Tag: lavoro

La scuola non è un parcheggio ma la scuola è vita.

La scuola non è un parcheggio ma la scuola è vita.

Ma noi genitori lo sappiamo bene che non è questione di parcheggi e comodità.

La scuola è vita. PERCHE LA CULTURA è VITA.

Il sapere. La conoscenza che si acquisisce con l’esperienza e la condivisione coi compagni di classe.

Cultura non è studiare la paginetta di storia.

Cultura è studiare la paginetta di storia e confrontarsi coi coetanei.

Reddito di maternità ma assolutamente no!

Reddito di maternità ma assolutamente no!

In questi giorno ho visto girare la proposta più maschilista e offensiva nei confronti delle donne che abbia mai sentito in vita mia.
Il reddito di maternità per le mamme che decidono di dedicarsi unicamente alla cura dei figli. Un sussidio di 1000 euro al mese fino agli otto anni dei bambini per le mamme che decidono di dedicarsi esclusivamente ai figli.

Ho scritto proprio qualche giorno fa Su come il lavoro mi ha salvato la salute mentale e trovo questa proposta aberrante.

Vi spiego subito perché

Amare un figlio non è obbligatorio e nemmeno scontato

Amare un figlio non è obbligatorio e nemmeno scontato

Amare un figlio non è obbligatorio e nemmeno scontato.

Darei la mia vita per i miei figli. Ogni volta che li vedo soffrire faccio tutto quello che posso e anche quello che non posso perché non succeda più.

Ogni loro desiderio è quasi un ordine quando possibile.

Scenderei in guerra per loro. Darei il mio sangue fino all’ultimo respiro per loro.

Prima loro poi io.

Ma c’è un ma. Quello che è per me il modo più semplice e scontato di essere mamma non è cosi per tutte.

Perché ci sono madri che non amano i propri figli. Ci sono madri che appena appena li tollerano. Ci sono madri che prima loro e poi i figli se avanza tempo e spazio.

C’è un’altra cosa su cui mi cerco di correggere sempre. Trattare i figli allo stesso modo. Dare lo stesso numero di coccole e attenzioni. Perché non serve a nulla comprare due giochi se poi le coccole sono solo per uno.

Ed è difficile. Estremamente difficile. Ogni sera ripenso alla giornata trascorsa e controllo di essere stata sufficientemente equa. Non sempre ci riesco. E questo mi fa soffrire tantissimo.

Ma anche in questo alcune madri non sono come me.

Ci sono quelle che hanno il figlio prediletto. Quello e basta. Quelle che “eh ma lui è più piccolo” oppure “eh vabbé tu sei più forte e indipendente e non hai bisogno di me”.

E i figli queste cose oltre a vederle le vivono. Nei gesti quotidiani, nelle piccole attenzioni ma sopratutto nei momenti più delicati della crescita. Quei momenti che ti segnano per sempre e lasciano cicatrici indelebili e invisibili allo stesso tempo.

Nessuno è talmente forte da non avere bisogno di attenzioni.

Tutti abbiamo bisogno della stessa identica dose di attenzioni di nostro fratello.

Non è scontato amare un figlio. Lo so.

E non sono i regali, i giocattoli. Sono i baci e gli abbracci.

Sono la certezza di avere qualcuno su cui contare sempre. Anche raggiunta la maggiore età.

E la certezza di avere qualcuno che ti capisce e sta dalla tua parte comunque.

La certezza di un parola di conforto

E di aiuto nel momento del bisogno.

Senza rinfacci o ricatti morali. Senza far sentire sensi di colpa e vittimismi.

Una madre dovrebbe essere una certezza.

E io farò di tutto per essere certezza per i miei figli.

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Una società che non aiuta le mamme a reinserirsi nel mondo del lavoro

Una società che non aiuta le mamme a reinserirsi nel mondo del lavoro

Una società che non aiuta le mamme a reinserirsi nel mondo del lavoro.

Viviamo in una società che anziché incentivare ed aiutare le mamme a reinserirsi nel mondo del lavoro si inventa di tutto per fare si che restino a casa.

Come?

Ve lo racconto io.

Sono una mamma e sono “leggermente” stressata

Sono una mamma e sono “leggermente” stressata

Sono una mamma e sono “leggermente” stressata.

Ore 7:00 suona la sveglia. A quel punto so che ho disposizione 60 minuti per alzarli, fargli fare colazione, convincerli a fare pipì, vestirli e uscire.

Ah giusto devo anche preparare me stessa, almeno un pochino di deodorante prima di andare a lavoro mi sembra il minimo necessario per andare in società.

In questi 60 minuti litigano, si picchiano, almeno uno si fa male. La colazione viene sparsa in giro per casa, il divano sottosopra, giocattoli ovunque.

In un qualche modo li vesto e usciamo.

Dovrei alzarmi prima. Ma sono onesta ho troppo sonno e già le 7 del mattino mi sembra troppo presto.

La solidarietà tra mamme questa sconosciuta

La solidarietà tra mamme questa sconosciuta

La solidarietà tra mamme questa sconosciuta.

Ho qualche giorno fa ho scritto un post sulle mamme lavoratrici e sulla fatica che fanno le stesse.

Perché parliamoci chiaramente: lavorare e non lavorare cambia completamente la vita.

E non voglio minimizzare le donne che non lavorano perché lo so che stare tutto il giorno a casa con un bambino è a dir poco alienante. E lo so perché l’ho fatto. E ho scelto di tornare a lavorare.

Ma certo è che c’è da fare una distinzione tra mamme che non lavorano e hanno i figli a casa e quelle che non lavorano e hanno i figli tutto il giorno all’asilo o a scuola.

So cosa si prova, a stare tutto il giorno a casa con un bambini, quando l’ho fatto mi mancava la socialità, il parlare con un adulto. In quel periodo andare a lavoro mi avrebbe permesso di staccare la spina dalla vita di mamma, certi giorni sarebbe stato anche meno faticoso ma allo stesso tempo sicuramente mi sarei sentita enormemente in colpa a delegare la gestione dei miei figli in quel preciso momento.

Ho avuto la fortuna di poter stare  a casa, perché la possibilità di scegliere la reputo un enorme fortuna e ho scelto la cosa che mi sembrava più giusta per me e per noi in quel preciso momento.

Poi anche Enea ha iniziato l’asilo e ho avuto la fortuna di trovare un lavoro.

Ma resta senza dubbio che se fossi rimasta a casa, con entrambi i figli a scuola, mi sarei riposta molto di più di quello che faccio adesso.

La mia vita sarebbe state con meno denaro ma più a misura di uomo e non sarei arrivata alla sera stanca e arrabbiata  con il mondo.

Perché quando siamo troppo stanche ci arrabbiamo con la vita e a volte coi nostri bimbo per delle sciocchezze.

E ci sentiamo impotenti, incastrate in una vita che troppo spesso non sentiamo nostra nè felice.

Corro dal mattino alla sera. Come ogni mamma che lavora. Lascio i figli al pre scuola mentre altre mamme possono aspettare serenamente il suono della campana,

Corro via come un razzo, mentre altre vanno a bere il caffè.

Bene ho scritto un post in cui parlavo di questo e una mamma che non lavora si è permessa di dire che chi lo fa è più rilassato perché delega la crescita dei figlia gli altri.

E no cara mia, quella rilassata sei tu. Tu che dalle 8:30 alle 16 sei libera mentre io lavoro.

Che puoi fare a spesa, riordinare la casa e anche andare in palestra.

Puoi coltivare hobbies che io mi sogno di notte di fare.

Alle 16 quando prendi i bambini puoi dedicarti a loro mentre io ho tutte le cose da fare che tu invece hai fatto mentre io lavoravo.

Solidarietà cara mamma dovresti essere solidale e non permetterti di affermare certe sciocchezze.

Nessuna mamma che lavora lo fa a cuor leggero.

Nessuna mamma manda il figlio al pre scuola felice e tutte vorremmo dedicare tempo ai nostri figli con serenità.

Quindi si lo ammetto da mamma lavoratrice invidio un sacco le mamme che possono permettersi di non lavorare.

Che hanno più tempo da dedicare ai propri bambini. Che possono andarli a prendere a scuola a ora di pranzo e farli mangiare a casa tutte le volte che lo desiderano. Io invece devo dirle sempre di no perché non faccio in tempo.

E in questo non sto sminuendo quello che fanno, perché so che a volte sembra alienante.

Ma non potete immaginare quanto sia frustrante correre come un somaro dal mattino alla sera e svenire sul letto con la consapevolezza che mentre tuo figlio ti chiamava tu non lo ascoltavi perché avevi ancora mille cose da fare.

O la testa era troppo stanca per sentirlo.

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La soluzione è il part time. No la soluzione non esiste.

La soluzione è il part time. No la soluzione non esiste.

La soluzione è il part time. No la soluzione non esiste.

Lavoro in ufficio part time. “Che fortuna” esclamerete in molte.

Ma con questo articolo voglio dirvi che la soluzione, quando si hanno dei bambini, non è nemmeno il part time.

Innanzitutto col part time lavori, ma agli occhi degli altri e specialmente dei colleghi non fai nulla.

Lo capisco che agli occhi di una persona che lavora full time vedere il collega che fa part time faccia pensare che lo stesso lavori quasi zero. Ma vi assicuro che si lavora, eccome se si lavora, anzi molto spesso ti trovi a fare le cose che altri devono fare in otto ore nella metà del tempo.

La totale incompatibilità degli orari scolastici e lavorativi

La totale incompatibilità degli orari scolastici e lavorativi

La totale incompatibilità degli orari scolastici e lavorativi.

Vi prego parliamone perché io da quando ho ripreso a lavorare sto toccando con mano la drammaticità della cosa.

Gli orari scolastici dei figli e quelli lavorativi dei genitori sono totalmente incompatibili.

Vogliamo poi parlare delle vacanze? Quelle estive, di Pasqua, di Natale, i ponti, gli scioperi e chi più ne ha più ne metta.

Le scuole chiuse d’estate per quasi quattro mesi. Quattro mesi di ferie che nessun lavoratore ha.

Se potessi scegliere di non lavorare, non lavorerei e senza rimpianti

Se potessi scegliere di non lavorare, non lavorerei e senza rimpianti

Se potessi scegliere di non lavorare, non lavorerei e lo farei senza rimpianti.

E’ di pochi mesi fa il mio articolo No non volevo fare la mantenuta e mai lo farò e distanza di pochi mesi, dopo aver ripreso a pieno ritmo la vita di mamma lavoratrice, ritratto tutto e ad oggi affermo senza vergogna che: se potessi fare la mantenuta lo farei pure volentieri.

Ci sono donne che non possono fare a meno del lavoro, e credevo anche io di fare parte di questa categoria, ma, dopo mesi di stress, fatica, e tanti momenti di sconforto e momenti no dovuti alla stanchezza costante ritratto tutto.

Andare a lavorare con una famiglia, bambini, impegni sulle spalle per una donna significa fare non uno, ma due lavori.

Oltre alle ore fuori casa, una mamma lavora anche le ore in casa. Le cose da fare aumentano e non si riducono mai.

Non esiste week end perché anche la domenica, o i giorni di riposo, il lavoro in casa non lascia sosta, anzi raddopppia nel disperato tentativo di recuperare le cose non fatte durante la settimana.

Ci sono mariti molto bravi niente da dire. Ma lavorando in due, la sera a casa la gara è a chi è piu stanco.

La verità è che ad oggi non si può più scegliere se dedicarsi ai bambini o lavorare perchè nella maggior parte delle famiglie due stipendi sono essenziali per andare avanti. E nemmeno per mantenere un tenore di vita da nababbi ma giusto per far fronte alle spese ordinarie che aumentano di giorno in giorno.

Scegliere di non lavorare è un privilegio per poche.

Io non mi vergogno a dire che se fossi ricca di famiglia, o se il mio compagno guadagnasse abbastanza starei volentieri a casa coi miei bambini senza sentirmi affatto mortificata.

Perché non c’è motivo di sentirsi mortificate. Stare a casa significa poter dedicare maggiore tempo e di maggiore qualità ai propri figli. Essere afflite da meno stress e pensieri. Poter fare tutto ma proprio tutto coi giusti tempi.

Stare a casa significa non entrare nel vortice panico, ansia, senso di colpa per una febbre improvvisa propria o dei bambini.

Significa non dover organizzare la propria vita a suon di incastro di tempi, km da macinare e aiuti da chiedere agli altri.

Significa avere il tempo anche solo di respirare e magari qualche minuto in più da potersi sedere sul divano di casa.

Significa non investire tutto il proprio stipendio in baby sitter e conseguenti sensi di colpa per non esserci state abbastanza.

Significa potersi ogni tanto potersi fermare. E guardarsi dentro.

E non odiare cosi tanto il lunedi e le giornate quelle nere, quando tra una corsa e l’altra finisci a cenare con una pizza. Come accade troppo spesso. Tra sensi di colpa e insoddisfazione che arriva inevitabile quando si pretende troppo da se stesse.

Ci dicono che siamo noi a pretendere troppo da noi stesse. Ma non siamo solo noi, è la società, l’organizzazione sociale e sopratutto i sostegni che mancano alle mamme per una qualità di vita dignitosa anche senza costringerle a lavorare per sentirsi degne.

Perché la verità è che al giorno d’oggi le donne sono costante oggetto di critiche.

Perché lavorano troppo, o troppo poco. Non va mai bene nulla.

E alla fine nemmeno noi ci andiamo bene.

Si se potessi farlo farei la mantenuta e farei anche una bella parnacchia a chi mi invidia.

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Le mamme e il mobbing sul lavoro. Storie italiane ordinarie

Le mamme e il mobbing sul lavoro. Storie italiane ordinarie

Quello che racconterò non vale per tutte, ma ahimè per molte donne e mamme.

Sei sempre stata una brava lavoratrice, efficiente, precisa puntuale. Senza dubbio con una bella carriera davanti.

Poi un giorno decidi di diventare madre e improvvisamente tutto cambia.

Molti colleghi uomini iniziano a guardarti male perché avrai diritto a ben 5 mesi di maternità, come se stessi per andare a passare cinque mesi di relax su un’isola tropicale. Perché loro non hanno figli, e se li hanno, il grosso lo ha fatto la moglie tanto erano impegnati a dedicarsi alla loro carriera e ai loro successi professionali più importanti di ogni altra cosa al mondo.

Diventi madre e imporvvisamente le tue capacità svaniscono e non sei più la lavoratrice efficiente del giorno prima ma solo una delle tante e senza dubbio sostituibile in poco. Magari con un qualche stagista a costo zero.