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Grande Cocomero, cugino autunnale di Babbo Natale

| Halloween, Mamma bradipa suggerisce

Fino a una decina di giorni fa, credevo che Il Grande Cocomero fosse solamente il titolo del film con Sergio Castellitto. Invece ho scoperto essere una specie di Babbo Natale autunnale nato tra le strisce dei Peanuts.

Praticamente, la notte di Halloween, il Grande Cocomero (adattamento italiano a “the Great Pumpkin”- la grande zucca) sorge nel campo di zucche più sincero per poi andare a portare doni a tutti i bambini del mondo.

Il fatto che scelga il più sincero e che ci si possa rivolgere a lui con delle lettere di desideri, mi ha fatto venire un’idea:

Il Grande Cocomero potrebbe essere l’occasione per richiedere dei desideri di cuore e non di portafoglio.

Desideri come fare un pic nic in camera,

come un giorno senza andare a scuola e stare in pigiama tutto il giorno,

o un pranzo a base di gelato e caramelle.

Al giorno d’oggi i nostri bambini sono tempestati da immagini commerciali. Il Natale non è più la festa dei buoni sentimenti, ma dei regali (grandi e costosi). Per non parlare di Befana e Pasqua che un tempo erano feste di dolcetti e cioccolato, ma che sono diventate anch’esse occasioni per ricevere doni a tema.

Come ho già avuto modo di scrivervi, Halloween è una festa che non amo molto. L’unica cosa che mi sta simpatica è la zucca, ma diciamo la verità, potrei benissimo vivere senza ragni, pipistrelli, streghe e fantasmi.

Così, per renderla più affine alle mie corde, ho pensato che la sera del 31, dopo un pomeriggio a fare dolcetto o scherzetto, potremmo scrivere su un foglietto un desiderio ciascuno e poi bruciarlo nella nostra zucca intagliata fantasticando che volando col fumo, raggiunga il Grande Cocomero.

Per quanto i miei figli siano amanti di coccole e momenti insieme, dove ti giri ti giri è un continuo martellamento che ti suggerisce di avere avere avere sempre di più.

Non sarebbe bello desiderare anche l’arrivo di una festa che porterà in dono semplicemente momenti felici?

Se sarà un successo non lo so, intanto noi ci proviamo.

 

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Asilo: quello che le mamme vorrebbero sentirsi dire dalle maestre

| Mamma Bradipa ironica, mamme, scuola, scuola materna, Senza categoria

Care Mamme,

l’asilo è cominciato ormai da un bel po’ – e con lui, anche il solito trantran porta e riprendi, porta e riprendi.

All’uscita, ci sono quei secondi in cui la maestra vi guarda, in una frazione di secondo collega il genitore al figlio corrispondente e poi, un sorriso ed uno sguardo accompagna il passaggio del bambino dalle sue alle vostre mani.

Ogni volta si conclude tutto con un “a domani”, ma chi di noi non spera che in quel momento la maestra ci dica qualcosa? E ognuna di noi qualcosa di diverso.

A quale mamma somigliate di più?

 

L’asociale: Questa mamma spera che la maestra dica che dal giorno dopo i bambini vengono consegnati a domicilio così non dovrà vedere più nessuna mamma. Anzi, che non le venga detto proprio nulla, ma che venga informata per scritto senza dover colloquiare. In subordine, si accontenta che la maestra non la guardi, non la saluti e non debba comunicarle NIENTE. Prega che i laboratori di Halloween e Pasqua vengano aboliti e le recite di Natale e fine anno, VIETATE.

La sognatrice: Arriva all’asilo volteggiando come nelle pubblicità degli assorbenti con le ali. Attende con impazienza che la maestra incroci i suoi occhi e ogni giorno , indugia quei due-tre secondi nella speranza che l’insegnante la fermi e le dica più o meno questo: “Signora, ma suo figlio è meraviglioso! Ho visto tanti bambini in vita mia, ma mai un ragazzino così sensibile, intelligente e dotato! Pensi che stiamo pensando di promuoverlo direttamente in quinta elementare! E poi ha decorato tutta l’aula incollando micro tessere di mosaico e formando la figura di un ornitorinco! Si vede che ha una mamma straordinaria!” Ogni giorno indugia, ma non succede proprio nulla e così se ne va via spegnendo passo dopo passo il suo sorriso a 45 denti.

La stressata: Di solito è sempre nervosa perché circondata da mamme sognatrici con figli super tranquilli e si sente sempre un po’ fuori luogo ed incompresa. Le sue amiche parlano di come il giorno prima abbiano ricamato a punto croce con i figli, mentre lei pensa che il suo, ha fatto una gara di caccole col fratello. Le dicono di come sia facile essere mamma del loro bambino, così amorevole e quieto e medita di lasciare il suo qualche ora a casa loro per vedere se le ritroverà con i capelli perfettamente in piega o come i suoi, –  che sembrano sempre reduci da un tornado. Così, un po’ incazzata e un po’ depressa, arriva a scuola aspettandosi come al solito di sentirsi dire che suo figlio è << solo un po’ vivace>>, quando per lei, è una pallina salterina impazzita che non si ferma mai e che combina guai ad ogni rimbalzo. Facendo appello a tutti i Santi che conosce, con tutta se stessa si augura un giorno di sentirsi dire: “Signora mi dia il cinque. Stare una mattinata con suo figlio manda in tilt qualsiasi cervello! Dovrebbero farle un monumento per non essere impazzita standoci tutti i giorni! Brava! Mitica!”

La preoccupata: Ha sempre paura che il figlio ne abbia combinata una delle sue ed arriva all’aula con le dita incrociate dietro la schiena. L’anno precedente, un giorno aveva tentato di sradicare un alberello in giardino, l’altro, di nascondere i grembiuli di tutti i compagni, un altro ancora, di allagare il bagno e così via. Controlla che all’entrata non ci siano Carabinieri od ambulanze perché così almeno non è successo niente di grave. In ogni caso, si aspetta con terrore lo sguardo castigante dell’insegnante e mentre arriva con gli occhi puntati a terra, confida che arrivi il giorno in cui si senta dire: “Signora da ormai 10 giorni suo figlio è proprio bravo! Ormai è maturato! Si vede che ha una famiglia alle spalle che lo segue e lo supporta!”

 

E poi ci sono io, che ogni volta spero che mi dicano “Abbiamo istituito l’entrata alle 10.30 per chi ha problemi di sonno”. Ma non succede mai…!

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