La vita ne ha in abbondanza per tutti. Di dolori. E molte poche, di gioie.
La vita ti colpisce alle spalle quando meno te lo aspetti, eri inerme, non eri pronto. Ma ci sono cose per cui non si è mai pronti.
La vita ti mette faccia a faccia col dolore. Coi distacchi. Col dolore al cuore che diventa così intenso da diventare fisico.
E poi ti abitui.
Ci si abitua al dolore, alle mancanze. Si impara a fare senza e ad andare avanti, perché tanto avanti ci devi comunque andare.
La vita nel suo percorso ti fa incontrare tante persone e poi le allontana. A volte con delicatezza a volte bruscamente.
E ci si abitua. Alla distanza così come alla totale mancanza.
Ci si abitua alle giornate grigie e della sofferenza ci si fa il callo.
Fino ad arrivare al punto di fare del dolore la normalità. Impari a sopportarlo e a portarlo nel cuore. Impari a tenerlo sedato e se si risveglia sono piccole lacrime agli angoli degli occhi celate in silenzio.
Ti dicono di non piangere davanti ai tuoi bambini, ma io non vedo cosa ci sia di male. I bambini sono intelligenti, basta spiegare. Bisogna spiegargli che la vita è strana e a volte si è tanto tristi e si piange, è normale e non c’è nulla da nascondere. E poi perché nasconderlo?
Perché ci vergognamo del dolore? Perché dobbiamo fingerci forti e lasciare la sofferenza macerare lentamente dentro di noi.
Io non voglio abituarmi al dolore. Voglio guardarlo in faccia, affrontarlo, buttarlo fuori con tutte le lacrime che ho in corpo e poi andare avanti.
Ma poi lui mi accompagna con costanza e mi ci abituo.
Ci si abitua al dolore, è inevitabile.
Ci si abitua ad accantonare i sogni e le aspettative. Ci si abitua. Ci si abitua a tutto.
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Errato, dal dolore si impara ma non ci si abitua, chi si abitua è perché si è arreso