Pandemia Un anno dopo… E non è cambiato niente

Un anno dopo
Un anno dopo

Un anno dopo

Un anno dopo l’inizio della pandemia. E siamo ancora qui quasi nelle stesse condizioni. Solo che un anno fa non immaginavamo quello che sarebbe successo. Ora che sappiamo cosa abbiamo passato in quest’ultimo anno, la paura che certe situazioni possano tornare c’è. Ed è tanta.

Un anno fa non sapevamo cosa aspettarci. Pensavamo che sarebbe durata poco. Ma i giorni passavano. Sono diventati settimane e poi mesi. E ad un anno di distanza ancora non sappiamo quando ne usciremo. E dopo un anno comincia a diventare pesante.

Il 5 marzo 2020 uscivo dall’ufficio pensando che ci sarei tornata dopo una decina di giorni. Le scuole avrebbero dovuto riaprire dopo 10 giorni. Sarei rimasta a casa giusto il tempo di quella breve chiusura. Ma poi le scuole per quell’anno scolastico non hanno più riaperto.

Abbiamo affrontato il lockdown. Uscire di casa di nuovo tutti insieme dopo due mesi sembrava così strano. Un senso di libertà che ci faceva paura. Abbiamo atteso l’arrivo dell’estate, pensando che tutto sarebbe tornato come prima. Ma nemmeno l’estate è riuscita a tirarci fuori da quest’incubo. Ci ha dato la speranza di poter tornare a una vita normale, ma poi l’ha distrutta, così come ce l’aveva data.

E pensare che fino ai primi di marzo dello scorso anno la situazione non ci sembrava così pericolosa. Ricordo una festa di compleanno in un locale piccolissimo a fine febbraio. Tutti stretti l’uno accanto all’altro. Ci sembrava la normalità. E non immaginavamo che da lunedì a una decina di giorni ci avrebbero chiuso in casa.

Adesso pensare a quelle feste, ai ritrovi con gli amici, ai momenti tutti insieme sembrano così lontani. Torneranno? Riusciremo a riappropriarci dei nostri spazi, senza aver timore di essere troppo vicini agli altri?

Il 5 marzo 2020 uscivo dall’ufficio e pensavo di tornarci dopo 10 giorni. È passato più di un anno e ancora non ci sono mai tornata. Ancora è presto. Ancora non mi sento tranquilla all’idea di tornarci. E, visto che non ce n’è la necessità, continuo a lavorare da casa. Non mi manca la vita dell’ufficio. Il tempo perso sugli autobus per andare e tornare. Ma due o tre colleghi mi mancano. Quel confronto quotidiano. A volte poi era solo un saluto in tutta la giornata, perché poi non passavo il tempo davanti alla macchinetta del caffè a chiacchierare e la pausa pranzo era quasi sempre davanti al PC.

Ma nonostante questo, quei due o tre mi mancano. La lontananza in questo anno mi ha fatto capire quanto, in un certo modo, sia legata a loro. Anche se, ai tempi dell’ufficio, non potevamo definirci propriamente “amici”. Con qualcuno di quei due o tre, in questo anno ho stretto un rapporto a distanza. Per condividere pensieri e sensazioni. Con qualcuno ci sto provando, ma non so ancora se ci sto riuscendo.

Ma quello che mi manca di più da un anno a questa parte, sono gli abbracci. Ne sento proprio la mancanza fisica. Quell’abbraccio con un amico, anche senza un motivo particolare. Giusto per dirti… Ehi, anche se ci si vede poco, però sei sempre speciale per me. Ti voglio bene. Quell’abbraccio disinteressato, solo perché ti va di darlo. 

Ci sono giorni in cui vorrei abbracciare persino i miei fisioterapisti. Perché sono le persone che da 5 mesi a questa parte frequento di più. In realtà le uniche che frequento, a parte la famiglia più stretta. Persone a cui mi sono rivolta per necessità. Ma che in questi mesi sono diventate una boccata d’aria fresca in questo periodo così strano. Persone che fanno il loro lavoro, ma che mi offrono un momento di svago, un momento solo per me, nonostante il fatto che non vada da loro per divertimento. Ma non posso abbracciare nemmeno loro.

Cerco di aggrapparmi a quei pochi istanti in cui qualcuno, anche se a distanza, mi strappa un sorriso, anche se non ne avevo voglia. E ne vorrei di più di questi momenti. Ma li vorrei in presenza. Non attraverso lo schermo di un PC, attraverso un telefono o una chat.

Ma non so quando sarà di nuovo possibile. Nessuno lo sa. E tutto questo comincia a pesarmi. È passato un anno e ancora non ne usciamo. Ed io ho voglia di normalità. Quella normalità che allo stesso tempo mi spaventa, anche se un tempo non ci facevo caso e la davo per scontata.

Ma quella stessa normalità adesso mi fa paura. Noi evitiamo tutto quello che non è veramente necessario. Vedo gente che invece va tranquillamente in giro, a pranzo fuori, a fare l’aperitivo… Come se nulla fosse. O per lo meno per cercare di vivere in modo più normale possibile. Ma io non ci riesco ed ho paura di tutto. Evito di vedere amici o parenti. Ma ne avrei così voglia… Ma per ora vince l’ansia. Ansia nata un anno fa, che poco a poco si è fatta spazio nelle nostre vite stravolgendole completamente. Vorrei essere solo un po’ più spensierata… Senza starmi a preoccupare di ogni persona che incontro.

Un anno dopo, siamo ancora qui a sperare di uscirne presto. E soprattutto a sperare che non ci sia un nuovo lockdown o il ritorno alla DAD. Chissà…

Image by StockSnap from Pixabay

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