Telecamere negli asili, sì o no?

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Telecamere

Ogni tanto se ne riparla e partono le raccolte firme: telecamere negli asili contro gli abusi sui bambini. Proposte che si diffondono a macchia d’olio sul web, tra i gruppi delle mamme o semplicemente tra chi ha bambini piccoli che magari frequentano il nido o vanno alla materna.

Ogni tanto si legge qualche notizia di maestre arrestate per maltrattamenti sui bambini (notizie che terrorizzano sempre i genitori) ed allora torna in auge la proposta di far inserire le telecamere nelle scuole per controllare quello che fanno le educatrici (del nido) o le maestre (della materna).

A me sinceramente questa proposta non convince più di tanto. Non penso possa essere la soluzione per evitare i casi di maltrattamento nelle scuole. Poi calcolando anche la situazione (disastrata) delle nostre scuole, provate a pensare se avrebbero mai i soldi per realizzare una simile proposta. Anche perché poi le telecamere andrebbero messe ovunque, senza lasciare nessun “angolo cieco” dove potrebbero avvenire questi episodi terribili. Come si fa?

Per non parlare poi della fiducia, che dovrebbe essere alla base del rapporto tra scuola e genitori, che verrebbe a mancare. Voi lascereste vostro figlio in una scuola in cui non vi fidate di nessuno? Va bene che il detto dice “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio“… però un minimo di fiducia tra i genitori e gli insegnanti dei nostri figli dovrebbe esserci.

Ovviamente nessun genitore lascia i figli a scuola pensando che la maestra possa maltrattarli… Come può una maestra fare cose del genere? Ma purtroppo accadono. Però io più che inserire telecamere in ogni angolo della scuola, sarei più favorevole a maggiori controlli sugli insegnanti. Controlli che possono essere visite psicologiche ogni tot tempo o qualcosa di simile.

Una delle ultime petizioni che circolano sul web è chiamata proprio “Sì alle telecamere“. Mi hanno consigliato di leggere gli obiettivi di chi l’ha lanciata e non prevede solo l’utilizzo delle telecamere, ma una serie di iniziative volte ad impedire che avvengano maltrattamenti verso persone che non possono difendersi (quindi non solo bambini, ma anche anziani).

Ecco, ad esempio, le loro richieste:

CHIEDIAMO CHE IN TUTTE LE STRUTTURE IN CUI SI LAVORA CON SOGGETTI MINORI O, NON IN GRADO DI DIFENDERSI (Scuole fino alla terza media, case riposo, centri per disabili e anziani) VENGA MESSA IN ATTO:
– selezione del personale con test psicoattitudinali, colloqui con psicologo, verifica delle proprie eventuali pendenze penali;
– obbligo di formazione continua del personale;
– verifica periodica della stabilità emotiva dell’operatore;
– supervisione a random nelle strutture;
– TELECAMERE obbligatorie, da supervisionare solo ed esclusivamente da parte delle Dirigenze Scolastiche (da definire se e come) e dalle forze dell’Ordine

Ma una cosa del genere è fattibile? Al momento la petizione è stata firmata da circa 10.000 persone e si dovrebbe arrivare a 15.000.

A questo proposito ho letto una intervista interessante di uno psicologo (per chi volesse leggerla, la trovate a questo link) che sostiene che le telecamere nelle scuole non servono a niente. Perché minano il rapporto di fiducia tra genitore e insegnante. E poi, secondo lo psicologo, il genitore non può “adagiarsi” nella sicurezza che tanto ci sono le telecamere a controllare gli insegnanti. Dovrebbe invece cercare un rapporto più diretto con l’insegnante e controllare di più sia la scuola (guardandosi intorno quando va a portare o a riprendere il bambino) che il figlio stesso (notando se ci sono comportamenti strani che possano far ipotizzare che sia successo qualcosa). Una maggiore attenzione dovrebbe essere la soluzione, perché pare che i bambini di oggi non siano controllati a sufficienza dai genitori.

E se si ha un sospetto, andare a parlare con le Forze dell’Ordine, che a quel punto sarebbero autorizzate a installare le telecamere per controllare la situazione e constatare se il sospetto è ragionevole o se si tratta solo di un fraintendimento.

E (sempre secondo lo psicologo) poi quale sarebbe il messaggio che si passa ai bambini? Che la scuola non è un posto sicuro e gli insegnanti devono essere controllati perché non si sa cosa potrebbero fare? Veramente la soluzione migliore è far crescere i nostri figli sotto l’occhio costante di questo “grande fratello“?

11 Risposte a “Telecamere negli asili, sì o no?”

  1. Sono una fondatrice del gruppo FB #sialletelecamere e sono anche psicologa/psicoterapeuta, nonché educatrice di bambini “speciali” nelle scuole…
    Non sono d’accordo con quanto sostenuto dallo psicologo, ovviamente…
    Non devono, delle telecamere, minare la fiducia negli insegnanti, ma sono una risorsa per poter tornare a riaverla… i fatti di cronaca e le immagini viste, parlano da sole…

    1. Salve Kirasworld.
      Abbiamo letto il suo articolo e lo troviamo molto superficiale e poco accurato, ed anche contraddittorio.
      Dice di credere nella validità dei controlli del personale, poi si chiede se il nostro progetto è attuabile.
      Parla di “uno psicologo”, ma non cita il nome di codesto specialista, né la fonte dalla quale ha preso l’informazione.

      Come è ben noto, noi collaboriamo e ci appoggiamo per dare giusta informazione ai nostri iscritti all’associazione Via dei Colori di Ilaria Maggi (che da anni si occupa di maltrattamenti e di prevenzione a livello nazionale).
      Come più volte ripetuto, le telecamere sarebbero solo il completamento di un lungo lavoro di prevenzione del problema.
      Se davvero, avesse seguito il nostro gruppo, si sarebbe resa conto che abbiamo più volte ripetuto, che le telecamere servirebbero a ridurre notevolmente i tempi delle indagini in casi di maltrattamenti (prima va fatto esposto ai Carabinieri, che valutano se installarle o meno, poi una volta installate, devono avere un totale di ore di riprese, per poi procedere all’allontanamento o all’arresto di chi maltratta!!!). Avere le telecamere già installate, eliminerebbe i tempi di attesa e si potrebbe procedere con maggior velocità.

      Ripetiamo, che le telecamere sono solo l’ultimo tassello del nostro progetto, anche perché una persona instabile mentalmente, lo rimarrebbe anche con le telecamere montate, se non si lavora sulla prevenzione.

      Sul rapporto di fiducia, se una persona sa di svolgere il suo lavoro con coscienza, amore, responsabilità, rispetto… non saranno le telecamere a impedirglielo… continuerà a farlo, infatti nel gruppo sono iscritte numerosi insegnanti ed operatori favorevoli al nostro progetto.

      La preghiamo, quindi, la prossima volta, di informarsi meglio, prima di dare informazioni non propriamente corrette o riportare affermazioni di Pinco Pallino, non verificabili…

      Grazie
      GRUPPO SI ALLE TELECAMERE

  2. Salve Kirasworld.
    Abbiamo letto il suo articolo e lo troviamo molto superficiale e poco accurato, ed anche contraddittorio.
    Dice di credere nella validità dei controlli del personale, poi si chiede se il nostro progetto è attuabile.
    Parla di “uno psicologo”, ma non cita il nome di codesto specialista, né la fonte dalla quale ha preso l’informazione.

    Come è ben noto, noi collaboriamo e ci appoggiamo per dare giusta informazione ai nostri iscritti all’associazione Via dei Colori di Ilaria Maggi (che da anni si occupa di maltrattamenti e di prevenzione a livello nazionale).
    Come più volte ripetuto, le telecamere sarebbero solo il completamento di un lungo lavoro di prevenzione del problema.
    Se davvero, avesse seguito il nostro gruppo, si sarebbe resa conto che abbiamo più volte ripetuto, che le telecamere servirebbero a ridurre notevolmente i tempi delle indagini in casi di maltrattamenti (prima va fatto esposto ai Carabinieri, che valutano se installarle o meno, poi una volta installate, devono avere un totale di ore di riprese, per poi procedere all’allontanamento o all’arresto di chi maltratta!!!). Avere le telecamere già installate, eliminerebbe i tempi di attesa e si potrebbe procedere con maggior velocità.

    Ripetiamo, che le telecamere sono solo l’ultimo tassello del nostro progetto, anche perché una persona instabile mentalmente, lo rimarrebbe anche con le telecamere montate, se non si lavora sulla prevenzione.

    Sul rapporto di fiducia, se una persona sa di svolgere il suo lavoro con coscienza, amore, responsabilità, rispetto… non saranno le telecamere a impedirglielo… continuerà a farlo, infatti nel gruppo sono iscritte numerosi insegnanti ed operatori favorevoli al nostro progetto.

    La preghiamo, quindi, la prossima volta, di informarsi meglio, prima di dare informazioni non propriamente corrette o riportare affermazioni di Pinco Pallino, non verificabili…

    Grazie

    1. Le ho già risposto sulla fanpage. Io continuo a non ritenere le telecamere la giusta soluzione. Posso essere libera di pensarla così? Scrivo anche a lei il link dell’intervista dello psicologo che avevo letto: http://www.quimamme.it/con-il-bebe/2016/02/24/nidi-sicuri-le-telecamere-non-servono/. Buona serata. E comunque io ho solo espresso il mio pensiero. Poi se il vostro progetto sarà attuabile e risulterà utile, benvenga comunque.

  3. Capisco che risulterò ipercritica ma vorrei espormi ugualmente.
    Trovo che l’articolo sia molto superficiale.
    Contiene alcune affermazioni facilmente falsificabili oltre che molte altre assolutamente opinabili.

    Giusto per fare un esempio: “se si ha un sospetto, andare a parlare con le Forze dell’Ordine, che a quel punto sarebbero autorizzate a installare le telecamere per controllare la situazione e constatare se il sospetto è ragionevole o se si tratta solo di un fraintendimento”. Sembra che se solo un genitore avesse il sospetto che il figlio possa subire abusi (o anche trovarsi male… lo sappiamo che non esiste uno standard per i genitori) lo dovrebbe dire direttamente ai carabinieri e quelli subito partono ad installare le telecamere!

    Si continua a parlare di fiducia come se l’uso di una video sorveglianza dovesse necessariamente eliminare di colpo il rapporto tra adulti. Ma dove sta scritto?
    E soprattutto dove sta scritto che io mi debba fidare a prescindere di TUTTO il personale che gira nelle sezioni delle scuole, compresi i tirocinanti universitari e i supplenti che restano poche settimane e altre figure che non vengono nemmeno mai presentate durante le riunioni di classe?

    E perché l’uso delle telecamere dovrebbe insinuare solo che l’asilo non è un posto sicuro?

    Ci si chiede se le proposte esternate dal gruppo Sì alle telecamere siano fattibili come “scusa” per non supportarle, pare… Quindi? Siccome alcune cose non sembrano fattibili non ci si dovrebbe impegnare a renderle tali? Perdono di verità e utilità perché il nostro stato fa acqua da tutte le parti, o non sono invece un livello a cui si dovrebbe tendere per migliorare i servizi oltre che la qualità dell’educazione scolastica e della vita in generale?

    “Ho letto un’intervista di uno psicologo…”: almeno verificare le fonti e renderle verificabili anche da altri sarebbe doveroso, perché si rischia che il lettore prenda per buono quello che si trova davanti senza porsi il dubbio su interpretazioni alternative e/o sulla condivisione all’interno della comunità psichiatrica/medica/degli psicologi di quelle poche righe, soprattutto quando la teoria dello psicologo in questione viene posta in chiusura di articolo, facendo passare l’idea che sia quella “vera, buona e giusta” senza commentarla ulteriormente.

    Oltretutto non è proposta nessuna soluzione di alcun tipo, solo un elenco di possibili lati negativi banalmente messi insieme e non giustificati. Non penso che questo possa essere utile a una discussione costruttiva.

      1. Io non capisco a cosa si riferisce quando parla di “accanimento” dal momento che ho commentato con un solo post in cui ho espresso la mia personale opinione e non rappresento alcun gruppo. Il solo fatto di citarne uno creatosi su FB non fa certo di me una portavoce.
        Inoltre ribadisco che, pur essendo ognuno libero di non essere d’accordo con qualsiasi proposta, per avere un minimo di credibilità occorre supportare le proprie posizioni in modo costruttivo e offrire delle alternative almeno come base di discussione.
        Mi sembra sciocco pensare di postare qualcosa on line e risentirsi alla minima obiezione.

        1. Scusami Elena, era un commento istintivo il mio… perché mi sono ritrovata in pochi minuti piena di commenti che venivano dallo stesso gruppo e sembrava quasi che vi foste messe d’accordo per commentare tutte insieme. Capisco di aver dato l’impressione di essermi risentita, ma non è così, anzi mi hanno fatto piacere tutte le utili spiegazioni e le precisazioni che mi avete dato (e ne terrò conto per i post futuri). Mi era solo sembrato strano che oggi avete notato tutte nello stesso momento il mio post (che ho pubblicato più di 2 settimane fa e non c’erano stati commenti).

  4. La ringrazio per la risposta data nella fanpage e per la spiegazione…
    Ognuno è libero di esprimere le proprie perplessità, che in termini di costi per l’installazione delle telecamere, è più che plausibile,ci mancherebbe.
    Grazie anche per aver postato la fonte dalla quale ha preso la dichiarazione dello psicologo.
    Noi speriamo che, almeno, il discorso sulla prevenzione, sia attuato nel minor tempo possibile… siamo stanchi si sentire ogni giorno di casi di maltrattamenti…
    GRUPPO SI ALLE TELECAMERE

    1. Su questo sono perfettamente d’accordo con voi. Sentire casi di maltrattamenti è veramente inconcepibile. E mi auguro anch’io che si riesca a trovare presto una soluzione per evitarli.

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