Corso preparto: la quinta lezione

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Quinta lezione sull’allattamento

Quinta lezione del corso preparto

Eccomi alla quinta lezione del corso preparto dedicata all’allattamento. Continueremo anche a parlare di questo argomento nella prossima lezione, visto che le cose da dire sono tante. Oggi, senza accorgercene, abbiamo finito la lezione mezz’ora più tardi… erano talmente tante le nostre domande che ci siamo allungate!

Ilaria, l’ostetrica che si è occupata oggi della quinta lezione, aveva portato 2 bambolotti, Guendalina ed Ettore. La bambola è come una bimba appena nata di 2.700 gr e ancora non riesce a tenere la testa dritta. Il bambolotto invece è come un bimbo di un mese di 3.400 grammi e si tiene dritto con la testa (calcolando poi che le mie figlie sono nate di 3.445 e 4.250 grammi… erano già di un mese abbondante come peso!).

Guendalina l’abbiamo presa tutti per provare a tenerla in braccio, facendo attenzione a sorreggere bene la testa. L’ostetrica si è soffermata sull’importanza dell’allattamento al seno. Siamo partiti dalle nozioni che avevamo su questo argomento e l’ostetrica ci ha spiegato l’importanza di attaccare il bambino al seno subito dopo la nascita.

Ci ha spiegato che non dovrebbero esserci orari fissi per le poppate. Quando il bambino ha fame, bisogna farlo attaccare. Dopo il parto (ma può capitare anche nelle settimane precedenti al parto), si inizia a produrre il colostro, che non è ancora latte vero e proprio, ma è una specie di liquido preparatorio, che aiuta lo stomaco del bambino a prepararsi. Il colostro è più leggero del latte ed è anche per questo che nei primi giorni c’è un calo fisiologico nel peso del bambino.

Quando arriva la montata lattea, dopo qualche giorno dal parto, conviene dare il latte al bambino da un seno per volta. Perché il primo latte che esce è più liquido e serve a dissetarlo. Poi il secondo latte che esce è più consistente ed il terzo ancora di più. Se si fa prendere al bambino il primo latte e poi si passa all’altro seno, non prenderà il latte consistente, ma solo quello più leggero.

Ci ha ribadito di cercare di assecondare i bisogno del bambino e di rispettare i suoi tempi. Per farlo dobbiamo semplicemente osservarlo. Se ha la pelle secca, fa la cacca scura o a palline e fa poca pipì, vuol dire che prende pochi liquidi. Ma se bagna tanti pannolini, vuol dire che il latte è sufficiente. Prima di dare aggiunte, quindi bisogna valutare attentamente la situazione. Anche perché se si comincia con le aggiunte, poi sarà più difficile farlo attaccare al seno. Col biberon il bambino è quasi “costretto” a prendere il latte, perché esce da solo dal biberon e il bimbo non deve fare nessuna fatica, a parte quella di ingoiare il latte. Invece al seno deve faticare perché deve ciucciare per bere il latte.

La suzione del bambino inoltre aumenta la produzione di latte. Quindi più si fa attaccare un bambino al seno e più aumenta il latte della mamma. Secondo l’ostetrica solo l’1% delle donne non produce latte. Molte però smettono perché non sono seguite bene e si arrendono subito, al primo problema.

Ci ha parlato anche dell’alimentazione della mamma durante l’allattamento, dicendo che si può mangiare tutto (ovviamente seguendo una alimentazione sana ed equilibrata). Ed in effetti è la stessa cosa che mi ha detto il mio pediatra, al contrario di altri che invece durante l’allattamento vietano alcuni cibi. In ogni caso secondo l’ostetrica il bambino ci fa capire se c’è qualche alimento che non apprezza, perché magari gli fa venire il male al pancino o rende il latte amaro. E allo stesso tempo non ci sono alimenti che fanno latte (come dicevano le nonne, che bisognava bere tanto brodo o la birra).

Ci ha consigliato anche di non pulire il capezzolo con creme e preparati vari, perché in genere lasciano residui e allora si dovrebbe lavare il seno prima della poppata. Le infermiere del nido ci hanno invece consigliato il Purelan della Medela, perché è realizzato con prodotti naturali che possono essere assunti anche dai neonati.

E ci ha fatto vedere come posizionare il bambino per la poppata. Parola d’ordine: pancia a pancia!. Deve stare in orizzontale, poggiato sul seno. E poi bisogna lasciarlo fare: per istinto si attaccherà da solo. Anche perché dopo il parto il seno produce una sostanza che ha un odore simile a quello del liquido amniotico, che permette al bambino di riconoscere il nostro odore e di identificarci come mamma.

Ha spiegato anche l’importanza che il bambino si attacchi bene, per evitarci problemi, come le ragadi. Non deve prendere solo il capezzolo. Problemi che renderebbero l’allattamento difficile. Se si attacca male, bisogna farlo staccare e poi riprovarci. All’inizio il bambino prenderà solo il latte, non avrà bisogno di altri liquidi (quindi niente acqua o camomilla o tisane varie).

Bisogna anche stare tranquille per allattare, senza ansie, altrimenti il bambino le percepisce e potrebbe non volersi attaccare. Per questo ci ha consigliato di dedicare i momenti dell’allattamento solo al bambino senza interferenze.

In caso di troppo latte o di ingorghi, conviene massaggiare il seno ed eventualmente anche spremerlo per far uscire un po’ di latte. Ci ha anche parlato del meconio, la prima cacca dei bambini. E del “baby-blues“, l’ormone del dopo-parto che può scatenare qualche crisi di pianto nelle neomamme. Ma è assolutamente normale.