L’altro giorno mi ha scritto una mamma:

La mia bimba ha 4 mesi ed io l’adoro, ma non potrò mai perdonarmi di non essermene innamorata follemente appena è nata. Me ne vergogno tantissimo, secondo te cosa c’è di sbagliato in me?

Avrei voluto che lo schermo del pc fosse un portale, tuffarmici dentro ed andarla ad abbracciare così forte da farle uscire subito tutta quell’angoscia, come quando strizzi le palline con lo slime dentro.

Sarei potuta essere io sette anni fa, quando avevo paura e non avevo ancora studiato le infinite declinazioni della maternità.

Quella di sette anni fa che si sentiva sbagliata, diversa, incapace. Quella che aveva fatto una caxxata perché non sapeva proprio fare a fare la mamma –  e se non la sai fare subito, non la saprai fare mai più.

Sette anni fa, quando poi  per caso, lessi che di sbagliato non c’era proprio niente. E piano piano feci pace con me stessa.

Ma non tutte le neomamme che provano quella paura, leggono quello di cui hanno bisogno o sono circondate da persone che dicano loro che va tutto bene. Spesso invece chiedono: “O come mai ti senti così?”.

Nell’immaginario collettivo infatti, il primo incontro di mamma e bebè deve essere magico. Ma non nel senso che tutto deve favorire la serenità della nascita, nel senso che come vedi tuo figlio devi diventare feliceebasta.

Si deve piangere di gioia, vedere la vita tinta di rosa, canticchiare come un usignolo anche se abbiamo le poppe dolenti, la pancia molle e senza sensibilità ed abbiamo dormito di fila solo per 15 minuti.

Non possono esistere sentimenti ambivalenti, qualcosa per cui non ci sentiamo serene, angoscia-paura-tristezza.

Perché finché ti lamenti di una gravidanza difficile o di un parto lungo e complicato okkei, ma poi basta.
Figlio fuori= problemi fuori. Come se nella placenta vivessero tutti i casini dell’universo e una volta tagliato il cordone diventassimo ottimiste come PollyAnna in un giorno particolarmente felice.
Hai tuo figlio lì con te, che vuoi di più?
What else? Per dirla alla George Clooney.
Ma noi non siamo macchinette del caffè e nostro figlio non è una cialda.

E l’amore a prima vista è uno dei tanti modi di innamorarsi.

A volte accade altre volte no.

Ma quando è no, è facilissimo cadere nel vortice dell’angoscia anche perché basta una sola persona a farci sentire in colpa e non ne bastano 100 a convincerci che vada tutto bene. E se non ne siamo convinte noi, arrivederci.
Quindi secondo me la cosa migliore sarebbe prevenire. Passare il messaggio che ogni cosa ha il suo tempo. E così come ogni bambino ha i suoi tempi per imparare a crescere, anche ogni mamma dovrebbe poterli avere.
Ma come fare per avvertire ogni futura mamma?

Io propongo di scriverlo direttamente nei test di gravidanza.
Le istruzioni le modificherei più o meno così:

Due lineette rosa = sei incinta. Va tutto bene sia che tu sia pazza di gioia o dilaniata dal terrore. Va bene oggi, va bene tra un mese e va bene pure quando nascerà il tuo bambino. Datti tempo mamma, non avere fretta, ascolta le tue emozioni. E mettiti tante porzioni di lasagne nel congelatore, fidati!

Che ne dite? Non sarebbe una grande ed utilissima figata?

E oltre a questo, voi spettatori “dell’incintezza” altrui, per favore non dite solo “Vedrai come sarà bello”, aggiungete “e pure un casino estremo ed in certi momenti ti sentirai un’idiota per non aver preso in considerazione l’idea di non avere figli! E’ normale tranquilla!“.

Perché se tutte lo avessero ben presente, non verrebbero colte dall’angoscia più cruda. Prenderebbero atto della situazione e basta.

E così tutte le mamme, indistintamente, potrebbero semplicemente dire “Piacere, sono la tua mamma” ed iniziare a scrivere la loro storia.

 

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6 Comments

6 Comments on Piacere, sono la tua mamma

  1. Articolo da inserire nei programmi dei corsi pre parto…..ma da tenere in considerazione anche successivamente…c è chi il colpo lo accusa nel momento in cui vede minata la propria stabilità familiare, un nuovo individuo in famiglia è un bel cambiamento…gli equilibrii le priorità le esigenze i tempi e tutta la vita cambia. Grazie tesoro!

  2. Tutte le mamme sanno che avere un bambino tra le braccia, dopo averlo atteso per mesi, è la cosa più bella. anche per me lo è stato, sia per il primo che per la seconda. Ma vi posso dire che la depressione post parto ha avuto il sopravvento e la maggior parte delle volte, arrivavo a non amare i miei bimbi, sapevo che c’erano e dovevo solo compiere il dovere di madre. quindi come quella madre in questione, anch’io mi sono sentita come lei. ancora adesso, a sei anni e quattro di distanza, posso affermare che è difficile arrivare a tenere i nervi saldi, ed essere una madre esemplare, ma succede.

    • Anche io ho passato mesi difficili e mi sarebbe piaciuto essere in una rete di mamme che potessero sostenermi e che io potessi sostenere a mia volta. Il primo passo è parlarne! Spero che piano piano si capisca che tra mamme ci si deve aiutare e non giudicare. Un salutone!

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