Beata te che LAVORI! Dissero alla mamma lavoratrice

mamma che lavora

Beata te che LAVORI! Cosi puoi riposarti un po’ dai figli dissero alla mamma lavoratrice.

Oggi, come avrete capito, vi parlo della mamma che lavora.

La mamma che lavora è un generale, deve esserlo perché, come un maratoneta, deve considerare anche la frazione di secondo.

Al mattino deve essere tutto sistemato e pronto all’uso. Moka sul fornello solo da accendere, latte da scaldare, abiti organizzati sul letto. Suona la prima sveglia quella della mamma e pronti via. Trucco, parrucco, perché in ufficio bisogna presentarsi curate. Ovviamente in massimo silenzio per non svegliare i bambini che dormono, e se si svegliano rischia di ritrovarsi a stendere il blush al primo semaforo rosso. Che poi casualmente quella mattina li prenderà tutti verdi.

Beata te che LAVORI! Dissero alla mamma lavoratrice

Sveglia i bambini, hanno esattamente 5 minuti per la colazione pronti via. Baby sitter, asilo, qualunque soluzione e di corsa in ufficio.

Qui la mamma che lavora ha quantomeno modo di bere un caffè, fare due chiacchiere con persone adulte e far lavorare il cervello. Per qualche ora si estranea dal mondo di pappe e pannolini, anche se il pensiero, in fondo, e sempre li.

Controlla il telefono costantemente, caso mai la dovessero chiamare per i bambini.

La mamma che lavora guarda il sole fuori attraverso la finestra ed è triste perché vorrebbe poter essere al parco con il proprio bambino. E invece con lui c’è la baby sitter o la nonna.

Ma la mamma che lavora, non demorde e appena esce corre a casa per portarlo lei al parchetto il proprio bambino, arrancando coi i suoi tacchi nella ghiaia.

La mamma che lavora ha nello sfondo del computer la foto dei suoi figli, così li sente un po’ meno lontani durante la giornata.

La mamma che lavora vorrebbe uscire prima per poter preparare la torta di mele, ma la riunione dell’ultimo secondo glielo impedisce. E cosi la torta di mele la compra già fatta al forno.

La mamma che lavora è meglio del miglior pilota di formula uno per correre a casa e godere un po’ dei suoi figli ripetendosi come una mantra “tempo di qualità, tempo di qualità” anche se, in fondo in  fondo, non ci crede neppure lei.

La mamma che lavora può permettersi di togliersi qualche sfizio in più, una borsa un paio di scarpe. Ma lo sfizio che non può togliersi è passare più tempo coi propri figli. Essere lei quella che li va a prendere a scuola e li aiuta a fare i compiti.

La mamma che lavora, lo fa a volte, solo per pagare una baby sitter che tenga i suoi figli e troppo volte si domanda quanto in fondo ne valga la pena.

Ci sono giorni che passa le ore in ufficio a guardare le foto dei bambini e per consolarsi si ripete nella testa “tempo di qualità”.

La mamma che lavora prova un pochino di “invidia” per la mamma che non lavora e viceversa.

E nel prossimo articolo vi spiegherò perché.

In realtà non c’è una soluzione univoca e giusta per tutte. A volte è il desiderio a imporci delle scelte, a volte il destino, altre volte la necessità.

Sia chi lavora che chi non lo fa prova rimorsi e rimpianti per una cosa o per l’altra.

D’altra parte siamo mamme e siamo tutte professioniste nel farci venire sensi di colpa qualsiasi cosa facciamo!

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

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