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Come sopravvivere ad una giornata al mare. Parte 1: in vacanza 2-6 anni.

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Care mamme che vivete in città,

se state per andare, o siete in vacanza al mare, vi suggerisco qualche trucchetto per sopravvivere ad una giornata tipo. Spiaggia di sabbia e stabilimento balneare con uno o più bambini dai tra i 2 ed i 6 anni.

Vivo al mare ed ho pensato che se ho trovato sollievo io che sono bradipa, voi che siete “normopigre”, potrete tornare dal mare e non desiderare di svenire lì, subito, così su due piedi.

Infatti, data la mia pigrizia, nel corso degli anni, ho affinato delle tecniche che mi hanno agevolata parecchio. Ed allora ho pensato a voi che avete a disposizione solo pochi giorni per prendere la mano con questo stile di “vita”.

Se funzionano? Sappiate che per sei ore di fila, io, oltre che stare al mare, riesco solo a dormire!

LA REGOLA D’ORO: vi ricordate quando al corso pre parto dicevano che le contrazioni sono come le onde del mare? Che per non venirne sopraffatte bisognava assecondarle? Ecco, il concetto è quello: la vita di mare va assecondata. Bisogna tornare bambini, istintivi, naturali e rilassati!!!! (Utopia con i bambini?!!!). Abbandonate l’idea del capello bello pettinato che si arruffa, della sabbia che fa prurito, della salsedine che secca la pelle. La vacanza al mare va vissuta tuffandocisi dentro nel vero senso della parola. Facendosi inondare da sole, sale, sabbia e conchiglie. In questo modo il mare vi rigenererà invece che stancarvi e vi renderà fortissimamente appagate. Questo lo penso in generale, ma con dei bambini vale ancora di più. Come tornare a casa senza essersi almeno una volta “impanate” nella sabbia, fatto buche e castelli giganti e corse in mare con tuffo a bomba?

Ritmo: un altro trucchetto è quello di cercare di avere ogni giorno più o meno gli stessi orari. Primo perché potrete organizzarvi mentalmente per il giorno successivo, secondo perché ai bambini di solito da’ stabilità e sicurezza avere una routine e se non a loro, al loro intestino di sicuro!! Vi eviterete così cambi estremi in riva al mare o mal di pancia fastidiosi.

Giochi: pensate a mille mila possibilità di gioco perché al mare, ogni giorno è diverso dall’altro. Ci sono bambini diversi, il mare può essere mosso o calmo, possono esserci secche, un gran vento o semplicemente un gran caldo. Quindi pensate a varie cose, dalle più sedentarie da fare sotto l’ombrellone (classici palette e secchielli, carte, materiale per disegnare, bocce, giochi di fantasia…) e quelle da fare sulla riva e in acqua (un pallone che è un evergreen,racchettoni, retini per le conchiglie,vari oggetti per giocare con l’acqua come annaffiatoi, spruzza acqua, pistole ad acqua e visto che in molti stabilimenti è possibile utilizzare un compressore, un gonfiabile. Vado contro tendenza ed invece dei fenicotteri rosa, vi suggerisco il buon caro vecchio canotto che può essere usato in mare o come piscinetta sotto l’ombrellone).

Gustatevi il tempo: per quanto possibile, contrariamente a quanto facciamo nella vita di tutti i giorni, evitate di interrompere la quiete per proporre qualcosa: se ad esempio dopo 345 volte che i vostri figli hanno chiesto quanto mancasse a fare il bagno e all’ora presunta stanno facendo un castello tranquilli e beati, shhhh! Lasciate correre. Esaurire la voglia di fare qualche gioco, insegnerà loro a godersi appieno ogni momento e li aiuterà a non “sovreccitarsi” che è il rischio più comune per i bambini non abituati al mare.

TRUCCO EXTRA FUORI CATEGORIA: appena arrivate, riempite un secchiello o una bottiglia con l’acqua della doccia e lasciatela al sole. Vi potrà servire per levare la sabbia dal sederino dei più piccini senza tragedie per il freddo, o per sciacquare i costumi. Ah…e per la sabbia negli occhi o in bocca che capita almeno una volta al giorno!

Ovviamente questi sono stratagemmi che ho fatto miei e che vi passo con il beneficio del dubbio,senza voler essere verità assoluta.

Buon mare a tutte!

 

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Che tipo di mamma sei al mare?

| mamme al mare, Senza categoria

Care Mamme,

sin da quando sono piccola, al mare, ho sempre amato sdraiarmi al sole e fare finta di dormire mentre ascoltavo le conversazioni delle persone sotto gli ombrelloni vicini. Si sa che basta un po’ di brezza per far percepire benissimo parole dette da lontano e se poi il discorso ha un po’ di enfasi ed il tono di voce di conseguenza è elevato, tatan!  Il gioco è fatto.

Negli anni, mi sono fatta una cultura soprattutto dei discorsi da mamme. E una volta che lo sono diventata anche io, ho potuto testare che le parole danno seguito a fatti e che i fatti sono sempre gli stessi per le stesse mamme. Così ho potuto creare le tipologie di mamme al mare:

Le istitutrici tedesche: le riconosci perché quando chiamano i loro bambini, un brivido ti scorre lungo la schiena e ti senti in colpa. Non sai per cosa, ma ti ci senti. Tutto avviene ad un orario prestabilito, senza sgarrare e tutto di conseguenza ha una durata ben precisa: l’esposizione al sole, il bagno, la merenda. Anche alle 18 di un pomeriggio di luglio con 40°, hanno sempre bambini puliti, profumati e pettinati. E con un libro in mano. Mah.

Le socievoli: soggiornano sulla riva. Se incroci il loro sguardo è finita. Minimo minimo ti invitano a fare l’aperitivo con marito e figli in quel locale carino carino. Roba che tu manco hai capito come si chiamano. Per loro sei semplicemente “ciao bella” anche se hai 83 anni e sei la bisnonna dell’amichetto che gioca con loro figlio.

Le tonte rilassate: pensano a voce alta e ridono tanto. Le noti sulla passerella perché ogni giorno dimenticano qualcosa: il cellulare, la crema, un figlio.

Le tonte stressate: anche loro pensano a voce alta, ma con voce terrorizzata e chiedendo aiuto agli sconosciuti che stanno prendendo il sole : “Scusi me lo può guardare un attimo Marietto che ho scordato Geltrudina alle cabine? Grazie eh!?” E mentre scappano via, dalla borsa cadono così tanti oggetti, che Pollicino in confronto è un dilettante.

Le Isteriche: urlano urlano e urlano. Anche se il loro piccino Igor è seduto lì accanto a loro e devono chiedergli che ore sono. Il rivenditore del “cocco bello, cocco fresco”, le invidia fortissimamente per la loro  resistenza. E tu a fine giornata, conosci tutti i nomi dei loro figli e pure degli amici. E pure delle mamme degli amici.

Le sdraioinglobate: le riconoscete perché non le avete mai viste in piedi. Perché anche se il loro pargoletto sta mangiando un chilo di sabbia o strappando ciocche di capelli all’amichetta, loro non si alzano e se sono all’ultimo lontanissimo ombrellone, diranno al figlio che lo vedono benissimo mentre fa il bagno. Le suole delle loro infradito sono intonse, tanto che vi siete fatte la fantasia che una gru le porti con la sdraio all’alba e le riporti a casa al tramonto.

Le organizzate: Hanno una borsa che Mary Poppins è una tipa con un buffo ombrello e una pochette. Se ci guardi dentro rischi di essere risucchiata in un’altra dimensione, ma se chiedi qualcosa, stai pur certa che ti sarà data. Dal mini set di cucito, alla tenda con mantovana (magari da rammendare!). Da medicinali per il mal di mare (casomai andasse in pedalò!!!) al mini metal detctor. E cibo, tanto cibo. Perfettamente impacchettato-conservato-refrigerato. Che potresti sopravvivere due mesi senza mai tornare a casa.

Conoscete qualche mamma così?

E altre categorie?

Dai che l’estate è quasi finita! Voi state attente, ci si risente alla fine di settembre!

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Quello che nessuno vi ha mai detto sulla prova costume

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Buongiorno a tutti!

Anche se oggi che diluvia non sembra proprio, pare che sia arrivata l’estate.

Il che, da 5 anni a questa parte, per me significa che devo fare il cambio di stagione definitivo (che quest’anno ho miticamente già fatto (https://blog.pianetamamma.it/diariodiunamammabradipa/lo-stramaledettissimo-cambio-stagione/ ), e acquistare abiti nuovi per i bambini.

La maggior parte del resto delle persone invece, per lo più femmine, dai 12 ai 50 anni almeno, comincia a tremare in vista della famigerata PROVA COSTUME.

C’è chi si prepara facendo jogging, sfoggiando le tenute estive che lasciano scoperta la pelle bianca e con la pelle d’oca, correndo verso il traguardo del sedere scultoreo.

C’è chi si allena in palestra, con gli sguardi illuminati dal fuoco sacro della sfilata sulla spiaggia e più sudano e più pensano alla possibilità di eliminare un cm di tessuto del loro costume.

C’è chi si mette a dieta e nei corridoi del supermercati, bypassa gli scaffali di dolci e cioccolate, per soffermarsi in quelli dei prodotti sani e Bio e mentre legge le etichette delle calorie, si può sentire il rumore dei suoi pensieri, anzi, proprio quello che dicono come “non è vero che l’insalata  o le gallette di riso sono poco appetitose!!!!”

Chi ha tanti soldi e poca voglia, fa il pacchetto “Un miracolo per te” nei centri di bellezza e via di massaggi, trattamenti, depilazioni e tutto quello che è possibile fare in un mese.

Ma in definitiva, ‘sta prova costume in che consiste? Cioè è scritta o orale? La commissione da chi è formata? Come si classificano le votazioni?

Poiché una blogger (sì lo so non lo sono, ma fa figo più di “mamma a tempo pieno che si diverte a scrivere idiozie”) deve documentarsi seriamente prima di scrivere qualcosa, ho fatto un’accurata indagine e dopo parecchie difficoltà ho scoperto tutto!

Leggete qua:

La commissione è formata da giudici di fitness e bellezza, severissimi e  magrissimi poiché si nascondono dietro agli ombrelloni vicino alla passerella che porta al mare. La prova è una sfilata e i parametri giudicati sono :

  • Ondeggiamento della chiappa: classificata come “Dura e cattiva”, “Soda come il Didò”, “Molle come la crema”. Eh sì, non c’è niente di più crudele della passerella di legno che amplifica ed evidenzia la consistenza del nostro sedere.
  • Depilazione: classificata come “perfetta”, “lametta ti amo”, “lametta ti amo ma ti avevo scordata fino a stamani ed ora ho tutte le gambe rosse ed irritate”. Non c’è niente da fare, se avete tralasciato il più piccolo pelo, il raggio di sole lo colpirà e lo proietterà decuplicato negli occhi di tutti i passanti.
  • Outfit: classificato come “stavo andando ad un matrimonio, ma non ne avevo voglia e sono venuta in spiaggia”, “anche se vengo al mare mi vesto carina comunque”, “tutta la roba brutta e che non mi dona la uso per andare al mare”. Ed è inutile fare uno sguardo vago alla ho preso la prima cosa che mi è capitata in mano, perché nessuno ci crede.

Note di merito o demerito per lo smalto ed il costume scelti.

In più, sappiate che se quando attraversate la passerella o andate sulla riva del mare e vi sembra che tutti vi guardino e parlino di voi, è proprio così! E la maggior parte delle volte parlano male!

Quello che conta però, è che chi ottiene il punteggio migliore, non ha nessuno sconto sul prezzo dell’ombrellone, non avrà bambini che non faranno bizze, non si abbronzeranno con più facilità e non saranno esonerate dal puzzare di sudore se non si lavano.

Potranno essere sorprese da un attacco di diarrea, cascar loro nella sabbia il contenitore di fragole appena aperto, dimenticarsi il bagagliaio della macchina aperta, diventare viola per gonfiare il canottino del pargoletto.

Macchiarsi i pantaloni per il ciclo inaspettato e svegliarsi con un brufolo gigante in fronte.

 

Quindi donne, la morale della favola è: NON è BELLO CIò CHE è BELLO, MA è BELLO CIò CHE NON FA FATICA!

Buon riposo a tutti!

 

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