Allattamento al seno e lattazione: i risultati degli studi

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Allattamento al seno

Allattamento al seno: i risultati degli studi nel Simposio di Medela

Premetto che ho sempre sperato di riuscire ad allattare al seno. Ma non sono una di quelle che si accaniscono contro le donne che decidono di non allattare o di farlo solo per pochi mesi. Ognuna avrà i suoi buoni motivi per quello che decide di fare. Ed inoltre non voglio nemmeno accanirmi con chi magari non può allattare, per qualsiasi motivo. Non sarebbe giusto. Può capitare e non bisogna colpevolizzarsi. Io stessa sono cresciuta col latte artificiale, perché mia mamma non ha avuto latte.

Fatta questa premessa, volevo condividere i dati relativi all’11° Simposio Internazionale sull’allattamento al seno e la lattazione, organizzato da Medela, che si è da poco svolto a Berlino (mentre la prossima edizione si svolgerà a Firenze il 7 e l’8 aprile 2017.

A Berlino 9 scienziati provenienti da 5 Paesi hanno discusso dei risultati delle più recenti ricerche scientifiche relative al latte materno e dell’applicazione delle scoperte nella pratica clinica. Amore e nutrizione ottimale sono infatti molti importanti per la crescita dei bambini. Il latte materno come alimento combina entrambi e il risultato sono bambini sani (ciò non toglie che possano essere sani anche i bambini che per qualsiasi motivo devono crescere col latte artificiale). Lo stretto contatto con la madre e un’offerta di sostanze nutritive e protettive su misura per le esigenze individuali del bambino danno un contributo fondamentale ad una vita sana anche per i bambini nati pretermine.

La natura unica del latte materno

Per la Professoressa Donna Geddes della University of Western Australia di Perth, la gravidanza e i primi anni di vita sono di importanza chiave per la prevenzione di malattie croniche non trasmissibili in fasi successive della vita. Il latte materno, con il suo contenuto di sostanze nutritive fatte su misura per le esigenze del neonato e con una diversità unica di ingredienti bioattivi, riduce in modo particolare il rischio di obesità futura. I bambini allattati al seno hanno un rischio minimo di sviluppare una sindrome metabolica nel corso della vita, che a sua volta aumenta la probabilità dell’insorgenza del diabete e di malattie cardiovascolari. Inoltre il latte materno influisce positivamente sullo sviluppo cerebrale, sulla densità ossea e sulla fertilità e riduce la possibilità della comparsa di allergie. Ciò che la madre mangia durante l’allattamento al seno pone basi importanti per le preferenze del bambino. Se mangia una grande varietà di cibi con molte verdure, il bambino sarà più ricettivo a nuovi cibi. Questo è il motivo per cui la dottoressa Geddes incoraggia espressamente tutte le madri ad allattare al seno. Il 95% delle donne è in grado di produrre abbastanza latte da nutrire il proprio bambino.

Il Professor Lars Bode, della University of California, San Diego (USA) ha poi sottolineato che gli oligosaccaridi nel latte materno sono molto più di un semplice nutrimento per i microrganismi intestinali. La composizione dei 150-200 oligosaccaridi presenti nel latte materno varia da donna a donna. Essi promuovono la colonizzazione dell’intestino del bambino da parte di microrganismi benefici e lo proteggono dalle infezioni causate da batteri, funghi e parassiti che aderiscono alle membrane mucose. Ma non sono solo i bambini nati a termine a trarre beneficio dai polisaccaridi nel latte materno. Gli studi indicano che l’oligosaccaride disialyllacto-N-tetraose (in breve DSLNT) nel latte materno aiuta a prevenire l’enterocolite necrotizzante nei bambini nati prematuri.

Sviluppi importanti nel cervello dei neonati

Nei primi cinque anni si verificano sviluppi importanti nel cervello. Tra questi la maturazione della materia bianca mielinata, che svolge un ruolo importante nella trasmissione dei messaggi. L’équipe del Professor Sean Deoni della Brown University di Providence (USA) ha studiato il modo in cui l’allattamento al seno iniziale esclusivo, l’allattamento misto con latte materno e latte artificiale e l’allattamento solo con latte artificiale influenzano lo sviluppo cerebrale. A tale scopo l’équipe ha esaminato il cervello di 133 bambini sani nati a termine, di età compresa fra 10 mesi e 4 anni, impiegando la cosiddetta tomografia a risonanza magnetica (MRT) silenziosa. La materia bianca cerebrale era maggiormente sviluppata nelle aree del cervello che maturano più tardi dove erano coinvolti i bambini allattati esclusivamente al seno. Inoltre le capacità visive, l’espressività linguistica e la comprensione del linguaggio dei bambini allattati al seno erano migliori. Questi risultati confermano la scoperta che l’allattamento con latte materno, che è ricco di lipidi e colesterolo, promuove tra le altre cose lo sviluppo cerebrale.

Il Professor Matthias Keller ha attribuito molta importanza al fatto che le esigenze dei bambini nati pretermine e delle loro famiglie sono centrali nella cura neonatale. I risultati iniziali del percorso di cura NeoPAss® per l’integrazione delle famiglie messo a punto nella clinica pediatrica di Passau tra il 2012 e il 2014 hanno confermato la sua visione. Da quando è stato introdotto questo percorso di cura, la mortalità pretermine è stata ridotta del 50%. I genitori che, come persone chiave di riferimento, sono coinvolti nelle cure fin dall’inizio sono molto più sicuri di sé quando hanno a che fare con i loro bambini. Al momento della dimissione dalla clinica quasi tutti i bambini erano allattati al seno. Era possibile accorciare la durata della permanenza all’UTIN e ridurre dell’80% la comparsa di infezioni ospedaliere rispetto alla media tedesca.

La mastite è una delle ragioni principali per cui le donne smettono prematuramente di allattare al seno i propri bambini. Il Professor Juan Miguel Rodriguez dell’Università Complutense di Madrid (Spagna) ha spiegato il ruolo che i cambiamenti della colonia microbica del seno svolgono in varie forme di mastite. Una forma subacuta della malattia è molto più comune della mastite acuta. Essa provoca dolore durante l’allattamento al seno, in quanto i dotti lattiferi sono colonizzati e ristretti da agenti patogeni, ma non è accompagnata dai sintomi tipici della mastite acuta. Per la diagnosi e il trattamento mirato della malattia si dovrebbe perciò ricorrere ad una coltura batterica che chiarisca quali sono i batteri presenti e le eventuali resistenze agli antibiotici che possono essere presenti. L’uso di probiotici può rappresentare un nuovo approccio al trattamento, in quanto certi lattobacilli e bifidobatteri possono aiutare a prevenire e trattare la mastite.

Se, per esempio, non è disponibile il latte della madre di un neonato prematuro, la prima scelta è il latte di una madre donatrice. Nella maggior parte delle banche del latte umano, il latte del seno viene sterilizzato utilizzando la pastorizzazione. Gli svantaggi di questo trattamento termico sono che anche sostanze bioattive preziose, come ad esempio le immunoglobuline, gli enzimi e gli ormoni, sono disattivate in tutto o in parte. La Dottoressa Susanne Herber-Jonat ha invece riferito che al reparto neonatale dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco anche ai nati pretermine molto piccoli viene somministrato latte di madri donatrici non pastorizzato. Ciò ha ridotto la comparsa di infezioni e ha abbassato la frequenza di enterocolite necrotizzante dal 3,1% allo 0,3%.

Il valore del latte materno nella UTIN

Prima e durante la nascita i bambini entrano in contatto con batteri nel liquido amniotico e nel canale del parto. Questi microrganismi e i batteri contenuti nel latte materno giocano un ruolo significativo nella colonizzazione del tratto gastrointestinale dei bambini. Il latte della madre è particolarmente importante per questo, anche se contiene energia, proteine e minerali troppo scarsi per i neonati pretermine. Il Professor Josef Neu dell’Università della Florida ha sottolineato che né il latte di madri donatrici né il latte artificiale offrono protezione contro l’enterocolite necrotizzante paragonabile a quella fornita dal latte della madre del bambino. Se è possibile ottenere anche piccole quantità di latte materno nei primi giorni dopo la nascita, è essenziale che anche questo venga somministrato come supplemento al latte di madri donatrici.

Il Professor Per Top Sangild dell’Università di Copenaghen (Danimarca) ha spiegato che le componenti del latte materno sono estremamente sensibili al trattamento termico. Uno studio condotto su maialini nati pretermine ha dimostrato che il colostro protegge contro l’enterocolite necrotizzante e la diarrea e ha un effetto benefico sulla crescita, indipendentemente dalla specie. Il fatto che il latte materno sia benefico per la salute dei piccoli dipende anche dalla fase di lattazione della donatrice e da come il latte è stato trattato: gli studi hanno dimostrato che provvedere a somministrare il latte materno il primo possibile e lentamente (goccia dopo goccia) è un metodo migliore dell’allattamento tardivo e in maggiori quantità.

Thomas Kühn del Centro perinatale della Clinica Vivantes Neukölln di Berlino ha sottolineato che nelle UTIN c’è stata un’evoluzione del pensiero: il trattamento non è più incentrato sulla pura sopravvivenza dei neonati molto piccoli, ma sul loro sviluppo a lungo termine. Parallelamente si è avuto uno spostamento di paradigma: al giorno d’oggi sono principalmente i neonati ad alto rischio ad essere allattati al seno. Quando si arricchisce il latte materno con energia, proteine e minerali, si deve prestare attenzione non solo alla crescita dei neonati, ma anche alla costituzione fisica. Anche due studi francesi hanno dimostrato che, nonostante una crescita insoddisfacente durante la permanenza in ospedale, i neonati pretermine alimentati solo con latte materno erano fisicamente più sviluppati rispetto ai bambini non alimentati al seno alle età di due anni e di cinque anni. I bambini alimentati al seno raggiungevano risultati psicomotori migliori e valori più alti di peso, altezza e circonferenza cranica. Anche il benessere e l’istruzione dei genitori influenzano comunque lo sviluppo del bambino. Kühn consiglia una raccomandazione personalizzata sull’arricchimento o meno del latte materno nel periodo successivo la permanenza in ospedale.

Medela

Medela, con sede centrale in Svizzera, è stata fondata da Olle Larsson nel 1961, e oggi è guidata da suo figlio Michael Larsson. L’attività di Medela si sviluppa in due business unit: la divisione “Human Milk”, che – a partire dalla ricerca di base riconosciuta a livello globale – ha un ruolo leader nello sviluppo e nella realizzazione di prodotti e soluzioni per l’allattamento, e la divisione “Healthcare”, che progetta e produce soluzioni altamente innovative con la tecnologia del vuoto medicale. Medela conta 18 società affiliate in Europa, Nord America e Asia, distribuisce i propri prodotti in oltre 100 Paesi e impiega 1.600 persone in tutto il mondo.