La vita ai tempi del Coronavirus: Diario di bordo Settimana 2

Settimana 2
Settimana 2

Settimana 2 Diario di bordo

Ecco la settimana 2 del mio diario di bordo ai tempi del coronavirus. Siamo chiusi in casa da una settimana. Io sono uscita una volta sola per andare a fare la spesa. Le bambine sono chiuse in casa da 2 settimane. La scuola è chiusa da 12 giorni effettivi.

Come procede?

Convivere h24 non è sempre semplice. Io devo lavorare praticamente tutti i giorni (anche se in teoria alcuni giorni sono in ferie forzata). Ovviamente cerco di dedicarmi alle piccole, ma avendo cose da fare, ci sono momenti in cui più di tanto non posso starle a sentire o seguire quello che vogliono (anche se cerco di farlo il più possibile). Non potendo mai uscire a fare una passeggiata, non c’è modo di sfogarsi. E così a volte capita di essere un po’ nervosi. Pianti improvvisi o dispetti a non finire… Cose con cui dobbiamo convivere.

Bisogna avere pazienza e aspettare che tutto questo passi.

Abbiamo continuato le nostre giornate come la prima settimana. Io lavorando in smart working. Loro hanno fatto i compiti. Questa settimana la preside ha fatto attivare la piattaforma per la didattica online anche per la scuola primaria. Vedremo come la useranno le maestre. Gli esercizi e le sfide di ginnastica che l’insegnante ci manda continuamente (e per questo la ringrazierò veramente tanto quando potremo di nuovo vederla). La nostra compagnia teatrale preferita, Un Teatro da Favola, ha iniziato a fare delle dirette il pomeriggio su Instagram, portando un po’ di buonumore ogni giorno nelle nostre case. Sto seguendo anche le lezioni di ginnastica di Fabio, personal trainer che lavora nella nostra palestra, con le sue dirette su Instagram.

Abbiamo anche noi fatto l’arcobaleno su un lenzuolo (mancano gli ultimi dettagli e poi lo potremo esporre sul balcone). Spesso la gente organizza flashmob con applausi per i medici o canzoni da cantare tutti insieme. Io non partecipo. Non mi danno fastidio, ma sinceramente non ne capisco il senso. Sarà per cercare di sentirsi uniti?

Un giorno su tutti è stato il più difficile. Il mio migliore amico ha perso la mamma (non per questo maledetto coronavirus). E non ho potuto stargli vicino per abbracciarlo personalmente. Gli unici contatti possibili sono a distanza.

Figlia Due poi ha iniziato a organizzare videochat con i suoi compagni di scuola. E sono veramente troppo teneri. Vedere come chiacchierano e si raccontano queste giornate attraverso un pc. Insomma, anche noi resistiamo. Rispettiamo le regole e non usciamo. E continuiamo a sperare che si possa tornare presto alla normalità. Per aver modo di poterci gustare di nuovo un gelato nella nostra gelateria preferita. O andare a fare una passeggiata. O ricominciare ginnastica e nuoto.

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