In Italia non si fanno più figli. Chissà come mai.
Ieri per sbaglio ho guardato il telegiornale, notiziona del giorno: in Italia la natalità è in calo.
Ma davvero? E chissà come mai vero?
Partiamo dall’inizio. Hai studiato, cerchi lavoro. Hai una botta di fortuna e lo trovi. Inizi con sei mesi di stage, che se ti va bene lavori come gli altri, spesso più degli altri, ma prendi giusto un rimborso spese. E ringraziare prego.
A poco più di un anno dalla messa in onda del primo episodio, i Superpigiamini sono ancora gli eroi indiscussi dei miei figli e di tutti i bambini. Finalmente tutto il merchandising è arrivato in Italia e la scelta si sta rivelando davvero molto, fin troppo, ampia.
I bambini di oggi hanno quasi tutto, ma essendo il merchandising dei Pj Masks piuttosto recente è più facile riuscire a trovare un giocattolo che ancora il bambino non possieda ma sopratutto che gradirà sicuramente.
Chissà se ricorderai quel senso di protezione di amore che ti da essere preso in braccio da me.
Di come le mie braccia ti stringono forte e ti cullano quando il sonno non vuole arrivare.
Di come ti tengo la tua mano nel sonno, e ti abbraccio forte quando arrivano i primi brutti sogni.
Chissà se ricorderai il mio profumo, quello che hai annusato nei primi istanti di vita e che continui a cercare facendone il tuo punto di riferimento.
Di quando mi dici:” Tu profumi di mamma”.
Chissà se ricorderai le tue risate quando ti faccio il solletico.
Chissà se un giorno ricorderai i miei baci
Chissà se un giorno ti mancheranno i nostri giochi sul lettone.
Chissà se un giorno ricorderai le giornate difficili che abbiamo affrontato e continuiamo ad affrontare da soli, quando i tuoi capricci sembrano non finire mai e io arrivo a sera esausta.
E tutte le volte che insisto per farti mangiare ripetendoti centomila volte dai mangia amore dai mangia un pochino, solo un pezzettino.
Chissà se un giorno ricorderai la gioia nel ritrovarci dopo una giornata passata lontani, e il nostro cercarci, il nostro stabilire un contatto in abbracci senza fine.
La gioia che provi quando vengo a prenderti all’asilo mi corri in braccio felice e desideroso di raccontare la tua giornata e tutto quello che hai imparato.
Chissà se ricorderai la gioia che mi dai ogni giorno.
Quanto amo le nostre coccole. I momenti solo nostri mentre tutto il mondo fuori non conta nulla. Quanto amo essere cercata da te. E quanto amo sentirmi chiamare mamma anche mille mila volte al giorno.
Chissà se ricorderai quanto ora sono importante per te, e se mi farai sentire sempre cosi importante, fondamentale, unica. Anche se so che ogni giorno che passa lo sono sempre meno.
Chissà se da adulto, ripensando alla tua infanzia potrai sentire ancora il calore di casa e dell’amore che solo una mamma e un papà possono dare.
Chissà se ti ricorderai che io avrò sempre bisogno dei tuoi abbracci, anche quando sarai un adulto.
I nostri abbracci saranno sempre pieni d’amore, come il primo giorno, nel nostro primo lungo abbraccio che ha cambiato la mia vita e mi ha reso così dipendente da te quando eri solo un piccolo corpicino di 50 cm.
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bambini non sono burattini. Smettetela di volerli tutti omologati.
Sempre più spesso mi capita di parlare con altri genitori che si lamentano dei propri figli perché non sono ubbidienti, perché non abbassano la testa ed esprimono i propri pensieri e le proprie idee.
Io invece sono sempre più convinta invece che anziché lamentarci dovremmo renderci conto che i nostri bambini sono esseri pensanti.
Al numero 1 sempre e comunque l‘INDIPENDENZA ECONOMICA. Che se un giorno vuoi comprarti una cosa solo perché ti piace non devi chiedere niente a nessuno e nessuno lo scoprirà mai. E se lo dovesse scoprire pazienza sono solo affari tuoi. Come il tuo conto corrente personale e il tuo estratto conto.
Al numero 2 la casa che così come la lasci al mattino così la trovi la sera. Non dover passare la giornata a pulire dove hai appena pulito perché sono passati i bambini sgranocchiando biscotti.
Al numero 3 il dialogo con persone adulte. Ragionevoli. Che parlano e non piangono o fanno capricci.
Al numero 4 il non sentirsi accusate di “fannullonismo” come fanno tanti, ingiustamente, verso le mamme che non lavorano fuori casa. Perché se lavori fuori casa nessuno avrà mai nulla da ridire sul tuo dovere verso la società e l’economia globale (come se ti interessasse davvero).
Al numero 5 la divisione equa dei compiti di casa. Perché se entrambi lavoriamo fuori, entrambi lavoriamo in casa dividendo in parti eguali le faccende domestiche.
Al numero 6, a causa della mancanza di tempo avere la scusa per non stirare i vestiti. Si sa per stirare ci vuole troppo tempo e lavorando fuori casa tutto il giorno è accettabile anche mandare il bambino all’asilo con la maglietta non perfettamente inamidata.
Al numero 7 non sentirsi in colpa per non aver cucinato piatti sani genuini e a km zero. D’altra parte le rosticcerie lavorano molto bene e non sporcano la tua cucina.
Al numero 8 avere la scusa per non fare le rappresentanti di classe e ignorare la chat di classe.
Al numero 9 fregarsene se la casa non è perfetta e in ordine. Entrando nell’ordine di idee che in fondo nulla è perfetto.
Al numero 10 la possibilità di capire dell’importanza della qualità del tempo che stai dedicando ai tuoi figli, senza perdersi in cose inutili, perché il tempo è poco. Imparando a lasciare andare le cose più futili per dedicare più tempo ai figli. Di quel poco che rimane.
Insomma che lavoriate full time in casa, fuori casa, part time o su turni, quello che conta è la vostra serenità.
La perfezione non è di questo mondo, grazie al cielo, e noi possiamo solo cercare di raggiungere il nostro perfetto equilibrio.
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1 La mattina non essere costrette a fare le corse contro il tempo e il traffico e i figli che non si vogliono vestire. In pieno inverno infilarsi il giaccone ed accompagnare i figli a scuola in pigiama avendo tutto il tempo di restaurarsi con calma dopo in silenzio.
2 Essere presenti sempre dall’entrata a scuola all’uscita. Le riunioni, i colloqui, gli appuntamenti e le varie attività. Sentirsi partecipe della vita sociale dei propri bambini.
3 Non avere problemi se un bambino ha la febbre, pazienza starete insieme in casa a fare le coccole. E non dovrete pregare il pediatra di darvi appuntamento ad orari fuori lavoro. I giorni di febbre sono tutto tempo in più da dedicare a loro.
Le notti delle mamme, le mamme dormono ma solo per finta
Le notti delle mamme sono notti piene, notti intense, ricche e molto faticose.
Le notti le mamme dormono ma solo per finta.
Durante le notti le mamme sorvegliano, sorvegliano respiri bambini, respiri innocenti che rimbombano nella notte, da una stanza all’altra.
Le mamme pensano, alla spesa da fare, i panni da sistemare e a quell’armadio che sonomesi che aspetta di essere riordinato. Ai pasti da preparare. A tutte le cose lasciate indietro e che si continuano a rimandare al domani. Sperando di avere finalmente più tempo. Ma la giornata finisce sempre troppo presto.
Ripensano con gioia ai progressi dei propri bambini, e già sentono nostalgia della giornata appena passata.
Le mamme sognano, sognano il futuro, il domani, gli uomini e le donne che diventeranno i loro bambini. E li immaginano con orgoglio e un sorriso raggiante.
Le mamme sospirano, sospirano sui problemi da risolvere e su quelle soluzioni che non arrivano mai. A volte, nel silenzio della notte piangono.
Quando tutto è buio e i pensieri sono l’unica compagnia.
Le notti delle mamme, le mamme dormono ma solo per finta
Le mamme ricordano il giorno appena passato, nella consapevolezza di non poterlo recuperare, e si incolpano per non aver trovato abbastanza tempo per giocare e sorridere con leggerezza.
Le mamme organizzano, feste, meeting. Cose da fare da non fare.
Ripensano ai sogni, ai desideri dei propri bambini e a come realizzarli uno ad uno. Tutti.
Progettano, pianificano e mettono in fila le cose.
Le mamme in fondo non dormono mai perché la loro mente non smette mai di lavorare.
Che siano casalinghe o top manager, la notte, nel silenzio delle proprie stanze le loro menti sono in moto.
Perché quando sei mamma, lo sei ventiquattro ore su ventiquattro. Sette giorni su sette. E hai una sola grande paura: che loro non siano felici, o non lo siano abbastanza.
E cosi la notte fai il riepilogo della giornata e riesci a lasciarti andare al sonno solo quanto ti sei accerta di essere stata anche oggi una brava mamma.
Ma cara mamma, anche se nessuno te lo dice, se ti fai queste domande, tu una brava mamma lo sei sempre.
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Diciamoci la verità mamme, a meno che non siamo ricche di famiglia o abbiamo sposato un abbiente imprenditore, la nostra vita quella reale è fatta di corse. Di accelerazioni all’ultimo minuto, di secondi contati e di nervosi in fila ai semafori.