Cosa mi ha insegnato il mio terzo figlio
Ad affrontare le difficoltà a testa alta. Con un sorriso e una buona dose di ironia. Che alla fine siamo tutti di passaggio e allora vale la pena godersi il tempo e i doni della vita.
Tutte le mamme sono mammansie
Ad affrontare le difficoltà a testa alta. Con un sorriso e una buona dose di ironia. Che alla fine siamo tutti di passaggio e allora vale la pena godersi il tempo e i doni della vita.
Lo scopri dal primo momento in cui ti mettono in braccio il tuo neonato.
Sei in ospedale, dolorante per i punti (ovunque essi siano) e devi occuparti di tuo figlio.
E impari a farcela a in un qualche modo. Perché alternative non ce ne sono soprattutto ora che causa covid non sono ammesse visite.
Ricordo le prime colazioni in ospedale, con il piccolo in braccio e una mano libera per fare colazione. Ridendone con la compagna di stanza nella stessa situazione.
Hai voluto fare i figli? Arrangiati stronza
Hai voluto la bicicletta? Adesso pedala!
La scuola non è un parcheggio.
La scuola non è un diritto.
Ah vuoi anche lavorare? Chiedi lo smart work.
Non puoi? Licenziati! Hai fatto i figli per sbolognarli a qualcun altro vero?
Devi stare a casa e far seguire le lezioni on line a tuo figlio. E nel frattempo con un altro pc lavorare.
E fare da mangiare, pulire casa e rassettare.
Non ci sono più le donne di una volta pretendete sempre le comodità.
I nonni? Usali. Non li hai? Arrangiati.
Usa i congedi puoi benissimo pagare mutuo e bollette con il 50% dello stipendio.
Lo vuoi capire che siamo in pandemia e i bambini a scuola seduti al banco con mascherina, amuchinati e distanziati rischiano la vita?
Invece il supermercato è un luogo sicuro.
E anche il tabaccaio.
Lo dice il comitato tecnico scientifico.
Voi mamme siete delle egoiste. I nonni muoiono se i bambini vanno a scuola.
Devi tenerli a casa. Tu. Rinuncia al lavoro.
Sei partita iva? Bene allora puoi lavorare di notte e fatturare da casa.
Ma poi cosa vuoi fare la partita iva, donna devi stare a casa a fare la didattica a distanza.
E non lamentarti che siamo in pandemia.
I rapporti sociali dei bambini ti stanno a cuore? Non capisci che muoiono i nonni? Cosa ce ne frega dei rapporto sociali dei bambini e del risvolto psicologico che stanno subendo.
C’è la pandemia.
Usa la mascherina e tappati quella boccaccia.
Stai a casa.
Rinuncia al lavoro e indossa il grembiule.
Donna pensa solo ai tuoi figli.
La scuola, lo sport, gli amici non sono un diritto. Sono un di più.
Importa solo essere vivi chiusi in casa.
Da Modena zona rossa questo è tutto.
3 Marzo 2020.
Tutto questo passerà alla storia come il periodo più buio per donne e bambini.
E ne pagheremo le conseguenze nelle generazioni a venire.
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Vi racconto una storia, la mia storia.
Quando aspettavo la prima figlia ero totalmente ignorante riguardo l’allattamento. E non mi sono nemmeno informata durante la gravidanza. Credevo fosse una cosa scontata, automatica. Nasce il bambino ed ecco litri di latte uscire quasi automaticamente dal seno.
Nessuno mi aveva detto che non era proprio così. Ed è stata una batosta scoprirlo dopo un parto complicato che mi aveva segnato sia fisicamente che psicologicamente.
Nessuno mi aveva detto che per produrre latte era necessario attaccare la bambina al seno in continuazione.
Nove giorni oggi dal parto e ho avuto il classico crollo ormonale.
Si sa è fisiologico, tutti gli ormoni che hanno sostenuto la gravidanza se ne vanno all’improvviso e come tutte le cose che cambiano all’improvviso destabilizzano.
E la terza gravidanza quindi razionalmente lo so che è così, che è solo un momento che passerà.
Ma poi c’è tutta la me irrazionale che piange senza motivo.
Se i tuoi figli te li sei cresciuta da sola non devi vendicarti su di loro.
C’era una volta la famiglia anni 80 dove in genere lavorava uno solo e con il singolo stipendio si poteva vivere bene. A volte molto bene.
Proprio per questo le mamme potevano permettersi il lusso (perché era un lusso) di non lavorare e occuparsi solo dei figli. E i nonni il lusso di fare i nonni solo quando ne avevano voglia.
Poi il sistema si è stravolto e parliamoci chiaramente oggi come oggi per la maggior parte di noi vivere con un solo stipendio è praticamente impossibile.
Quindi le mamme quando hanno un lavoro lottano con le unghie e coi denti per mantenerlo. Per avere maggiore disponibilità economica e garantire uno stile di vita migliore ai figli.
Lottano con unghie, denti, sudore e sangue.
Una volta le mamme appunto non lavorando si crescevano i figli senza avere la reale necessità dell’aiuto dei nonni.
Il problema è che queste mamme oggi sono nonne e non si rendono conto che le cose sono cambiate e nelle famiglie in cui si prendono il lusso di dire che se loro i figli se li sono cresciute da sole e lo stesso devono fare i propri figli, fanno un grave torto ai figli stessi.
Perché le cose sono completamente cambiate
E dove ci sono nonni che non vogliono fare i nonni e ve ne ho parlato anche qui le famiglie sono in grosse difficoltà.
Difficoltà gestionali.
Emotive.
Difficoltà reali e contingenti.
Parliamo della situazione attuale. Abbiamo scuole chiuse da mesi e che riapriranno senza servizi che sono fondamentali per le famiglie che lavorano tra cui pre e post scuola.
Genitori che non lavorano per hobbies ma per necessità.
E poi ci sono loro i nonni che: “Io i miei figli me li sono cresciuta da sola tu arrangiati”
Se i tuoi figli li hai cresciuti da sola è perché non lavoravi.
Non avevi necessità di lavorare come faccio ora
E nonostante questo avevi l’aiuto dei nonni.
Ma poi come genitore perché devi vendicarti sul figlio se tu non hai avuto aiuti?
Come far ricadere sui propri figli la frustrazione di averlo cresciuti da soli e assaporare il gusto sottile di una pseudo vendetta.
Perché diciamoci la verità non tutti i genitori amano davvero i propri figli.
Oppure li amano ma a modo loro, mettendo sempre se stessi al primo posto e rivendicando quasi la libertà che un figlio può avergli tolto e cercandola disperatamente e volendola a tutti i costi in età post adulta.
Sono nonni egoisti.
Semplicemente.
Io non so quello che mi accadrà nella vita ma so che nonostante i salti mortali che sto facendo per i miei figli, perché noi genitori di oggi senza nonni di appoggio conosciamo davvero il significato della parola sacrificio, un domani non negherò loro la mia presenza se avessero bisogno.
Perché io la conosco la fatica di crescere figli, lavorare e mantenere in piedi la baracca nonostante sia tutto contro.
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Sei il bambino che non immaginavo e poi è arrivato.
Sei nato un assurdo pomeriggio di quasi autunno. In maniera inaspettata e traumatica per entrambi. Forse anche tu sei rimasto sconvolto ma col carattere meraviglioso che hai l’hai superata prima e meglio di me.
Sei il bambino che non immaginavo e poi è arrivato. Perché non credevo che avrei avuto figli, e non credevo avrei avuto figli maschi.
Vedevo il mondo maschile cosi lontano da me.
Non potevo nemmeno immaginare cosa stavo rischiando di perdere.
I genitori non si scelgono… e nemmeno i figli.
Quando ero un’adolescente che litigavo coi miei genitori dicevo sempre che avrei voluto che loro fossero diversi. Guardavo i genitori degli altri e mi sembravano tutti più buoni e bravi dei miei.
1, 2, 3 faccio i figli che pare a me.
Il che potrebbe anche significare che di figli non ne voglio nemmeno uno.
Non c’è legge che dica che perché dotata utero sia costretta a procreare.
E nemmeno una che sancisca il numero di figli che devo mettere al mondo.
Così come non è il numero di figli a fare di me una donna realizzata o meno. Che poi cosa significhi universalmente “realizzata” nessuno lo sa.
Potrei fare 5 figli e non rinunciare al lavoro. Oppure farne solo uno e immolargli la mia vita. Semplicemente perché siamo tutte diverse e la strada verso la felicità è diversa da donna a donna.
Col terzo figlio i commenti si sono sprecati .
“Adesso al posto tuo penserei a chiudermi le tube” al “Peccato con la tua intelligenza avresti potuto realizzarti molto di più sul lavoro”
Ora non sono un cane randagio che ha necessità di essere sterilizzato ne penso che le gravidanze abbiano c0nseguenze negative sul mio cervello.
Si i figli prosciugano le energie.
Ed essere mamme e donne in carriera non è una cosa facile. Ne ho parlato tante altre volte Una società che non aiuta le mamme a reinserirsi nel mondo del lavoro
Ma se c’è qualcosa che la vita mi ha insegnato è che il destino premia i tenaci. Che nella vita per ottenere qualcosa bisogna volerlo fortemente.
E che a me fare lo solo la mamma è qualcosa che nonostante ami follemente i miei figli sta molto stretto.
Quindi se dopo i primi due figli ho ripreso a lavorare così faro dopo questo.
Sarò penalizzata? Ripartirò da zero? Pazienza io non ho mai mollato ne pensato di farlo.
Dopo il primo figlio in genere ti chiedono quando farai una sorellina o o un fratellino, perché poverino i figli unici soffrono.
Che poi dive diavolo sarebbe scritta questa cosa? Basta se una famiglia non vuole altri figli, oppure per mille motivi non arrivano che bisogno c’è di fare certe domande?
Poi dopo il secondo invece i commenti sono del tipo: ” Ah brava ne hai due, adesso basta però?”
Io dico ma perché?
Ma perché devo fare il numero di figli che pontifica qualcun’latro?
Perché la gente deve sempre dire la sua anche quando non richiesto?
1, 2, 3 faccio i figli che pare a me.
E avrai diritto di parola solo quando sarò io a chiederti aiuto.
Per resto chi si fa i fatti suoi campa cent’anni.
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Mai citazione fu più adatta a questo particolare momento della mia vita.
E una cosa che ancora forse non ho metabolizzato del tutto. Un evento che nella stragrande maggioranza dei casi è felice, perché deve esserlo. Ma che a me ha colto alla sprovvista, e di cui ancora forse non sono del tutto consapevole.
E barcollo ancora tra momenti di felicità e momenti di depressione.
Sono su una barca in balia del mare che a volte è calmo e a volte è agitato più che mai.
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