Filastrocche per bambini di Gianni Rodari

girotondo delle bambine
Girotondo delle bambine

Il 14 aprile 1980 se ne andava, a soli 60 anni, Gianni Rodari. Scrittore, pedagogista, poeta, tutti lo conoscono e lo ricordano, anche se sono passati più di 30 anni dalla sua morte. Alle scuole elementari il mio libro era pieno delle sue filastrocche.

Filastrocche per bambini sempre belle ed attuali. Molte le storie che ha scritto e che ho letto negli anni.

Ed allora oggi voglio postare qualche sua filastrocca per ricordare quanto è stato importante e quanto le sue opere siano adatte ai bambini di ieri come a quelli di oggi. Opere sempre attuali che non devono essere dimenticate.

Girotondo di tutto il mondo

Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina,
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa,
per quelli che stanno di qua o di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani.

Filastrocca di Primavera

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
Oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.

I colori dei mestieri

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.

L’avventura dello Zero

C’era una volta
un povero Zero
tondo come un o,
tanto buono ma però
contava proprio zero e
nessuno
lo voleva in compagnia.
Una volta per caso
trovò il numero Uno
di cattivo umore perché
non riusciva a contare
fino a tre.
Vedendolo così nero
il piccolo Zero,
si fece coraggio,
sulla sua macchina
gli offerse un passaggio;
schiacciò l’acceleratore,
fiero assai dell’onore
di avere a bordo
un simile personaggio.
D’un tratto chi si vede
fermo sul marciapiede?
Il signor Tre
che si leva il cappello
e fa un inchino
fino al tombino…
e poi, per Giove
il Sette, l’Otto, il Nove
che fanno lo stesso.
Ma cosa era successo?
Che l’Uno e lo Zero
seduti vicini,
uno qua l’altro là
formavano un gran Dieci:
nientemeno, un’autorità!
Da quel giorno lo Zero
fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri
ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra
con zelo e premura
(di tenerlo a sinistra
avevano paura),
gli pagavano il cinema,
per il piccolo Zero
fu la felicità.

Filastrocca impertinente

Filastrocca impertinente,
chi sta zitto non dice niente;
chi sta fermo non cammina;
chi va lontano non s’avvicina;
chi si siede non sta ritto;
chi va storto non va dritto;
e chi non parte, in verità,
in nessun posto arriverà.

 

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