Inserimento all’asilo cos’è stato per me

Inserimento all’asilo cos’è stato per me.

Sono già passati diversi anni da quando per la prima volta mi preparavo a ad entrare nel mondo dell’asilo dalla parte delle mamme.

Guardavo la lista delle cose da portare e piano piano, con un nodo in gola preparavo tutto il necessario. In fondo era per me il primo distacco dal ruolo totalizzante di mamma.

Ho avuto la fortuna (dal mio punto di vista) di poter tenere Carlotta a casa fino ai 3 anni, e poi ha iniziato la scuola materna.

Inserimento all'asilo cos'è stato per me

Per me è stato il primo vero distacco, e la prima volta in cui ho affidato la mia preziosa bambina a persone estranee, senza la possibilità di poter controllare tutto come solo una mamma sa fare.

E stato un primo distacco mentale più che fisico.

Perché fisicamente mi ero già staccata da lei, quando ero rientrata a lavoro, ma lei stava con i parenti e non con perfetti estranei.

E’ stato l’inizio di un percorso nuovo, il primo scalino verso la sua indipendenza e la mia consapevolezza che una mamma deve saper imparare a mettersi da parte.

Ho vissuto i  primi giorni con angoscia e non nascondo che mi appostavo dietro il giardino della scuola per vedere quando uscivano a giocare.

I primi giorni vederla piangere era come se mi strappassero il cuore con le mani, e mi sono chiesta fino a che punto ne valesse la pena. Lei piangeva, io fuori piangevo anche di più.

Poi i giorni sono passati e lei  ha smesso di piangere (io no). Vederla così serena e felice anche senza di me stimolava in me sentimenti contrastanti, da una parte ero felice, perché lei stava bene, ma poi un po’ mi rattristavo perché lei stava bene anche senza di me.

Ho dovuto accettare di non avere più l’esclusiva verso mia figlia e ho mentito a me stessa ripetendomi che tanto se avessi voluto passare un giorno intero con lei avrei potuto tranquillamente tenerla a a casa quando mi pareva. L’ho fatto una volta, proprio a settembre e mi sono resa conto che ormai lei si annoiava, che i nostri momenti erano si importanti, ma per lei era diventato più importante poter giocare e passare il tempo coi suoi amici.

E così ho capito.

Ho iniziato ad accettare con un sorriso la mia bambina che mi salutava e mi chiedeva di non darle un bacio davanti agli altri bambini.

Ho imparato ad applaudire a ogni cosa nuova che aveva imparato non da me.

Ho imparato a non essere più al centro del mondo di mia figlia, anche se io ho continuato e sempre continuerò a tenere lei al centro del mio mondo.

E’ stato un percorso. Più complicato per me che per lei.

Fatto di giorni si e di giorni no, perché affrontare un cambiamento e trovare un nuovo equilibrio semplice non lo è mai. Specie quando si tratta dei rapporti coi nostri figli e i nostri sentimenti.

Quando ci si confronta con il proprio modo di essere mamme e si è costrette ad un cambiamento.

Ora, ad un anno di distanza mi guardo indietro e sono felice dei cambiamenti che ho fatto, di come ho saputo adattare me stessa a un nuovo modo di essere mamma.

Anche se ci sono giorni in cui la guardo, e mi manca la mia bambina piccola, tutta e sola per me.

E il nostro rapporto esclusivo, quello mi manca da morire.

Se l’articolo ti è piaciuto continua a seguirmi su Facebook Mammansia, Instagram Mammansia_chica

Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.