Corso preparto: la sesta lezione

neonato
Neonato

Sesta lezione del corso preparto: l’allattamento e non solo

Sesta lezione del corso preparto, la seconda dedicata all’allattamento. Il programma di questa sesta lezione del corso preparto prevedeva infatti come tema principale le patologie dell’allattamento (ragadi, mastite e così via). In realtà alla fine abbiamo un po’ deviato dall’argomento principale ed abbiamo anticipato anche qualche argomento della prossima lezione (che sarà anche l’ultima).

In fondo il corso preparto serve anche a questo: chiarire i dubbi dei futuri genitori. E allora durante la sesta lezione, via libera alle nostre domande. E devo ammettere che Ilaria, l’ostetrica, è stata molto disponibile a chiarire tutti i nostri dubbi e a rispondere alle nostre domande.

Più vado avanti col corso preparto e più mi convinco che dovrei venire a partorire qui. Sarà perché sto conoscendo tantissime ostetriche che lavorano qui e mi sembrano tutte brave (e soprattutto mi ci trovo molto bene), mentre all’altro ospedale che ho preso in considerazione non sono mai stata e non conosco nessuna ostetrica…

Ma veniamo alla nostra sesta lezione!

1° dubbio: bisogna dare acqua, tisane o camomilla al neonato?

Non sono necessari perché il bambino si nutre del latte che gli basta. Il primo latte della suzione è in genere molto leggero e acquoso, quindi se magari beve solo quello (man mano poi che continua a bere diventa più grasso e nutriente) allora gli farà anche da acqua. L’ostetrica consiglia, se magari si esce e fa caldo, di portare un po’ d’acqua se non si vuole o non si può dare sempre il seno, ma di non esagerare col dargli il biberon, altrimenti poi farà più fatica ad attaccarsi. E ci ha ripetuto che più facciamo attaccare il bambino al seno e più avremo latte.

L’importante è far attaccare bene il bambino per evitare la formazione di ragadi. Deve prendere bene l’aureola del seno. E, quando è attaccato, se gli spostiamo leggermente il labbro inferiore, dobbiamo riuscire a vedere la linguetta. Se c’è è quella che prende il latte per ingoiarlo.

Poi bisogna sempre guardare il bambino. E con una attenta osservazione possiamo riuscire a capire di cosa ha bisogno. Se è tranquillo, ha una bella pelle (non secca), fa normalmente cacca e pipì, allora vuol dire che sta bene. Se ha la pelle secca e fa poca cacca e pipì, allora sta succhiando poco. Pesarlo in continuazione si dovrebbe evitare (NO alla doppia pesata come si faceva ai tempi delle nostre mamme o nonne) perché altrimenti può diventare una schiavitù.

Ci ha anche parlato delle colichette, che in genere arrivano tra le 17.00 e le 19.00 e tra l’1.00 e le 5.00. Pomeriggio e notte perché magari durante il giorno il bambino ha sperimentato e imparato tanto e la sera è più “distrutto“. Come riconoscere le coliche? Il pianto da colica è disperato! Camomilla e tisane non servono a niente. Possono scaldargli il pancino, ma non risolvono la situazione. Piuttosto sarebbe meglio farlo attaccare al seno, perché il latte è come un lassativo. E ci ha fatto vedere la posizione per dargli un po’ di sollievo: reggerlo in braccio a pancia in giù, camminando per casa e tenendogli le gambine piegate (così dovrebbe riuscire a far uscire l’aria che gli fa venire le colichette). La posizione e il camminare servono perché per 9 mesi il bambino è stato in posizione accartocciata e si è mosso nel liquido amniotico.

2° dubbio: in che posizione si deve mettere a dormire?

A pancia in su! O al massimo sul fianco, ma in questo secondo caso ogni tanto bisognerebbe girarlo per evitare che gli si addormenti il braccio. Mentre a pancia all’aria va bene. E se rigurgita, si gira da solo. Dice che è la posizione più sicura.

Verso la fine della lezione ci ha fatto anche vedere un video sull’allattamento, solo una parte perché la lezione era già finita da 20 minuti. E da questo video è scaturito anche il terzo dubbio…

3° dubbio: metterlo o no nel lettone?

L’ostetrica dice che bisogna capire se ne ha veramente bisogno. E se è così, allora è meglio metterlo, per soddisfare i suoi bisogni. Ci ha anche parlato delle teorie che consigliano di far piangere il bambino finché non smette… ma farlo smettere per rassegnazione è veramente tremendo. Comunque se si mette nel lettone, è meglio metterlo dalla parte della mamma. Ed è anche un modo per dargli il ritmo del sonno, perché seguirà quello della mamma. Poi dice che non c’è pericolo di viziarlo nei primi 3 mesi. Solo successivamente bisognerà capire se ne ha ancora bisogno o se sta diventando un capriccio.

La nostra ostetrica consiglia di tenere i bambini in camera da letto fino ai 2 anni, prima di spostarli a dormire in camera da soli. Per alcuni di noi sarà una scelta obbligata, visto che non tutti hanno una camera disponibile per il bambino. Dice anche di tenerli vicino al letto, alla stessa altezza del nostro letto, in modo da non doversi alzare in continuazione se dobbiamo allattarli di notte. Per chi fa dormire i bambini nella navicella del trio, sarebbe meglio portarla in stanza senza le ruote. Si può anche appoggiare per terra.

Abbiamo anche parlato dell’asilo nido. Secondo lei sarebbe meglio evitarli e stare col bambino fino a 3 anni a casa. Ma di questi tempi come si fa? Il nido è una tappa obbligata quasi per tutti. E ci ha insegnato come prenderlo in braccio dalla culla. Basta tenergli bene la testa nelle prime settimane. Si può prendere mettendogli le mani sotto le ascelle e due dita dietro la nuca per reggergli la testa. Comunque dice che anche se ti scappa la testa qualche volta non succede nulla. E dopo un paio di volte che ti capita, alla terza farai molta più attenzione. Ed alla fine ci ha dato una valigetta con campioncini di prodotti per bambini.

Ed abbiamo parlato del cordone ombelicale e di come occuparsene i primi giorni, prima che casa. Secondo lei non servono soluzioni fisiologiche, reti e garze. Al massimo si può arrotolare una garzina intorno. Più prende aria e prima si seccherà. Una volta caduto resta una crosticina e si possono vedere 3 puntini neri all’interno: sono i segni delle due vene e dell’arteria che erano dentro al cordone e che ci univano al bambino.

Nella prossima lezione continueremo a parlare della cura del bambino.