprio.

Le vacanze servono per staccare. Spendiamo stipendi in centri estivi per farli divertire e svagare, che senso hanno i compiti?

Perché anziché libri imposti non si richiede di leggere dei libri a propria scelta in biblioteca?

Io onestamente sono in difficoltà.

Fa caldo, e mia figlia di fare i compiti non ne ha voglia. ieri come oggi sempre stessa storia.

A scuola è sempre andata bene e non trovo il senso di imporle dei compiti in estate.

La spingo a leggere invece, ad essere curiosa.

Le dedico tutto il tempo umanamente possibile, ma voglio passarlo insieme a lei all’aria aperta, a fare una passeggiata, ad osservare il mondo che ci circonda.

A correre e ridere insieme.

Voglio costruire i ricordi.

E alle mamme perfettine che arriveranno a commentare che loro sono felici dei libri delle vacanze perché i loro lodevoli figli fanno esattamente tre pagine al giorno e anzi li hanno già finitin rispondo: affari vostri.

Io dico quello che penso e voglio essere libera di gestire il tempo con i miei figli come meglio credo.

Non voglio passarlo a litigare per fare i compiti, quello già lo faccio durante tutto l’anno scolastico.

Basta compiti e basta libri delle vacanze estive.

Sono inutili e dannosi.

Ricordiamo sempre che con la costrizione non si ottiene nulla. Mai.

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Tutto il necessario per la scuola primaria

Tutto il necessario per la scuola primaria

Tutto il necessario per la scuola primaria.

Un anno fa a quest’ora Carlotta terminava gli ultimi giorni di asilo ed io tra un momento di malinconia e uno di euforia mi chiedevo che cosa avrei dovuto acquistare per la scuola primaria.

Sono una mamma molto apprensiva, organizzata e pianificatrice e non potevo pensare nemmeno lontanamente di preparare ogni cosa all’ultimo minuto.

Col senno di poi vi dico che ci sono cose che si possono acquistare prima, per tutto il resto vi tocca aspettare la prima riunione o qualche comunicazione della scuola.

Ridateci la libertà, eliminate le chat di classe

Ridateci la libertà, eliminate le chat di classe

Ridateci la liberà, eliminate le chat di classe!
Le chat di classe sono strumenti inutili e pericolosi. Non servono a nulla se non a testare il livello di sopportazione e di sottomissione delle persone.

Posso dire la mia? Odio i compiti a casa

Posso dire la mia? Odio i compiti a casa

Posso dire la mia? Odio i compiti a casa.

O almeno alle scuole elementari secondo me non hanno alcun senso.

Specialmente se i bambini già frequentano a tempo pieno.

Al giorno d’oggi, quando in famiglia si lavora in due e senza aiuti l’unica soluzione per troppe famiglie è lasciare i bambini a scuola a tempo pieno.

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Addirittura dove abito io non ho avuto scelta. O tempo pieno o nulla.

Mia FIGLIA va alla scuola primaria a tempo pieno. Passa otto ore al giorno a scuola per cinque giorni a settimana. In totale fanno 40 ore esattamente come un lavoratore full time.

Ma un lavoratore full time finite le sue ore è libero.

I bambini no.

I bambini hanno i compiti nel week end e a volte anche durante la settimana.

Eppure un lavoratore normale se fa dello straordinario gli viene retribuito, ad un bambino no

Ecco io non sono assolutamente d’accordo col dare i compiti nel week end e durante la settimana.

I bambini hanno il sacrosanto diritto di annoiarsi

Di riposarsi.

Hanno diritto a godere del week end senza dover pensare ai compiti. Anche che sia solo colorare una scheda.

Non è giusto.

Non è il modo per far amare lo studio ai bambini.

Lo studio e la voglia di studiare deve essere qualcosa che viene. Lo studio è piacere. Non obbligo e costrizione.

Dopo 8 ore di scuola e dopo 40 ore settimanali i bambini devono potersi riposare e cosi anche i genitori.

Non so per voi ma per me il week end è un incubo al solo pensiero dei compiti.

Passiamo la settimana di corsa e il week end è sempre un gioco ad incastri per fare le cose rimaste indietro. Ora devo anche incastrarci anche i compiti.

Non ci potevo credere finché non l’ho provato.

E non ditemi che alle elementari sono necessari per imparare perché non è cosi.

Se fanno un buon lavoro durante le ore scolastiche è più che sufficiente.

Le scuole medie sono un altro discorso, ma le scuole elementari devono modernizzarsi.

E i compiti a casa sono la cosa più arcaica a e antipatica.

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Ergobag Lo zaino che nasce dalle bottiglie riciclate

Ergobag Lo zaino che nasce dalle bottiglie riciclate

Oggi vi parlo di un progetto che mi ha entusiasmata da subito. Vi parlo di uno zaino che oltre ad essere ergonomico è super ecologico. Di fatti per realizzare questo zaino servono 18 bottiglie di Pet.

Essere maestra, l’insegnante  il ruolo più difficile

Essere maestra, l’insegnante il ruolo più difficile

Non deve essere facile essere un’insegnante al giorno d’oggi.

In realtà non lo è mai stato a mio avviso ma ora come ora è davvero complicato.

Ho iniziato a pensarci su ieri, quando all’uscita della scuola primaria ho visto la maestra che abbracciava teneramente un alunno i cui genitori ancora non erano ancora arrivati. Un abbraccio pieno di affetto.

E allora ho riflettuto su quanto sia difficile essere un’insegnante, dove il materiale di lavoro è umano.

Anche al centro estivo li mandano malati.

Anche al centro estivo li mandano malati.

Anche al centro estivo li mandano malati.

Avevo appena finire si scrivere Sarebbe ora di smetterla di portare i bambini all’asilo ammalati! quando mia figlia per necessità ha iniziato a frequentare un centro estivo.

Avevo appena finito di scrivere quanto mi pesasse non poterle far passare l’estate al mare come invece facevo io da bambina.

Quanto mi pesasse svegliarla ogni mattino allo stesso orario, di fatto rubandole le vacanze e il bello dell’estate.

Quanto mi sentissi in colpa per questo.

Stavo finendo di ammortizzare il colpo, iniziando a fare pace coi miei sensi di colpa vedendola comunque felice e divertita, quando oggi a due giorni dalla partenza per le vacanze, quando la vado a prendere leggo questo cartello: “Si è verificato un caso di mani bocca, piedi”.

Ho sobbalzato e ho riletto con calma. Dovevo essermi sbagliata per forza.

E invece c’era proprio scritto  “Si è verificato un caso di mani bocca, piedi”.

Dall’inizio del centro estivo era già dilagata un’epidemia di febbre, che guarda caso aveva colpito quasi tutti.

Mancava solo la malattia infettiva.

Per la precisione altamente contagiosa.

Io che sono una pessimista di natura vedo già le giornate di ferie rovinate. Le vacanze chiuse in camera col tanto desiderato mare che mi guarda da lontano.

Ma la domanda più importante è perchè?

Perché anche al centro estivo devi mandare tuo figlio malato? Perché devi rovinare le ferie a tutti gli altri bambini e alle altre famiglie?

Perché certe mamme non sono in grado di vedere al di la del proprio naso e capire che se il proprio figlio frequenta le comunità quando è ammalato infetta tutti gli altri?

Perché non c’è soluzione? Eh no bella mia la soluzione c’è eccome.

Se sei lavoratore dipendente puoi usufruire del congedo parentale. E chissenefrega sei il capo storcerà il naso. Abbiamo dei diritti ed è nostro dovere farli valere.

Sei lavoratore autonomo? Meglio significa che hai la possibilità di gestire il tuo tempo ed è tendenzialmente più facile organizzarsi.

E comunque si può chiedere aiuto.

Ma la soluzione non è mandarli a scuola, all’asilo, al centro estivo malati.

Non lo è per i nostri figli e men che meno per i figli degli altri.

Oggi schiumo rabbia.

Perché i sacrifici li facciamo tutti quanti. E tutti quanti abbiamo il sacrosanto diritto di godere delle nostre ferie senza avere il figlio ammalato per colpa dell’incosciente che ha mandato il suo malato.

E comunque anche quando stanno bene i bambini vanno tenuti a casa per 48 ore dalla fine della febbre e non lo dico io lo dice il pediatra.

E se proprio non volete farlo per gli altri, fatelo per la salute del vostro bambino.

Ogni bambino si merita di essere protetto e coccolato sempre, ma ancor di più quando non sta bene.

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Qualsiasi cosa deciderai per tuo figlio preparati ad una marea di critiche

Qualsiasi cosa deciderai per tuo figlio preparati ad una marea di critiche

Qualsiasi cosa deciderai per tuo figlio preparati a una marea di critiche.

Perché oggi come oggi sono tutti tuttologi.

O pecoroni dipende dai punti di vista.

Ci sono cose che gli dicono che si devono fare e vanno fatte. E se tu invece pensi con la tua testa e non le fai allora preparati a subire le peggio critiche. Commenti alle spalle. Chiacchiere inutili.