Filastrocca di Capodanno
Filastrocca di Capodanno. L’inizio di un nuovo anno è sempre un momento di pensieri e buoni propositi. Si ripensa a tutto quello fatto durante l’anno appena terminato e magari si pensa a quello che si vorrebbe fare nell’anno che sta iniziando. Io in genere preferisco non fare un elenco di buoni propositi all’inizio dell’anno… magari nel timore poi di non riuscire a mantenerli.
E anche se in fondo qualche buono proposito c’è… lo lascio lì. Se poi riuscirò a realizzarlo, bene. Altrimenti non sarà un problema. Però ho pensato… come dare il benvenuto a questo Capodanno?
E allora ecco una bella filastrocca di Capodanno scritta da Gianni Rodari. L’ha portata a casa mia figlia, dopo che con la scuola è stata al Teatro Argentina a vedere lo spettacolo L’albero di Rodari.
Filastrocca di capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
Io adoro le filastrocche e le poesie di Gianni Rodari. Mi sono sempre piaciute. E adesso che Figlia Uno è un po’ più grande spero che impari ad apprezzarle anche lei. Andare a vedere questo spettacolo è stata sicuramente una bella occasione per avvicinarsi al mondo di Gianni Rodari.
Le poesie per la Befana di Gianni Rodari
Già solo la descrizione dello spettacolo dice tutto…
Perdersi tra le pagine dolci e incantate che la penna di Gianni Rodari ha dedicato nel corso degli anni al Natale, al Capodanno e all’Epifania: le letture di fiabe e filastrocche drammatizzate dalla regia di Roberto Gandini e adattate da Attilio Marangon prendono vita per la gioia dei più piccoli, che potranno lasciarsi rapire da un universo di fiaba, magici incanti e ricordi lontani. Storie di gioia e felicità, ma anche di solidarietà estrema. Soffici riflessioni sul rispetto dei diritti dei più piccoli. Come quella di un tenero nonno alla ricerca dei giocattoli per i suoi nipotini che si imbatterà in un ambiguo Mefistofele alle prese con un marchingegno che fa scomparire oggetti e persone non graditi ai bambini. O la tenera parabola di un presepe in cui verranno catapultati Toro Seduto, un tamburino e un aviatore con tanto di aereo. E ancora, il racconto della rivolta dei personaggi classici del presepe, pastori e vecchine delle caldarroste, con tre finali possibili a scelta dei bambini, in un divertente gioco del destino saldamente nelle mani dei desideri dei più piccoli.
Le parole di Rodari e le immagini in scena si saldano alla perfezione, plasmando un mondo a parte fatto di suoni, atmosfere rarefatte e echi lontani di magie e suggestioni fatate. Un universo della fantasia che porterà i più piccoli a immaginare e vivere per qualche tempo in un mondo migliore, in cui sarà possibile interagire con i personaggi in scena, vivendo un indimenticabile momento di festa.