Care Mamme,

avete dei dubbi su dei vostri amici? Partorite! E scoprirete se vi mettono in cima ai loro pensieri o solo sepolti tra cosa guardare in tv e come sgrassare il frigorifero.

I parametri da considerare sono tre:

  • I giorni in ospedale: avete amici che fino al giorno prima vi tartassavano di messaggi ogni 18 minuti e se non rispondevate subito chiamavano il PS per sapere se eravate lì? All’ospedale verranno sicuro! Certo! Ovvio! Matematico!!! Ennò! Matematico come 2+2=5! Provate a partorire in una stupenda giornata di sole estivo, magari di venerdì, e poi vedrete…nella vostra stanza ci sarà l’eco e le giustificazioni saranno esilaranti: orde di 23 parenti sconosciuti che sono venuti a vivere da loro proprio il giorno prima, eruzioni strane alla “non vorrei mai attaccare qualcosa al piccino”, amnesie improvvise sul luogo dell’ospedale, o sull’orario visite “siamo venuti a mezzanotte ma non ci hanno fatto entrare!”

 

  • Messaggi e telefonate nei giorni successivi: Ci sono quelli che invece vengono all’ospedale; portano i fiori, dicono cose carine e ciao. A casetta loro. Senza figli. Perché di poppanti non gliene frega una cippa e quindi voi che aspettate in gloria un segno di vita, mentre siete lì mezze assonnate, con le poppe al vento, gli ormoni impazziti e i capelli rasta, niente. Vi andrebbe bene il vecchio “squillo” fine anni ’90. Ma nulla. Silenzio stampa.

 

  • Supporto psicologico: Ci sono gli amici che vengono in ospedale, che ti chiamano pure una volta che sei tornata a casa, ma come ti scosti dal “Sì sì tutto benissimo”, senti il gelo. Se tu sbraiti che non dormi un tubo, che vorresti fare una doccia, che non avevi idea di quanta cacca sia capace di fare un neonato e che spesso piangi senza motivo e appunto scoppiate in un disperato “uahhhhhhhh!” dall’altra parte senti “ehm scusa….pronto? Non ti sento, pronto? phhhhhfhhhhhhchchh” e attaccano.

Allora care mamme e future mamme, visto che anche le non bradipe, appena partorito non è che sprizzano energia da tutti i pori, non perdete tempo con certe persone. Ovviamente non è che chi non viene in ospedale non è vostro amico (ma le scuse devono essere più che valide). Se però quando tornate a casa, nessuno vi caga e vi dà una mano, bé, io un momento di riflessione lo farei.

Perché gli amici veri lo sanno qual è il momento del bisogno.

Perché un’amica che ti ninna il pupo mentre tu fai una doccia di 17 secondi, farà diventare la vostra amicizia immortale. Roba che i patti di sangue in confronto, sono un “Hei ci si becca in giro”.

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