Tentativo di truffa in tangenziale a Roma: ATTENZIONE!

Truffa in tangenziale
Truffa in tangenziale

Truffa in tangenziale

Vi racconto un tentativo di truffa in tangenziale a Roma. Per come è finita ritengo che si sia trattato di un tentativo di truffa. Troppe cose sospette. Un episodio a cui fare attenzione, perché potrebbe capitare a tutti.

Siamo in macchina sulla tangenziale, io e papà. Procediamo correttamente sulla corsia a sinistra. Superando una macchina sentiamo tipo un botto. Come se qualcosa ci avesse colpito. Dopo un po’ una macchina a destra ci supera ed il tipo al volante ci fa dei segni con le mani. Procediamo. Ci supera di nuovo indicando di accostare. Mette le 4 frecce e appena possibile si ferma. In un punto veramente poco adatto a fermarsi.

Si avvicina alla nostra macchina, dal lato del passeggero e dice a mio padre che deve fare attenzione quando guida. Gli dice: “ma non ha sentito tutti quelli che gli suonavano mentre mi sorpassava?”. E sostiene che mio padre lo ha preso, strusciandolo sulla fiancata. Mio padre gli risponde che non può averlo preso, perché era lontano da lui quando lo ha superato. Ed infatti anch’io ricordo che eravamo distanti. Quello insiste. Dice che lui è un bravo ragazzo, ha anche dei figli, ma non si vuole fare prendere in giro. Tocca più volte il lato della nostra macchina dicendogli che si vede la strusciata della vernice della sua macchina. Mio padre da lì non può vederla. Sostiene che stavamo in curva, in salita e che mio padre allora non si sarebbe accorto, ma gli si è avvicinato e l’ha preso. Mio padre prova a scendere per controllare, ma in quel punto le macchine passano veloci. E’ impossibile scendere. Allora il tipo gli dice che possiamo fermarci più avanti, dove è più sicuro.

Ci spostiamo un po’ più avanti. A quel punto il ragazzo scende di nuovo con in mano il telefono. Sembra che stia chiamando i vigili. A me dà l’impressione che sia una finta telefonata. Ma non ho le prove. Ai presunti vigili dice che c’è un signore che lo ha preso, poi che non ci sono feriti e gli dice che li richiama… Mi puzza di finto questa telefonata.

Scendendo dalla macchina apre lo sportello dietro, tocca qualcosa dentro e lo lascia aperto. Non prende niente e non si capisce perché lo abbia aperto. Pensando che possa aver volutamente sporcato la nostra macchina, magari si è pulito la mano o ha appoggiato dentro quello che ha usato per sporcarla quando si è avvicinato prima. Mi viene l’impressione che non voglia fare vedere la targa della sua macchina. Sul sedile dietro c’è una tipa che continua a girarsi verso di me. Come a volermi controllare.

Il tipo fa vedere a mio padre la presunta strusciata sulla nostra macchina. Gli dà anche dei consigli, perché lui è carrozziere e dice che sulla macchina di mio padre si toglierà facilmente. Deve solo pulirlo con un panno e l’acetone. Ma invece la sua macchina deve riverniciarla, perché si è tolta tutta la vernice dalla fiancata. Tutto molto strano.

Si avvicina alla sua macchina e dice di voler fare il CID. Anche se la macchina non è sua. Chiede a mio padre se invece questa è la sua macchina. Mio padre si avvicina, parlano. Non li sento. Poi mio padre torna da me e mi chiede se ho 100 €. Pare che si siano messi d’accordo per non mettere in mezzo l’assicurazione. Mio padre dovrebbe dargli 100 € e finisce lì.

Io ovviamente non giro con 100 € in tasca. E meno male. Allora a quel punto si accordano per uscire sulla Tiburtina ed andare al bancomat a prelevare. Così mio padre può dargli i soldi e la storia finisce lì. Quando il tipo chiude lo sportello dietro per risalire in macchina e partire, io fotografo la targa. E’ tutto così strano. Penso che sia meglio fotografarla.

Usciamo dalla tangenziale. Ci fermiamo in un piazzale e mio padre va al bancomat. Il tizio si è fermato più avanti ed arriva a piedi. Mi vede in macchina, si avvicina e mi chiede se può prendermi una bottiglia d’acqua al bar. No, grazie.

Mio padre torna. Non è riuscito a prelevare, perché non è il bancomat della sua banca. Il tipo fa un po’ di storie. Mio padre gli propone di andare a un altro bancomat lì vicino. Ma lui cambia atteggiamento. Dice che non importa. Fa la foto alla targa e alla strusciata sulla nostra macchina e che farà la denuncia. Dice che passerà tutto all’avvocato della moglie per la denuncia. Non può aspettare altri 5 minuti. Poi dice che anch’io ho fatto la foto e allora la deve fare anche lui.

A quel punto ed intervengo dicendogli che allora anche noi dobbiamo fotografare il presunto danno sulla sua macchina. Lui dice che va a prendere la macchina e ci raggiunge. Mio padre invece gli va dietro per andare a fotografare la macchina. Dopo un po’ tornano insieme. Mi dicono di cancellare la foto. Che anche lui ha cancellato tutte le foto. Che possono chiuderla da uomini con una stretta di mano. Non c’è bisogno di mettere in mezzo gli avvocati. Dice che la macchina non è sua, è della sua ragazza che ha appena preso la patente. Poi dice che la moglie si è stranita perché ho fatto la foto e teme una controdenuncia… Io mando la foto a mio marito. Non voglio cancellarla, ma in previsione che mio padre me la voglia far cancellare, meglio mandarla a qualcuno per avere la prova.

Moglie o fidanzata? Le ha tutte e due? Non si capisce. Diventa tutto surreale. Mio padre lo convince ad andare con le macchine all’altro bancomat per prelevare. Io decido di chiamare mio marito. Mi puzza troppo di truffa. Mio padre è intenzionato a dargli 100 € così. Mio marito è nelle vicinanze. Lo chiamo per farlo intervenire. Meglio un occhio in più.

Arriviamo all’altro bancomat. Mio marito sta arrivando e mi dice di trattenere mio padre fino al suo arrivo e non fargli dare i soldi. Il tizio si è fermato con la macchina dietro l’angolo. Arriva a piedi, aspettando che mio padre prelevi. Mio padre prende i soldi. Sta per andare da lui. Ma io gli dico di aspettare un attimo, perché sta arrivando mio marito a vedere cosa è successo.

Il tizio mi sente mentre dico che sta arrivando un’altra persona. Si allontana. Gira l’angolo, come per andare a controllare la macchina. Arriva mio marito. Insieme a mio padre girano l’angolo per andare a vedere la macchina del tipo ed il presunto danno. Il tizio è sparito. Non c’è più. Né lui e né la macchina. Se ne è andato.

Questo mi convince ancora di più che sia stato un tentativo di truffa in tangenziale.

Quindi fate attenzione. Era una Peugeot 205 di colore nero. Il tipo era un ragazzo italiano di circa 30 anni. Altezza media, magro, capelli corti. Senza un particolare accento regionale. Questo è solo un caso di truffa in tangenziale, ma potrebbe accadere a chiunque e su qualsiasi strada.

Image by Wolfgang Eckert from Pixabay

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