Corso preparto: la prima lezione

corso preparto
Corso preparto

Alla trentunesima settimana di gravidanza ho iniziato il corso preparto.

In realtà si tratta della seconda lezione, perché non sono potuta andare alla prima lezione per motivi di lavoro. Mio marito è venuto con me e potrà continuare a venire anche ai prossimi incontri (solo uno è destinato esclusivamente alle mamme perché faremo degli esercizi di ginnastica).

Il corso mi è costato 200 €. Si tiene nell’ambulatorio della clinica ospedaliera, dove potrei andare a partorire (ma ancora non ho deciso).

Stanza 104. Una stanza con un tappetino e tanti cuscini. Dobbiamo metterci gli antiscivolo e possiamo sederci per terra sui cuscini, come stiamo più comode.

Siamo 8 mamme in attesa. Io sono quella più avanti con la gravidanza. Le altre hanno la data presunta del parto circa un mese dopo di me (chi più, chi meno). Un paio hanno scelto di partorire in altri ospedali, ma stanno facendo il corso preparto qui. Io sono indecisa e le altre partoriranno tutte alla clinica ospedaliera.

In quanto al sesso dei bambini… siamo pari. 4 maschietti e 4 femminucce.

L’ostetrica di oggi si chiama Nancy. Ci ha consegnato una cartellina con la lista delle cose da portare in ospedale, un promemoria con le date degli incontri e un foglio da compilare con i nostri dati (che le devo restituire).

Corso preparto, sì o no? La mia esperienza

Argomenti del giorno:

  • cosa mettere in valigia
  • l’anatomia della gravidanza

Abbiamo analizzato la lista delle cose da portare in ospedale. Si è basata sulla loro lista (in genere ogni ospedale consegna alle donne in attesa una lista delle cose da portare al momento del parto), ma in generale più o meno anche negli altri ospedali sono le stesse cose.

Ci ha consigliato di igienizzare i vestiti dei bambini solo una volta. Non è necessario farlo sempre. Poi ci ha consigliato di prendere un olio per la pelle del bebè, perché può essere utile soprattutto all’inizio, dal momento che la pelle dei piccoli tende a seccarsi. Si può mettere su tutto il corpo, ma non sulle mani, perché i neonati se le mettono in bocca. Il cappellino ed i calzini servono perché i neonati tendono a disperdere calore dalle estremità.

Poi abbiamo parlato dell’anatomia della gravidanza. E per spiegarcela è partita da un disegno. Ci ha chiesto infatti di fare un disegno della nostra pancia con dentro l’utero e dentro il bambino, la placenta ed il cordone ombelicale. Per vedere come la immaginiamo e poi per spiegarci com’è nella realtà. Infatti dopo che abbiamo fatto i nostri disegni ci ha fatto vedere una immagine di come è il nostro utero. E ci ha anche mostrato un utero di stoffa, che si è fatta cucire dalla mamma, con dentro il sacco amniotico, la placenta e un bambolotto.

Ci ha spiegato come avviene il travaglio e come si modifica il collo dell’utero in quel momento. All’inizio è chiuso e piegato verso il dietro, poi viene in avanti e si appiattisce. Solo nel momento in cui si appiattisce può iniziare la fase vera e propria del travaglio e poi il parto. Ci ha fatto vedere come esce il bambino in un parto naturale e perché sarebbe meglio stare il più possibile in piedi durante il travaglio (la forza di gravità aiuta!).

Ci ha fatto vedere il bacino e perché a volte non si può fare il cesareo se il bambino si è già incanalato ed ha superato il punto dove, nel cesareo, viene fatto il taglio. In caso di bambino podalico, dice che il cesareo programmato in genere viene fissato intorno alla 37° settimana, per evitare che inizi il travaglio.

Ci ha parlato della rottura delle acque, dicendoci cose che anche le ostetriche del corso di ginnastica mi avevano detto: se le acque sono limpide, si può andare in ospedale con più calma; se sono verdognole invece conviene sbrigarsi.

Ha parlato anche del tappo che chiude l’utero e la sua perdita non implica l’inizio immediato del travaglio: possono passare anche 10 giorni dalla perdita del tappo al parto. Se c’è una perdita abbondante di sangue, bisogna correre subito in ospedale, perché potrebbe esserci un distacco di placenta. Una perdita con poche gocce di sangue invece può capitare e in genere non è preoccupante. Non è vero che avviene il “parto asciutto” perché anche se si rompono le acque, non si perde tutto il liquido amniotico. Il liquido amniotico è trasparente, inodore e incolore.

Col parto naturale il bambino può avere la testa a pera nei primi giorni dopo la nascita o dei piccoli bozzi sulla testa. Si chiamano “tumori del parto” ed anche se il nome spaventa, in genere passano da soli senza problemi.

E poi ci ha parlato della placenta, che è formata da 34 esagoni. Quando c’è il distacco vuol dire che si perdono alcuni di questi esagoni. Nelle donne che fumano, molti di questi esagoni possono non funzionare (ed è per questo che spesso i bambini delle donne che fumano sono più piccoli).

Contrazioni: come distinguerle? Se si indurisce solo una parte della pancia, in genere non è una contrazione. Se si indurisce tutta, allora è una contrazione. Possono esserci contrazioni sporadiche durante la gravidanza, soprattutto la mattina e la sera.

Durante il parto, se il papà assiste e se la sente, può tagliare il cordone… appena smette di pulsare.

Prima lezione del corso preparto ricca di informazioni e di spunti. Veramente interessante. Sono contenta di essermi iscritta a questo corso. Mi ha fatto un’ottima impressione. Se continueranno così, sarà veramente un bel corso preparto.