Auguri Nonno Paolo

io e mio nonno Paolo
Io e mio nonno Paolo

Auguri Nonno Paolo

Oggi mio nonno avrebbe compiuto 92 anni. Invece se ne è andato 20 anni fa, lasciandoci un vuoto incolmabile. Se ne è andato all’improvviso, in un caldo pomeriggio di inizio estate. Se ne è andato il giorno dopo che ho finito il Liceo, mentre mi preparavo agli esami di maturità. Una domenica che fino a quel momento era stata tranquilla si è trasformata in una delle peggiori domeniche della mia vita. Se ne è andato come aveva sempre sperato… in un attimo, senza soffrire e senza “pesare” sulle persone care con mesi di sofferenze o malattie. Se ne è andato mentre si trovava in vacanza nella casa di montagna.

Ma se ne è andato troppo presto. Avevamo ancora tante cose da fare insieme… Avrei voluto che fosse presente a tanti avvenimenti della mia vita… Il diploma. La laurea. Il matrimonio. La mia maternità. L’ho sempre sentito vicino. In tutti questi momenti. Anche se fisicamente non era con noi. Ci sono cose anche che forse è meglio che tu non abbia vissuto…

Se ne è andato 4 mesi prima di festeggiare 50 anni di matrimonio. L’anno precedente volevamo festeggiare i 49 anni, ma lui non aveva voluto, perché se ci fosse arrivato avrebbe voluto festeggiare i 50 anni. Ma così non è stato. Se ne è andato 10 anni dopo aver avuto un infarto. Prima fumava tanto. Dopo l’infarto si era spaventato e aveva smesso di fumare da un giorno all’altro. Senza ripensamenti. Il suo cuore non avrebbe retto le sigarette. E così aveva smesso, sostituendole con le caramelle alla liquirizia. Le aveva sempre in tasca o sul tavolo di casa.

Oggi avremmo festeggiato i suoi 92 anni. Ed anche se non possiamo festeggiarli, il mio pensiero va a lui. A lui che mi voleva tanto bene. Ero la sua prima nipote. La preferita. Lo sapevano tutti. E’ stato 19 anni accanto a me ed ho tanti bei ricordi.

Lui che mi veniva a prendere all’asilo ed era sempre in prima fila alle 12.30. E quando non conquistava la prima fila, alzava la mano in modo che potessi vedere che c’era. Lui che me le dava sempre vinte e mi accontentava in tutto (ora da mamma, un atteggiamento simile non lo approverei molto… ma da bambina (e nipote) mi faceva felice). Lui che mi veniva a trovare a casa. Oppure che ci riaccompagnava quando andavamo noi a trovarlo, le domeniche pomeriggio quando mio papà lavorava. Lui che andava sempre alle riunioni di condominio al posto dei miei, perché queste cose gli piacevano (organizzava sempre tutto) ed arrivava almeno un’oretta prima della riunione per stare un po’ con me. Lui che il pomeriggio dormiva e alle 16.00 si faceva svegliare da nonna con una bella spremuta d’arancia. Lui che ogni giorno aspettava la mia chiamata dopo il riposino (ed io non dimenticavo mai di chiamarlo). Lui che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me. Lui che mi ha insegnato il valore del denaro. Lui che mi faceva utilizzare la sua macchina da scrivere, anche quando ancora non sapevo scrivere e scrivevo lettere a caso (ed era sempre una gioia per me). Lui che, dopo che avevano tolto il telefono alla casa in montagna, mi chiamava dalla cabina telefonica della piazza, per dirmi che andava tutto bene (i cellulari ancora non si usavano molto…). Lui che anche il giorno prima di andarsene mi aveva chiamata. Lui che la prima volta in cui sono andata a trovarlo da sola con l’autobus a casa, poi mi ha riaccompagnata alla fermata e mi ha fatto compagnia finché non è arrivato il tram.

Lui che era cresciuto in epoca fascista ed è sempre stato un papà autoritario (ma con me non lo era per niente). Lui che, dopo la seconda guerra mondiale, era andato a lavorare in Germania per garantire alla sua famiglia una migliore qualità della vita. Ed anche se tutti dicevano a mia nonna che sicuramente non sarebbe mai tornato dalla Germania e li avrebbe abbandonati (come molti avevano fatto ad altre donne), lui era tornato, dimostrando di essere migliore di tanti altri uomini. Lui che era ostacolato dal suocero, che pensava non sarebbe mai stato un buon padre di famiglia, visto che era orfano di padre, ed invece è stato un grande padre di famiglia. Lui che ad un certo punto ha deciso di trasferirsi dalla provincia di Foggia a Roma con tutta la famiglia. Lui che ha sempre lavorato tanto. E poi si è goduto la pensione. Lui che era sempre pronto a partire se c’era qualcuno che stava male o c’era qualche problema.

Ovunque tu sia… Tanti auguri Nonno Paolo per i tuoi 92 anni.

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