Come fare a casa il cestino della rabbia

Bambina arrabbiata
Bambina arrabbiata

Emozioni dei bambini

I bambini, si sa, non sanno gestire le proprie emozioni quando sono piccoli. Può capitare, quindi, che dimostrino un disagio per una determinata situazione in maniera che può sembrare anche molto violenta. E spesso i genitori non sanno cosa fare per gestire questi momenti.

E li capisco. Sono io la prima. Non sempre è facile. E riuscire a mantenere la calma è altrettanto difficile. Davanti ad un bambino arrabbiato bisogna cercare il modo migliore per interagire con lui in modo da non peggiorare la situazione.

Noi abbiamo trovato un libro molto utile che ci piace leggere a casa. Si intitola “Che rabbia“, è stato scritto da Mireille d’Allancé ed è pubblicato da Baba Libri. E’ la storia di un bambino che torna a casa arrabbiato e non vuole mangiare. Così il papà lo manda in camera sua e qui esce fuori tutta la sua rabbia, sotto forma di una specie di mostro rosso che distrugge tutto. A quel punto, però, il piccolo capisce che il mostro sta esagerando e così la rabbia inizia a diminuire. Una bella storia da leggere per parlare ai bambini di questa emozione che a volte possono provare.

che rabbia
Che rabbia

Come fare il cestino della rabbia

Sin da piccoli i bambini provano emozioni. Gioia, paura, tristezza, rabbia… Spesso da piccoli non riescono a spiegare a parole quello che provano e lo fanno capire principalmente con i gesti. Un bambino geloso per l’arrivo di un fratellino o una sorellina può, ad esempio, far notare la sua gelosia con momenti anche di aggressività nei confronti della mamma o del papà. E’ compito dei genitori cercare di trovare il modo migliore per aiutare i bambini a gestire le proprie emozioni.

Tra le varie proposte per aiutare i bambini a gestire e superare la rabbia ce n’è una che mi sembra molto interessante: il cestino della rabbia.

Si deve prendere una scatola o un contenitore. Poi si dà la possibilità al bambino di personalizzarlo come preferisce: può colorarlo, attaccarci adesivi, farci un disegno. Insomma quello che vuole, per renderlo “suo“. Questo sarà il suo cestino della rabbia. Poi dovrà scegliere un posto dove tenerlo: sulla scrivania, dentro all’armadio, sopra un mobile. Un posto dove possa prenderlo ed utilizzarlo facilmente da solo senza dover chiedere aiuto a nessuno.

A questo punto tocca a noi spiegare al bambino come utilizzare il cestino della rabbia. Dobbiamo infatti invitarlo, ogni volta che ci sarà un episodio di rabbia in casa, ad andare a mettere nel cestino un oggetto o un disegno che rappresenta l’emozione che ha vissuto in quel momento. Oggetti e disegni che poi potremo guardare insieme nei momenti di calma per cercare di parlare insieme al piccolo di quello che ha provato.

Il cestino della rabbia non serve per liberarsi della rabbia, ma è pensato per aiutare il bambino a dare una forma alla sua rabbia e ad imparare a gestirla.

Un altro modo per fare il cestino della rabbia è invece quello di creare una scatola vera e propria in cui racchiudere la rabbia. All’esterno della scatola bisogna attaccare una foto del bambino felice, mentre all’interno mettere un pupazzo con la faccia arrabbiata. Il bambino poi potrà usare quella scatola per contenere la sua rabbia. E bisogna invitarlo ad utilizzarla per metterci dentro tutta la sua rabbia di quel momento, magari urlandola dentro la scatola (un po’ come fa il protagonista del libro di prima quando urlando fa uscire la sua rabbia nella sua camera). Una volta che il bambino ha rinchiuso la rabbia nella scatola, si deve cercare di parlare con lui per arrivare a capire cosa l’ha scatenata.

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