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Diritto alla fatica

| Mamma Bradipa Psicologa, Senza categoria

 

Se non sei mamma, vai in palestra e puoi lamentarti della stanchezza, del mal di schiena, dell’acido lattico;
Fai il cambio di stagione e puoi lamentarti di come sia noioso, faticoso, impegnativo;
Studi e puoi lamentarti degli occhi rossi, del mal di testa, del fatto che vorresti avere più tempo per fare altro.

Sei mamma e non puoi lamentarti di nulla. Persino se tocchi il letto con tutte gli stati d’animo e i dolori scritti sopra.

Perché Mamma è bello,

Mamma è un privilegio,

Mamma è la felicità pura.

E questo pare significhi che non possiamo essere stanche. E se invece lo siamo ce ne dobbiamo vergognare.

Perché devi arrivare a sera col sorriso smagliante, le punte tirate e la pancia in dentro, come una ginnasta che aspetta la votazione dei giudici.

Perché non è ammesso che la maternità comporti stanchezza e fatica.

Se sei nervosa, “sei instabile”;

Se sei triste, “Sei depressa”;

Se sei arrabbiata, “sei senza pazienza”;

E nessuno invece ti dice “Sei stanca cara? ok, raccontami tutto”.

Possiamo essere le mamme più felici del mondo, ma abbiamo diritto a dire che siamo stanche, stressate e affaticate. Non c’è niente di sbagliato.

#dirittoallafatica

 

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Mamme fatevi aiutare!

| famiglia, mamme, stirare

Care Mamme,

oggi una mia amica mi ha dato lo spunto per questo articolo. Le mamme e gli aiuti dei parenti e degli amici. Nello specifico le mamme che non si fanno aiutare da parenti ed amici.

So che starete sogghignando pensando che sicuramente non è un problema che mi affligge. Bravissime, indovinato. Ho una laurea ad honorem in “già che ci sei potresti mica…?”

E visto che sono anche parecchio imbranata, induco anche tenerezza.

Per intenderci, sono al limite del farmi aiutare dalle vecchiette a portare la spesa in auto.

E quindi mi sento in diritto di parlare a quelle mamme che o fanno tutto da sole o niente. Che non si fanno aiutare se viene loro proposto e che nemmeno chiedono.

Fin da quando sono incinte, abituate a cavarsela sempre da sole, pretendono di fare lo stesso. Le riconosci perché sono delle specie di balene fuori dall’acqua che arrancano con 67 borse della spesa o con gli altri due figli in braccio e che sono sempre fosforescenti in viso, dai continui sforzi sovrumani.

Quando nasce il bambino, continuano imperterrite sulla loro strada. Anche se la notte dormono un’ora e l’indomani devono fare 63274528 commissioni o faccende.

A quel punto le riconosci perché hanno gli occhi iniettati di sangue, la bava alla bocca ed al primo contatto sociale scatenano l’inferno.

Care ragazze superautosufficienti mi rivolgo a voi, date retta a bradipuccia vostra: chiamate qualcuno! E non per farvi spupazzare il pupo appena nutrito e cambiato, insomma nell’unica ora (se avete culo) della giornata in cui sembra finto. Troppo facile! Andate a dormire con lui così non vi sveglierete con le orecchie stile Dumbo per quanto avrete dilatato il timpano per percepire il minimo vagito. E prima di andare in camera mi raccomando, lasciate una bella cucina coi piatti di due giorni nel lavello e una montagna di panni da stirare.

 

No?! Vi torna male?

Poi ve lo rinfacciano?! Poi fate la figura delle imbranate?! I figli li hanno tutte e bla bla bla?!

MA CHI SE NE FREGAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!

Una domanda: cosa vincete se fate tutto da sole?! Perché vi assicuro che al massimo potete ambire ad una fornitura a vita di “giramentoDiPalle24h”.

Non pronunciate le parole “Per favore potresti…” perché temete che il vostro salotto ruoti su se stesso, si trasformi un uno studio televisivo ed un grandissimo dito luminoso spunti dall’alto e vi indichi? O avete paura che se dite “Sì” ad una proposta di aiuto, vi registrino e vi cambino contratto di luce e gas a tradimento?

Perché poi, dopo che i parenti se ne saranno andati, sarete voi che con le occhiaie fino alle ginocchia dovrete guardare il bimbo, fare la cucina e stirare. Che culo! C’avete guadagnato!

Dai su. Finite di leggere queste righe e poi prendete il cellulare e componete il numero di mamma/ suocera/zia/amica e dite testuali parole:
“Ciao sono …, ti volevo chiedere: uno di questi giorni potresti venire a darmi una mano?”

Ok? Tutto d’un fiato eh?! Mi raccomando!

 

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