Mamma di una ginnasta dell’agonistica: perché non ne posso più

Ginnasta dell'agonistica
Ginnasta dell’agonistica

Ginnasta dell’agonistica

Sono mamma di una ginnasta dell’agonistica. Una bambina di quasi 9 anni, che ha iniziato 2 anni fa in preagonistica, un mese prima dello scoppio della pandemia. Una bambina che, quindi, ha vissuto il far parte dell’agonistica in maniera molto blanda, fino a poco meno di un anno fa. Ho già parlato di questo argomento, spiegando perché vorrei che mia figlia uscisse da questo mondo. Ultimamente non mi sento capita, soprattutto da chi mi sta vicino.

Siamo entrati in questo mondo perché mi sembrava una cosa carina. Tornassi indietro non accetterei di farla provare. All’inizio mi è stato detto che la palestra sarebbe dovuta essere più importante di tutto. Non avevo inteso fino a che punto. All’inizio ero anche contenta di averla fatta entrare nella preagonistica, ma dopo un anno di sperimentazione, dopo quasi un anno di agonistica, mi convinco sempre più che non voglio più farne parte. Non è la vita che vorrei per mia figlia. Perché non penso che, al momento, sia la vita che lei vuole. Se la vedessi convinta, che vedessi che è sicura di voler fare solo questo, sarebbe diverso. Ma tutta questa convinzione non la vedo in lei. All’inizio era entusiasta. Man mano questo entusiasmo si è affievolito. Poi va in palestra, si impegna e si diverte, questo non lo nego, ma quando esce dalla palestra, non le manca quella vita. Ha altro a cui pensare. E’ stata a casa in quarantena per 10 giorni. Non si è allenata nemmeno per un’ora. In palestra si impegna, ma come fa in tutto quello che le piace fare. Non è che qui si impegna di più perché questo è “il suo mondo”.

Non mi sento capita se dico che mia figlia dovrebbe uscire dal gruppo dell’agonistica, perché mi viene risposto che a lei piace. Ma non è così. A lei piace l’allenamento più avanzato, piace il fatto che in un corso così avanzato le fanno fare esercizi che in un corso normale non le farebbero fare. Le gare alla fine va a farle, ma come farebbe qualsiasi altra cosa. Non si va ad allenare in palestra pensando alle gare. Non va agli allenamenti pensando che così potrà migliorare per andare meglio alle gare. Si allena semplicemente perché le piace fare ginnastica. Ma non ha la mentalità che in palestra vorrebbero che avesse. Vuole essere libera di fare anche altro. Non pensa che la palestra e gli allenamenti siano più importante di tutto. E a volte può capitare che non voglia andare perché stanca, perché vuole fare altro o semplicemente perché magari non ne ha voglia.

Ha altri interessi e voglia di fare altre cose. E a me va bene così. Non vorrei che alla sua età si limitasse e vivesse solo per la palestra. E se un giorno capita di fare qualcos’altro, che per lei è importante, ha voglia di farlo, perché pensa che tanto in palestra ci sta tutti i giorni e se manca un giorno non succede niente. Ma nella realtà questi suoi pensieri in palestra non sono accettati. Perché la palestra deve essere più importante di tutto. Deve venire prima di tutto. Quindi se quel giorno devi andare in palestra, non puoi fare altro. Non è concepito. Perché perdere UN SOLO ALLENAMENTO significa perdere tanto.

E sinceramente mi dispiace molto che proprio chi mi sta accanto non capisca il mio pensiero. E non capisca perché io ritengo che sarebbe meglio lasciare l’agonistica. E mi risponda: “ma a lei piace!”. No, a lei non piace l’agonistica in sé e quello che rappresenta. A lei piace quel tipo di allenamento. E l’ideale sarebbe fare l’agonistica senza far parte dell’agonistica. Ma ovviamente non è possibile. Ed allora io mi chiedo: perché continuare a spendere tanti soldi, a sprecare tempo prezioso, a dover organizzare la nostra vita in base agli impegni della palestra per fare qualcosa in cui la stessa bambina non crede fino in fondo? Perché continuare a fare l’agonistica se lei vorrebbe essere libera di fare anche altro?!? E allora perché il mio ragionamento sarebbe così sbagliato?!? Solo perché a lei piace allenarsi? Se fai parte dell’agonistica, non puoi fare altro. Questo ti viene detto. Se fai parte dell’agonistica devi essere disposto a fare sacrifici. Sia l’atleta che la fa che i genitori stessi. Se fai parte dell’agonistica, tutta la tua vista deve girare intorno a quello. Gli allenamenti devono essere più importanti di qualsiasi altra cosa. Non è concepito che tu possa mancare per partecipare a un compleanno o semplicemente perché hai voglia di un pomeriggio libero.

Come le piace allenarsi, le piacciono tante altre cose. E se c’è un compleanno che ritiene importante, se c’è un evento a cui vorrebbe partecipare, lei è la prima a dire che vuole saltare la palestra per fare altro. Ed allora perché è così difficile da capire il mio punto di vista se dico che sarebbe meglio lasciare e cercare un altro corso non agonistico? Perché devo passare sempre io per quella che non capisce?

Perché devo crescere mia figlia, come mi dicono in molti, permettendole di pensare che, se qualche volta non vuole andare in palestra, basta inventarsi che sta male e te la cavi così, per evitare che poi gli istruttori le facciano la solita ramanzina sull’importanza di non saltare nessun allenamento? Perché farla continuare fino a quando saranno gli istruttori a dire che è meglio lasciare?!? Io non voglio che mia figlia cresca pensando che sia meglio dire una bugia, piuttosto che esprimere il proprio pensiero o la voglia, per un giorno, di fare altro piuttosto che andare in palestra. Non voglio che si arrivi al punto in cui magari questo o quell’istruttore le dice che non può continuare perché non si è impegnata abbastanza. E’ così assurda come cosa pensare di volerle far fare un corso non agonistico?

Mi sono stancata di sentirmi dire che la devo lasciare libera di continuare questa strada e libera di dire bugie se qualche volta non ha voglia o vuole fare altro. Non è così che voglio crescere mia figlia. Non come una bambina che si senta legittimata ad inventare storie e a dire bugie, per essere libera di fare quello che vuole. A queste condizioni non ci sto a continuare questa strada. Me ne tiro fuori.

Voglio che sia libera di fare esperienze di ogni genere. Tutte quelle che a questa età età sia giusto che faccia. Senza farsi problemi di come in palestra potrebbero prendere la sua decisione di non andare un giorno. E soprattutto senza aver paura di dire all’istruttore che per un giorno non vuole andare perché è stanca, non ne ha voglia o per una volta vuole fare altro. E che pensi che sia meglio dire una menzogna all’istruttore. Più di una volta mi è stato detto che la palestra è come la scuola. Che se non volesse andare a scuola, io ce la porterei lo stesso. Allo stesso modo devo fare con la palestra. Dovrei portarla anche se non vuole andare, anche se è stanca o non ha voglia. No, non ci sto. La palestra si fa per scelta. Deve essere un piacere, non una imposizione. E se mia figlia mi chiede di fare altro, non starò qui ad impedirglielo. Se mi chiede come regalo di compleanno di non farla andare in palestra, sarò pronta ad accontentarla. Ma non appoggerò le bugie per saltare gli allenamenti. E non appoggerò chi invece la vuole spingere a dire bugie per saltare questo o quell’allenamento. Non è nel mio stile. Non è l’educazione che voglio darle.

Se essere una ginnasta dell’agonistica significa diventare una che mente per fare quello che preferisce o qualcos’altro a cui tiene… io non ci sto. Non voglio essere una mamma di una ginnasta dell’agonistica così. E preferisco mille volte dire chiaramente che vorrei che ne uscisse piuttosto che fare finta che vada tutto bene e approvare qualsiasi atteggiamento di questo tipo o qualsiasi rimprovero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *